domenica 30 dicembre 2012

NEWS DAL MONDO LGBT E NON SOLO...Augura a tutte le sue lettrici e i suoi lettori... Buon Anno...

Auguri a chi ama dormire ma si sveglia sempre di buon umore...
A chi saluta ancora con un bacio...
A chi lavora molto e si diverte di più...
A chi arriva in ritardo ma non cerca scuse...
A chi si alza presto per aiutare un amico...
A chi ha l'entusiasmo di un bimbo e i pensieri di un uomo...
A chi spegne la televisione per fare due chiacchiere...
A chi vede nero solo quando è buio...
A chi non aspetta il nuovo anno per essere migliore.....
http://lisadelgreco.blogspot.it

Lgbt Teatro: Roma "Il marito di mio figlio" equivoci dell’amore gay, al Parioli De Filippo, la commedia con Andrea Roncato e Monica Scattini da giovedì 3 a domenica 13 gennaio

Il marito di mio figlio con Andrea Roncato e Monica Scattini
A prima vista il titolo potrebbe apparire ambiguo: "Il marito di mio figlio".

Ma poi ci si rende conto che si tratta di amore omosessuale e la sorpresa si scioglie.
Parliamo dello spettacolo in programma al Teatro Parioli "Peppino De Filippo" di Roma, da giovedì 3 (ore 21) a domenica 13 gennaio, scritto e diretto da Daniele Falleri, con protagonisti Andrea Roncato e Monica Scattini, insieme a Pia Engleberth, Roberta Giarrusso, Pietro De Silva, Ludovico Fremont, Domenico Balsamo.

"Il marito di mio figlio" è una moderna commedia degli equivoci che affronta con ironia un tabù molto attuale: il matrimonio gay. Michael e George hanno il matrimonio previsto per il giorno successivo.

Presi all’ultimo momento da uno scrupolo di coscienza, decidono di riunire i rispettivi genitori per comunicare loro l’imminente cerimonia.
Ma la rivelazione crea uno scompiglio che va oltre le previsioni dei due futuri sposi.

Le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati e relazioni segrete che non risparmiano neanche i genitori della neo-scoppiata coppia.

L'autore si diverte a mettere in scena tutti i più diffusi pregiudizi sui gay, giocando con i vari cliché per poi demolirli uno ad uno.

Le famiglie di Michael e George avrebbero potuto viaggiare per sempre lungo i binari di rapporti falsi e apparentemente immutabili, ma l’imprevisto obbliga tutti a riesaminare il mondo che li circonda e che davano per scontato.
Lo spettacolo verrà rappresentato il prossimo anno negli Usa ed è stato già tradotto in inglese e francese.
fonte http://teatro.lospettacolo.it

Lgbt: Comune di Torino: firmato il protocollo d’intesa per la lotta delle discriminazioni sull’orientamento sessuale

Oggi il Comune di Torino ha sottoscritto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri il protocollo relativo al contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

L’atto d’intesa firmato dall’Assessore alle Pari Opportunità, Mariacristina Spinosa (in foto), lega per tre anni il capoluogo piemontese all’attuazione di misure volte a contrastare tali disparità.

La Città di Torino, da molti anni, si distingue per le iniziative intraprese al fine di abbattere le discriminazioni esistenti, tra cui l’istituzione, nel 2001, del Servizio Lesbiche, Gay, Bisessuali e Trasgender (LGBT).

Non a caso, Torino ricopre il ruolo di Segreteria Nazionale delle Rete RE.A.DY, organismo il cui obiettivo è quello di estendere le politiche locali sui temi LGBT, e ha ricevuto da parte dell’l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali la richiesta di collaborare con la stesura del Programma di contrasto alle discriminazioni sull’identità di genere per il biennio 2012-2013.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di mettere in moto tutte le iniziate necessarie alla realizzazione del protocollo, stanzierà mezzo milione di euro al Comune di Torino.
fonte http://www.zipnews.it da Ettore Antonio

Spot TV: Disney Channel racconta anche le famiglie Lgbt

La Disney non si è mai particolarmente espressa a favore dei matrimoni gay o del mondo Lgbt negli anni scorsi.

Basta dare un’occhiata alla mancanza assoluta di qualsiasi personaggio gay all’interno dei suoi programmi.
Tutti eterosessuali o comunque senza una marcata appartenenza al mondo Lgbt. Ma ecco, finalmente, apparire un primo segno esplicito


Make Your Mark è una campagna che vede, in alcuni secondi dello spot, un ragazzino adolescente figlio di due madri.
Due mamme hanno educato e cresciuto un giovane che, oggi, sogna di fare il regista e che ha già presentato un video contro il bullismo nelle scuole

Una pubblicità che ha stupito e sorpreso positivamente anche per l’immagina assolutamente normale e tradizionale di un ragazzo cresciuto da due donne e perfettamente integrato nella società odierna.
fonte http://www.queerblog.it da Alberto Graziola

venerdì 28 dicembre 2012

Primarie Pd e Sel, chi sono i candidati Glbt che puntano a un posto in Parlamento

Sono tanti quanti una squadra di calcetto, quasi tutti espressione diretta del movimento Glbt italiano e scendono in campo per contendersi un posto “rainbow” in Parlamento.

Nel nome dei diritti (spesso dimenticati) delle persone omosessuali. Primarie di Pd e Sel , il 29 e 30 dicembre, anche per i candidati (appena sette su un totale di quasi duemila), che stanno conducendo la loro campagna elettorale soprattutto sul web, tra social network e siti lanciati per l’occasione.

Il tempo è stato poco, le risorse pure, ma le speranze sono alte. E non c’è solo la “battaglia” di questo gruppo di sette aspiranti parlamentari.

Lotta per il listino. All’ombra delle primarie, infatti, due big stanno scaldando i motori, in vista della decisione, da parte del segretario Bersani, sui nomi che entrereranno nel listino che li porterà diritti in Parlamento.

Da un lato c’è Paola Concia, parlamentare democratica uscente, unica lesbica dichiarata del Parlamento, che ha lottato – spesso anche all’interno del suo partito, soprattutto contro la sua principale antagonista, Rosy Bindi – per unioni civili e legge contro l’omofobia.

Dall’altro, Ivan Scalfarotto, dal 2009 vice presidente del Pd, che nelle passate elezioni non è entrato per un soffio in Parlamento (fu il primo dei non eletti). Entrambi hanno deciso, per ragioni analoghe, di non prendere parte alle primarie. Perché, dicono, la questione dei diritti non può essere confinata ad una provincia e la loro attività politica, in questi anni, è stata condotta a livello nazionale.

Spiega Scalfarotto, che ha anche fondato l’associazione Parks, impegnata nell'assistere le aziende a creare di ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi di tutti i dipendenti: “Mi sono mosso in tutta Italia e sono stato in tutte le regioni. Presentandomi alle primarie, avrei rischiato di rovinare, in pochi giorni, il lavoro di anni.
Anche perché il tempo per una campagna elettorale sarebbe stato pochissimo”.
Quanto al suo destino, Scalfarotto si rimette alle decisioni del segretario nazionale: “Sono a disposizione del partito. Ho scelto di non correre alle primarie, senza pensare al listino.
Essere parlamentare è gratificante, ma in ogni caso continuerò ad occuparmi dei temi che ho seguito in questi anni, anche se non dovessi entrare alla Camera”.

E Paola Concia? “Avevo cercato di candidarmi alle primarie, in Puglia, che è il territorio dove sono stata eletta – spiega amareggiata – ma non ne ho avuto la possibilità. Ho cercato dei contatti con il partito, ma non sono riuscita a incontrare nessuno.
E, comunque, io non sono legata a un particolare territorio, come altri miei colleghi”. Dopo cinque anni in Parlamento (e molte battaglie), Paola si aspetta una riconferma e dalla società civile si sono già levate voci in suo favore.
Potrebbe anche esserci un outsider: Aurelio Mancuso, presidente di Equality, molto vicino alla parlamentare.

Pd. I candidati Dem sono cinque, alcuni hanno contribuito alla costruzione del movimento omosessuale, a livello nazionale o regionale. "Pochi", come fa notare anche Flavio Romani, segretario nazionale Arcigay. Ma, osserva Mancuso, “siamo davanti a persone che hanno delle posizioni nel partito. Fino a qualche anno fa, ci si candidava ‘nonostante’ il partito, oggi assistiamo ad una classe dirigente Glbt che sta crescendo. Ovviamente c'è ancora molto da fare”.

A Bologna sono due i politici ga che correranno alle primarie, entrambi eletti in consiglio comunale. Sergio Lo Giudice, capogruppo del Pd, e Benedetto Zacchiroli, consigliere.

Lo Giudice, classe 1961, sposato con Michele (a Oslo), un passato da presidente del Cassero e di Arcigay, è sicuramente uno dei nomi più forti e con maggiori probabilità di ottenere un buon piazzamento nelle liste del partito.

Nelle ultime ore un nutrito gruppo di intellettuali ed esponenti della comunità Glbt ha anche firmato un appello pubblico in suo favore: “Lo voteremo perché è una persona che con la propria storia politica e personale testimonia l’attaccamento alle battaglie di uguaglianza e di laicità”, dicono, tra gli altri, Vincenzo Branà (presidente Arcigay il Cassero), Giuseppina La Delfa (Famiglie Arcobaleno) e Renato Sabbadini (cosegretario generale di ILGA International Gay & Lesbian Association). Nelle ultime ore è arrivato anche l’endorsement di Vladimir Luxuria.

Il renziano doc Benedetto Zacchiroli, 40 anni, suo collega in consiglio comunale, ex braccio destro di Cofferati e amico di Lucio Dalla, punta sul rinnovamento della classe politica: “Non è solo un fattore generazionale. Il cambiamento di cui abbiamo bisogno passa da risposte concrete e nuove da dare su questioni cruciali - dice - Cultura, politiche europee, urgenze dei lavoratori (non solo i più giovani) e delle imprese, uso della tecnologia e delle energie rinnovabili, la scuola e l’università, una pubblica amministrazione veloce ed efficace.
Einstein diceva che non può trovare la soluzione ad un problema la stessa mentalità che lo ha creato. Abbiamo bisogno di un Parlamento nuovo, con membri che conoscano i problemi del territorio, che rappresentino i territori dove vengono eletti e che con i cittadini si vogliano rapportare con continuità”.

Quanto ai risultati delle primarie, per Lo Giudice, “a Bologna la previsione è di sette candidati in quota eleggibile, presumibilmente 4 uomini e 3 donne. I candidati alle primarie sono 8 uomini e 6 donne”.

A Udine si candida l’assessore alla mobilità, Enrico Pizza, promotore di Arcigay Udine.
Iscritto al Pd, gay dichiarato dal 1994, lo scorso mese di marzo aveva minacciato di lasciare il partito, nell’ipotesi in cui non avesse preso posizione sui diritti gay.
“Poi sia Renzi che Bersani si sono detti favorevoli alle unioni civili.
Io sono per il matrimonio, e penso che ci arriveremo, ma occorre gradualità”, spiega Pizza.
“Su 10 persone in lista, in provincia di Udine, con il Pd vincente alla Camera e al Senato, potrebbero esserci tre o quattro eletti in Parlamento”, dice l’assessore.

Enrico Fusco, ex braccio destro di Paola Concia e ex presidente di Arcigay nella sua città, è il candidato Glbt di Bari e provincia.
“Da 10 anni dar voce ai diritti (in particolare dei meno abbienti, delle donne, dei migranti, degli omosessuali) è la forza che muove il mio impegno civico, prima che politico.

Una battaglia quotidiana: ritenuta secondaria soltanto dalla vecchia politica”, dice il 48enne avvocato civilista, che denuncia anche di aver dovuto fare i conti con il boicottaggio dei “padroncini di tessere sui territori”. “Raccogliere le 248 firme per presentarmi alle primarie è stato difficilissimo – dice – Erano state fatte misteriosamente sparire. Ma alla fine siamo riusciti nell’impresa”.

Fusco è noto per aver urlato contro la Bindi, lo scorso mese di luglio, durante l’assemblea nazionale del Pd, contestandola per alcune affermazioni sul documento del partito su unioni gay e laicità dello stato.

“Le urlai contro che stava dicendo il falso. Mi fece salire sul palco ed espressi la mia opinione”, ricorda Fusco. Quanto ai rapporti con la Concia, che si sarebbero deteriorati dopo la decisione di scendere in campo, preferisce glissare: “E’ solo gossip”.

Tra gli outsider c’è Dario Ballini, un giovane di Portoferraio, classe 1983, che si candida nella Val di Cornia. Proveniente dalla Sinistra giovanile, è stato segretario di circolo del Pd nel suo Comune.

“Ho partecipato attivamente alle campagne per il testamento biologico, contro la legge bavaglio e a quelle del movimento lgbtq”, spiega su Facebook, il principale strumento che sta usando per questa campagna elettorale.

Sel. I candidati più noti, che in qualche modo sono legati al movimento Glbt sono due, anche se, viene fatto sapere da Sel “non sono gli unici gay a correre per le primarie”. A Padova si candida Alessandro Zan, 39 anni, dal 2009 assessore all'ambiente e lavoro al Comune di Padova, ed esponente della comunità LGBT.

Viene spesso ricordato come il padre dei così detti “Pacs alla padovana”, un riconoscimento anagrafico basato su vincoli affettivi per una coppia (indipendentemente dall'orientamento sessuale di ciascuno). Tra le attività recenti Alessandro è stato uno dei principali promotori del Fondo sociale di solidarietà, un fondo dedicato a fornire assistenza e supporto materiale ai cittadini colpiti dalla crisi economica. Proviene dai democratici di sinistra, per i quali è stato consigliere. Nel maggio 2007 la rottura con il Pd, in polemica con la decisione del suo partito di fondersi con La Margherita.

Carlo Cremona, 40 anni, da 18 anni convivente con il compagno Marco, ha fondato a Napoli l’associazione i Ken Onlus, tra i protagonisti della lotta per i diritti Glbt nella loro Regione.

E’ stato tra i promotori dei Gay Pride napoletani (dal 2009 al 2012) e, inoltre, per cinque edizioni, ha diretto il Festival internazionale di Cinema omosessuale e questioning Omovies.

“La mia è una candidatura che nasce dal popolo Lesbico Gay Transgender e Queer, sia dalle nostre famiglie affettive che di origine – spiega nel suo sito - Ho dato ascolto alle persone con le quali ho sempre vissuto ed operato, ascoltando i loro bisogni e le loro necessità, dando sempre voce a chi la voce viene tolta o taciuta, siano essi giovani, anziani, immigrati, omosessuali, transessuali, diversamente abili, ricchi, poveri, uomini e donne”.
fonte http://www.huffingtonpost.it Di Marco Pasqua

Lgbt Francia: «Onorevole Monsieur vive in un igloo?» E poi venne il discorso della Guardasigilli Christiane Taubira.

E poi venne il discorso dell’Igloo. Dà sempre fastidio ammettere la superiorità dei francesi, quando i francesi sono superiori sul serio. Basta guardare il filmato esploso su alcuni siti d’oltralpe, poco più di quattro minuti, question time in parlamento.

Oggetto: matrimonio gay e via libera alle adozioni per coppie omosex, progetto di legge “rivoluzionario” presentato il 7 novembre scorso dal primo ministro socialista Jean-Marc Ayrault e dalla Guardasigilli Christiane Taubira.(in foto)

Da ormai più di due mesi in Francia il provvedimento scatena manifestazioni oceaniche pro e contro, interventi delle massime gerarchie ecclesiastiche, virulenti dibattiti mediatici.

Il confronto – in questo caso – si svolge in aula all’Assemblée nationale, dove il deputato conservatore dell’Ump Bernard Perrut (un Giovanardi in salsa béarnaise, se possibile ulteriormente intristito dalla mise nelle tonalità del marrone) dichiara a gran voce le sue perplessità davanti al premier e i ministri presenti.

«I francesi – dice – tengono molto alle libertà e all’uguaglianza dei diritti. Rispettano il diritto alla vita di ciascuno e non rifiutano le evoluzioni della nostra società. Ma i francesi si preoccupano o meglio rimangono sconvolti quando leggono sui giornali l’opinione di uno dei massimi difensori del matrimonio per tutti: “Affittare il proprio ventre per fare un bambino o affittare le proprie braccia per lavorare in fabbrica, qual è la differenza?”».

Perrut cita testualmente l’intervento di Pierre Bergé, presidente dell’associazione Sidaction che aveva affrontato sul Figaro gli aspetti più controversi della riforma. «Volete distruggere il matrimonio in quanto istituzione fondata sulla realtà biologica della differenza fra sessi, che permette la leggibilità della filiazione?» chiede il parlamentare di destra e la telecamera inquadra il disappunto di Najat Vallaud-Belkacem ministra 35enne dei diritti delle donne, origini marocchine, infanzia difficile, bellezza da film di Truffaut, portavoce e simbolo di tutto lo spettro valoriale hollandiano.

«Volete creare disuguaglianze fra bambini, far scomparire da tutti i codici, leggi e testi ufficiali le parole padre e madre? Volete spingervi fino alla mercificazione del corpo della donna?» incalza Perrut, e il controcampo si allarga a Dominique Bertinotti, elegantissima ministra cinquantenne della Famiglia.

Capelli corti, trucco leggero, foulard fucsia, pendenti giallo fluo. Smorfie e occhiatacce, tutto nei limiti del contegno francese, s’intende.

«L’essere umano, sì, proprio l’essere umano, cari colleghi deve entrare nella categoria dei beni di consumo commercializzabili? Questo non lo possiamo accettare» prosegue il deputato che si «accalora» a suo stesso dire, per «un progetto di legge colpevole di dividere il Paese».

Fischi dai banchi della maggioranza, i ministri socialisti parlottano fra loro. Entra in scena la tigre. Christiane Taubira, già deputata della Guiana, ora ministro della Giustizia.
Fisicamente è identica a Toni Morrison, solo con vent’anni di meno sul fisico e nei lineamenti.
Il look, quello è da trentenne. Jeans neri sugli stivali leggermente a punta, giacchetta rossa sgargiante e sciarpina etnica a righe.
Capelli tirati e raccolti in treccine.
Una furia. Comincia col fare notare che il suo governo si presta da mesi a pubblici confronti sullo stesso tema.

Confronti a cui tutti i ministri si presentano puntuali per trovarsi di fronte «banchi vuoti», con i deputati del centrodestra «presenti davvero raramente». Ma «questo – suggerisce – è un problema che l’opposizione dovrà affrontare al suo interno». Poi la precisazione. La telecamera inquadra la rabbia e l’orgoglio di questa signora socialista, nata significativamente a Caienna, spalleggiata dalle colleghe di governo Bertinotti e Vallaud-Belkacem, tanto etnicamente e culturalmente diverse quanto unite nella battaglia di civiltà.

«Onorevole Monsieur, non vorrà mica farci credere di essere vissuto in un igloo e di non essere a conoscenza della diversità fra famiglie in questo paese, che lei ignora completamente che ci sono famiglie omoparentali in questo paese, che non sa che c’è tanto amore nelle coppie eterosessuali quanto in quelle omosessuali, e che c’è altrettanto amore nei confronti di questi bambini, e che tutti questi bambini sono figli della Francia!».


Taubira parla a braccio, senza quasi prendere fiato.
Sembra un monologo di Whoopi Goldberg ne “Il colore viola”.


Non si può evitare di piangere. E tutti si sforzano di non farlo, a partire dai destrorsi compagni di Perrut che gli hanno evidentemente già voltato le spalle. Si legge nei loro sguardi.
«Allora sì, Onorevole Monsieur il governo presenta un testo di legge di grande progresso e grande generosità, di fratellanza e uguaglianza e noi garantiamo la sicurezza giuridica a tutti i figli della Francia e vi posso dire che ne sono particolarmente fiera».


Ovazione. Tripudio fra i banchi – questi pieni – di governo e maggioranza.

Il circuito chiuso parlamentare omette di inquadrare l’altrui desolazione. Allora eccolo, un esecutivo con 16 ministre donne (su 34 dicasteri), donne colorate e forti come cicloni che riuscirà nelle prossime settimane a imporre, nonostante i toni violenti del di- battito e un iter tortuoso, il matrimonio e le adozioni fra persone dello stesso sesso. Il tutto con un’estetica da film di Spielberg mentre da noi il respiro del dibattito sui nuovi diritti si strozza già in fase di primarie, con un look sterile da tg. Gelosi? Sì, molto.
fonte http://pubblicogiornale.it/mondo Stella Prudente

Lgbt: Anna Paola Concia: "Caro Monti, la politica è "discese ardite e risalite" Non si può cambiare l'Italia senza un'agenda per i diritti

Quest'anno sotto l'albero le cittadine e i cittadini italiani hanno trovato l'agenda Monti: un agenda per cambiare l'Italia e per riformare l'Europa, come suggerisce il titolo.

Peccato che in venticinque pagine di programmi e riforme per il paese, non si trovi neanche a cercarla con la lente di ingrandimento una parola (e dico una) sul tema dei diritti (riconoscimento delle coppie omosessuali, carceri, cittadinanza, procreazione assistita, testamento biologico, lotta all'omo-transfobia).
L'accenno alle donne, al loro valore sociale, risulta alquanto appiccicaticcio e soprattutto in una visione parziale e riduttiva.

Ma per sua stessa ammissione Monti non é esperto della materia... Che dire? Ci si aspettava di più da un leader e da una forza politica che si professa europeista, contro ogni forma di populismo.

Il nuovo centro rischia dunque di commettere un errore tipicamente italiano e per nulla europeo: considerare cioè i diritti civili come un capriccio, o peggio come un tema secondario per il paese.

E proprio su questo punto che Monti rischia di dimostrare tutta la sua debolezza ( e permettetemi anche un po' di italico provincialismo). Avere un programma di riforme sui diritti civili significa infatti avere un'idea complessiva della società, una visione di futuro per il nostro paese.

Ma significa soprattutto riportare l'Italia in Europa, dato che siamo l'unico fra i paesi fondatori dell'UE (insieme alla Grecia) a non avere un'agenda credibili su questi temi. Lo ha ben capito Bersani, che per la prima volta nella storia del centro-sinistra italiano, ha voluto questi temi al centro della sua proposta per il governo del paese , come punti fondanti della carta d'intenti "Italia Bene Comune". Lo stesso ha fatto Nichi Vendola.

Combattere i populismi e guardare all'Europa non significa infatti soltanto occuparsi dello spread e del rigore dei conti pubblici, ma deve avere a che fare con un'opera complessiva di ammodernamento del nostro sistema paese. Opera che tiene insieme economia e diritti.

Lo dico con la consapevolezza di aver lavorato in questi cinque anni da deputata, per far capire ai miei colleghi che le questioni che riguardano i diritti devono interrogare tutte le forze politiche perché hanno a che fare con il grado complessivo di civiltà dell'intero paese.

Del resto non devo essere di certo io a spiegare al Professore che i diritti civili sono la linfa vitale dello sviluppo economico, perché creano società aperte e inclusive e per questo più competitive. Se vuole può farselo spiegare da Angela Merkel o da David Cameron, due moderati come lui, "ma più avanti di lui". Il limite dell'Agenda Monti sta proprio qui, in questa contraddizione sulle leggi di civiltà.

Se si vuole interpretare in maniera credibile le istanze del PPE, di un centrodestra liberale ed europeo, occorre fare i conti anche con questi temi, archiviando una volta per tutte la stagione del berlusconismo. Monti è andato al congresso del PPE per rendersi più credibile di Berlusconi, ma su questi temi è solo più educato: fa finta che non esistano.

L'Italia, caro Professor Monti, merita di essere riportata in Europa anche su questi temi. Perché non si può essere europeisti a fasi alterne, bisogna avere il coraggio di esserlo sempre.

Gli italiani e le italiane hanno moltissimo a cuore il tema dei diritti civili, perché sono questioni che toccano le loro vite materiali, materialissime, tanto quanto lo spread.

E non ci si può proporre come leader se si vuole affrontare solo quello che "interessa", con arroganza professorale.
Bisogna cimentarsi con la vita, con la realtà e con le contraddizioni del nostro tempo.
Il paese ha bisogno di essere guardato e ascoltato tutto. La politica è "discese ardite e risalite".
fonte http://www.huffingtonpost.it

Lgbt: Pavia, frasi omofobe all’università. Chieste dimissioni di un Consigliere di Scienze Economiche

Arcigay e Universigay avevano segnalato pochi giorni fa il caso dello studente Daniele Borromeo, componente del Consiglio di Dipartimento di Scienze economiche e sociali (in quota Azione universitaria), che sulla propria pagina Facebook aveva insultato la comunità omosessuale definendola “una grave depravazione, al pari della necrofilia zoofilia pedofilia”, chiedendone le immediate dimissioni dal Consiglio.

In seguito ad una conversazione telefonica con il Presidente di Arcigay Pavia Giuseppe Polizzi, lo studente si era detto disponibile a scrivere una lettera di scuse alla comunità LGBT pavese, lettera che però, ad oggi, non è ancora pervenuta. Anzi, lo stesso Daniele Borromeo ha sbeffeggiato un sollecito all’invio della lettera chiedendo se Arcigay “avesse fretta”.

Nel frattempo Arcigay ed Universigay hanno creato un gruppo su Facebook
“Daniele Borromeo dimettiti” per denunciarne le frasi e raccogliere adesioni per la richiesta di dimissioni: gli iscritti sono già quasi 700.

Nonostante questo, ancora una volta Daniele Borromeo ha risposto con uno sfottò: “se volete che mi scomodi e vi risponda almeno almeno a 10mila dovete arrivare…ti informo che io, occhi dappertutto c’ho e anche dove non arriva la mia vista stai tranquillo che quella di qualcun altro arriva… quando a 10mila arrivate magari ve rispondo”, dimostrando di non aver assolutamente colto la gravità delle sue parole e anzi avanzando una velata minaccia.

Inoltre, sul gruppo Facebook di Economia pare quasi vantarsi del suo operato; scrive difatti: “pure il gruppo contro di me me dedicarono sti finocchi…iscrivetevi numerosi e diventate miei fan! ahahah buone feste a tutti!”.

Di fronte a queste affermazioni è evidente che Daniele Borromeo non solo non comprende la gravità delle sue affermazioni, offensive e lesive della dignità della comunità LGBT, ma anzi si permette di reiterare il suo insulto trattando con superficialità una questione gravissima.

Per tutti questi motivi, anche per la assoluta mancanza di serietà dimostrata, Arcigay Pavia ed Universigay chiedono nuovamente le immediate dimissioni di Daniele Borromeo da ogni incarico universitario e una azione da parte degli organi universitari competenti.

“Siamo seriamente preoccupati dall’atteggiamento strafottente e intimidatorio di Daniele Borromeo – dichiarano Giuseppe Polizzi, Presidente di Arcigay Pavia e Alessandra Alvarez, Presidente di Universigay – Borromeo è un rappresentante della Facoltà di Economia, e chiediamo agli studenti di questo corso e di qualsiasi altro che si sentono insultati dalle sue parole o non vogliono essere rappresentati da lui di iscriversi al gruppo da noi creato su Facebook e di far sentire il loro dissenso.
Non è il primo caso di omofobia all’interno dell’Università di Pavia, purtroppo: è giunto il momento che questa scia d’odio nei confronti della comunità LGBT abbia fine. Ci stiamo organizzando per mobilitare l’intera comunità LGBT universitaria e pavese.”


Ricordiamo qui di seguito quali sono state la parole scritte su Facebook da Daniele Borromeo e segnalateci da una studentessa lesbica di Economia:
“per me l’omosessualità è una grave depravazione e andrebbe trattata al pari della necrofilia zoofilia pedofilia e di tutte quelle piaghe sociali..
non è che se in natura du animali maschi se inchiappettano vor di che allora noi essere umani armati de ragione li dobbiamo legalizzà e arrivare addirittura alla follia dandoie pure il diritto de cresce un figlio”.


Ecco il link al gruppo su Facebook per chiedere le sue dimissioni:
http://www.facebook.com/groups/550355654994623/

Arcigay Pavia, Universigay
fonte http://www.laltrapagina.it/mag/?p=13820

Anziani e anziane LGBT: raccontateci un po’ di voi, un libro su omosessualità e anzianità

La casa editrice e rivista
“LiberEtà. La rivista dove le generazioni si incontrano”:
http://www.libereta.it/index.php
pubblicherà prossimamente un numero monografico sui temi dell’omosessualità e dell’anzianità, a partire dai materiali presentati e dalle riflessioni discusse nel corso del convegno “Anziani e omosessualità.



Tra invisibilità e nuovi diritti” organizzato a Roma il 28 novembre 2012 da Equality Italia e SPI CGIL:
http://www.equalityitalia.it/equality-italia-spi-cgil-presentano-omosessualita-anzianita-tra-invisibilita-nuovi-diritti.html

Si tratta di un’importante opportunità per fare luce su questi argomenti avendo a riferimento un ampio pubblico.

Anziani e anziane LGBT: raccontateci un po’ di voi

Oltre ai risultati statistici di un sondaggio
(http://www.lelleri.it/sondaggio-anziani/),
oltre agli interventi degli esperti, oltre alle esperienze realizzate all’estero, crediamo importante dare spazio anche alla voce diretta alle persone anziane gay, lesbiche, bisessuali e trans.

Un capitolo del volume sarà così dedicato alle loro testimonianze, in forma di risposte scritte alle seguenti domande-stimolo:

Diventare anziani ed essere lesbica, gay, bisessuale o trans: Quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi? Quali sono le sfide ed i problemi che hai incontrato? Cos’è cambiato e cosa è rimasto uguale nella tua vita?
Che messaggio desideri inviare ai giovani ed alle giovani LGBT? E alla comunità LGBT? Quale messaggio alla società in generale?


Se sei lesbica, gay, bisessuale o trans; se hai almeno 60 anni; se abiti in Italia: ti invitiamo ad inviare una e-mail al sociologo Raffaele Lelleri (raffaele.lelleri@unibo.it)
scrivendo ciò che pensi al riguardo.

Puoi scrivere quanto vuoi. Racconta te stesso e te stessa. La tua opinione ed il tuo punto di vista ci interessano molto!


Ti garantiamo l’anonimato.

Scadenza: 6 gennaio 2013.
Grazie per la collaborazione!
fonte http://www.lelleri.it/sondaggio-anziani/testimoni-anziani.html

giovedì 27 dicembre 2012

Lgbt New York: Il MoMA celebra Pier Paolo Pasolini: pellicole restaurate, disegni e dipinti, fino al 5 gennaio 2013

Il MoMA - in collaborazione con l'Istituto Luce Cinecittà e il Fondo Pasolini - celebra Pier Paolo Pasolini.

Fino al 5 gennaio 2013 il museo d'arte contemporanea di New York dedica un'approfondita retrospettiva al regista italiano, attraverso la proiezione di diverse pellicole "restaurate".

I visitatori potranno ammirare il prossimo 2 gennaio Salò o le 120 giornate di Sodoma, l'ultimo film scritto e diretto da Pasolini, completato nell'anno della sua tragica morte: il 1975.

Un'opera controversa e a lungo censurata - in alcuni paesi, a quasi 40 anni dalla sua uscita, è ancora al bando - a cui faranno compagnia, nelle sale del MoMA, altre pellicole del regista romano, tra cui I racconti di Canterbury (del 1972), Il fiore delle Mille e una Notte (Del 1974) e Medea (del 1969).

Le proiezioni verranno integrate, in questo periodo, da recital di attori italiani e americani che presteranno la loro voce ai versi del Pasolini poeta.

Il Pasolini pittore, invece, rivivrà alla galleria Location One di New York, dove verranno esibiti, per l'occasione, disegni e dipinti del regista.

Non è la prima volta, comunque, che il MoMA omaggia Pasolini con una retrospettiva. Era già accaduto, infatti, nel 1990.
fonte http://www.huffingtonpost.it di Pier Luigi Pisa
Fonte video RaiNews24 youtube il servizio è di Alessandra Sacchetta

Lgbt Serie TV: La Tata Fran Drescher scopre il marito gay in "Happily Divorced"

Andrà in onda a partire da questa sera, su Comedy Central, Happily Divorced (di cui vi parlammo già nel 2010), la serie tv con protagonista Fran Drescher.

Lei è diventata famosissima anche nel nostro paese grazie all’interpretazione di Francesca Cacace nel telefilm “La tata”


L’attrice torna nei panni di Fran, sposata con Peter da diciotto anni. Un giorno lui confessa alla moglie di essere gay.

Visto le difficoltà economiche alla base, i due decidono di continuare a vivere insieme. Inizia quindi una nuova vita per entrambi fatta di primi appuntamenti.

Proprio come nella serie tv, l’attrice era sposata con Peter Marc Jacobson e dopo la loro separazione, lui ammise la sua omosessualità alla moglie.

L’idea per la serie tv quindi era proprio al centro delle loro vite reali.

E anche in questo caso, nel quotidiano, il rapporto tra l’ex coppia è rimasto saldo e più che civile, nonostante lei assicuri di non essere così “dipendente” dall’ex marito come il personaggio della serie tv:
“Non dipendo dal mio ex marito come Fran nella sit com. Siamo molto, molto uniti e vicini, siamo come una famiglia e sicuramente chiamerei lui per primo se avessi bisogno di qualcosa o qualcuno. Le nostre vite non sono intrecciate come sul piccolo schermo”
fonte http://www.queerblog.it da Alberto Graziola

Lgbt: Il parroco al giornalista: "Lei è frocio?"

Era finito nella bufera per aver scritto che le donne sono responsabili della violenza che le colpisce.
Nel difendersi tira in ballo anche i gay.
"Non so se è un frocio anche lei", dice a un cronista


Don Piero Corsi (in foto), parroco di San Terenzo di Lerici, è il nuovo mostro di Natale, un vero Grinch che dello spirito del 25 dicembre ha ben poco a giudicare dalle sue parole.

Era finito nella bufera per aver detto che le donne vittime di femminicidio sono responsabili delle violenze che subiscono. Nel difendersi dalle accuse dopo quelle frasi, però, ha fatto di peggio prendendosela questa volta anche coi gay.

L'insulto omofobo - È il giornalista di RadioRai Paolo Poggio ad intervistarlo: "Lei ha scritto che le donne devono fare autocritica perch‚ provocano, o non lo ha scritto?", chiede il cronista.

"Lei capisce che se una frase la sgancia dal prima e dal dopo, può far dire molte cose diverse da quel che sta dicendo" risponde il sacerdote, che poi attacca: "cioè scusi, quando lei vede una donna nuda, cosa prova? Quali sentimenti prova, quali reazioni prova? Non so se è un frocio anche lei o meno, cosa prova quando vede una donna nuda? Non è violenza da parte di una donna mostrarsi in quel modo lì".

Le frasi sulle donne - Le parole del parroco che avevano suscitato ira Gay.it - Il parroco al giornalista: e sdegno riguardavano le donne. "Possibile - aveva scritto in un volantino - che in un sol colpo gli uomini siano impazziti? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni. Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici.

Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza) spesso le responsabilità sono condivise". E a proposito della violenza sessuale aveva scritto: "Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? Quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre e nei cinema? Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale (lo ribadiamo. Roba da mascalzoni). Facciano un sano esame di coscienza: forse questo ce lo siamo cercate anche noi?".

Addio all'abito talare - "Voglio comunicare che ho deciso di mettere da parte l'abito talare, del quale mi sento indegno, nella speranza che la riflessione e la penitenza mi consentano un giorno di riconquistare quella serenità che ho oggi innegabilmente smarrito". È quanto ha comunicato il prete in una lettera aperta. Ma in una intervista a Sky tg24 afferma: "nessun mea culpa".
fonte http://www.gay.it

Giovane trans arrestata in Kuwait per la campagna di moralità contro il popolo Lgbt

Cresce il numero di persone transessuali uccise nell'ultimo anno.

Caso di transfobia in Kuwait, nella città di Salmiya.
Una giovane ragazza trans (descritta dalle autorità come “ragazzi con abiti da donna”) è stata arrestata lo scorso venerdì, 21 dicembre 2012.


Una storia che è stata resa nota e pubblica da poco e che, ovviamente, ha indignato le associazioni Lgbt che, da tempo, si battono per i diritti degli omosessuali.

Ma cosa è successo di così “grave” da “meritare” (?!?) l’arresto? Vi spieghiamo l’assurda vicenda dopo il salto.

Due poliziotti dello Special Task Force stavano pattugliando le strade della città quando si sono accorti di qualcosa di sospetto, ordinando ad un’auto di fermarsi per un controllo.
E così, quella che sembrava essere una giovane donna, in realtà, si è scoperto essere un ragazzo che vestita abiti femminili (parole riportate dagli agenti).

La trans ha opposto resistenza all’arresto, insultando i due poliziotti e chiedendo l’aiuto della madre che è corsa in pochi minuti in soccorso della figlia.
A quel punto, tutte e due sono state condotte in centrale e poste in stato di fermo.

Con loro, salgono così a quota sedici, le trans arrestate dalla polizia negli ultimi tempi.
L’accusa ovviamente non esiste anche perchè la giovane stava semplicemente guidando la sua auto per le strade. Ma queste azioni sono state effettuate a causa di una “campagna di moralità” attivata proprio per ostacolare e impedire la libertà Lgbt nel paese. Carcere e multa sono, infatti, tra i deterrenti usati dalle forze dell’ordine.
fonte http://www.queerblog.it da Alberto Graziola

Lgbt Irlanda: L'uomo picchiato sul treno perché gay, un cinquantenne è finito in ospedale fra Dublino e Belfast

Un uomo sulla cinquantina è finito in ospedale con il naso rotto e ferite alla testa dopo esser stato selvaggiamente picchiato da due uomini sul treno da Dublino a Belfast: il tutto perché i due avventori avevano scoperto che era omosessuale.

L’AGGRESSIONE
La storia la racconta l’Irish Times. Il treno in questione era il 20.50 da Dublino a Belfast e la vittima dell’aggressione era, secondo il giornale irlandese, “seduto in un vagone praticamente vuoto”.

E’ andato al bagno, è tornato e ha trovato due uomini che guardavano il suo computer; prima di alzarsi stava navigando su un sito internet per uomini gay, e ne era rimasta traccia sullo schermo. “Hanno iniziato ad accusarmi di essere un pervertito.

Ho cercato di riprendermi il computer e mi hanno inseguito in un altro vagone dove hanno iniziato a picchiarmi. Stavo urlando per chiedere aiuto, ero coperto di sangue”.
L’uomo, affetto da Sindrome di Asperger, è stato ricoverato all’ospedale di Portadown, a metà strada fra Belfast e il confine con la Repubblica d’Irlanda, ed è stato dimesso domenica.

ALLA CACCIA
Di lui non si sa l’identità per sua specifica richiesta; ha dichiarato, uscito dall’ospedale: “Non è certo qualcosa che ti aspetti possa capitare alla mia età, sono ancora sconvolto. Penso che mi ci vorrà qualche giorno per riprendermi”.

La polizia sta indagando dopo l’acquisizione dei filmati delle telecamere a circuito chiuso e spera di rintracciare i due malviventi scesi a Portadown; hanno rubato al malcapitato anche un iPod e le cuffie.
“Spero davvero che li prendano, abbiamo tutti il diritto di essere al sicuro quando usiamo il trasporto pubblico”, dice l’uomo.
fonte http://www.giornalettismo.com di Tommaso Caldarelli

Lgbt: Ritirato il volantino shock del prete, l'ira del vescovo: Cancellate quelle parole

Il capo della diocesi di La Spezia ordina la rimozione de documento in cui il parroco di San Terenzo giustifica il femminicidio con l'atteggiamento provocante delle donne.
Fole "tentare una inconsistente giustificazione" alle violenza sulle donne.

Il presidente di Telefono Rosa chiede l'intervento del Papa : "Intollerabile". Sul sito dei cattolici ultraconservatori la replica contro la "crociata dei pezzenti"
E' scomparso dalla bacheca della chiesa il volantino shock del parroco di San Terenzo che accusa le donne di 'provocare la violenza con abiti succinti'.

E' stato il vescovo di La Spezia ad ordinare che il documento fosse subito rimosso: "In nessun modo - scrive monsignor Luigi Ernesto Palletti, tradendo un incontenibile disappunto per lo scandalo - può essere messo in diretta correlazione qualunque deprecabile fenomeno di violenza sulle donne con qualsivoglia altra motivazione, né tantomeno tentare di darne una inconsistente giustificazione".

La notizia però ha sollevato la replica ben più furiosa dal presidente del Telefono Rosa: "Intervenga subito il Papa e il vescovo di La Spezia e sia rimossa quella dannata lettera".

E' inferocita Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente dell'associazione a favore delle donne: "In Italia, che è il Paese con il maggior numero di femminicidi d'Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all'interno delle mura domestiche, un episodio come questo non è più tollerabile".

Definisce il messaggio "una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne - scrive Telefono Rosa - così si offre un'inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse".


Don Piero Corsi(in foto): "Quando vede una donna nuda cosa prova?"

Stessa reazione è temuta dai cattolici ultraconservatori ma con toni opposti: anche loro temeno una reazione violenta, ma non contro le donne, bensì contro il prete addidato come sostenitore del femminicidio da "quei tuttologi dell'informazione che hanno lanciato una sorta di crociata dei pezzenti". Proprio così scrive un corsivista sul sito dei cattolici ultraconservatori Pontifex.it, lo stesso che ha pubblicato nei giorni scorsi l'intervento di don Piero Corsi, parroco di San Terenzo a Lerici, due passi da La Spezia. "Se il figlio della madre uccisa da un amante dovesse scagliare una pietra contro il sacerdote, a chi sarebbe ascrivibile la colpa?".

IL TESTO DEL VOLANTINO

La lettera affissa nella bacheca della Chiesa è stata ritirata. In quello scritto, don Piero Corsi attaccava le donne e le loro "responsabilità" nel caso di omicidi, stupri e violenze sessuali. La sua tesi è semplice: "Colpa della donna che provoca con abiti succinti". Nel documento si legge, testualmente: "Femminicidio: le donne facciano autocritica, quante volte provocano?" o, ancora: "Le donne cadono nell'arroganza e si sentono indipendenti" o, ancora: "Donne e ragazze in abiti succinti provocano gli istinti, facciano un sano esame di coscienza: forse ce lo siamo andato a cercare".

Non è la prima volta che don Piero Corsi lascia sbigottiti con le sue iniziative. A inizio ottobre il sacerdote aveva esposto, sempre nella bacheca della sua chiesa, le vignette anti-islamiche all'origine delle reazioni musulmane in tutto il mondo. Qualche mese prima, don Corsi si era poi reso protagonista di un furibondo corpo a corpo con un clochard che chiedeva l'elemosina, con tanto di candeliere brandito in sacrestia contro l'intruso.
fonte http://genova.repubblica.it di BRUNO PERSANO

sabato 22 dicembre 2012

Lgbt Arezzo: Capodanno pro diritti con Arcigay e circolo Karemaski "Oltre i Maya..." il tema del "Why Not¿" per brindare insieme al 2013

Un Capodanno per i diritti è quello organizzato dal comitato provinciale Arcigay Arezzo "Chimera Arcobaleno" in collaborazione con il circolo Arci Karemaski, per la notte di San Silvestro.


Martedì 31 dicembre speciale Why Not¿ "Oltre i Maya - alla faccia delle profezie"
con cena a buffet (prenotazione obbligatoria al 348 3319796) e serata disco con l'animazione di Ivana Vamp Drag Queen e il Dj Salvo Venditti.


Speciale edizione della festa LGBT-friendly organizzata da Arcigay Arezzo e Karemaski per brindare al 2013 insieme sperando in un nuovo anno in cui si realizzi a pieno la cittadinanza delle persone LGBT. dichiara la presidente di Chimera Arcobaleno Cristina Betti.

Presso il circolo Arci Karemaski (Via Edison, 37)
dalle ore 20,30 in poi cena a buffet con prenotazione obbligatoria,
poi dalle 23,30 decolla la serata disco per brindare al 2013,
che continuerà per tutta la notte con le note di Salvo DJ Venditti e con l'animazione dello staff del "Why Not?" la drag queen Ivana Vamp e i Vamp Boys.
L'ingresso è riservato ai soci Arci e Arcigay ed è possibile tesserarsi in loco.
fonte http://www.arezzoweb.it/

Lgbt: Diritti gay, Equality Italia: “Il genere è come la castità”

“In Vaticano sono alcuni anni che per contrastare la conquista dei diritti civili per gli omosessuali si utilizza ogni tanto la questione della teoria del “gender”, visione culturale non nuova, che trae radici nel femminismo e nei movimenti queer.

Al fine di aiutare la Curia a fare un po’ d’ordine potremmo dire che la cultura gender è simile alla scelta della castità, ovvero sono convinzioni morali e personali che non c’entrano con il dato naturale.

In natura, come si sa, esistono gli uomini, le donne, eterosessuali e omosessuali, gli/le intersessuali, le persone transgender.

Se si volesse davvero discutere con buona disposizione d’animo, bisognerebbe partire dalle acquisizioni scientifiche e statistiche, che dimostrano due dati essenziali: l’omosessualità non è in alcun modo collegata alla diminuzione dei matrimoni eterosessuali, le società che riconoscono giuridicamente tutte le forme d’amore, aumentano il benessere dei propri cittadini.

Infine, il richiamo alla dualità dei sessi, che insiste sull’uomo in quanto tale, rispolvera la teoria della virilità essenziale per la riproduzione della specie, fobia culturale infondata, vista la preoccupante antropizzazione di cui è afflitto il Pianeta.

Se poi il tema è il dovere, a prescindere dalla realtà, per i maschi di non astenersi dalla filiazione, sarebbe necessaria una revisione dell’imposizione della castità al clero; per quanto ci riguarda i gay e le lesbiche, com’è noto, non essendo casti e astinenti, possono persino avere dei figli”.
Lo dichiara Aurelio Mancuso, presidente Equality Italia.
fonte http://www.irispress.it

Lgbt: Virna che è volata a Ney York per essere se stessa...

“Avevo 8 anni quando a Natale i miei genitori mi regalarono Corinne, la bambola che desideravo tanto.

La famiglia era riunita ed eravamo una ventina tra nonni, zii e cugini.
Io scartavo il dono e loro restavano a bocca aperta, un cugino con cui legavo si chiuse come un riccio, non aveva nessuna intenzione di giocare con me alle bambole”.
Per il piccolo Luigi , che oggi è Virna Smeraldi e ha 46 anni, ottenere Corinne in fondo non è stato troppo difficile.

Amava la bambola per il suo look e per il guardaroba, e poi la mamma Mirella faceva la sarta, e il fascino del mutare abbigliamento sperimentando immagini nuove di sé lo aveva catturato fin dai primi anni.
Ben più lungo si sarebbe rivelato il percorso per arrivare ad essere Virna senza maschere.

“Ero figlio unico, le aspettative su di me, sono state altissime”, racconta. Prende la maturità artistica nella sua Firenze, frequenta architettura, vive nascondendo agli altri le parti più vere.
Ma una vita così è impossibile. “Ho paura, mi devo allontanare, penso che se dico che sono trans faccio male agli altri e posso perderli”.

Nel ’92 si trasferisce a New York. “Durante il giorno lavoro come arredatrice e la sera mi esibisco in un club come drag queen, al lavoro vado con un look androgino, cercando di capire passo dopo passo fino a che punto mi posso spingere.”
La mamma, Mirella, va a trovarla due volte l’anno.

“Con lei è stato sempre tutto molto naturale, lei guarda alla persona, non ha pregiudizi”.
Quando Luigi viveva a Firenze, Mirella conosceva i suo amici, tra cui c’erano gay e lesbiche e stava bene con loro.
“I conflitti nascono con mio padre”, racconta Virna e “vengono fuori quando torno in Italia, nel 2000”.

Prima, per trovare forza e coraggio, è andata in psicoterapia, anche perché il divorzio dei genitori avvenuto nel ’96 non è stato una passeggiata.
“Ricordo sempre una frase della mia psicologa, mi disse: Virna, tu parli sempre degli altri, non riesco a capire cosa vuoi davvero.

Immagina di essere in un corridoio lunghissimo con parenti e amici ai lati, ciascuno di loro ti mette addosso un libro voluminoso, con questi pesi tu non riuscirai mai ad arrivare neanche alla metà.
Fino ad oggi le persone della tua vita amano una facciata, e non quello che sei”.
Forte della terapia, torna a Firenze .

Cerca lavoro e ne prova molti – scenografa, truccatrice, assistente alla regia – ma non trova niente di stabile. In Italia non le riconoscono gli studi da arredatrice fatti in America così nel 2004 collabora come “make up artist” per una sigla bolognese (un racconto su di lei compare in “Mappe sulla pelle”, edit press).

Truccare le piace: “Sperimento aggiustamenti, così come faccio per me, mi piace valorizzare gli altri, e poi durante il trucco le donne si rilassano, parlano, si confidano”.

Virna trucca i volti, crea nuove fisionomie, “veste” i visi come la mamma creava dal nulla abiti capaci di “migliorare” i corpi.
Mirella continua a sostenerla. In Virna è costante il pensiero rivolto alla madre.

E lo diventa ancora di più quando la mamma si ammala. Nel 2007 Mirella è andata via salutandola con l’ultimo dei tanti incoraggiamenti: “Non farti condizionare da nessuno, vivi la tua vita pienamente, amore mio”.

Sarà con lei, invisibile e presente, anche questo Natale che Virna passerà nella grande Mela, insieme al compagno Davide e alla speranza.
“Attendo un contratto da truccatrice a New York”.
fonte http://liberitutti.com.unita.it/culture di Delia Vaccarello su Liberi tutti

Lgbt: Al Papa non piacciono neanche i/le transgender, il discorso di Natale alla Curia romana

E’ stato Dio a creare il maschio e la femmina e non ha senso contestare di avere “una natura precostituita che caratterizza l’essere umano”.

Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso di Natale alla Curia Romana.

“Sotto il lemma ‘gender‘ – ha osservato – viene presentato come nuova filosofia della sessualita’” una visione nella quale l’uomo “nega la propria natura e decide che essa non gli e’ data come fatto precostituito, ma che e’ lui stesso a crearsela”.

“La profonda erroneita’ di questa teoria e della rivoluzione antropologica in essa soggiacente – ha denunciato il Papa – e’ evidente”.

DONNA SI NASCE
Come emblema di questa ideologia il Papa ha citato oggi l’affermazione, diventata famosa, di Simone de Beauvoir: “Donna non si nasce, lo si diventa” (“On ne nait pas femme, on le devient”), sottolineando che “secondo tale filosofia, il sesso non e’ piu’ un dato originario della natura che l’uomo deve accettare e riempire personalmente di senso, bensi’ un ruolo sociale del quale si decide autonomamente, mentre finora era la societa’ a decidervi”.

“Secondo il racconto biblico della creazione – invece – appartiene all’essenza della creatura umana di essere stata creata da Dio come maschio e come femmina”.

Per il Papa, “questa dualita’ e’ essenziale per l’essere umano, cosi’ come Dio l’ha dato”. “Proprio questa dualita’ come dato di partenza – ha rilevato il Papa nel discorso di oggi – viene contestata.

Non e’ piu’ valido cio’ che si legge nel racconto della creazione: Maschio e femmina Egli li creo’. No, adesso vale che non e’ stato Lui a crearli maschio e femmina, ma finora e’ stata la societa’ a determinarlo e adesso siamo noi stessi a decidere su questo”.
“Maschio e femmina come realta’ della creazione, come natura della persona umana – dunque – non esistono piu’”.

L’UOMO E LA NATURA
“L’uomo – ha detto ancora il Papa con amarezza – contesta la propria natura. Egli e’ ormai solo spirito e volonta’.
La manipolazione della natura, che oggi deploriamo per quanto riguarda l’ambiente, diventa qui la scelta di fondo dell’uomo nei confronti di se stesso.

Esiste ormai solo l’uomo in astratto, che poi sceglie per se’ autonomamente qualcosa come sua natura”. “Maschio e femmina – ha poi concluso – vengono contestati nella loro esigenza creazionale di forme della persona umana che si integrano a vicenda: se, pero’, non esiste la dualita’ di maschio e femmina come dato della creazione, allora non esiste neppure piu’ la famiglia come realta’ prestabilita dalla creazione.
Ma in tal caso anche la prole ha perso il luogo che finora le spettava e la particolare dignita’ che le e’ propria”.
fonte http://www.giornalettismo.com(AGI)

Lgbt: Apre a Palermo l'ambulatorio "ginecologico" per persone trans

Sarà inaugurato all'Ospedale Civico del capoluogo siciliano l'ambulatorio dedicato alle persone trans.
Si occuperà di malattie sessualmente trasmissibili, ma con il tempo amplierà il campo d'azione.

Nasce a Palermo, presso l'Ospedale Civico, il primo "ambulatorio per l'equità di genere" dedicato, cioè, all'assistenza alle persone trans, sia che si siano già sottoposte ad intervento, sia che invecenon lo abbiano ancora fatto o non abbiano intenzione di farlo.

L'inaugurazione del progetto è prevista per febbraio e la cadenza prevista per le visite sarà bisettimanale con il coordinamento del ginecologo Giuseppe Scaglione.
"La richiesta è partita proprio dai pazienti - ha spiegato il primario del reparto di Ginecologia ed Ostetricia Luigi Alio.

Molti di loro ci hanno raccontato di non sapere come muoversi e di essere costretti, anche per ragioni di riservatezza, a rivolgersi ai privati".

"Oltre a soddisfare un bisogno di salute finora inespresso - continua il primario - potrebbe essere il preludio di un’attività chirurgica per il cambiamento del sesso. Ma questo solo in una fase successiva, qualora ci fosse una richiesta crescente e d’accordo con la direzione generale". All'inizio, infatti, l'ambulatorio si occuperà principalmente di malattie sessualmente trasmissibili.

"Ci siamo messi in contatto con colleghi di altri Paesi e con esperti vicini allo staff di Almodovar che in Spagna promuove iniziative simili", ha concluso il dottor Alio.

Entusiasmo hanno espresso le associaziono lgbt cittadine, prima fra tutte Arcigay Palermo che per bocca della sua presidente Danuela Tomasini ha giudicato "fantastica" la notizia dell'apertura dell'ambulatorio.

"Chi inizia un percorso di cambiamento di sesso - dice Tomasini - non sa a chi rivolgersi e anche chi ha già concluso il percorso chirurgico ha difficoltà. A ciò si aggiunge il calvario burocratico". Soddisfazione anche da parte dell'Agedo.

"Spesso gli ospedali e le Asp ci inviano questi pazienti - ha commentato Francesca Marceca, presidente di Agedo Palermo - ma noi facciamo orientamento psicologico. Abbiamo un circuito di ginecologi di fiducia ma abbiamo necessità di fare rete".

Il primo tentativo di ambulatorio pubblico di questo tipo fu fatto a Bologna, ma chiuse i battenti dopo pochi mesi.
In Italia ci sono già esperienze di ambulatori medici destinati alle persone trans, ma la maggior parte di questi si concentrano sulle terapie ormonali.
Quello di Palermo, invece, punta ad essere più completo.
fonte http://m.gay.it/

giovedì 20 dicembre 2012

Lgbt: Siracusa, sabato 22 dicembre la presentazione del libro "I gay stanno tutti a sinistra?" di Dario Accolla

Finalmente anche a Siracusa verrà presentato il libro del giovane scrittore siracusano Dario Accolla, I gay stanno tutti a sinistra – Omosessualità, politica e società.

La presentazione avverrà questo sabato, 22 Dicembre, alle ore 18:30, presso il Biblios cafè, in via del Consiglio Reginale 11.

L’opera affronta la varie fasi della questione omosessuale in Italia negli ultimi quindici anni prendendo in considerazione specifici aspetti politici, sociali e di costume.
Nel volume viene analizzato l’atteggiamento del ceto politico, di destra e di sinistra, con il suo atteggiamento ostile o le sue promesse elettorali tradite; della chiesa, con la sua predicazione e la sua influenza sulle masse; della società con la sua indifferenza, i luoghi comuni e le violenze perpetrate ai danni della gay community.

Si studia il fenomeno dell’omo-transfobia, sia nella sua forma più manifesta e violenta, con le aggressioni, sia nella sua forma più strisciante, con il perpetrarsi e il diffondersi di schemi mentali precostituiti e degli stereotipi diffusi.

Si approfondisce, per altro, il ruolo del linguaggio della politica e dei media attorno alla questione omosessuale.

I gay stanno tutti a sinistra si conclude, infine, con una descrizione dell’universo GLBT – fenomenologie comportamentali, percezione di sé, stereotipi adottati e introiettati, la presenza delle famiglie arcobaleno (genitori gay) – e di alcune proposte per un nuovo approccio alla questione omosessuale da parte degli attori politici e sociali. Alla presentazione sarà presente l’autore.

L’evento è organizzato dall’associazione d’iniziativa Gay Lesbica Bisex e Trans Stonewall in collaborazione con il Biblios cafè, presenterà la giornalista Nadia Germano.
fonte http://www.siracusanews.it/node/33366

LGBT CALABRIA: MONSIGNOR MOROSINI "COPPIE GAY DOVREBBERO AVERE DIRITTI"

Il vescovo di Locri-Gerace, in Calabria, in una lettera inviata alle parrocchie, si dice favorevole al riconoscimento dei diritti civili per le unioni gay: "Ma non è famiglia"

Il vescovo di Locri-Gerace, in Calabria, si è dichiarato favorevole alle coppie gay.

Incredibilmente, rispetto alle dichiarazioni cui i vertici della Chiesa cihanno abituati in questi anni e, soprattutto, alle recenti parole del Papa, Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini ha dichiarato che "le coppie dello stesso sesso dovrebbero veder riconosciuti i loro diritti civili".

Il vescovo ha scritto il suopensiero in una lettera inviata alle parrocchie della sua diocesi. Certo, l'apertura non è a 360 gradi dato che il vescovo aggiunge poco dopo che "tuttavia, le coppie dello stesso sesso non sono famiglie. Non possiamo dare loro il diritto ad un vero matrimonio".

"Crediamo in Dio e dobbiamo rispettare i valori e le regole cristiane - scrive il monsignore -. Suggerisco di difendere queste idee con forza". Le parole di Morosini si distinguono per una rara apertura, per quanto parziale, pochi giorni dopo le dichiarazioni di Ratzinger che aveva definito le unioni gay "una ferita per la pace e la giustizia".

Morosini aggiunge nel suo messaggio ai suoi fedeli: "Un matirmonio è un'unione tra un uomo e una donna, ma ogni coppia dovrebbe avere diritti civili".
Pareri discordanti dalla comunità gay che si divide tra chi apprezza l'apertura e chi punta il dito contro la difesa del "matrimonio tradizionale".

Vale la pena ricordare che raramente si parla della Calabria positivamente a proposito delle tematiche care alla comunità lgbt, specie se i protagonisti della notizia sono uomini di chiesa, il che, forse, conferisce unan ota positiva in più alla posizione di Morosini.
fonte http://www.gay.it/

Lgbt Calcio: Londra, chiama “gay” un compagno su twitter, Jesus Fernandez del Liverpool multato dalla federazione

Il 19enne del Liverpool dovrà pagare 10 mila sterline per aver agito in maniera «inappropriata».
La presunta vittima: «Incredibile»

Prende in giro il compagno su Twitter e viene multato dalla Federcalcio inglese. Lo spagnolo Jesus “Suso” Fernandez, 19enne attaccante del Liverpool, ha apostrofato con la parola “gay” il compagno e connazionale José Enrique.

La Football Association, sempre attentissima all’uso dei social network da parte dei calciatori, ha punito Fernandez con un’ammenda di 10.000 sterline: il teenager ha agito «in maniera inappropriata».

A nulla sono servite le spiegazioni fornite da José Enrique, presunta vittima. «È incredibile che la FA possa punire il mio amico Suso per uno scherzo.

Era solo uno scherzo!», ha twittato oggi José Enrique. Fernandez ha pagato a caro prezzo un commento ad una foto del compagno: «Che diavolo stai facendo?
Questo tipo è gay -ha scritto-.... Fa tutto meno che giocare a calcio».
fonte http://www.lastampa.it/

Lgbt: Matrimoni gay, "Io sono un pericolo per la pace": con "CondividiLove" singoli e coppie ci mettono la faccia, contro le parole del papa

Rispondono mettendoci la faccia e il cuore. Coppie gay e lesbiche, ma anche singoli, omosessuali, eterosessuali e transgender, protagonisti della reazione virale che ha fatto seguito alle affermazioni del Papa sulle unioni omosessuali.

Quando il Pontefice ha affermato che la cancellazione del valore della famiglia, attraverso leggi che equiparano le unioni gay al matrimonio uomo-donna rappresenta un attentato alla pace, i ragazzi e le ragazze che animano il gruppo “CondividiLove” hanno pensato ad una possibile risposta.
Forte e, soprattutto, virale.

Prima hanno organizzato la manifestazione a San Pietro, portando solo cuori e slogan d’amore.

E, nelle stesse ore, hanno creato un’applicazione che permette, su Facebook, di aggiungere un cuore con scritta alla foto profilo: “Io sono un pericolo per la pace”, anche nella versione plurale per le coppie. Le adesioni sono cresciute in maniera virale, giorno dopo giorno.
Già 2500 persone hanno usato l’applicazione, condividendo la loro foto sulla pagina Facebook del “movimento” spontaneo:
https://www.facebook.com/condividilove?fref=ts


Il gruppo "CondividiLove". Nato la scorsa estate e formato da “liberi cittadini di ogni orientamento sessuale”, il gruppo decide di unire le forze “per una causa che dovrebbe appartenere a tutti, al di là di ogni differenza”.

Un progetto “interamente libero, il cui marchio è a disposizione per ogni iniziativa che voglia portare avanti la rivendicazione di pari diritti per le coppie di ogni orientamento sessuale”.

“Perché in un Paese come l'Italia non possiamo aspettarci che siano i leader politici a chiedere al loro popolo il coraggio di supportare i cambiamenti necessari a sanare le diseguaglianze ancora presenti nella legislazione”, spiegano in una nota di presentazione. In Italia il cambiamento non ha alcun illustre testimonial.

Deve quindi partire dal basso, con tutti i mezzi di cui dispone. Il primo, mai come oggi, è la condivisione. Il matrimonio è un diritto di tutti”: da qui il nome.

“Noi non chiediamo diritti solo per i gay ma diritti uguali per tutti – spiega uno degli animatori della pagina - Siamo convinti che l'unico modo perché in Italia succeda qualcosa è che una nuova generazione di uomini e donne si faccia avanti. una generazione che non vede differenze tra le persone in base alla loro sessualità.
Il concetto è proprio quello di condividere le battaglie, per essere realmente tutti uguali”.


"Se il pericolo è quello di rendere la nostra nazione un Paese civile lo corriamo volentieri!
Se pericoloso è chi al di là del proprio orientamento sessuale crede che sia arrivato il tempo di una reale uguaglianza nei diritti, noi non siamo solo pericolosi, siamo pericolosissimi, e soprattutto tantissimi!
Facciamo all'Italia un cuore grande così", scrivono in queste ore per ringraziare quanti ci hanno messo la faccia.
fonte http://www.huffingtonpost.it/ Di Marco Pasqua

Lgbt Toscana: Comune di Seravezza aiuta le coppie gay e di fatto, nasce il registro delle unioni civili, si potrà fare domanda per le case popolari e per i contributi

Secondo la sentenza 138 del 2010 della Corte Costituzionale, le coppie di fatto trovano già un fondamento legislativo nell’articolo 2 della Costituzione italiana.

Nel quale si parla di “formazioni sociali” che favoriscono lo sviluppo della persona nella vita di relazione, e tra la quali la Corte riconosce le unioni di fatto.

Ma se il Parlamento non ha ancora approvato una legge, il comune di Seravezza, come altri enti in Italia, ha aperto le porte agli omosessuali e alle coppie di fatto.

Andrà infatti in discussione oggi alle 17, in Consiglio comunale, l’approvazione del Registro delle Unioni civili.

Chi deciderà di iscriversi potrà anche avere una piccola cerimonia nelle stanze del Comune, con tanto di consegna di una pergamena da parte del Sindaco.

Potranno iscriversi al Registro le persone unite da un legame affettivo, residenti a Seravezza e conviventi almeno da un anno.

«Siamo soddisfatti – commenta l’assessore Valentina Salvatori - per essere riusciti a portare in Consiglio il Registro delle Unioni civili, dopo che ad agosto era stata approvata all’unanimità la mozione sulle coppie di fatto presentata da Sinistra Ecologia e Libertà».

Dopo l’approvazione del Registro delle Unioni civili, ogni ufficio dovrà adeguare i propri regolamenti sulla base di questa nuova istituzione sociale.
Così ad esempio due persone iscritte al Registro potranno presentare domanda per le case popolari.
O per quanto riguarda le agevolazioni su base Isee, le nuove coppie potranno calcolarlo come unico nucleo familiare.

«Sono state elencate nella delibera – continua Salvatori – le aree amministrative entro le quali le rettifiche dovranno avvenire prioritariamente. Come la casa, sanità e servizi sociali, formazione scuola e servizi educativi e altri ancora.

All’interno di questi ambiti se ci sono dei servizi di cui le nuove Unioni civili potranno usufruire, a breve potranno farlo».
Insomma i servizi comunali dovranno dare rilevanza giuridica alle Unioni.

«E’ una vera vittoria – afferma Mara Tarabella, consigliere di Seravezza, e esponente di Sel – abbiamo presentato la mozione sei mesi fa sulle coppie di fatto e sul Testamento biologico, e oggi andiamo all’approvazione della prima delle nostre proposte.

Che tuttavia era già contenuta nel programma elettorale della nostra lista». E lunedì la stessa proposta è stata approvata anche dal Consiglio di Forte dei Marmi.
fonte http://iltirreno.gelocal.it

martedì 18 dicembre 2012

"RITRATTO D'ARTISTA" IN ESCLUSIVA PER LISADELGRECO_CINEMA: DANIELE SARTORI

Daniele Sartori, veneziano, si diploma attore all’Accademia Teatrale Veneta.

Dopo pochi anni esordisce alla regia cinematografica scrivendo e dirigendo i primi cortometraggi,
“Magma” e “Ora scelgo io”.

Numerosi sono i contributi professionali nell’ambiente del cinema indipendente veneziano e milanese.


Fonda e avvia il progetto “Lost In Vauxhall” per la produzione di videoclip e short film, ambito che predilige.



Nel 2010, avvalendosi della collaborazione del Direttore della fotografia Flavio Zattera, scrive e dirige “L’Appuntamento”, cortometraggio pluripremiato che riscuote ottimo successo, distribuito da Queer Frame, RIFF, QAF Hd,
e proiettato al Venice Film Meeting in occasione della 68° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.



Firma inoltre gli Spot 2010 – 2011 del Queer Lion Award, premio collaterale della Biennale del Cinema di Venezia, a cui vi partecipa come giurato.



Nel 2011 realizza “Doris Ortiz”
cortometraggio che uscirà l’anno successivo, finalista al “Rome Independent Film Festival”, distribuito da RomeFilmMarket.com, MUBI Europe, e che raggruppa numerosi talenti emergenti tra i quali gli attori Giuseppe Sartori e Andrea Pizzalis.

Il commento del regista al film:
La trama di “Doris Ortiz”, semplice e d’azione, è una breve metafora queer, una caricatura manga, sulle paure irrazionali, sui pregiudizi quasi paranoici di coloro che si accaniscono contro le diversità altrui, di qualunque genere esse siano.

Il filmlook vintage dell’intero lavoro è un personale omaggio ai b-movie splatter anni ’80:
film sgangherati, spesso sottovalutati, ma incredibilmente geniali.
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Lisa Del Greco ha intervistato il regista Daniele Sartori
In esclusiva per News dal mondo lgbt...e non solo

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Ciao Daniele con un paio di brevi film che hanno catalizzato l’attenzione del circuito dei Festival il tuo nome è uno dei più quotati nell’ambito queer cinematografico e con l’uscita di “What about Alice?” ti sei avvicinato al mondo della video arte.
Parlaci di questo tuo ultimo progetto:

"Si tratta appunto di un video arte ispirato al testo di Carroll ma rivisitato in chiave queer gotica con una Alice, interpretata dall’artista Adolfina De Stefani, ormai non più bambina e decisamente molto lontana dal mondo delle meraviglie.
Il video si snoda in quattro capitoli visivi pensati per essere riprodotti in loop negli spazi espositivi per esempio di una Galleria.
All’opera hanno preso parte anche i Family Morton, Erik Strauss, Donato Ceron e Mark Fabrique, tutti performers molto stimolanti e divertenti."

Sia In “What about Alice?” che in “Doris Ortiz” hai dato ampio spazio all’immagine fine a sé stessa ed in particolare ad interpreti sessualmente ambigui:
"Il cinema prima di tutto è immagine, non è mai fine a sé stessa perché in ogni caso provoca sempre una reazione nello spettatore e gli interpreti che ho scelto non sono affatto sessualmente ambigui, anzi sono estremamente chiari! Hanno semplicemente delle caratteristiche forti, che rimangono impresse."

La tua collaborazione con il Regista di Lirica Ivan Stefanutti?
"Il Maestro Stefanutti è un caro amico, ci siamo scoperti artisticamente molto simili. Amiamo entrambi le contaminazioni, la sperimentazione e così i nostri percorsi creativi si sono momentaneamente intrecciati."

Principe Maurice ha fatto un cameo in “Doris Ortiz”, hai scoperto i Family Morton, Erik Strauss e Tina Sputnik. Lavori spesso con i personaggi della notte, perché?
"Perché molti di loro sono prima di tutto dei bravissimi artisti, dei veri creativi dell’immagine e dei professionisti seri."

In che direzione stà andando secondo te il cinema queer?
"Domanda importante! Se è vero che il cinema spesso fa’ da specchio alla realtà attuale credo allora che il queer sia ormai definitivamente sdoganato in ogni ambito.
E’ il momento delle declinazioni del queer, per esempio queer noir, queer horror, queer commedy etc.
L’unica tematica che ancora soffre realmente di stereotipi negativi e che non è stata adeguatamente restituita al pubblico per quella che è, riguarda il cambiamento di sesso.
Indubbiamente è un argomento complesso ma forse è proprio questo il punto, ci vorrebbe più semplicità e naturalezza nel raccontarlo.
In fondo il cambiamento è insito in ogni cosa, in ogni essere umano, è un fatto naturale che porta spesso positività."

Più personaggio o più regista?
"Per gli altri più personaggio, credo…"

Progetti in cantiere?
"Un film ambientato nella seconda guerra mondiale"
Grazie a Daniele Sartori...

PER INFO:
http://doris-ortiz-film.tumblr.com/
http://lostinvauxhallofficialsite.wordpress.com/
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Fonte http://lisadelgreco.blogspot.com/
Esclusiva per NEWS DAL MONDO LGBT E NON SOLO..© Riproduzione riservata

lunedì 17 dicembre 2012

Lgbt: Il Papa, i gay e le risposte di Nichi Vendola su Twitter, il leader di Sel parla di omofobia

Solo ieri il Papa aveva espresso la sua opinione sui matrimoni Gay (ne parlavamo in questo articolo) dicendo che i "tentativi" di rendere le nozze tra un uomo e una donna "giuridicamente equivalenti a forme radicalmente diverse di unione" sono "un'offesa contro la verità della persona umana" e "una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace".

Non si è fatta attendere la risposta di Nichi Vendola, che su Twitter ha postato più messaggi relativi alla faccenda.
fonte http://www.cadoinpiedi.it/
Ecco i twitter qui sotto clicca su per ingrandire:

Cinema: Firenze, Cittadinanza onoraria ai fratelli Paolo e Vittorio Taviani, il presidente Giani: «Da sempre vicini alla nostra città»

Il loro ultimo lavoro, ‘Cesare deve morire’, ha vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino ed è il candidato per l’Italia agli Oscar.

Oggi 17 dicembre nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio, invece, i registi Paolo e Vittorio Taviani diventeranno cittadini di Firenze.

«La delibera di conferimento – ha spiegato il presidente del consiglio comunale Eugenio Giani - è pronta per essere votata e rappresenta il giusto coronamento di un rapporto tra i fratelli Taviani e Firenze al culmine di una vita che li ha portati a raggiungere successo sul piano internazionale per un grande impegno civile e professionale guardando sempre alla nostra città come riferimento della propria formazione e sensibilità culturale».

«Vittorio e Paolo Taviani – si ricorda nel documento - iniziano il loro lavoro come giornalisti e nel 1960 approdano al cinema con il documentario ‘L’Italia non è un paese povero’. Da quel momento la carriera cinematografia prende il posto di quella giornalistica, con un susseguirsi di pellicole e altrettanti successi».

«I fratelli Taviani – ha aggiunto il presidente Giani – sono originari e tuttora residenti in Toscana, nel Comune di San Miniato, storicamente molto vicino a Firenze sul piano culturale.
Un grande successo fu per loro ‘La notte di san Lorenzo’ ove i revocano i fatti del luglio 1944 quando morirono centinaia di persone per il bombardamento della cattedrale di San Miniato.

In realtà il film offre con realismo ed efficacia un quadro autentico del passaggio della guerra dall’occupazione nazifascista alla liberazione della Toscana.

Il legame con la nostra città ha portato alla scelta di presentare la ‘prima’ italiana dell’acclamato film ‘Cesare deve morire’ al cinema Odeon di Firenze.

Inoltre sempre a Firenze il 3 luglio scorso ha avuto luogo la prima proiezione del film all’interno del carcere di Sollicciano, primo dei carceri toscani destinatari della proiezione».

Durante il conferimento della cittadinanza ai fratelli Taviani sarà proiettato un video di 12 minuti realizzato da Miguel Angel Barroso in occasione del premio alla carriera che hanno ricevuto a Madrid.

fonte http://press.comune.fi.it di Francesco Nocentini

Vaticano, gruppo di attivisti movimento Glbt manifesta all'Angelus: "Omofobia = morte". Fermati per un'ora dalla polizia (che sequestra i loro cartelli)

Un gruppo di attivisti omosessuali (e non) ha manifestato pacificamente, stamattina, all'Angelus di Benedetto XVI, per protestare contro le parole del Papa sui matrimoni gay nel messaggio per la Giornata mondiale della pace.

In tutto una quindicina di ragazzi e ragazze che si sono ritrovati, con alcuni cartelli e striscioni (scritti in quattro lingue), fuori da Piazza San Pietro; tre di loro, sotto il controllo della polizia, sono anche entrati all'interno.

Twitter di Gianfranco Mascia @mascia_g
Gianfranco Mascia:
Ho alzato un cartello durante l'Angelus con "Le unioni gay non danneggiano la pace. Le armi sí": sequestrato da PS http://t.co/lipZwzyc

Tra i cartelloni portati dagli attivisti (tra questi anche Imma Battaglia, presidente di DìGayProject), uno recitava "Joseph, ti vogliamo bene". Un altro "Omofobia = morte".

Una manifestante, insieme all'immagine di un cuoricino, recava un cartello con la scritta "Sono lesbica, non sono un pericolo".

Un altro dimostrante aveva la scritta "Siamo tutti Pussy Riot", con riferimento alle attiviste russe condannate in seguito alla loro protesta anti-Putin alla cattedrale di Mosca.

I cartelli sono stati sequestrati (e strappati) dalla polizia, che ha anche fermato i manifestanti. Come ha scritto il giornalista Alessandro Gilioli, tra i manifestanti, su Facebook:
"Al momento siamo trattenuti dalla polizia di Stato in piazza San Pietro dopo pacifico e silenzioso innalzamento cartelli durante l'Angelus. I cartelli in quattro lingue dicevano solo: "Sono le armi e non le unioni gay a minacciare la pace". Ovviamente ce li hanno strappati (non con le buone, diciamo) e ora ci tengono educatamente qui".

Dopo i controlli di rito, il gruppo è stato rilasciato: "Ci hanno fermato per un'ora - ha spiegato successivamente Gilioli - dopo un po' di strattoni per tentato pacifismo. Cartelli strappati, ovviamente. E noi che avevamo rispettosamente aspettato che Sua Santità finisse l'Ave Maria per alzare i cartelli".

Una foto dei cartelli esposti in Vaticano è stata pubblicata anche da Gianfranco Mascia, anche lui tra gli organizzatori della protesta pacifica:
"Il corpo del reato. Questi sono i messaggi che fanno paura al Vaticano. "Gay unions don't harm peace.
Weapons do it", "Les armes, pas les unions homosexuelle, menacent la paix.", "Las bodas homosexuales no afectan la paz, las armas si", "Le unioni gay non danneggiano la pace. Le armi sí". Che sovversivi che siamo"

fonte http://www.huffingtonpost.it Di Marco Pasqua
http://www.huffingtonpost.it/2012/12/16/vaticano-gruppo-di-attivisti-gay-manifesta-allangelus_n_2310458.html?utm_hp_ref=italy

Lgbt Napoli: "Omovies" festival di cinema omosessuale e questioning, al via la quinta edizione da oggi lunedi 17 dicembre

Prenderà il via oggi luned 17 dicembre al Cinema Academy Astra di Napoli la quinta ediizone del festival di cinema omosessuale e questioning Omovies organizzato dall’associazione iKen Onlus in collaborazione con il COINOR e l’Università degli Studi di Napoli Federico II e che vedrà la madrina “storica” Vladimir Luxuria affiancata dal “padrino” Alessandro Cecchi Paone.

Un’edizione “a costo zero” (ovvero, senza il supporto di istituzioni ed enti pubblici) ma che non rinuncia a proporre due giorni di cortometraggi italiani e stranieri ad ingresso libero.

Un festival che, in qualità di evento lgbt più a sud d’Europa, vuole lanciare un ponte nel mediterraneo, mettendo in rete uomini e donne, i vissuti diversi del mare nostrum che possono narrare di storie ed emozioni di libertà, di lotta e di liberazione.


Il Cinema Academy Astra si trova in via Mezzocannone 109 a Napoli
Per info: omovies.it
fonte http://www.napoligaypress.it