martedì 31 maggio 2011

Lgbt Elezioni: vincono i candidati gay friendly


Successo di Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris rispettivamente a Milano e Napoli. Entrambi, nei loro programi, prevedono interventi a favore delle persone lgbt. E le associazioni festeggiano

Un risultato che il centrodestra ha sperato fino alla fine di scongiurare, quello dei balottaggi alle amministrative, ma che almeno nelle due città più sotto osservazione, Milano e Napoli, ha segnato la vittoria dei due candidati più gay friendly.


Sia Luigi De Magistis (che ha sconfitto il pidiellino Lettieri con un plebiscito da 65 per cento) che Giuliano Pisapia hanno previsto nel programma l'istituzione del registro delle coppie di fatto e non solo.

E non possono che essere entusiastiche le reazioni delle principali associazioni lgbt cittadine del capoluogo lombardo e di quello campano.

"Arcigay Milano CIG Centro di Iniziativa Gay Onlus vuole esprimere le più sentite congratulazioni al neo sindaco Giuliano Pisapia augurando inoltre buon lavoro a lui e tutta la sua squadra - si legge in una nota firmata dal presidente Marco Mori -.

Vogliamo ricordare che Giuliano Pisapia è stato l'unico candidato Sindaco che nelle scorse settimane ha commentato e discusso in un incontro pubblico le 10 proposte di Arcigay per la città di Milano presentate attraverso la campagna 'Milano siamo anche noi' rompendo così un tabù che vuole i temi legati alla comunità lgbt come off-limits in una competizione elettorale.'Milano siamo anche noi, perchè Milano sia di tutti' non è uno slogan vuoto, ma è una frase che può davvero significare un cambiamento nelle politiche pubbliche cittadine volte al rispetto, l'inclusione sociale e il riconoscimento di diritti civili".

"Arcigay Milano - conclude Mori -, da sempre disponibile al dialogo con le istituzioni, auspica finalmente un cambiamento di rapporti con il comune di Milano, fin'ora restio ad ogni dialogo e confronto. Complimenti Giuliano e in bocca al lupo!".
Un commento arriva anche dalla segreteria nazionale di Arcigay e dal presidente Paolo Patanè.

"Gli italiani hanno eletto con ampie maggioranze i candidati che si sono dichiarati favorevoli a iniziative di legge per le unioni civili, a matrimonio gay e alla lotta all’omofobia - scrive Patané -. Mai come nel corso dell’ultima tornata elettorale infatti, proprio la questione omosessuale, è stata centrale nei programmi e nelle campagne elettorali dei candidati vincenti.

Gli italiani hanno totalmente ignorato coloro che agitavano lo spettro dell’omosessualità come uno spauracchio degno di repulsione e hanno preferito chi si è avvicinato senza ambiguità alle battaglie lgbt e non ha avuto remore a interloquire direttamente con la comunità e le associazioni".

"Il voto di oggi è la fine politica della destra omofobia e clericale dei vari Giovanardi, Berlusconi, Santanchè, Lussana e così via - conclude il presidente di Arcigay -.

Queste elezioni possono finalmente aprire la strada ad una nuova primavera di diritti e reale uguaglianza che la comunità lgbt sostiene da anni. Per dare un ulteriore atto di sfiducia a questo Parlamento e Governo invitiamo tutti e tutte a partecipare in massa alla manifestazione di Europride Roma 2011".

A commentare il voto partenopeo arriva una nota de I-Ken che chiede subito il primo passo concreto a De Magistrisi, ovvero il patrocinio al Campania Pride. "Che vi fosse un feeling tra il Candidato Sindaco de Magistris e i gay napoletani era cosa nota - scrive il presidente Carlo Cremona -.

Il neo Sindaco di Napoli si troverà sulla scrivania la richiesta del Patrocinio Morale che le associazioni che promuovono il Campania Pride hanno già protocollato alla Segreteria del Primo Cittadino. Ci aspettiamo tra le prime battute del nuovo Sindaco la dichiarazione di Benvenuta alla manifestazione dell’orgoglio gay, lesbica e trans".
fonte http://www.gay.it

Lgbt sport: International Boga Basket Tournament, la prima squadra italiana gay e gay friendly di pallacanestro


IBT – INTERNATIONAL BOGA BASKET TOURNAMENT
Dal 2 al 5 giugno, su iniziativa del Boga Basket, la prima squadra italiana gay e gay friendly di pallacanestro, Basket City ospiterà l’INTERNATIONAL BOGA BASKET TOURNAMENT. Si tratta del primo torneo internazionale di pallacanestro per squadre formate da atleti omosessuali e non che si sia mai giocato in Italia.

Organizzato in collaborazione con Virtus Pallacanestro, che dall’inizio della stagione sportiva 2010/2011 sostiene Boga Basket, e con Boga Sport ASD che, oltre al basket, annovera al suo interno squadre gay e gay friendly di volley, calcio, tennis e ciclismo, il torneo si svolgerà a Bologna nelle giornate di venerdì 3 e sabato 4 giugno presso il Cierrebi Club di Via Marzabotto 24 con la partecipazione di squadre di pallacanestro provenienti da tutto il mondo.

Olanda, Francia, Spagna, Albania, Stati Uniti e, naturalmente, Italia i paesi coinvolti per quella che si preannuncia come una lunga festa dell’amicizia e della tolleranza, un’imperdibile occasione per confermare, in un palcoscenico importante come Basket City, città tra le prime a mostrarsi particolarmente sensibili verso la comunità LGBT, i valori positivi che lo sport è in grado di veicolare.

Ed è per questo che Boga Basket ha fortemente voluto che fosse proprio Bologna ad ospitare un happening, il primo del genere dedicato a questa disciplina sportiva ad avere luogo in Italia, così rilevante per finalità sportive, sociali e di aggregazione al di là di ogni tipo di orientamento sessuale.

Queste le squadre partecipanti: Boga Basket, Entre2Basket 1 (Parigi), Entre2Basket 2 (Parigi), Tijgertjes (Amsterdam) e Boga Friends.

A fare da cornice all’aspetto più prettamente sportivo della manifestazione, le cui gare si svolgeranno esclusivamente nelle giornate di venerdì 3 e sabato 4 giugno, Boga Basket ha organizzato diversi eventi collaterali, dal cocktail di benvenuto per le squadre ospiti, in programma dalle 18.00 alle 20.00 di giovedì 2 giugno all’Inde le Palais di via Dei Musei 6, alla grande festa di sabato 4 al Sympò, in via Lame 83, fino al brunch di chiusura di domenica 5 giugno al Savoia Hotel Regency di via del Pilastro.

Nelle stesse date del torneo, infine, l'Associazione Boga Sport ASD organizzerà tornei collaterali, sempre a Bologna, di altre discipline.

IBT - INTERNATIONAL BOGA BASKET TOURNAMENT rappresenta infine anche l’occasione per festeggiare Boga Basket, un gruppo di 15 ragazzi gay e gay friendly tra i 20 e i 40 anni, composito in quanto a provenienze - ne fanno parte dal noto designer Diego Dolcini a Pietro Germano Casarini, che vanta un passato di esperienza in serie A, passando per ragazzi stranieri che vivono in Italia - appassionato di pallacanestro e protagonista di un anno costellato di grandi soddisfazioni dal punto di vista agonistico: primo posto assoluto nella regular season del Campionato Uisp e medaglia d'argento alla Düssel-Cup 2011, svoltasi lo scorso aprile in Germania nella città di Düsseldorf.

PROGRAMMA IBT 2011
giovedì 2 giugno
- ore 18.00 / 20.00
venerdì 3 giugno
- ore 10.30 - ore 11.00 - ore 14.00 - ore 15.00 / 18.00 - ore 20.00
sabato 4 giugno
Accoglienza squadre [L’Inde le Palais]
Ritrovo/Riunione capitani [Cierrebi Club] Inizio Torneo Pausa pranzo Gare
Aperi-cena [Godot Wine Bistrot]
Gare [Cierrebi Club] Pausa pranzo Finale 3°/4° posto 3 points shootout competition Finale 1°/2° posto
Dinner – su invito [Sympò] Premiazioni + Boga Sport Party [Sympò] Serata organizzata in favore di Amnesty International
Brunch e saluti finali [Savoia Hotel Regency]
- ore 10.00 - ore 14.00 - ore 15.00 - ore 16.00 - ore 17.00 - ore 20.30 - ore 22.30
/ 18.30 / 1.30
domenica 5 giugno
- ore 13.00 / 15.00
LUOGHI
• REGISTRATION L’inde le Palais Via Dei Musei, 6
• VENUE Cierrebi Club
Via Marzabotto, 24
• FRIDAY APETIF Godot Wine Bistrot Via Santo Stefano, 12
fonte http://news.tuttobasket.net

Lgbt: Musicista salentino trans «Devo dire addio a Luana torno ad essere Marco»


Un mese fa ha ripreso a indossare gli abiti maschili, ha tolto il trucco e smesso di prendere estrogeni. «Sono tornato uomo perché la vita da transessuale era diventata un incubo».

La nuova, scioccante rivelazione di Marco (Luana) Ricci, riporta subito la mente a un anno e mezzo fa, quando il musicista salentino, 48 anni, sposato e padre di due figli, annunciò urbi et orbi la volontà di diventare donna e per questo fu allontanato dal Duomo di Lecce, la chiesa dove ha suonato come organista e diretto il coro per ben 18 anni.

«D’ora in poi - dice alla “Gazzetta” - potete chiamarmi di nuovo Marco Della Gatta». Per quasi quattro anni, il noto pianista e compositore (ha realizzato e arrangiato le musiche per il film Nuovomondo, Leone d’Argento a Venezia, e vanta un curriculum di tutto rispetto con partecipazioni alla Notte della Taranta e collaborazioni con l’Orchestra Ico della Provincia), si è sottoposto a cure ormonali per cancellare dal suo corpo ogni traccia di virilità. Ma a un certo punto qualcosa è cambiato.


A un passo da quell’intervento chirurgico che avrebbe potuto mutare in maniera definitiva la sua sessualità, ha deciso di interrompere il percorso di transizione per tornare indietro: smettere i panni della transessuale Luana, per riprendersi la sua “vecchia” identità.

Tutto qui? No, perché la realtà è molto più complicata di quel che sembra. «Sì, ho ripreso la mia identità maschile - racconta - ma dentro di me non è cambiato niente: è un fatto esclusivamente sociale».

Vuol dire che Luana Ricci continuerà ad esistere? «La mia intimità, quello che sento realmente di essere, ora lo tengo per me e voglio condividerlo solo con la mia compagna, la persona che mi ha cambiato la vita».

Cosa l’ha spinta a tornare uomo? «Ho capito che come trans non sarei mai stata accettata. Purtroppo, in questo mondo conta moltissimo l’aspetto fisico, come ci si veste. Ma le ragioni sono diverse. In quest’ultimo anno e mezzo ho vissuto lontano dal Salento, sono andato a Roma, dove ho fatto esperienze ed incontri che mi hanno aperto gli occhi. Ho visto persone intorno ai 50 anni e più, in corso di transizione, vivere situazioni drammatiche.

Hanno problemi a trovar lavoro, sono persone sole, che hanno perso legami affettivi e contatti importanti, perché quella bellezza esteriore che ogni transessuale cerca, alla mia età sfiorisce. E tutto questo mi ha spaventato e spinto a riflettere. Ho valutato pure i rischi legati all’intervento per diventare donna, che non sono di poco conto alla mia età.

Anche Carolina, la mia compagna, ha avuto un ruolo fondamentale, mi ha aiutato ad accettarmi per quello che sono, a farmi capire che la transizione è soprattutto un processo psicologico; per lei non conta come mi vesto, se sono Luana o Marco non fa differenza. Ma su tutte queste motivazioni, prevale il fatto che da transessuale non ero più sereno» .

Troppi pregiudizi o cos’altro le dava fastidio? «Da trans, per esempio, nessuno mi ha mai chiamato “maestro”. Eppure in tutto questo tempo ho continuato a insegnare pianoforte, a dirigere e suonare in teatro o nei locali come facevo in passato e allora tutti riconoscevano la mia professionalità. Quando la mia storia legata al licenziamento da parte della Curia di Lecce è balzata su tutte le cronache, nel Salento paradossalmente si sono chiuse tante porte, non solo quelle del Duomo.

Nove mesi di “ospitate” nei salotti televisivi per denunciare quanto era accaduto non sono serviti a nulla. Penso alle fiaccolate di solidarietà, alle manifestazioni organizzate per darmi sostegno e sensibilizzare l’opinione pubblica, a cosa hanno portato? Ho provato, nel mio piccolo, a fare qualcosa: collaboro con diverse associazioni gay e trans, ho avuto una breve esperienza politica a livello locale, ma mi sono sentito solo sfruttato per interessi privati, anche dal mondo GLBT (gay, lesbiche, bisessuali e trans). Essere trans non conviene, è questa la verità».

Nella Capitale ha trovato più apertura nei confronti dei trans? «No, la stessa ipocrisia che c’è nel Salento e in tutta Italia. Infatti da un mese sono tornato a vivere a Lecce. Ho ripreso i miei contatti, l’insegnamento e i concerti, sono tornato a suonare nelle chiese di provincia per qualche matrimonio, da uomo ovviamente».

Dalla Curia di Lecce ha ricevuto un buon indennizzo dopo essere stato allontanato. «Lo considero un palliativo per un fatto grave che ho denunciato. Dopo diciotto anni di cerimonie nella cattedrale di Lecce, senza aver mai firmato un contratto di lavoro, sono stato messo alla porta per una scelta personale. Ma non voglio entrare più nel merito di questa questione».

Pensa di aver trovato, oggi, un equilibrio interiore? «Sono sereno e non rimpiango nulla di quel che ho fatto. Dopo oltre trent’anni passati a nascondermi, oggi vivo quel che sono alla luce del sole.

Non ho mai smesso di fare musica, anche questo mi ha aiutato molto nel mio processo di liberazione. Ho realizzato un nuovo disco per piano solo, Mediterraneo (Fm records), che è il risultato delle emozioni ed esperienze che in questo tempo mi hanno attraversato».
fonte www.lagazzettadelmezzogiorno.it, di FLAVIA SERRAVEZZA