venerdì 6 maggio 2011

Lgbt: Chi è Stuart Milk


“Se una pallottola dovesse entrarmi nel cervello possa questa infrangere le porte di repressione dietro le quali si nascondono i gay negli Stati Uniti”, disse un giorno Harvey Milk, ex consigliere della città di San Francisco, in California, ucciso appena undici mesi dopo la sua elezione proprio per le idee che aveva osato difendere e che lo avevano portato ad essere il primo esponente parlamentare dichiaratamente omosessuale eletto negli Stati Uniti.

Da allora sono passati 33 anni e quelle idee, nel frattempo, non sono morte e mezzo mondo (o forse più) ha imparato a conoscere quest’uomo grazie al film a lui ispirato realizzato da Gus Van Sant (con l’interpretazione da Oscar di Sean Penn).

Oggi il testimone di Harvey è passato a un altro Milk, Stuart (il nipote), appena diciassettenne quando suo zio venne assassinato.

Ne aveva ventitré, invece, quando parlò per la prima volta in pubblico di diritti civili; forse allora nemmeno sapeva che qualche tempo più tardi avrebbe fondato la Harvey Milk Foundation, una associazione che fornisce consigli a tutti coloro che nel mondo siano impegnati nella difesa dei diritti degli LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender).

Stuart Milk ha viaggiato per centinaia di migliaia di miglia, ha parlato in oltre 20 stati nei sei continenti conseguendo dozzine di riconoscimenti e premi in nome dello zio tra cui la Medaglia Presidenziale per la Libertà, assegnatagli da Barack Obama, di cui è consigliere personale in materia di uguaglianza globale.

In Italia, però, Harvey Milk non c’era mai stato. La sua prima volta è stata tenuta a battesimo da Equality Italia, la rete trasversale dedicata ai diritti civili, che ha organizzato per Milk una serie di “incontri da Genova a Torino, da Magenta a Milano: un’autentica maratona”, come rivelato da Aurelio Mancuso, presidente di Equality e padrone di casa di questa “cinque giorni” italiana di Stuart.

Il messaggio di Milk, che oggi a Roma, a Palazzo Marino, ha incontrato la stampa e alcuni rappresentanti di associazioni che lottano contro la discriminazione, è semplice e chiaro: “Non sarei il nipote di mio zio se non lottassi per difendere quelle idee per cui lui è morto e per le quali ha lottato una vita intera.
Un tempo essere omosessuali era illegale ed era considerato una malattia mentale.

Da allora di strada ne abbiamo fatta, ma alcuni paesi sono rimasti più indietro di altri nella lotta per i diritti civili.

Mio zio è stato il primo politico dichiaratamente omosessuale: sapeva bene che sarebbe andato incontro ad alcuni rischi ma è nostro dovere evitare che, ancora oggi, ci siano persone che rischiano la vita solo perché ad altre appaiano diverse”.
fonte www.iljournal.it

Lgbt: Boy George porta a Bari il suo "Party Globale" per l' Associazione Between


Da leader dei Culture Club, a icona indiscussa della club culture, George Alan O' Dowd, aka Boy George, con la sua consolle, da Berlino a New York, da Londra a Ibiza, è uno dei re indiscussi delle “folli” notti globali.

Eccentrico e stravagante, l’ ormai cinquantenne irlandese, cantante, fotografo, attore e DJ, il 21 maggio sul palco del New Demodè Disco di Modugno (BA), sarà protagonista, con i suoi vinili, di un evento che già al suo annuncio, è entrato di diritto nella storia.

Più che un DJ-set, sarà un vero e proprio party, i cui ingredienti principali, sapientemente miscelati e spalmati su una base di straripante divertimento, saranno il reggae, il dub, la new wave, la disco music e la techno.

La serata darà il via alla programmazione musicale estiva dell’ associazione culturale Between, attiva dal 1994, a Bari e in tutta la Puglia, nella lotta all’ omofobia e la trans-fobia, tramite l’ “inconsueto” strumento della promozione culturale.

In una società in cui l’ omologazione è talmente radicata da poter essere a volte lesiva per ciò e chi è solo apparentemente “diverso”, la mission dell’ associazione, al motto di “Be different without difference”, è quella di creare uno spazio ideale, che nasce dal movimento LGBT, volto a includere e non escludere, attraverso la danza, la musica, il teatro, la lettura, il cinema, fino a sfociare in vere e proprie campagne di sensibilizzazione.

Dal Bari Pride del 2003 son passati un bel po’ di anni. “La musica ora non cambia, tutt’altro, si evolve” dicono Antonella Valentini e Viviana Loprieno, responsabili dell’ associazione.

Qualcosa è cambiato, ma tanto deve essere ancora fatto: fortunatamente gli strumenti a disposizione adesso sono diversi e molti di più.
fonte giornaledipuglia.com di Michele Tedesco

Lgbt Brasile, San Paolo: Metropolitana multata per discriminazione transfobica a una transessuale.


Il difensore pubblico di San Paolo - attraverso il suo Centro per la lotta contro le discriminazioni, razzismo e pregiudizio - ha vinto nella settimana scorsa una sanzione amministrativa nei confronti della metropolitana di San Paolo,
con il riconoscimento della discriminazione omofobica contro una donna transessuale.
Il valore determinato per la multa è di R $ 87,250.00.

Il Mediatore ha ricevuto dopo la decisione di rappresentare il Dipartimento di Stato della Giustizia e Protezione Cittadina, sulla base della legge dello Stato 10.948/2001, che prevede sanzioni amministrative per i cittadini e le società che praticano atti discriminatori sulla base dell'orientamento sessuale.

Nel febbraio 2010, la donna si era recata presso una stazione di servizio, che si trova nella stazione maresciallo Deodoro per richiedere la concessione di un biglietto speciale singolo.

In occasione, ha presentato un referto medico che faceva menzione del suo nome sociale (femmina) e anche i documenti civili in (nome maschile). Il dipendente della Metro rifiutò , per le diverse classificazioni.

Il giorno dopo la donna tornò alla stazione di servizio, portò con sé una copia di un decreto che prevede l'uso sociale del nome come un adeguato trattamento per i transessuali.

In questa seconda occasione, il funzionario ha cominciato a offendere la donna con insulti omofobici.

Dopo essere stato consultato , il difensore pubblico ha offerto la rappresentazione amministrativa contro la Metro. L'articolo 2, paragrafo I, della legge statale n ° 10.948 del 2001 dispone: che "sono considerati attacchi criminali, discriminatori contro i diritti individuali e collettivi dei cittadini gay, bisessuali o transgender, per gli effetti di questa legge è vietato praticare qualsiasi tipo di azione violenta, imbarazzante, intimidatoria o vessatoria, morale, etico, filosofico o psicologico. "

Secondo il difensore pubblico Ricardo Cesar Franco, che ha lavorato al caso, "la decisione senza precedenti, dovrebbe servire da stimolo per coloro che soffrono discriminazioni di questo tipo, per non rimanere in silenzio e far valere i propri diritti. Eccelle anche la legge del diritto pubblico statale che combatte l'omofobia, ancora poco conosciuta al pubblico. "

La multa di R $ 87,250.00 per la metropolitana. Il difensore pubblico ricorra che la multa sia data nel suo valore massimo - R $ 174,500.00.

Per saperne di più:

La legge dello stato n° 10.948/01 sanziona amministrativamente la pratica della discriminazione fondata sull'orientamento sessuale.
Ogni cittadino può essere punito, compresi il titolare di una carica pubblica, civile o militare, e di ogni organizzazione sociale, società pubbliche o private (ristoranti, scuole, centri sanitari, motel, ecc.)

Dimostrata la presenza di discriminazione possono essere applicate le seguenti sanzioni amministrative da parte della Commissione speciale per perseguire: attenzione, pena pecuniaria, la sospensione della licenza dei esercizi dello Stato (nel caso di locali commerciali),temporaneo o permanente.
Fonte:vanessamazza.org/ via: www.maxpressnet.com.br

Lgbt: Vittime gay e trans, niente veglia L’Arcigay contro il cardinale Romeo


“Siamo stupiti e addolorati. E’ un veto che cancella la sofferenza di vittime inermi, di quegli stessi deboli che il cardinale e la chiesa si dicono votati a difendere senza distinzioni. La proibizione è anche un atto di aggressività, nella sua complicità, a coloro che diffondono omofobia e odio”.

Lo scrive, in una nota, l’Arcigay, dopo che il cardinale di Palermo, Paolo Romeo, ha deciso di vietare una veglia ecumenica di preghiera per le vittime di omofobia e transfobia, che si sarebbe dovuta tenere nella chiesa di Santa Lucia il 12 maggio prossimo, nell’ambito degli eventi del Palermo pride.

“Il senso dell’iniziativa del Palermo pride, in programma il 21 maggio, è ben lungi dal voler aprire un fronte di polemiche – spiega Daniela Tommasino, presidente di Arcigay Palermo e portavoce del Palermo pride – ma era quello di offrire uno spazio di riflessione, che tenesse in considerazione l’estrema varietà del movimento lgbt, composto sia da atei che da agnostici, ma anche da migliaia di cattolici.

La veglia comunque si farà, anche per strada, se non troveremo altri spazi”.

“Vietare una preghiera per le vittime dell’omofobia è solo l’ultimo degli insulti che le gerarchie rivolgono a gay, lesbiche e trans italiane”, aggiunge Paolo Patané, presidente nazionale di Arcigay.

“La chiesa – conclude – con quest’atto che vorrebbe mettere a tacere le vittime di un orrore quotidiano, mostra, ancora una volta, di essere complice e grande sponsor dell’avversione alla dignità di milioni di persone”.
fonte .livesicilia.it

Libri lgbt: Felici e Maledetti. Che fine ha fatto Baby Jane? Moda e Clubbing Anni '80


Nella Firenze degli anni Ottanta irrompe un fenomeno d’avanguardia: “Che fine ha fatto Baby Jane?”, una queer factory, s’impossessa della città e dei luoghi di ritrovo più diversi e li trasforma in un atelier, una passerella rutilante, un laboratorio permanente dove moda, arte, musica e divertimento s’intrecciano in un magico caleidoscopio che incanta l’Italia e l’Europa.

E si fa storia. In questo libro le voci di tutti i protagonisti di quella stagione e una imperdibile intervista a Vivienne Westwood.

Bruno Casini - protagonista della cultura underground fin dai Settanta - racconta in questo libro la storia della queer factory che per quattro anni, dal 1985, catalizzò la scena giovanile a Firenze e in Italia.

Si chiamava "Che fine ha fatto Baby Jane?": erano giovani, partecipavano a Pitti Trend e a molte altre manifestazioni in tutta Europa. Le loro collezioni erano esplosive: un mix di glamour, fantascienza e popular fashion.

Editavano una fanzine - La Voce del Boper - che era il trionfo del gossip più raffinato. Organizzavano party nei club, feste "apocalittiche" ispirate alla moda londinese, al mitico Taboo - il club per eccellenza, a Soho - o al grande Leight Bowery, l’artista australiano che dalla capitale britannica influenzò tutta l'avanguardia di quegli anni. Il libro raccoglie le voci di tutti i componenti della factory.

E racconta di quel tempo in Italia, tra gay culture, trend generation, stilisti off, riviste, appuntamenti e concerti Lgbt. Una radiografia attenta e curiosa di un'epoca, con riferimenti alle letture, alla musica, alle rassegne, al nomadismo notturno e ai viaggi che spalancarono per tutti nuovi e inattesi orizzonti.

Il libro contiene anche un'intervista a Vivienne Westwood, realizzata in occasione di una delle sue numerose apparizioni di allora sulle passerelle fiorentine insieme a Dries Van Noten, John Galliano, Romeo Gigli, Scott Crolla (il celebre stilista che disegnava le camicie di David Bowie)...

Bruno Casini vive lavora a Firenze. Si occupa da sempre di comunicazione e promozione culturale. Laureato in storia del cinema con Pio Baldelli, è stato negli anni Ottanta tra i fondatori della rivista fiorentina Westuff e ha diretto per oltre dieci anni – sempre nel capoluogo toscano –l'Independent Music Meeting, la prima rassegna italiana delle etichette indipendenti. Primo manager dei Litfiba, ha pubblicato In viaggio con i Litfiba.

Cronache rock dagli anni Ottanta (ZONA, 2009), il libro che ha anticipato la reunion della band. Tra i fondatori del Banana Moon, storico freak-rock club fiorentino, ha dedicato a quell’esperienza il libro omonimo (ZONA, 2008).

Ha pubblicato anche 1975: viaggio in Afghanistan (Catcher, 2006) e curato i volumi Tondelli e la Musica (Baldini & Castoldi, 1994) e Frequenze Fiorentine (Arcanapop, 2003).
fonte www.nove.firenze.it

Lgbt: Becoming Chaz, film sulla figlia di Cher diventata uomo


Farà sicuramente discutere, Becoming Chaz, il film che vede protagonista Chaz Salvatore Bono, al secolo Chastity, la figlia della cantante e attrice Cher, oggi uomo.

Un docufilm diretto da Randy Barbato e Feinton Reiley, già presentato al Sundance Film Festival e in procinto di arrivare al Festival gay di Torino.

Una pellicola molto forte, che affronta una tematica che fino a poco tempo fa era ancora considerata un tabù.

E’ la storia del percorso compiuto da Chastity per diventare uomo, la storia di un cammino intrapreso in completa solitudine e rivelato ai media solo a cose fatte. Sono grato a mia madre di avermi trasmesso, in tanti attimi, giorni, mesi e anni duri da superare, la fiducia nella sua massima che mi ha sempre ripetuto: Devi fare ciò che il tuo cuore ti dice di fare, ha raccontato Chaz.

Chastity era il nome che Bono, mio padre, e la mamma mi avevano dato perché così si intitolava il film che avevano scritto insieme e che Cher aveva interpretato prima della mia nascita. Ora mi chiamo Chaz Salvatore Bono, il vero nome di papà, ha spiegato il protagonista.

Il documentario si concentra anche sul difficile rapporto con la madre, che, almeno all’inizio, non condivideva la scelta della figlia.

C’è voluto molto coraggio da parte di mia figlia Chastity - ha dichiarato Cher al Il Corriere della Sera - la mia bambina bionda di un tempo, a diventare uomo.
Più di quello che ho avuto io ad accettare quersto suo cambiamento.

Per fortuna Chaz ha avuto al suo fianco la sua compagna, Jennifer, che ha accettato le sue trasformazioni e tutti i suoi cambiamenti.
fonte cinema.tuttogratis.it

giovedì 5 maggio 2011

LIVORNO INCONTRO 'LIBERI DI ESSERE: I DIRITTI DELLE PERSONE LGBT'


Sabato 7 maggio ore 17.30 - Teatro C
Via G. M. Terreni, 5 - Livorno

Il Gruppo Diritti PD di Livorno, Arcigay Livorno "Il Faro", Arci Livorno e Comunità Stranieri,

presentano:

"LIBERI DI ESSERE: i diritti delle persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali"

Interverranno:

- On. Paola Concia: deputata italiana del Partito democratico, attivista per i diritti LGBT
- Paolo Patanè: presidente nazionale Arcigay.
- Vladimir Luxuria: politica, attivista dei diritti LGBT.
- Ezio Menzione: avvocato penalista, Membro di giunta della Unione delle Camere Penali.
- Alessandro Cosimi: sindaco di Livorno.

Partecipano e aderiscono:
PD Livorno, Arci Livorno, Arcigay Livorno "Il Faro", Comunità stranieri, Rete Genitori Rainbow, Famiglie Arcobaleno, AGEDO Toscana, Progetto Gionata, Redazione oltre le differenze, Rete Lenford, Crisalide Pan Gender, Associazione Trans Genere.

Aderiscono all'iniziativa:
IDV, Rifondazione, SeL, LiberaUscita, RadioCage, Comunità Battista, Auser, ATL, Casalp, AVIS Comunale Livorno, AIDO Comunale Livorno, Associazione Culturale Clap, Associazione Culturale Vertigo, Associazione Laika.TV, Kino Dessé, Circolo Kinoglaz.
fonte digayproject.org

Lgbt: Coppie gay? Anche EasyJet come Ikea e Eataly


Arriva un altro spot che va incontro alle coppie gay e alle famiglie Lgbt!
Ancora uno spot gay friendly, come quelli di Ikea e Eataly, che vogliono far passare un messaggio importante, un messaggio che la Politica non vuol proprio sentire: “Siamo aperti a tutti i tipi di famiglie”.

Ed ecco che anche la compagnia aerea low cost EasyJet, ha deciso di esprimersi in merito alle tanto chiacchierate “famiglie gay”, che in Italia sono praticamente delle “famiglie fantasma”, dal momento che legalmente non hanno nessun diritto.

Questo è il risultato di una politica ancorata al mito della “famiglia tradizionale“, fondata su un amore “tradizionale”, che non contempla minimamente la possibilità che anche due uomini, o due donne, possano innamorarsi e voler costruire un nucleo familiare stabile.

La polemica potrebbe essere infinita, del resto, in un Paese che a stento riesce a considerare la possibilità di una legge contro i crimini dettati dall’omofobia, come potremmo mai aspettarci che le famiglie gay possano essere prese in considerazione ed essere riconosciute!?

EasyJet, specializzata in voli low cost, ha aderito a quella che sembra essere una vera e propria presa di posizione, pubblicando un manifesto di protesta contro le recenti e assurde esternazioni antigay di Carlo Giovanardi.

“L’iniziativa”, spiega Simona Milvo, portavoce dell’azienda Eataly, “non fa parte di un progetto più complesso.

E’ semplicemente la risposta ad una polemica. Eataly non ha mai fatto pubblicità gay. Per noi tutti i consumatori sono uguali.

Non abbiamo mai fatto studi per capire l’orientamento sessuale dei nostri clienti né vogliamo iniziare a farli. Ci piace pensare che i nostri punti vendita siano aperti a tutti”.
fonte gaywave.it

LGBT VERONA: PROSEGUONO LE SERATE 'BEPOPULAR' DELL'ASSOCIAZIONE REBIS


A.I.R.L.I.N.E.: a Verona sabato 7 maggio decolla la nuova serata di musica, disco ed intrattenimento per la community gay veneta

'The Night Has To BePopular', questo il nome del sabato notte veronese. Unico l'obiettivo: discoparty no-limits Numerosissimi i patner che collaborano questo 7 maggio: "AREABEAR" (radio on-line), "PianetaG" (portale lgbt), "GaySpace" (gay community online), "Al Bracere" (ristorante gayfriendly veronese) e "Rebis" (associazione no-profit per la diffusione della cultura e dei diritti lgbt).

In collaborazione con la nota discoteca "Romeo's", dove avrà luogo questo sabato notte di spettacolo, drinks, drag, cubisti, ballerini e tanta tanta buona musica commerciale; per la direzione artistica di Pink Logan...

In regalo l'estrazione di un soggiorno a Praga per due persone. Ricordate l’appuntamento: dalle ore 23:30, discoteca Romeo's (via Giolfino 12, Verona).
Tema della serata del 7 maggio: “Airline”, vi faremo volare con noi.

Necessaria tessera ARCI o ARCIGAY (fattibile su richiesta). Costo della serata: 10€ (in lista), inclusa prima consumazione.
Per ulteriori informazioni: pr Francesco (366-1363059). Facebook: Bepopular Lgbtdisco
fonte gaynews.it

Lgbt: terzo libro per Vladimir Luxuria


Sta per essere pubblicato nei prossimi giorni il terzo libro di Vladimir Luxuria.

Dopo l'autobiografia "Chi ha paura della Muccassassina?" ed il libro
"Le favole non dette", l'11 maggio sarà nelle librerie "Eldorado",
il primo romanzo della transgender più famosa d'Europa.

Eldorado è la storia di Raffaele, un anziano attore televisivo e teatrale, gay, di origini pugliesi, ma trasferitosi al Nord. Dopo aver dato un passaggio a un ragazzino, che sembra intenzionato a sedurlo, viene minacciato e rapinato con un coltello dallo stesso ragazzo.

Lo spavento gli provoca un flashback e lo riporta indietro negli anni, fino al suo viaggio da Foggia a Berlino, dove lavorava come cantante en travesti all'Eldorado, un locale gay, insieme alle "sorelle" Karl e Franz.

Nonostante siano passati decenni, il passato torna e sembra riannodare i suoi fili.

Il libro, edito da Bompiani, è la prima vera prova da scrittrice per l'ex parlamentare di Rifondazione Comunista vincitrice dell'Isola dei Famosi, perchè prima non aveva scritto romanzi.

Per informarsi e rendere più realistica la trama, qualche mese fa Luxuria è stata a Berlino, dove ha visitato anche lo Schwules Museum.

Buddista, militante politica, organizzatrice di eventi, parlamentare e showgirl, ma soprattutto intelligente e aperta al dialogo, una persona che all'Isola dei famosi è riuscita a far cambiare opinione sui trans a milioni di persone, tutto ciò che tocca Vladi diventa oro.

Questa volta potrebbe ambire al premio Strega, o almeno alla hit parade dei libri più venduti.
fonte www.paid2write.org/

mercoledì 4 maggio 2011

Lgbt Toscana gay friendly: intervista all'Assessore Cristina Scaletti, di Alessandro Vinciarelli


PubblicaAmministrazione.net ha intervistato l'Assessore Scaletti (in foto)
sulla nuova iniziativa della Regione Toscana di aprire una sezione dedicata al turismo gay, facendo da apripista in Italia per garantire eguaglianza e dignità sociale.

La Regione Toscana ha inaugurato di recente una nuova sezione sul sito regionale sul turismo dedicata al turismo gay ed in particolare agli utenti lgbt (lesbico, gay, bisessuale e transessuale) [Leggi la notizia]. Un passo importante che avviene per la prima volta in Italia e che apre il passo per metterci in linea con il resto d'Europa. PubblicaAmministrazione.net ha intervistato l'Assessore al Turismo Cristina Scaletti su questa interessante iniziativa.

1. La Regione Toscana, per la prima volta in Italia, rende disponibile un'apposita sezione dedicata al turismo per coppie omosessuali. Si tratta di una scelta forte, anche perchè per raggiungere tale sezione non è necessario navigare in pagine nascoste o appena accennate, ma è sufficiente selezionare un comodo link presente in Home page. In che modo si è arrivati a tale scelta?

«È stata una scelta naturale, nel più completo rispetto dei principi costituzionali di eguaglianza e dignità sociale di tutti i cittadini. Inoltre, non è un caso che sia la Regione Toscana il primo ente in Italia a sviluppare politiche per la promozione turistica delle strutture gay e gay friendly.

Che la Toscana sia infatti terra di libertà, lo dice la storia. Qui sono nati due grandi geni gay dell'umanità, Michelangelo e Leonardo Da Vinci, la "Fiorenze" del trecento e del quattrocento era considerata una "capitale" mondiale tra gli omosessuali, qui, nel 1853, il Granduca Leopoldo I depenalizzò, primo in Italia, l'omosessualità, qui ci sono Pisa ed Empoli, due città che con i loro registri delle unioni civili hanno fatto la storia nel cammino delle coppie gay e lesbiche italiane verso la pari dignità.

Negli ultimi anni, la Regione Toscana, con la legge regionale n.24 del 13.10.2004, è stata la prima regione a dotarsi di una normativa specifica contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

È quindi dalla storia e dalla cultura di questa regione che è nata l'esigenza di creare questa nuova area tematica sul nostro sito di promozione regionale che registra oltre 1 milione di consultazioni quotidiane e 300.000 visitatori unici al mese. Numeri che lo posizionano stabilmente al terzo posto in Europa nella classifica dei siti di promozione turistica territoriale più visti, dopo Parigi e Londra e prima di Berlino».

2. Nonostante nella maggior parte dei casi, soprattutto sui mass media, le scelte di omosessualità vengono considerate nella natura delle cose, per alcuni questa evidente esposizione nel sito della Regione potrebbe risultare inaccettabile. Qual è la vostra posizione a riguardo?

«Ripeto, la Toscana ha la libertà nel suo Dna. Questa iniziativa conferma, nel settore turistico, quanto già espresso in molte altre forme: che la Toscana è la terra dell'accoglienza e dell'integrazione, dove tanti modi di vivere e di pensare sanno integrarsi arricchendosi reciprocamente. Tutto ciò è un valore non un discrimine. Relegare la nostra nuova sezione online "Toscana Gay Friendly" ad un link a fondo pagina difficilmente visibile, non avrebbe portato nessun valore aggiunto, a nessuno. Consideriamo questa sezione del sito una declinazione, come molte altre che già ci sono e che verranno in futuro, della nostra cultura dell'accoglienza»

3. La crisi economica ha messo in ginocchio il contesto lavorativo in generale, compreso il settore del turismo, e c'è chi naturalmente pensa ad una mossa esclusivamente turistico-commerciale, piuttosto che una posizione in difesa della libertà sessuale o al desiderio di offrire un servizio al cittadino più completo. Che ne pensate di chi considera questa iniziativa come una mera ricerca di turisti, soprattutto stranieri?

«Stiamo parlando di un sito di promozione turistica la cui efficacia viene giudicata dalla capacità di promuovere l'insieme della Toscana e valorizzare la sua offerta turistica e culturale. Il nostro obiettivo è promuovere un'offerta di qualità che deve cercare di coprire e soddisfare tutti i nostri potenziali turisti e la credibilità di questa nostra offerta deriva dalla nostra cultura e dalla capacità di offrire servizi di qualità da parte degli operatori privati del settore.

È vero anche che il turismo gay è un settore vivace del mercato, solo in Italia rappresenta circa il 7% del fatturato turistico globale e nel mondo coinvolge circa 70 milioni di persone, secondo le stime dell'istituto di ricerche Tourism Intelligence International. Riteniamo di avere le carte in regola per offrirci come una meta interessante per questi turisti e se ci riusciremo avremo mantenuto fede ad una nostra tradizione di accoglienza e fatto un buon servizio allo sviluppo dell'impresa turistica in Toscana».

4. La mappatura delle strutture ricettive gay-friendly è sicuramente un'informazione importante e già comprende un centinaio i gestori di alberghi, bed & breakfast, ristoranti, locali, stabilimenti balneari e discoteche che hanno aderito all'iniziativa. Le strutture aumenteranno ancora e qual è stata finora la risposta dei navigatori e degli interessati rispetto alle pagine della sezione?

«Certo, le strutture aumentano di giorno in giorno. A fine aprile 2011 erano 132 le strutture (agriturismi, ristoranti, hotel, B&B, discoteche, spiagge attrezzate) ad avere aderito al progetto. L'attività di mappatura è iniziata soltanto un mese e mezzo e la risposta che abbiamo ricevuto dal territorio è stata da subito calda ed entusiasta. E anche i commenti che riceviamo ci indicano che questa è la strada giusta anche se sappiamo bene che è un punto di partenza. A breve, in vista dell'estate, lanceremo nuove importanti novità».

5. Per chi avesse bisogno di maggiori informazioni, esistono classi di ospitalità differenti (ad esempio l'individuazione per locali dedicati ai clienti gay) e quali sono?

«Certo. Nella pagina "Toscana Gay Friendly" del nostro portale del turismo, l'utente trova un menù, perno del progetto regionale. Dal menù si può scegliere la soluzione più vicina alle proprie esigenze. Sono quattro le classi di ospitalità disponibili, consultabili anche per provincia: "gay only" (solo per clienti gay), "gay friendly" (per tutti, ma amiche dei gay), "gay owned" (strutture gestite da gay) e, infine, "etero friendly" (strutture frequentate da gay ma anche da molti eterosessuali)».

6. Sono inoltre previste altre iniziative, magari su forum o media di settore, che possono contribuire ad ampliare il portafoglio di informazioni da una parte e adesione da parte di apposite strutture ricettive dall'altra?

«A completare la campagna di comunicazione a sostegno dell'iniziativa verrà realizzato uno spot video che sarà veicolato sui maggiori siti internet dedicati a informazione e turismo. A breve metteremo online anche il blog di "Toscana Gay Friendly", accessibile sempre dalla stessa pagina, sul quale sarà possibile postare foto, suggerimenti e scambiarsi opinioni sulla propria esperienza di vacanza in Toscana. In coerenza con la filosofia generale del sito che punta molto sulla possibilità che siano i turisti stessi ad essere i primi valutatori e promotori del turismo nella nostra regione. Colgo l'opportunità di questa intervista per invitare i gestori di strutture ricettive in Toscana che ancora non hanno aderito al progetto a compilare il form [vai all'indirizzo del form]»:
http://blog.intoscana.it/areaoperatori/su-cosa-puntiamo/tematiche/toscana-gay-friendly/

7. Ringraziandovi per la disponibilità, vi chiedo infine qualche informazione su Fondazione Sistema Toscana, che inseriremo in coda all'intervista per comprendere meglio il contesto e le organizzazioni che vi hanno preso parte.

«Fondazione Sistema Toscana è l'ente che per conto della Regione Toscana gestisce il sito del turismo regionale. La mappatura delle strutture Gay Friendly toscane è stata portata avanti proprio da Fondazione Sistema Toscana così come la messa online della nuova area temativa "Toscana Gay Friendly". Al progetto ha collaborato anche Gay.it, il portale internet con sede a Pisa che è il più cliccato in Italia tra quelli dedicati al pubblico gay».
fonte www.pubblicaamministrazione.net di Alessandro Vinciarelli

Lgbt: Paola Concia elogia gli spot di Ikea e Eataly


Anche Paola Concia ha apprezzato gli spot gay friendly di aziende di grande fama come Ikea e Eataly. La deputata dichiaratamente omosessuale del Pd ha recentemente commentato gli spot gay pubblicati dalle note aziende, che – secondo il parere della parlamentare – sanno perfettamente che le persone appartenenti alla comunità Lgbt “contribuiscono a fare girare l’economia nel nostro Paese e quindi sono consumatori al pari di tutti gli altri cittadini italiani, e non ultimo pagano le tasse“.

“Il mio rammarico – spiega la deputata, recentemente aggredita verbalmente proprio fuori dal Parlamento – è che come sempre accade in Italia, la società civile sia più avanti rispetto a una politica giurassica, che non sa governare il cambiamento e ha paura del futuro”.

Insomma, la politica italiana è pigra, e non intende cambiare le cose, perché in fin dei conti, per i nostri cari politici che goveranano il Paese, la situazione va benissimo così com’è.

“Del resto come ci dicono tutti gli studi di settore, le aziende aperte verso le diversità sono quelle che funzionano meglio e che hanno più successo sul mercato. – prosegue la deputata Anna Paola Concia – Per questo motivo voglio fare un appello al mondo delle imprese italiane che so essere molto sensibile al tema dell’innovazione: seguite l’esempio di Ikea e di Eataly attraverso campagne pubblicitarie gay friendly che valorizzino la cultura dell’inclusione e del rispetto. Insieme possiamo costruire un Paese migliore e più moderno per tutti”.
fonte gaywave.it

Lgbt: Famiglie Arcobaleno da Ikea con un banchetto informativo, Il 14 e il 15 maggio prossimo


Il 14 e il 15 maggio prossimo l'associazione di famiglie lgbt sarà presente in sei punti vendita della catena svedese per far conoscere a tutti la realtà delle coppie gay e lesbiche e dei loro figli

La vicenda di Ikea e delle famiglie sembra non essere ancora giunta al capolinea, mediaticamente parlando.
Con il probabile disappunto del sottosegretario con delega alla famiglia Carlo Giovanardi e non solo, infatti, i prossimi 14 e 15 maggio l'associazione Famiglie Arcobaleno, che come certamente sapete accoglie le famiglie gay e lesbiche e i loro bambini e promuove attività per il loro riconoscimento completo, sarà presente con un banchetto informativo proprio in alcuni store Ikea sparsi su tutto il territorio nazionale.

"Famiglie Arcobaleno - si legge in una nota - ha la grande occasione di essere presente con un banchetto presso i negozi IKEA. Il tavolo sarà posizionato dietro le casse e sarà ben visibile".

I volontari dell'associazione, durante i due giorni di week end, in cui notoriamente i mobilifici della catena svedese sono particolarmente affollati, distribuiranno materiali informativi, brochure e volantini anche della prossima Festa delle Famiglie.

E proprio oggi, sul sito di Famiglie Arcobaleno, l'associazione pubblica una lettera aperta proprio a Giovanardi e alle ultime esternazioni sulla campagna pubblicitaria di Eataly.

"Il ministro Giovanardi si rende sempre più ridicolo - scrive la presidente Giuseppina La Delfa -. Ricordo a Giovanardi che gli omosessuali italiani sono gli unici in tutta Europa a essere non solo derisi e presi in giro da personaggi come lui ma gli unici a non avere l'ombra di una tutela garantita dalle leggi dello Stato! Affermare perciò che "la famiglia tradizionale è quella discriminata" ha l'aria di essere una battuta assurda se non fosse detta dal sottosegretario alla famiglia".

"Giovanardi dovrebbe sapere che l'associazione Famiglie Arcobaleno - continua la presidente - si batte fin dalla nascita per la tutela dei propri figli, chiedendo con disperazione di potere finalmente assumere tutti i doveri che spettano a genitori responsabili quali vogliono essere ; dovrebbe sapere, in effetti, che in parlamento giace una proposta di legge denominata "Della responsabilità genitoriale" dove diciamo chiaramente che vogliamo assumerci tutti i doveri che ci spettano in quanto adulti responsabili.

Giovanardi dovrebbe sapere che rivendichiamo il matrimonio civile per potere finalmente, da masochisti quali siamo, prenderci tutte le responsabilità del caso e assumerci tutti i doveri correlati".

"Se la famiglia, anche quella cosiddetta tradizionale, non viene tutelata in Italia, è solo per colpa di una politica della famiglia totalmente inesistente e non certo perché due uomini o due donne si amano e tentano come possono di attraversare la vita che certo è difficile per tutti ma per loro 10 volte di più - si legge ancora nella lettera.

Ringrazio Eatily, ringrazio Ikea, ringrazio Easyjet, ringrazio il negozio Vivere di Avellino, per ridarci la dignità che meritiamo, per ridarci la visibilità di cui abbiamo bisogno, per ridarci la nostra umanità anche se è solo quella del consumatore".

Ecco l'elenco dei punti vendita in cui il 14 e il 15 maggio sarà possibile trovare i volontari di Famiglie Arcobaleno:
Milano San Giuliano
Roma Bufalotta - via Delle Vigne Nuove (Roma/Nord)
Bologna Casalecchio
Torino Collegno
Firenze Sesto Fiorentino
Napoli Afragola
fonte www.gay.it

martedì 3 maggio 2011

Lgbt: Belgrado, capitale della Queeroslavia


Sei anni fa si svolgeva la prima edizione del Queer Beograd Festival, organizzato dal collettivo Queer Beograd. Ripercorrendone la sua storia, parliamo di linguaggio, avventure e immaginario dei movimenti LGBT e queer in Serbia

Nel 1994 veniva depenalizzata in Serbia l'omosessualità (maschile, quella femminile non era prevista). Nel 2001, nell'indifferenza delle forze dell'ordine, la prima sfilata dell'orgoglio LGBT e queer belgradese veniva repressa con violenza dai contro-manifestanti (estremisti religiosi e nazionalisti), guadagnandosi così l'ironico soprannome di “parata del massacro”.

Da allora è abitudine sentire parlare dei (tentativi di) Pride in Serbia e dei problemi che li accompagnano. Ma cosa fanno i gruppi LGBT e queer di Belgrado fra una scarica di botte e l'altra? Qui parliamo del collettivo Queer Beograd, dei festival che ha organizzato e delle parole che ha inventato per spiegare cosa vuole cambiare.

Benvenut* in Queeroslavia
Il primo QB Festival si svolgerà dal 3 al 7 maggio 2005. È organizzato dal collettivo omonimo, formato nel 2004 da sette ragazze e un ragazzo, che si definisce radicale, internazionale e queer. Non a caso, sui volantini si legge che il festival si terrà a “Beograd, Queeroslavija”.

Una Jugoslavia queer in un edificio abbandonato della capitale serba. E non è un capriccio estetico: quando l'identità nazionale è legata a doppio filo con il tradizionalismo di genere (come spesso accade), e quando questo si manifesta in forma così violenta come accade nei Balcani, entra in serio conflitto con un'identità di genere od orientamento sessuale “alternativo”.

“La Serbia è per i serbi, non per i gay”. Questo gridavano gli estremisti nel 2001, mi racconta Ksenija. “Andate in Croazia! Poi sono andata al Pride in Croazia e ci gridavano: andate in Serbia!”. Qualche mese più tardi, al secondo festival tenutosi a dicembre 2005, Maja mi dirà: “Io non ho un'identità nazionale.

Non sono slovena, sono di Lubiana”. Questo conflitto coinvolge sia l'identità femminile che maschile: chi non aspira ad essere un soldato modello o una madre devota è fuori dai confini ideali della nazione. “Negli anni novanta, ad esempio, essere gay significava essere spazzatura, un traditore della patria”, ricorda Boban.

La Queeroslavija è quindi un'invenzione allo stesso tempo nostalgica e utopistica: fantasticando di uno spazio comune libero da nazionalismi (come la Jugoslavia aspirava ad essere) ed aperto alle diversità, rappresenta un Paese che non esiste più e non esiste ancora, dove ogni soggetto può trovare piena cittadinanza anche se “eccentrico”, “queer”. Ma queer è un'invenzione anglosassone, si sono chiesti spesso gli attivisti: che cosa vuol dire “queer” in Serbia?

Come si dice “queer” in serbo?
L'elaborazione del concetto di “queer” nel contesto locale (serbo) e regionale (balcanico) è molto discussa dagli attivisti nel corso degli anni, ed è fra le tematiche principali della seconda e terza edizione del QB Festival. C'è chi pensa che sia un mero concetto d’importazione anglosassone, una moda sterile che nulla ha a che vedere con le realtà e le identità delle minoranze di sesso, genere e orientamento nell'universo balcanico. Ma l'elaborazione teorica del collettivo va alla ricerca di una traduzione, a livello linguistico e politico, e la presenta nel manifesto del terzo festival (ottobre 2006):

"In serbo non c'è una parola che significa queer, che possa spiegare perché diciamo queer e intendiamo qualcosa che va oltre la non-discriminazione per le persone LGBT. Queer per noi è un termine radicale, inclusivo e creativo che accomuna tutte le forme politiche di lotta contro l'oppressione.

Per questo il nostro nuovo festival si chiama Kvar [disfunzione], un termine tecnico che indica il malfunzionamento di una macchina, perché in questo mondo di capitalismo, nazionalismo, razzismo, militarismo, sessismo e omofobia noi ci vogliamo celebrare come un guasto degli ingranaggi".

Così come queer è un termine dispregiativo fatto proprio dalla cultura delle minoranze sessuali, la traduzione serba è un'operazione sovversiva che trasforma la marginalità e il discostarsi dalla norma in valori di emancipazione: se la macchina della normatività è profondamente ingiusta e discriminante, un guasto non può che essere una buona notizia.

E se l'ultimo libro della celebre studiosa queer Judith Jack Halberstam parla di queer come “arte del fallimento”, non si può certo dire che il movimento queer serbo fosse rimasto indietro. Salutiamo quindi ogni pregiudizio per cui i movimenti LGBT e queer balcanici sarebbero al costante inseguimento, in una traiettoria lineare, del pensiero e delle conquiste occidentali. Proviamo invece a dare una rapida occhiata alla situazione attuale dei movimenti LGBT e queer in Serbia, con un occhio all'Italia e all'Europa.

“Tutto il mondo è paese”? Fra Stato ed Europa
“Tutto il mondo è paese” è quanto sospira Slaviša, raccontandomi delle divisioni interne al movimento LGBTQ serbo. L'anno scorso, infatti, sia in Italia che in Serbia l'organizzazione del Pride è diventata teatro di forti scontri fra associazioni.

Nel caso serbo, sono stati i gruppi queer ad uscire dal consorzio organizzativo a causa di conflitti con i settori maggioritari del movimento LGBT. La divisione, per quanto spesso controproducente nei rapporti con l'esterno, riflette però un divario autentico fra premesse ideologiche e politiche diverse.

Come anche in Italia e in altri paesi sulla strada dei diritti civili, il movimento si divide fra aspirazioni “assimilazioniste” (direbbero gli antagonisti) e “antagoniste” (direbbero gli assimilazionisti). Ovvero, da un lato la volontà di intrecciare rapporti con le istituzioni statali ed ottenere pari diritti all'interno delle strutture sociali tradizionali (ad esempio il matrimonio o l'adozione): in altre parole, di “essere come tutti gli altri”.

Dall'altro, quella di rivendicare la diversità come valore e contestare la stessa legittimità delle norme e dei rapporti di potere sociali ed economici, configurando un'alleanza fra soggettività marginalizzate dai modelli sociali dominanti, non solo sulla base del genere o dell'orientamento sessuale, ma anche in termini etnici, religiosi, politici o di classe (“l'intersezione delle lotte”).

Da qui, ad esempio, l'alleanza dei gruppi queer con le organizzazioni delle persone migranti. Curiosamente, la conversazione fra me e Slaviša si svolge in Olanda, dove la parità di diritti è parte integrante dei valori istituzionali senza distinzione di parte politica, al punto che il movimento “antagonista” è praticamente inesistente e anzi si profila il rischio di un'alleanza fra movimento LGBT e partiti xenofobi.

Se chi in Serbia lotta per l'integrazione (termine più neutro rispetto ad “assimilazione”) fatica a stabilire un rapporto con istituzioni nazionali legate a logiche tradizionaliste (come del resto in Italia), trova però un alleato nell'Europa.

Pressioni sovranazionali e aspirazioni all'integrazione europea hanno infatti portato all'avanzamento di proposte legislative di stampo progressista (come approfondito nel dossier di OBC "Fra Stato ed Europa").

Senza un'operazione culturale più profonda, però, questo parziale progresso rischia di rimanere formale ed estraneo al tessuto sociale. Proprio in quest'ottica assume particolare rilievo il lavoro quotidiano della parte di movimento che si muove in un quadro complessivo di ricerca della giustizia sociale.
fonte www.balcanicaucaso.org, di Irene Dioli

Film lgbt: Romeos comunque amori


Ecco qui il film che ti aspetti di vedere al GLBT Film Festival, o che quantomeno non ti aspetti di vedere altrove.
Romeos è una storia di amori che parte però da un tema non facile e decisamente poco trattato.
Sabine Bernardi lo fa con gusto e passione.

Lukas è un FTM (Female To Male) cioè una ragazza che sta completando il suo percorso per diventare maschio.

Iniezioni quitidiane di testosterone, esercizi fisici e un videoblog in cui racconta l’evoluzione del percorso e si confronta con le persone che stanno affrontando lo stesso viaggio.

Si perchè le difficoltà non sono poche considerato che i suoi organi riproduttivi (seno compreso) sono ancora da donna.

Si trova poi a svolgere il servizio civile e qui (per questioni burocratiche che non prevedono la sua esistenza) è costretto a vivere in casa con le ragazze… situazione non facile.

L’unica a conoscere la verità è la sua amica Ine, con tutti gli altri deve mantenere il segreto.
Compreso lo splendido Fabio, palestrao italiano di cui si innamora e che sembra ricambiare il suo interesse.

Come vedete la situazione di partenza non è facile e la Bernardi è molto brava a rendere l’inquietudine e le difficoltà continue di Lukas, che tuttavia sembra non voler cedere, non avere mai un ripensamento e tirare dritto per la sua strada.

Splendida la figura di Ine, interpretata dalla brava Liv Lisa Fries, amica sincera, lesbica e con i suoi problemi, sempre pronta ad aiutare l’ex amica (ora amico).

Siamo in un mondo di giovani che si divertono, si sballano, si amano, non hanno paura di esprimere la propria omosessualità, ci giocano, ci scherzano. Ma non mancano gli scontri duri con la realtà esterna al gruppo.

E viene fuori fortissimo il problema (pare ben presente) dell’omofobia tra omosessuali. Lukas è sostanzialmente un trans, quindi un diverso tra i diversi.

Impossibile non notare la bellezza fisica dei due protagonisti, Rick Okon e Maximilian Befort, impegnati finalmente in una scena conclusiva di amore potente e passionale, una scena di amore vero.

Nota a margine.
In Romeos si sorride anche (poco, ma si sorride).
fonte http://www.soloparolesparse.com

Lgbt: il sindaco di Genova Marta Vincenzi premiata per difesa diritti minoranze



Per l'impegno nella difesa dei diritti delle minoranze e delle persone Lgbt il sindaco di Genova Marta Vincenzi ha ricevuto dal consulente politico di Barack Obama, Stuart Milk, una targa di riconoscimento attribuitale dal sindaco di San Francisco, Edwin Lee.

Milk e' arrivato stasera a Genova per un tour nazionale organizzato dall'associazione Equality Italia. ''Il sindaco di San Francisco – ha spiegato Milk – ha deciso di conferire al sindaco Vincenzi un certificato d'
onore per la sua attivita' e il suo lavoro a difesa dei diritti e dell'uguaglianza dei cittadini''. Genova, ''Citta' dei Diritti'', e' stata tra l'altro in prima linea nella promozione del Gay Pride.

Anche la Fondazione Harvey Milk, zio di Stuart e attivista americano dei diritti umani, ha conferito un riconoscimento al sindaco di Genova Marta Vincenzi.
fonte blitzquotidiano.it

LGBT TRIESTE: CAMPAGNA 2011 CONTRO OMOFOBIA E TRANSFOBIA


Conferenza stampa di presentazione:
CAMPAGNA 2011 CONTRO OMOFOBIA E TRANSFOBIA
Trieste mercoledì 4 maggio 2011 ore 11.00 Caffè Tommaseo Piazza Tommaseo 4/c

I baci gay e lesbici friulani sbarcano a Trieste, oltre che in tutta Italia, diventando il simbolo forte della Campagna Nazionale ARCIGAY con il supporto di ARCILESBICA e di altre 14 associazioni italiane: Arci, Agedo, Rete Lenford, Circolo Mario Mieli, Fondazione Fuori!, Certi Diritti, Gaylib, Cgil, GayNet, 3D-Democratici per pari Diritti e Dignità, Unione Degli Universitari, Rete della Conoscenza, Rete degli Studenti Medi, nonché del comitato Roma Euro Pride 2011.

Con orgoglio la nostra regione può vantare la paternità di questa campagna storica per il movimento lgbt italiano.

La campagna quest’anno ha ricevuto il Patrocinio della Provincia di Trieste e Gorizia.

Alla conferenza stampa saranno presenti il Presidente del Circolo Arcobaleno Davide Zotti, le volontarie e i volontari di Arcilesbica e Arcigay, Clara Comelli in rappresentanza dell’Associazione Radicale Certi Diritti.

ORGANIZZATA A TRIESTE DAL CIRCOLO ARCOBALENO ARCIGAY ARCILESBICA

Fonte: http://www.radicalifvg.org/wp/2011/05/03/campagna-2011-contro-omofobia-e-transfobia/