sabato 13 novembre 2010

Lgbt Livorno "Associazione Transgenere" Programma e iscrizione IV^ edizione 'TrAnima e corpo'



[ cliccare sulle immagini per ingrandirle ]

La IV^ edizione del seminario formativo organizzato dalla nostra Associazione, quest’anno si svolgerà a Livorno, presso Villa Morazzana ed i lavori saranno suddivisi in due giornate.

Come anticipato nel post precedente infatti abbiamo optato per questa scelta al fine di assicurare ad ogni relatore, anche quest’anno estremamente preparati e qualificati, il giusto spazio e prevedere fin da subito nelle tempestiche dell’evento, che sarà moderata da Delia Vaccarello, lo spazio per l’interazione con i partecipanti.

Qui di seguito la brochure del programma:

Link al programma in versione pdf:
http://www.transgenere.it//blog/corsi/4/2010-11-19_tranima_e_corpo.pdf

Link all'evento su Facebook:
http://www.facebook.com/event.php?eid=126948040695283

Ricordiamo che per partecipare è necessario procedere all’ISCRIZIONE ONLINE. La quota d’iscrizione comprenderà il materiale informativo ed il buffet e sarà di 15€uro per gli studenti, 20€uro per un giorno e 35€uro per l’intera durata del corso. Sarà possibile anche pernottare direttamente presso la struttura a prezzi convenzionati.

La sera del 20 novembre inoltre ricordiamo che a margine del corso è stato organizzato il tradizionale Candle Light in occasione del Transgender Day of Remembrance per ricordare come ogni anno le persone vittime di transfobia. Un’iniziativa aperta a tutta la cittadinanza alla quale siete tutti invitati caldamente a partecipare.
fonte www.transgenere.it

Libri lgbt "Un bacio" di Ivan Cotroneo 'Omofobia? L'Italia ha toccato il fondo. Ma gli scrittori faranno la rivoluzione'


"Il nostro Paese non è mai stato meno pronto di adesso a parlare di omosessualità. Ora si può solo risalire, a partire dai libri".

A dirlo ad Affaritaliani.it è lo scrittore Ivan Cotroneo, che ha appena pubblicato il nuovo romanzo "Un bacio" e che spesso affronta questo tema nelle sue opere, dai libri ai film di cui è sceneggiatore. Sarà ospite a Bookout, la prima fiera del libro a tema LGBT

Doppio appuntamento con la letteratura per Ivan Cotroneo, scrittore, sceneggiatore per il cinema ("Mine Vaganti, di Ferzan Ozpetek) e per la televisione ("Tutti pazzi per amore", su Rai Uno) e traduttore per l'Italia di Michael Cunningham.

L'autore parteciperà a Bookout, la prima fiera del libro LGBT, che si terrà a Pisa dal 12 al 14 novembre, proprio mentre è da pochi giorni in libreria il suo ultimo romanzo "Un Bacio" (ed. Bompiani), che racconta la storia di un amore impossibile tra due ragazzi adolescenti.

Come questo libro si differenzia rispetto alle sue opere precedenti, tra cui
"Il re del mondo" e "Cronaca di un disamore"?
"Innazitutto nel formato: questo è un racconto lungo, diverso rispetto ai romanzi che ho scritto prima. Però il punto di partenza è sempre autobiografico: quando si scrive c'è sempre una parte di se stessi nella narrazione.

In questo caso mi ispiro a un fatto di cronaca accaduto negli Stati Uniti nel 2008, che mi aveva molto colpito e avrei voluto raccontare fin da subito. Ma l'ho fatto solo quando ho sentito di aver trovato il modo giusto: ho trasportato la storia in Italia e ho reso i personaggi italiani, pur tenendo lo spunto di partenza della violenza avvenuta in un'aula scolastica.

E lo racconto dal punto di vista dei tre protagonisti: lo studente che è vittima della violenza, il ragazzo che ne è il colpevole e la loro insegnante. E' un libro che parla dell'omofobia e del bullismo omofobico, attraverso una storia che non è accaduta a me o a qualcuno che conosco, ma a cui mi sentivo vicino".

Lei sarà ospite a Bookout, la prima fiera del libro a tema LGBT: un evento importante per l'Italia?
"Sono molto curioso di partecipare, perché potrò confrontarmi con scrittori che stimo molto, come Matteo B. Bianchi e Delia Vaccarello. Ma soprattutto perché una rassegna di questo tipo può dare una 'scossa' all'Italia. La nostra società non è mai stata meno pronta di adesso ad accogliere le istanze LGBT.

Abbiamo toccato un fondo da cui non si può fare altro che risalire. In "Mine Vaganti" c'è una battuta che ben riassume questa situazione: parlando dei tempi in cui viviamo, uno dei personaggi dice "Ormai siamo nel 2010".

E l'altro ribatte: "Eh, appunto, non siamo più nel Duemila". Perché dieci anni fa tanti pregiudizi e discorsi omofobici ci sembravano lasciati ormai alle spalle. E invece la cronaca di questo periodo dimostra che non è così, in tutto il mondo, ma massimamente nel nostro Paese".

C'è chi parla di letteratura gay o post-gay, è d'accordo con questa 'etichetta'?
"Dipende dall'accezione con cui se ne parla. L'avvento sulla scena internazionale di un autore come Michael Cunningham, autore di "Le ore" (The Hours), che tratta spesso ma non solo tematiche omosessuali, ha contribuito a far uscire la letteratura di argomento gay dallo scaffale in cui era rilegata.

Un libro come "Le ore" per comodità di classificazione in biblioteca o sui motori di ricerca può entrare nella letteratura gay, ma non definisce il libro in sè. Che va giudicato per quello che è, per las toria che racconta, per i personaggi a cui dà vita. Quando si parla di storie d'amore, non si specifica mai 'eterosessuale'. Perché allora farlo nel caso degli omosessuali? Le persone devono riconoscersi in una storia al di là delle identità sessuali".

E al cinema e in televisione come viene rappresentata l'omosessualità?
"C'è ancora molto da lavorare per uscire dagli schemi e dalle macchiette. Evidentemente c'è un problema di rappresentazione.

E' una cosa su cui mi interrogo e per la quale combatto: spero di lavorare nella direzione giusta. Nella fiction "Tutti pazzi per amore", per esempio, ho inserito la fiogura di un padre gay che fa outing con i figli: è una situazioni diversa, che esce dalle modalità rappresentative solite".

Presto esordirà anche alla regia. Che film sarà?
"Sto lavorando alla trasposizione cinematografica del mio terzo romanzo, "La kriptonite nella borsa". E' la storia di un bimbo e della sua famiglia ambientata a Napoli negli Anni Settanta.

Sarà una produzione Indigo Film e per la sceneggiatura ho collaborato con Ludovica Rampoldi e Monica Rametta. Dovremmo essere sul set a marzo, anche se il condizionale è d'obbligo vista la difficoltà di fare film in questo momento in Italia. Sul set sono già stato parecchio, grazie a registi come Ozpetek e Milani, quindi per me non è una dimensione totalmente nuova.
Ma sono curioso ed emozionato dall'idea di essere io a dire la parola azione".
fonte /www.affaritaliani.it, Maria Carla Rota

venerdì 12 novembre 2010

Lgbt "Transgender Day of Remembrance" il 20 novembre Bergamo e Genova insieme


Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la dodicesima Giornata della Memoria per le persone Trans (TDor) uccise a causa del pregiudizio e dell’odio nei loro confronti (la prima venne celebrata dopo l'assassinio di Rita Hester, a San Francisco, nel 1999).

La sera del 20 novembre, a Bergamo e Genova, come in tante altre città d’Europa e degli Stati Uniti, centinaia di candele e una pubblica lettura dei nomi delle vittime ricorderanno le vite spezzate di questi uomini e di queste donne, spesso uccise barbaramente. Un fenomeno non noto, ma che ci tocca da vicino.

Una persona transessuale è un individuo nato di sesso maschile o femminile che persistentemente sente di appartenere al sesso opposto a quello biologico e anagrafico.

Esistono inoltre persone definite transgender che non sentono di appartenere completamente né al genere maschile né a quello femminile e vivono la loro dimensione senza definirsi nettamente in questo senso.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce questo stato di cose disforia di genere. La disforia di genere secondo l'autorità medico-scientifica non può trovare soluzione attraverso la terapia psichiatrica o psicologica, bensì attraverso un percorso di transizione fisica da un sesso all'altro, tramite la terapia ormonale e la chirurgia.

Le donne transessuali sono persone nate maschi che transitano verso il sesso femminile e gli uomini transessuali sono persone nate femmine che transitano verso il sesso maschile.

Questo percorso, non facile e lungo, viene riconosciuto anche nel nostro ordinamento giuridico in base alla (ormai arretrata) legge 164 del 1982.

Questa legge permette alla persona transessuale (ma solo a transizione chirurgica completata) il cambiamento ufficiale del sesso anagrafico sui documenti: anche per lo Stato essa diviene uomo nel caso degli uomini transessuali o donna nel caso delle donne transessuali.

Essere trans non è quindi manifestazione di una perversione o di un vizio, non implica per forza di cose una vita dedita alla prostituzione, non impedisce a chi scelga di compiere o ha compiuto un percorso di transizione di contribuire attivamente al progresso e al bene della nostra società.

Le persone trans subiscono però forti discriminazioni in ambito lavorativo e sociale, e sono vittime di violenti pregiudizi e stigmi, oltre che per ignoranza anche per l’inadeguatezza delle attuali norme sul cosiddetto “cambiamento di sesso” e per l’assenza di leggi che difendano dalla transfobia.

Tutto ciò rende difficile l’inserimento lavorativo o il proseguimento anche delle più elementari carriere professionali; spesso le famiglie ripudiano le figlie e i figli transessuali; i costi della transizione sono elevati e solo in parte coperti dal servizio sanitario nazionale.

Purtroppo, in tutto questo diventa evidente una spinta della società stessa affinché la persona transessuale si ritrovi ai margini e sia spesso costretta alla prostituzione per sopravvivere.

La giornata del 20 novembre ricorda la strage gratuita degli uomini e delle donne trans anche nel nostro paese, e ricorda queste persone con il loro vero nome, cioé non quello scritto all’anagrafe sul documento di nascita, bensì quello che esse hanno deciso rappresenti il loro genere di elezione, ciò che sono nel proprio animo.

La giornata del 20 novembre chiede di riflettere su quanto sarebbe semplice abbattere quelle barriere di pregiudizio che non solo portano alla morte per assassinio delle persone transessuali, ma impedisce spesso loro una vita serena e un pieno inserimento sociale: basterebbero una legge che difenda dalla transfobia,
la possibilità di cambiare il sesso anagrafico sui documenti all'inizio del percorso di transizione (e non alla fine e solo se compiuta una invasiva e obbligatoria operazione) e l’applicazione di strumenti educativi e informativi sul tema rivolti alla cittadinanza.

La giornata ricorda, al freddo di una sera di Novembre, con delle candele, i nomi di cittadini e cittadine che avrebbero potuto renderci partecipi della bellezza delle loro vite se il pregiudizio e l’odio non avessero impedito loro di vivere se stessi/e.
Pagina FB: T-DoR 2010: Bergamo e Genova insieme

ArcilesbicaxxBergamo, Bergamo contro l'omofobia, Le Ninfe GenovaGaya, Milk Milano
fonte langeloubriaco.blogspot.com

Lgbt: Chiesta giustizia per «Loredana» Il sedicenne transessuale


Chiedono notizie dell’inchiesta sulle eventuali responsabilità nel suicidio di “Loredana” il sedicenne transessuale di un piccolo comune ennese, impiccatosi in una comunità per minori l’11 dicembre 2007.

I familiari di Loredana, tramite il loro legale, chiedono che la sua morte non venga dimenticata e che se ci sono responsabilità vengano accertate.

La procura di Agrigento aveva aperto un fascicolo per l’ipotesi di omessa sorveglianza seguita da morte a carico dei responsabili della comunità “Alice” di Palma di Montechiaro, dove “Loredana” aveva posto fine alla sua vita.

Si chiamava Paolo, ma si sentiva Loredana, parlava, si muoveva e si vestiva come una ragazza. La mamma, il papà ed il fratello di Paolo a 3 anni dalla morte di Loredana attraverso l’avvocato Gaetano Giunta incaricato di rappresentarli quali parti lese, chiedono risposte.

“E’ una famiglia che non cerca capri espiatori – dice l’avvocato Giunta - ma che vuole la verità. In questa vicenda servono risposte, alla famiglia di Paolo ed alla società. Una famiglia accusata falsamente, di non curarsi del ragazzo, che si è vista sottrarre un figlio restituito in una bara.

E’ falso che Paolo era nella comunità Alice perché nessuno lo voleva e comunque lo Stato deve rispondere della sorte dei ragazzi dei quali sostiene di farsi carico al posto della famiglia”.

Paolo era stato un ragazzino problematico da sempre, ma la sua mamma quando a 11 anni la scuola voleva allontanarlo perché “incontrollabile” era corsa dall’avvocato Giunta.

Il provvedimento di “cacciarlo da scuola” era stato evitato e Paolo era contento, diceva di “avere vinto il processo”.

Si era iscritto ad una scuola professionale e la madre, sperando di fargli frequentare con più assiduità la scuola si era trasferita dal suo paese nella zona nord dell’ennese nella cittadina etnea dove il figlio si era iscritto.

Ma Paolo a scuola andava sempre di meno, usciva la sera e rientrare solo all’alba. I servizi sociali avevano “attenzionato” il ragazzo che andava in giro vestito da donna e che pare si accompagnasse ad un transessuale adulto.

Era partita la richiesta di allontanamento dalla famiglia e ancora una volta la madre di Paolo si era rivolta all’avvocato Giunta che aveva chiesto di lasciarlo a casa e disporre provvedimenti che non lo sradicassero dagli affetti familiari e da una routine domestica che comunque anche nei ragazzi più difficili è un punto di riferimento.

Questa volta però non c’era stato nulla da fare. Per i servizi sociali Paolo andava “rieducato”.

Dopo un primo “esperimento” in una comunità laziale per prostitute era stato mandato alla comunità dell’Agrigentino. “Loredana” era stata messa insieme a una trentina di adolescenti maschi.

Loredana si era impiccata con un foulard.

La famiglia aveva subito presentato un esposto chiedendo di accertare i fatti.

Si sentiva una “ragazza” e si comportava come tale, quindi perché farlo vivere con 30 ragazzi dei quali probabilmente era diventato l’obiettivo di continuo scherno? Loredana ripeteva “Se non mi mandate a casa mi ammazzo” e i familiari attendono ancora di sapere se era stata disposta una adeguata sorveglianza su un soggetto ad altissimo rischio di suicidio.

Alla fine in comunità era stata praticamente isolata.

Le era stata assegnata una stanzetta che negli intenti dei responsabili della comunità avrebbe dovuto garantirle privacy, ma tra le cui mura la sua disperazione è cresciuta fino a farle preferire la morte.

“Nell’esposto ho chiesto di essere informato sul procedere dell’inchiesta – dice Giunta – ma non ho avuto alcuna comunicazione. Nei prossimi giorni chiederò notizie al procuratore capo di Agrigento.

I miei assistiti devono e vogliono sapere”. di Giulia Martorana
fonte www.carmeloparrinelli.it di Carmelo Parrinelli

LGBT DIRITTI: REGIONE LAZIO E ARCIGAY ROMA INSIEME A BRUXELLES PER VERTICE UE PARITA', GAY HELP LINE E PROGETTO CALLIOPE PRESENTATI COME ECCELLENZA


Il 15 e il 16 novembre, per celebrare i 10 anni di legislazione europea contro le discriminazioni, l'Unione Europea organizza a Bruxelles il quarto Vertice sulla parità, che riunirà oltre 500 delegati degli Stati Membri dell'Unione Europea e dei paesi candidati, delle reti di organizzazioni non governative e delle parti sociali, del settore imprenditoriale e del mondo accademico.

L'evento sarà aperto da Joëlle Milquet, Primo Ministro Deputato e Ministro per lo Sviluppo e le Pari Opportunità in Belgio e da Viviane Reding, Vice Presidente della Commissione Europea, responsabile della Giustizia, dei Diritti Fondamentali e della Cittadinanza.

Al centro del Vertice il tema della lotta ad ogni forma di discriminazione sul lavoro e Gay Help Line è stata invitata dall'Unione Europea per presentare 'Progetto Calliope', il corso di formazione rivolto alle donne lesbiche e bisessuali finanziato dalla Regione Lazio e realizzato lo scorso anno per approfondire la conoscenza del fenomeno della discriminazione basata sul genere e sull'orientamento sessuale.

Il 'Progetto Calliope' ha coinvolto dirigenti delle risorse umane del settore pubblico e privato, ha analizzato le buone pratiche e sviluppato idee e proposte di educazione e sensibilizzazione.

"Presentare questo progetto a tutti i ministri delle Pari Opportunità Europei - afferma Fabrizio Marrazzo responsabile di Gay Help Line e presidente Arcigay Roma - è un'occasione molto importante, che dimostra come in Italia si può diventare modello di buone prassi.

Il Progetto Calliope per la prima volta ha avviato un processo di formazione dei dirigenti volto ad abbattere le barriere del pregiudizio, che spesso impediscono a lesbiche, gay e trans l'ingresso nel modo del lavoro. Ovviamente il nostro è stato solo un primo passo, e ci auguriamo che molti altri Enti e imprese seguano questo percorso".

"Il contrasto a qualunque forma di discriminazione nei luoghi di lavoro e più in generale promuovendo nella società la cultura del rispetto e della tolleranza reciproca, dichiara il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, è un impegno che la Regione Lazio continua a sostenere.

Il Progetto Calliope ne è un esempio così come altri progetti ai quali stiamo lavorando in collaborazione con l'Arcigay e le altre associazioni che difendono i diritti delle persone omosessuali".
fonte Arcigay Roma | Ufficio Stampa

Lgbt Spagna: El Pais risponde alle dichiarazioni della Cei sulle unioni gay


L’eterosessualità non è una componente essenziale del matrimonio. È quanto stabilito da Fernando Grande Marlaska, magistrato della Audiencia Nacional, e da Marta Del Pozo, professoressa di Diritto Processuale presso l’Università di Salamanca.

Le tesi dei due spagnoli sono state riportate all’interno di El Pais in seguito alle recenti dichiarazioni della Cei.

I giuristi hanno spiegato che non è necessario che vengano create delle norme apposite per il matrimonio gay, ma più semplicemente che si vadano ad ampliare quelle già esistenti nel matrimonio tradizionale. Come accaduto nella famigerata 13/2005 del codice civile spagnolo:

"Tale norma non implica la creazione di una nuova categoria, amplia quella esistente alle diverse tendenze e all’orientamento sessuale."

Il problema in Italia non ha nulla a che fare con la modifica delle leggi esistenti ne tantomeno con la creazione di nuove: la questione risiede nel fatto che non si voglia proprio discutere della norma.
fonte gayprider.com

Serial TV lgbt, Il Glee incontra il Rocky Horror Show


Proprio in occasione di Halloween, Glee, la serie TV dei record che racconta le storie di una compagnia di canto corale ambientate nella fittizia William McKinley High School in Ohio, dedicaun episodio al Rocky Horror, proponendo una serie di performance tratte dall'omonimo spettacolo.

L'episodio è andato in onda negli Stati Uniti il 26 ottobre 2010, ma già da una settimana è disponibile per la vendita la compilation "The Rocky Horror Glee Show".

Quale momento migliore se non l'avvicinarsi della notte di Halloween per un episodio incentrato sul musical che debuttò nel 1973 a Londra e che fu considerato fuori dagli schemi per i temi trattati.

Il musical arrivò anche a Broadway nel 1975 dove però, stroncato dalla critica, chiuse dopo solo 45 repliche anche se poi venne replicato anni dopo, tra il 2000 e il 2002, ricevendo diverse nomination ai Tony.

I ragazzi del Glee quindi questa volta saranno chiamati ad interpretare un episodio dove trasgressione, travestitismo, musica e rock si mescolano con un risultato davvero esplosivo.

A New York invece il 29, 30 e 31 ottobre è stato possibile partecipare al Chelsea Cinema alla proiezione del film rigorosamente mascherati dal personaggio preferito per trascorrere una notte all'insegna del terrore e della trasgressione, proprio come richiede la migliore tradizione dello spettacolo. L'appuntamento era a mezzanotte e il biglietto costava solo 9 dollari. La notte del 31 ottobre inoltre si è festeggiato anche il suo 35° anniversario con pre-show e retrospettive sullo show e sul cast di New York.

Di seguito riportatiamo un estratto dell'episodio speciale "The Rocky Horror Glee Show" dove i ragazzi interpretano la famosissima "Time Warp".
fonte /www.nyc-site.com/newyork/ di Giampietro Dedola

giovedì 11 novembre 2010

LGBT FAMIGLIE, COMUNICATO ARCIGAY ROMA: IMPORTANTE SOSTENERE ANCHE QUELLE GAY


"Siamo convinti che la politica familiare debba parlare a tutte le famiglie, anche a quelle gay.

Nel nostro Paese, infatti, ci sono moltissime famiglie omosessuali, che hanno anche figli.
E' importante che le Istituzioni diano risposte concrete ai loro bisogni, con interventi che aiutino tutti i nuclei familiari indipendentemente dall'orientamento sessuale".

Così in una nota il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo commenta le dichiarazioni del sindaco di Roma, Gianni Alemanno alla Conferenza Nazionale della Famiglia.

"Serve una legge nazionale: il nostro Paese, aggiunge Marrazzo, è ingiusto quando impedisce a un omosessuale di visitare il proprio compagno in ospedale o quando non riconosce agevolazioni nell'iscrizione ai nidi e agli asili pubblici alle famiglie gay.

L'impegno contro le discriminazioni e la violenza è molto importante ma è altrettanto importante ribadire l'uguaglianza di tutte le famiglie".
fonte Arcigay Roma | Ufficio Stampa

Lgbt Politica: Alemanno vuole aumentare le tasse a gay, single e coppie di fatto in nome della famiglia


"In un momento di crisi non si può dare tutto a tutti, bisogna sporcarci le mani. Se vogliamo aiutare le famiglie, che sono quelle sposate, vuol dire aumentare le tasse ai single e alle coppie con pochi figli".

Questa dichiarazione non è tratta da un datato discorso di Mussolini, bensì dall'intervento del Sindaco di Roma Alemanno al dibattito pubblico alla Conferenza nazionale della famiglia.

"La questione non riguarda solo le Amministrazioni locali, ma il governo nazionale. Bisogna sfuggire alla tentazione di voler dare tutto a tutti, e quindi ai gay e ai single, altrimenti non faremo mai politiche familiari. Bisogna concentrarci sulla famiglia della Costituzione, formata da un uomo e una donna che fanno figli".

Alemanno ha citato la Costituzione, per definire il concetto di 'famiglia', ma non ha pensato neanche per un attimo all’incostituzionalità della sua proposta discriminatoria.

Un Sindaco, un rappresentante delle istituzioni, dovrebbe aver ben chiaro che non ci sono cittadini di serie A e di serie B, ma solo cittadini a cui garantire eguali diritti e tutele, a prescindere dal loro stato civile o dall'orientamento sessuale.
fonte www.linkontro.info

Lgbt Torino: muore la sua compagna e una donna lesbica viene sfrattata dalla loro casa


Questo caso di cronaca dovrebbe essere preso d’esempio per chi continua a pensare che il nostro desiderio di poterci sposare/unire civilmente sia solo un capriccio senza senso.

Forse, in molti casi, è sempre meglio mettersi nei panni dell’altro, piuttosto che restare convinto della propria ignoranza.

La storia racconta della 38enne Lucia Romana Pellegrino che vive in un alloggio popolare dal quale lei è stata sfrattata dall’Atc, nonostante continui a pagarne il canone. La stessa donna racconta la propria disperata condizione:

“Non ho un lavoro, ho un’invalidità del 70% fin da bambina, cui si è aggiunto un altro 8% a seguito di un gravissimo incidente. Non ho parenti o amici che possano ospitarmi: se verrò cacciata, non so dove trovare rifugio”

Lei e la sua compagna Luisella Marangoni si conoscono e decidono di andare a vivere insieme. All’inizio è Lucia ad avere un lavoro ma poi, per amore della compagna si licenzia ed è Luisella, a questo punto, a trovare impiego e ‘mantenere’ le spese di entrambe con un solo stipendio.

Tutto procede bene, fino a quando sette anni dopo, a soli 45 anni, Luisella muore in un terribile incidente stradale. E tutto precipita:

Lucia non ha, improvvisamente, più nulla: ha perso l’amore, la compagna, non ha un lavoro e non le resta altro che la casa in cui hanno vissuto insieme. Si presenta per cambiare intestazione del contratto luce e gas ma ciò non è possibile:

“La legge regionale consente di volturare il contratto a chi resta se abitava nella casa da almeno due anni, regolarmente autorizzato. E lei non aveva autorizzazione”

Purtroppo non è stata una dimenticanza bensì una pura impossibilità a portare a termine la cosa, come lei stessa racconta:

“Nel 2003 ci eravamo presentate all’Atc per segnalare che vivevamo in due nell’alloggio e ottenere l’autorizzazione, ma ci era stata negata perché tra noi non c’erano vincoli di parentela.

A nulla è servito che portassimo un “contratto di matrimonio” che avevamo stipulato in casa, presenti alcuni testimoni, con reciproci testamenti depositati da un notaio”

E’ la legge stessa attualmente vigente che non rende concreto e ufficiale questo loro legame:

“La legge consente di dare l’autorizzazione solo se ci sono vincoli di parentela (nonna e nipote, padre e figlia, fratello e sorella e così via)”

Lucia ha, per ora, raccolto il contratto privato di unione che aveva siglato con Luisella, la testimonianza dei condomini che accertano la sua presenza nella casa da circa 7 anni e copia del testamento della sua compagna.

Spera ancora, sostenuta dal suo avvocato, di poter almeno restare nella casa in cui ha vissuto finora con la sua metà. Si dice ancora speranzosa di poter ottenere giustizia, nonostante il magistrato, precedentemente, le avesse già confermato l’ordine di sfratto. La nuova udienza è fissata per il 26 novembre.
fonte queerblog.it, Via LaStampa

Lgbt Arte: Firenze Giotto, ecco la Croce della chiesa di Ognissanti, dopo un lungo restauro è tornata all'originale splendore


FIRENZE: L'inaugurazione della restaurata Croce di Giotto nella chiesa di Ognissanti è avvenuta sabato 6 novembre. L'intervento sulla Croce, compiuto per far tornare l'opera all'originario splendore, e' stato curato dall'Opificio delle pietre dure.

Il restauro, presentato alla stampa, sara' visibile al pubblico dal 18 al 22 ottobre presso i laboratori dell'Opificio, alla Fortezza da Basso.

Databile fra gli anni Dieci e Venti del Trecento, la Croce e' giunta all'Opificio dopo la mostra su Giotto del 2000 ed e' stata pazientemente restaurata da una equipe diretta da Marco Ciatti e Cecilia Frosinini, con il finanziamento dell'azienda Arteria che opera nella movimentazione di opere d'arte.

Il restauro, grazie alle indagini radiografiche, ha permesso di confermare la tradizionale attribuzione a Giotto dell'opera raffigurante il Cristo in croce ed ha rivelato la tecnica usata dall'artista per dipingere l'opera.

L'intervento ha richiesto una paziente opera di pulitura con solventi di nuova concezione, stante la delicatezza del dipinto e l'elevata sensibilita' della base ai materiali acquosi, ed un consolidamento della struttura di supporto in legno, che sostiene il dipinto di grandi dimensioni (467x360 cm, 450 chili il peso complessivo).

Particolare attenzione anche ai vetri decorati nell'aureola del Cristo, che erano in condizioni pessime. L'opera sara' riposizionata nella chiesa di Ognissanti, all'interno del quale spesso ha cambiato collocazione nei secoli fino ad essere relegata in sagrestia dal 1937: la nuova collocazione, in una cappella del transetto sinistro, conciliera' la possibilita' di fruizione con la tutela dell'opera, in posizione rialzata cosi' com'era stata concepita e illuminata da un sistema a led.

''Finora l'opera ha sollecitato l'attenzione degli esperti, ha detto la soprintendente al Polo Museale Cristina Acidini, da ora sollecitera' quella del pubblico internazionale''.
fonte www.ansa.it

Libri lgbt "Apocalisse a domicilio" il nuovo romanzo di Matteo B.Bianchi, intervista


Un giovane autore televisivo riceve, tramite il fratello, una profezia fatta da una sensitiva secondo la quale gli restano due mesi di vita. Torna Matteo B. Bianchi con un nuovo avvincente libro

Se escludiamo la favola di Natale Tu Cher dalle stelle uscita per Playground a dicembre 2006, erano più di quattro anni che ^BMatteo B. Bianchi^b non pubblicava un romanzo.

Esattamente dal febbraio 2006 quando Baldini Castoldi Dalai aveva dato alle stampe Esperimenti di felicità provvisoria_int. Dopo tanta attesa, il 13 ottobre 2010 esce per i tipi di Marsilio Apocalisse a domicilio, un romanzo di 224 pagine (18 euro) che si legge tutto d’un fiato.

Oltre che per i suoi romanzi, molti hanno conosciuto Matteo B. Bianchi "indirettamente" come autore per radio e tv: fondamentale il suo contributo alla trasmissione cult di Radio 2 Dispenser, il "distributore quotidiano di stimoli quotidiani" la cui redazione ha abbandonato da alcuni mesi.

A settembre, chi lo conosce lo avrà notato nello spot che annunciava il ritorno su La7 di Victor Victoria, di cui è uno degli autori. Potete trovare la sua firma anche su alcune riviste: ultimamente ha avviato una collaborazione con GQ dove cura la sezione letteratura della rubrica Laboratorio esordienti in cui offre spazio a chi fa i primi passi nel campo della scrittura.

E naturalmente gestisce un vivace blog raggiungibile attraverso il suo sito www.matteobb.com.
Nel campo della letteratura, fin dallo straordinario esordio del 1999 con il mitico Generations of love, Matteo B. Bianchi si è conquistato un ruolo da protagonista nel panorama della letteratura gay italiana, e non ha nessuna difficoltà a sentire parlare dei suoi libri come di letteratura gay.

Anche se, come accade con il secondo romanzo Fermati tanto così, la tematica omosessuale decisamente esce dall’inquadratura centrale del libro.

Con questo suo terzo romanzo (sempre escludendo Cher e la raccolta di memorie Mi ricordo uscita nel 2004 per Fernandel) torna ad affrontare il tema gay, e non tanto perché il protagonista sia omosessuale, cosa tutto sommato secondaria rispetto allo svolgersi della storia tanto che potremmo parlare di Apocalisse a domicilio come di un romanzo "post-gay", cioè non centrato sulla descrizione del vissuto omosessuale o sulla rivendicazione di uno sguardo meno pregiudiziale sul mondo gay,
ma piuttosto per il fatto che una sezione del romanzo, ambientata a San Francisco, contiene dei confronti poco lusinghieri per la società italiana tra la situazione dei gay nella metropoli americana e quella che vivono da noi.

Al di là dei contenuti gay del libro, in Apocalisse a domicilio Matteo mette in campo tutta la sua arte per tenere incollato il lettore alla pagina, facendogli desiderare di sapere cosa accadrà al rigo successivo.

E tutto questo intorno a una vicenda che, a descriverla brevemente, sembra tetra: un giovane autore televisivo riceve, tramite il fratello, una profezia fatta da una sensitiva secondo la quale non gli restano che due mesi di vita.

In realtà lo svolgimento del romanzo ha un tono nient’affatto tetro, ma quello che la profezia scatenerà nella vita del protagonista è tutto da scoprire: svelare qualsiasi particolare della storia sottrarrebbe parte del gusto del libro, avvincente pagina dopo pagina. Meglio allora parlare con l’autore per capire qualche "retroscena" del romanzo.

Matteo, ci racconti la genesi del libro?
Ci ho messo un bel po’ di tempo per scrivere Apocalisse a domicilio, e a lungo ho avuto un rapporto conflittuale con questo romanzo, forse perché è molto diverso da quelli che lo hanno preceduto.

È diverso perché ho usato un modo di scrivere diverso, ma anche perché ho fatto un esercizio di straniamento molto forte: negli altri miei romanzi io ero molto presente, sia come personaggio sia nei miei gusti, nelle mie scelte. Il protagonista di Apocalisse a domicilio, invece, vive cose piuttosto lontane da me. Insomma, scriverlo mi è costata molta fatica tanto che, arrivato poco oltre la metà, l’ho mollato.

Mi ricordo il giorno in cui al Festival della letteratura di due anni fa incontrai il mio agente e gli dissi che avevo deciso di smettere di scrivere quel libro e di ricominciare con un altro, vedo ancora la sua faccia che si crepa mentre gli parlo! Poi, attraverso percorsi personali, sono tornato sui miei passi e sono arrivato in fondo e oggi sono molto contento di averlo terminato.

C’è qualcosa in particolare che ti ha convinto a scrivere questo libro?
Perché si scriva un libro è la "domanda delle domande", si può rispondere in maniera molto intellettuale oppure molto patetica.

Facendo questo mestiere, mi vengono spesso idee, che spesso nascono con un formato preciso, cioè come racconto breve, racconto lungo, romanzo, oppure cortometraggio, testo teatrale e così via. Nel caso dei romanzi, l’impegno per portarli a compimento è un impegno a lungo termine, almeno per me che non sono particolarmente rapido – fai conto che per scrivere questo ci ho messo due anni e mezzo – quindi vuol dire trascorrere molto tempo a sviluppare quella idea, perciò deve trattarsi di un’idea molto convincente.

Dopo Esperimenti di felicità provisoria avevo due o tre idee per un nuovo romanzo e questa è l’unica che ha resistito. Poi c’è anche da dire che ho superato i 40 anni e quindi mi sento più vicino ad altre tematiche, tematiche più mature anche se trattate con una sensibilità che è sempre laterale, considerando un punto di vista inedito. Sarà anche per questo che sono finito a scrivere un libro che parla di morte anche se poi la morte è assente…

Parliamo del capitolo "americano" in cui affronti con spirito quasi da attivista alcune questioni riguardanti i diritti degli omosessuali. Una svolta verso la scrittura militante?

Credo che per una persona che si occupi di cultura in Italia e che sia vicina alle tematiche omosessuali sia impossibile non parlare dello stato di arretratezza del nostro paese in tema di riconoscimento dei diritti.

Nel capitolo di cui parli, il protagonista confronta la sua esperienza a San Francisco, dove molto cose che riguardano i gay sono considerate assolutamente normali, con quello che accade da noi dove vengono viste come cose di un altro pianeta. Ho inserito questo confronto con uno spirito fortemente critico: è inconcepibile che ancora oggi siamo a discutere se riconoscere i diritti delle coppie non sposate, siamo ancorati a dei livelli di razzismo inammissibili.

Nel libro c’è un uso piuttosto particolare dei pronomi personali, nel senso che usi il "tu" della seconda persona per le parti riferite al protagonista, la prima persona per quelle della sensitiva mentre per il fratello del protagonista usi la terza persona…

Sì perché nel libro ci sono tre punti di vista diversi sulla vicenda. Utilizzare la seconda persona per il protagonista in effetti è una scelta non molto utilizzata in letteratura mentre ad esempio ricorre spesso nel rock, se ci pensi molte canzoni sono scritte così.

Era tanto che volevo fare una cosa del genere e in questo caso mi è sembrato particolarmente adatto innanzitutto perché il protagonista non ha un nome e poi perché, dal momento che il libro tratta una tematica piuttosto forte e che riguarda tutti, è un po’ come parlare direttamente al lettore.

La scelta della terza persona per il fratello è dovuta al fatto che il suo è un po’ il punto di vista più oggettivo, mentre la sensitiva rappresenta l’aspetto surreale del romanzo, una figura carica di ripensamenti, molto poco pacificata con le sue capacità, e mi interessava restituire una figura realistica nella sua fragilità.

Il fatto di scrivere anche per la tv, ha contaminato il tuo modo di affrontare la letteratura?

Io penso di essere uno dei pochi che ha attraversato qualsiasi campo della scrittura: ho cominciato nella pubblicità, ho scritto cortometraggi, lungometraggi, ho scritto per la radio, cosa che richiede delle caratteristiche molto precise di leggibilità e scorrevolezza, per la televisione, per i giornali e anche ovviamente per i libri.

Mi piace pensare che la scrittura può essere uno strumento che accordi a seconda degli ambiti in cui lo eserciti e credo che sia una fortuna avere l’opportunità di esercitarlo in tanti ambiti diversi.

Se devo dire una cosa che mi porto dietro dalla tv è l’esigenza del ritmo, credo che i miei libri abbiano molto ritmo, non hanno lunghi capitoli pieni di digressioni ma capitoli brevi, facili da leggere. Questo forse è un concentrato di quello che mi deriva dalla radio e dalla televisione.

Cercando di svelare il meno possibile del romanzo, possiamo dire che la sessualità ha un ruolo centrale nel libro. Ce ne puoi parlare?
C’è un capitolo fondamentale del libro in cui il protagonista spiega gli aspetti morbosi della sua sessualità: si tratta di una scelta provocatoria. Io credo che il tema centrale del libro sia la morale individuale.

Voglio dire che ciascuno di noi ha un’etica che persegue e che può essere non condivisa. Anzi spesso certe scelte etiche personali vengono fraintese dagli altri e avversate: lo stesso capita al protagonista che fa una scelta morale molto precisa ma che ha molte difficoltà nel momento in cui la propone agli altri.

Alla fine però, quando ti sforzi di capire quella scelta che ti sembra così campata in aria, ne cogli il senso molto profondo. Ecco, io ho cercato di usare il sesso come elemento di etica personale, mi incuriosiva provare a indagare questo rapporto tra sesso e morale, anche se il libro non fa questo precisamente.
fonte www.gay.it, di Giulio Maria Corbelli

Lgbt "TREVOR PROJECT" per l’accettazione delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender giovani


Il ”Progetto Trevor” è un’associazione senza scopo di lucro istituita per promuovere l’accettazione delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender giovani al fine di aiutare la prevenzione del suicidio tra questi gruppi.

Ian Somerhalder, Candice Accola e Katerina Graham supportano il Trevor Project. Non smettero mai di dire quanto favolosi siano i nostri ragazzi e come sia importante che personaggi del genere mandino questo messaggio che può raggiungere i fan in maniera diretta ed efficace.
http://www.moonlightitalia.com/

Per tutte le informazioni sul Progetto e poter donare qualcosa a sostegno del loro meraviglioso lavoro vi rimandiamo al sito:
http://www.thetrevorproject.org/investors/ways-give

Guarda il video a sostegno del Trevor Project nel quale compaiono diverse star e anche i nostri ragazzi…
fonte iansomerhalder.wordpress.com

mercoledì 10 novembre 2010

Lgbt: 13-14 novembre 2010, a Roma convegno in Campidoglio per i vent'anni dei gruppi di cristiani omosessuali romani


‘La sorgente e Nuova Proposta: persone omosessuali in cammino da vent'anni a Roma’ è il titolo del convegno che celebrerà in Campidoglio, luogo simbolo di Roma, il cammino ventennale dei due gruppi di cristiani omosessuali romani.
"Un cammino di accettazione, di servizio e testimonianza che a Roma soltanto La Sorgente e Nuova Proposta possono rivendicare".

"Un cammino lungo e importante che”, come ricorda Andrea di Nuova Proposta, “non ha avuto lo scopo di produrre documenti e studi ma quello di offrire agli uomini e alla donne omosessuali credenti di Roma due spazi dove crescere umanamente e spiritualmente".

Sabato 13 novembre un concerto di giovani musicisti festeggerà i vent’anni dei due gruppi, romani, invece domenica 14 novembre il convegno in Campidoglio sarà l'occasione per riflettere sulla strada percorsa e da percorrere per i cristiani omosessuali romani, grazie al contributo di alcuni relatori d’eccezione:

Gianni Geraci offrirà "Contributi per una storia degli omosessuali cristiani in Italia negli ultimi trent'anni", Franco Barbero rifletterà su "L'accoglienza delle persone omosessuali: storia di un'evoluzione", la pastora Elisabeth Green indagherà su "Il ruolo dell'omosessualità nell'ordine simbolico cristiano" mentre Marco Politi relazionerà su "Gli omosessuali cristiani tra Società e Chiesa”.

Un convegno che vuol festeggiare anche i primi 3 anni del Progetto Gionata (www.gionata.org) ed essere un momento di riflessione per fare “memoria degli amici che ci hanno lasciato, degli amici dei quali non abbiamo più notizia, degli amici che sono nella sofferenza!” in una città eterna i cui abitanti, come ricorda Vinicio del gruppo la Fonte, sono stati capaci “di cogliere le sfide del mondo che li circonda e di guardare oltre...”.

N.B. Poiché la sala "Pietro da Cortona" è sita all'interno dei Musei Capitolini, l'accesso al convegno sarà possibile solo previa esibizione della lettera d'invito che potrete scaricare e stampare dal link seguente:
http://www.nuovapropostaroma.it/uploads/invito%20convegno%20ventennale.pdf

"La Sorgente e Nuova Proposta: Persone omosessuali cristiane in cammino da vent'anni a Roma"
(Roma, 13-14 novembre 2010)

PROGRAMMA
Sabato 13 novembre

- Ore 20.30, Concerto delle Just 4 Jazz Ladies", quartetto femminile specializzato in jazz e swing presso il Salone del Circolo Mario Mieli Roma, via Efeso 2A, ad ingresso libero a contribuzione volontaria.

- Ore 21:30: aperitivo conviviale di festeggiamento

Domenica 14 novembre

Convegno: "La sorgente e Nuova Proposta: persone omosessuali in cammino da vent'anni a Roma”
Roma, sala "Pietro da Cortona", piazza del Campidoglio (presso i Musei Capitolini)

Moderatore: Emilio Carnevali dell'agenzia "Adista"
Relatori:

• ore 10:00: Saluti introduttivi

• ore 10:30: N. Esposito/V. Biscotti -Proiezione del video "20 anni di cammino insieme"

• ore 11:00: G. Geraci - "Contributi per una storia degli omoses suali cristiani in Italia negli ultimi trent'anni"

• ore 11:30: A. De Piano - "I primi vent'anni di presenza dei gruppi di omosessuali cristiani a Roma"

• ore 12:15: F. Barbero - "L'accoglienza delle persone omosessuali: storia di un'evoluzione"

• ore 13: intervallo

• ore 14:30: E. Green - "Il ruolo dell'omosessualità nell'ordine simbolico cristiano"

• ore 15.30 M. Politi - "Gli omosessuali cristiani tra Società e Chiesa"

• ore 16.15: I. Pontillo - "I gruppi di persone omosessuali cristiane in Italia oggi: presentazione del censimento 2009 di Gionata"

• ore 17:00: conclusione dei lavori.
fonte

Film lgbt da rivedere "Boys Don't Cry" storia di un transgender nata donna, che cambiò il proprio nome in Brandon


"Boys Don't Cry" è un film statunitense del 1999, diretto da Kimberly Peirce ed interpretato da Hilary Swank e Chloe Sevigny.

Il soggetto è basato su un fatto di cronaca, le vicissitudini del giovane Teena Brandon, transgender biologicamente donna che cambiò il proprio nome in Brandon Teena, finché fu smascherato, violentato e ucciso da due conoscenti di sesso maschile.

Nonostante la non eccellente distribuzione in USA la pellicola suscitò interesse e consensi, accresciuti con il concomitante assassinio di un teenager gay, Matthew Shepard.

Trama:
Alla fine del 1993 il ventunenne Brandon Teena si trasferisce da Lincoln a Falls City, Nebraska, depressa cittadina di provincia ben nota per la sua chiusura mentale e vari episodi di cronaca nera.

Brandon è generoso, solare e affascinante, ma nasconde a tutti il segreto di essere un transgender.

Ben presto la sua speranza di cominciare una nuova vita lì inizia a realizzarsi: diviene amico della timida Candace Lambert e dei suoi due futuri assassini John Lotter e Tom Nissen, seduce un sacco di ragazze finché non instaura una relazione con Lana Tisdale, una giovane introversa e in crisi con sé stessa, che trova in lui un amore e una devozione senza precedenti e lo ricambia con trasporto.

La situazione precipita quando, a causa di una guida spericolata, la Polizia locale viene a sapere dei suoi piccoli precedenti in altre contee dello stato, del suo processo in corso cui sarà contumace, e soprattutto la sua vera identità: quella di Teena Brandon.

Ciò gli vale la detenzione in un carcere femminile da cui esce su cauzione di una incredula Lana, alla quale racconta di essere un ermafrodito.

Il suo arresto non passa inosservato, finendo sui giornali e nelle mani della famiglia di Lana e di John e Tom.

Questi, inorriditi da quello che considerano un errore della natura, lo trascinano in un posto isolato e lo violentano, costringendolo a scappare da tutto e tutti finché non decide di reagire e denunciare con coraggio i suoi stupratori nonostante il disappunto e l'incomprensione dello sceriffo a causa della sua diversità.

L'unica a non avergli voltato le spalle è Candace: il ragazzo si nasconde da lei, finché Lana non lo ritrova; i due, finalmente chiaritisi e resisi conto di amarsi al di là di qualunque altro ostacolo, progettano una fuga, ma, quando lei torna a casa sua per fare le valigie, incontra John ubriaco e armato. Tentando di depistarlo, convince lui e Tom ad andare a bere una birra insieme e sale sulla loro macchina, che in realtà va dritta da Brandon.

È lì che consumano l'omicidio del ragazzo e quello di Candace, lasciando la figlia di lei orfana e sparendo nella notte. Lana resta fino al mattino dopo accanto al corpo di lui, dopodiché lascia Falls City con in mano una lettera di Brandon.

Il film si chiude con l'anticipazione, tramite delle didascalie nei titoli di coda, di quello che accadde dopo: i due assassini tentarono di fare appello per evitare un'esecuzione capitale e sono tuttora detenuti nel braccio della morte; Lana tornò in città e prese in affidamento la figlia orfana di Candace.
fonte wikipedia.org

Lgbt Musica: Nuova Zelanda, è Mozart l'arma segreta contro la criminalità


Dopo l'introduzione di altoparlanti nell'area pedonale del centro di Christchurch, si sono ridotti drasticamente i piccoli reati e il comportamento antisociale. Un sergente di polizia: "La musica promuove il buon comportamento"

Sydney, Grazie alla musica di Mozart l'amministrazione comunale di Christchurch, Nuova Zelanda, ha liberato dalla microcriminalita’ l’area pedonale nel centro.

L’introduzione di altoparlanti che la suonano nella City Mall, nel giugno 2008, ha ridotto drasticamente i piccoli reati ed il comportamento antisociale riportati dai vigili, da 77 a settimana nell’ottobre 2008 a due per settimana il mese scorso.

Il numero di incidenti legati a droga e alcool e’ crollato da 16 a settimana nel 2008 a zero quest’anno, mentre il numero di volte in cui i vigili hanno aiutato i negozianti da clienti minacciosi e’ sceso da 35 a zero.

‘’E’ noto che la musica classica ha un effetto calmante e riduce il comportamento antisociale” ha detto al New Zealand Herald il direttore dell’associazione commercianti del centro citta’, Paul Lonsdale, promotore dell’iniziativa.

In un primo tempo, l’idea era di suonare musica strumentale tipo easy listening, ma l’effetto calmante della musica classica si e’ rivelato superiore. ‘’La gente si siede e si trattiene in quell’area perche’ si sente piu’ al sicuro’’, ha aggiunto.

Anche il sergente di polizia Gordon Spite, responsabile del centro citta’, riconosce che Mozart ha aiutato a trasformare l’area.
‘’Ha creato un ambiente che promuove il buon comportamento’’, ha detto.
fonte qn.quotidiano.net

A Pisa la prima fiera italiana del libro lgbt


Dal 12 al 14 novembre 2010 si terrà a Pisa, Bookout, la prima fiera del libro a tema LGBT (lesbico, gay, bisessuale e trans) promossa da Arcigay Pisa con il contributo di CESVOT, il Centro servizi volontariato della Toscana.

Bookout coinvolgerà appassionati di libri, esperti di settore e cittadini e cittadine desiderose di approfondire tematiche relative a omosessualità,
lesbismo, transessualità in un evento unico sul panorama nazionale e internazionale per l’ampiezza e l’articolazione dello spazio di dibattito con oltre trenta autori presenti, decine di editori, espositori ed esperti di settore.

E’ la prima volta in Italia che libri, saggi o fumetti che affrontano temi legati all’orientamento sessuale o all’identità di genere conquistano la dignità di un percorso fieristico.

Bookout sarà l’occasione, con una carrellata di presentazioni, reading, conferenze, incontri con ospiti d'eccezione come, tra i numerosi, Ivan Cotroneo, Matteo B. Bianchi, Delia Vaccarello, Tommaso Cerno, Ivan Scalfarotto, Franco Grillini e Francesco Gnerre, per un confronto diretto tra lettori e quegli autori che, con le loro opere, hanno allargato lo sguardo ad all’esistenza delle persone lesbiche, gay e trans gender.

Bookout consentirà l’approfondimento di tematiche al centro dell’agenda politica internazionale come i diritti di omosessuali lesbiche e transessuali e la lotta a discriminazione e omofobia, ma metterà in discussione anche le nuove prospettive nel panorama letterario italiano ed internazionale, a partire dall’esperienza di scrittori celebri e autori esordienti.

Bookout, che sarà ospitata nella Stazione Leopolda di Pisa, un prestigioso edificio storico, avrà anche uno spazio di esposizione-vendita di opere a tematica lgbt per gli editori. Saranno presenti tra gli altri: Il Saggiatore, Feltrinelli, Mimesis, Cicero, Il Dito e la Luna e Fabio Croce e tanti altri.

Marco Michelucci, Presidente di Arcigay Pisa, dichiara: “Le parole sono la forma di comunicazione più utile che esista, ci permettono di imparare, di discutere, di raccontare e di raccontarci. Sono il mezzo più potente per ogni essere umano per conoscere sé stesso e gli altri.

Bookout nasce per dare voce a queste parole, per farle conoscere e per riconoscere la loro esistenza. Un secolo fa, Lord Alfred Douglas, compagno di Oscar Wilde,ha parlato dell'"amore che non osa dire il suo nome".

Oggi non è più così e i tempi sono maturi affinché, con Bookout, la letteratura e la saggistica che parlano “anche” delle vite delle persone lgbt siano ampiamente diffuse e conosciute. Bookout infatti, un evento unico sulla scena nazionale, si rivolge a tutti e tutte”.

Cliccando il lik seguente potrete visionare il programma completo:
http://bookout.it/

fonte www.arcigay.it, Stefano Bolognini, Ufficio stampa Arcigay

martedì 9 novembre 2010

Lgbt Televisione: Luciana Littizzetto risponde a Rocco Buttiglione per l’insulto ai gay


Mi dispiace, ma sono sempre più convinto che l’Italia abbia un solo paladino dei gay attualmente e credo che di questo titolo possa fregiarsi solo Luciana Littizzetto.

Ha capito che con l’arma dell’ironia si può dire di tutto, perfino mandare al diavolo un politico, così come è successo domenica scorsa a “Che tempo che fa” quando ha commentato l’ennesima uscita di Rocco Buttiglione sui gay (“essere omosessuali è come evadere le tasse”).

“Rocco no Siffredi ma ti rendi conto di cosa dici? Non pagare le tasse è reato, si va in galera bottiglia! Ma cosa centra poi?

È come dire che l’Everest è il monte più alto e Parigi è la capitale della Francia, non c’è il nesso capisci?” – ha sentenziato Lucianina. E ha aggiunto: “Certe persone quando diventano politici dicono solo put*****”.

Bravissima Luciana.
Vali molto di più di quegli attivisti che si ritengono tali solo perchè vanno a gridare come pescivendoli da Barbara D’Urso.

Tu hai capito come puoi distruggere il nemico. E sono sicuro che lo farai anche domenica prossima nel commentare l’ultima uscita di “Sire nostro che è in the Sky” … Insomma, avete capito!
fonte http://www.gaywave.it/articolo/luciana-littizzetto-risponde-a-rocco-buttiglione-per-l-insulto-ai-gay/24155/

Lgbt: Fumetti gay alla conquista di Lucca Comics nonostante Silvio


Importante la presenza del fumetto gau all'edizione 2010 di Lucca Comics & Games, grazie all'iniziativa spontanea di alcuni editori.
Un notevole progresso, nonostante gli attacchi alla comunità lgb

Lo scorso week end si è tenuta l'edizione 2010 di Lucca Comics & Games, la più importante manifestazione italiana dedicata al fumetto e all'immaginario pop.

Prima di entrare nel vivo e di parlare delle novità lgbt presenti quest'anno è però doverosa una premessa.
Nelle più importanti fiere del fumetto del mondo gli spazi ufficiali dedicati al fumetto lgbt sono ormai immancabili: in Spagna, Francia, Giappone e, soprattutto, Stati Uniti.

Infatti le maggiori fiere di fumetto americane dedicano almeno una conferenza al giorno al fumetto lgbt, e non mancano neppure le fiere dedicate unicamente a questo genere di fumetto.

In queste occasioni si promuovono addirittura raccolte fondi e aste benefiche per aiutare la comunità gay e premi in denaro per finanziare i fumettisti gay emergenti.

Al ComiCon di New York c'è persino una raccolta fondi dedicata alla memoria della doppiatrice transessuale Maddie Blaustein (voce storica della versione americana dei Pokemon)...

Merito anche degli attivisti gay americani, che hanno capito da tempo come può essere produttivo concentrarsi su aree di intervento specifiche (come i fumetti), magari seguendo le loro passioni.

In Italia le associazioni, invece, preferiscono chiedere finanziamenti pubblici per iniziative che coprono aree di interesse più vaste.

Non stupisce, quindi, che nemmeno a Lucca Comics & Games 2010 ci siano state iniziative gay o gay friendly di alcun tipo, e per questo acquisisce ancora maggior valore l'operato di tutti quegli editori, spesso medio piccoli, che contando solo sulle proprie forze hanno scelto di puntare sul fumetto a tema gay.

Perchè un conto è farlo nell'America di Obama (che nonostante i problemi elettorali non vuole rinunciare ad aprire l'esercito ai gay dichiarati) e un conto è farlo in Italia, dove le esternazioni del nostro premier sono quello che sono.

Un plauso, quindi, alla Kappa Edizioni che, grazie anche alla sua nuova etichetta Ronin Manga, ha dedicato un terzo del suo stand ai fumetti a tema gay (fra manga, made in Italy e Ralf Konig).

Un grazie alle Edizioni Voilier che hanno osato presentare in Italia Black Wade (il primo fumetto omoerotico italiano pubblicato ufficialmente nel nostro paese), con tanto di autore che realizzava disegni per i fans, e alla Purple Press che ha deciso di ristampare Psycopathia Sexualis (un fumetto spagnolo che tanti guai ebbe in Italia negli anni '90, mettendo bene in luce l'arretratezza culturale del nostro paese).

Tanto di cappello anche a tutti quegli editori che, pur puntando su titoli più commerciali, non si sono fatti problemi a pubblicare titoli che promuovono una cultura gay friendly: dalla Lizard che ha pubblicato Scott Pilgrim, alla GP che ha iniziato a ristampare Sailor Moon, alle edizioni BD che hanno ripreso il seguito ufficiale a fumetti della serie televisiva di Buffy l'Ammazzavampiri (dove anche la protagonista ha esperienze omosessuali).

Rendiamo anche merito all'Ysal, che continua a importare boys love (e qualche bara manga) dal Giappone e all'associazione culturale Teke, che da qualche tempo ha ripreso a promuovere i boys love made in Italy, senza dimenticare la Black Velvet, che ha continuato ad esporre senza problemi i Racconti Estremi di Gengoroh Tagame.

Il contributo, spesso inconsapevole, di questi e di tanti altri editori alla causa gay è sicuramente molto importante e, oggi, rappresenta un vero e proprio baluardo di civiltà in una realtà italiana che non sta certo dando il meglio di sé.

D'altra parte è proprio per merito del loro lavoro costante che, quest'anno, a Lucca si sono visti prodotti che una decina di anni fa sarebbero stati del tutto inconcepibili in una fiera di fumetto italiana (primo fra tutti Black Wade, che peraltro sta ottenendo un inaspettato successo).

Certo, siamo ancora molto lontani dai livelli delle grandi fiere americane, ma forse siamo sulla buona strada ed è solo questione di tempo. Staremo a vedere.
fonte www.gay.it, di Valeriano Elfodiluce
http://www.gay.it/channel/comics/30766/Fumetti-gay-alla-conquista-di-Lucca-Comics-nonostante-Silvio.html

Lgbt USA “True Colors” diventa l’inno contro il bullismo e i suicidi tra gli adolescenti gay


La campagna mediatica americana It Gets Better, che si è fregiata di contributi eccellenti, come quello del presidente USA Barack Obama, si arricchisce di un nuovo emozionante filmato per dire basta al bullismo contro le persone lgbt e l’ondata preoccupante di suicidi tra i giovani omosessuali.

Il video che vedete qui è stato girato dal Gay Men’s Chorus of Los Angeles, il coro composto da gay e lesbiche della metropoli californiana, che, insieme ad alcuni amici e famigliari, intonano l’indimenticabile inno arcobaleno True Colors di Cindy Lauper.
fonte gaymagazine.it, Via – Advocate

Lgbt Croazia: transgender rischia l’espulsione e quindi la lapidazione


Una persona transgender residente in Croazia, rischia l’espulsione verso il suo paese, le Filippine, dove potrebbe incorrere nellla pena di morte per lapidazione.

Attualmente April, questo il suo nome, si trova in un centro per clandestini a Jezevo in attesa di espulsione, come ha raccontato il suo compagno Marko agli organi di informazione croati.

In precedenza il tribunale aveva stabilito che April avrebbe potuto attendere la risposta alla sua richiesta di asilo politico senza lasciare il paese balcanico, ma comunque libera; tuttavia, dal momento che la prima sentenza si è poi rivelata per lei negativa, la polizia ha provveduto al suo arresto.

Ora il magistrato ha stabilito che April può rimanere nel centro temporaneo ad attendere la risposta al ricorso in appello da lei presentato, lasciando il suo compagno nella più assoluta disperazione.

La coppia si era conosciuta due anni fa tramite internet e Marko si era trasferito nelle Filippine dove insieme avevano aperto un negozio.

Aprile, tuttavia, era divenuta oggetto di scherno e di aggressioni transfobiche e persino il fratello, stando a quanto racconta Marko, aveva minacciato di ucciderla.

La polizia filippina non prestava la minima assistenza, anzi, scherniva la persona transgender e così i due avevano deciso di ritornare in Croazia.

All’inizio Aprile, che è biologicamente maschio, aveva avuto un permesso di soggiorno per tre mesi, scaduto il quale è subentrato lo stato di clandestinità.
fonte gaylib.it di Guido Keller

lunedì 8 novembre 2010

Lgbt Appello per la vita di Mahtab, transgender perseguitata in Iran, e di suo marito Saleh


Il Gruppo EveryOne raccoglie l’appello internazionale lanciato dall’organizzazione Iranian Railroad for Queer Refugees riguardo a due casi umanitari gravi e urgenti.

Si tratta dei rifugiati Mahtab, una donna transgender, e di suo marito Saleh. Mahtab e Saleh sono iraniani e hanno vissuto nella discriminazione e nell’umiliazione.

Nonostante formalmente la legge iraniana non condanni le persone transessuali, esse sono perseguitate dalle autorità e dalla stessa società islamica, come dimostrano le persone transessuali assassinate dalle loro stesse famiglie e le continue minacce di morte ricevute dalla stessa Mahtab.

Purtroppo la tolleranza apparente a volte trae in inganno il mondo democratico e l’Alto Commissario per i Rifugiati non ha accolto, fino a oggi, il disperato appello di Mahtab e Saleh, che chiedono protezione umanitaria per evitare una vita caratterizzata da esclusione sociale, terrore e violenza.

Le organizzazioni che si occupano dei diritti delle persone Lgbt e delle donne in Iran, come IRQR o EveryOne, conoscono bene questa drammatica realtà e come le donne transgender e i loro compagni siano a tutti gli effetti dei perseguitati.

Attualmente la coppia si trova in Turchia, Paese che non riconosce il diritto di asilo agli iraniani perseguitati.

Anche in Turchia, purtroppo, a causa della forte presenza degli integralisti islamici, i due corrono gravi pericoli. La sola speranza di salvezza che hanno è quella di trasferirsi urgentemente in Canada, dove saranno seguiti dai legali di IRQR per ottenere accoglienza.

Il Gruppo EveryOne appoggia la campagna promossa da IRQR: una raccolta fondi che consenta ai due di sopravvivere in Canada fino a quando non saranno completate le procedure di accoglienza ma contemporaneamente chiede all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati di riconsiderare la propria decisione e riconoscere a Mahtab e Saleh i diritti che derivano dalla loro condizione di perseguitati e dai rischi di trattamenti inumani e degradanti nonché di morte che correrebbero se rimpatriati nella Repubblica Islamica.

Il Gruppo EveryOne chiede inoltre al Parlamento europeo, alla Commissione europea e al Consiglio d’Europa di adoperarsi con ogni strumento diplomatico e di accoglienza affinché una nuova tragedia sia evitata a due esseri umani che non hanno colpe, se non quella di appartenere a una categoria socialmente perseguitata
fonte www.womenews.net, di EveryOnegroup

Lgbt Firenze: Verdure e slogan, l'Arcigay in sit-in


Ha radunato oltre 150 persone, il sit-in davanti alla Prefettura organizzato per protestare contro le esternazioni di pochi giorni fa del premier contro i gay

Ortaggi, slogan e bandiere colorate dell'Arcigay. Ha radunato oltre 150 persone, il sit-in davanti alla Prefettura di Firenze organizzato per protestare contro le esternazioni di pochi giorni fa del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi («Meglio essere appassionati di donne che gay») che hanno provocato le reazioni del mondo delle associazioni legate alla comunità Lgbt.

All'appuntamento dal nome ironico «Porta un finocchio per Silvio» non c'erano solo rappresentanti delle associazioni omosessuali ma anche tanti giovani arrivati per solidarizzare con chi è stato offeso dalla battuta di cattivo gusto del Presidente.

All'appuntamento promosso da Arcigay Firenze, i partecipanti erano invitati a portare un finocchio come segno di protesta. «Regaliamo finocchi al Presidente del Consiglio», spiegano gli organizzatori. Bandiere, megafoni, striscioni e cartelli per di “no all'omofobia”.

«Vogliamo esprimere tutto il nostro sdegno per le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, dovrebbe rappresentare tutti, non solo se stesso - spiega Matteo Pegoraro dell'Arcigay Il Giglio Rosa di Firenze
Siamo stanchi di subire vessazioni a pochi mesi dalle violenze ai danni di omosessuali come quelle di Viareggio, Roma e Firenze».

E per quanto riguarda la situazione di Firenze, «siamo più fortunati rispetto ad altre città, continua Pegoraro, perché qui le istituzioni sono sensibili a queste tematiche». Al sit in fiorentino ha partecipato anche la parlamentare del Pd, Paola Concia: «Credo che l'affermazione di Berlusconi sia primitiva e facile da capire.

Questa è la ragione per cui l'ha fatta. Tutti gli italiani dovrebbero indignarsi». Tra gli applausi dei partecipanti la parlamentare Pd continua: «Come se non avessimo capito il valore della diversità, come se fossimo fermi all'età della pietra».

GLI SLOGAN «Sono orgogliosa di fare la travestita - Sono omosessuale e ne vado fiera». A prendere la parola sono stati in tanti, e non solo i rappresentanti dell'Arcigay.
«Dopo questa iniziativa dobbiamo andare avanti, ha detto Tommaso Grassi, Consigliere Comunale, Verdi,Gruppo Spini

Io non sono omosessuale però mi sento vicina a tutte le persone che sono state offese, ancora una volta, ha spiegato Serena venuta davanti alla Prefettura insieme a un gruppo di amiche - E' per questo che siamo qui a condividere la protesta».
fonte corrierefiorentino.corriere.it, Claudia Banchelli

Film "Be Movie" Bari la rassegna cinematografica lgbt "Vaggio nella cultura omosessuale e transessuale"


Video musicali e lungometraggi interamente dedicati al mondo omosessuale.
E’ questo il contenuto di Be Movie, rassegna cinematografica che prenderà il via l’ 8 novembre a Bari, presso il Cinema ABC in via Marconi, 41.

Dietro al progetto si trova l’associazione culturale Between e dall’Agis / Centro di cultura cinematografica ABC, sala capofila del circuito “D’Autore” di Apulia Film commission.

Ogni lunedì verrà proiettato un videoclip con protagoniste le più grandi icone gay della storia della musica, (Abba, David Bowie, Annie Lennox, Madonna, Barbra Streisand, Prince, I Queen, Boy George, Elton John) a cui seguirà un film a tematica lgbt.
Il cineforum si concluderà il 3 gennaio 2011.

La prima proiezione è dedicata al controverso "I love you Philip Morris"
(Colpo di fulmine, Il mago della truffa, come lo hanno discutibilmente titolato qui in Italia)
prima però si potrà ammirare Dancing Queen degli Abba.
fonte gayprider.com

Lgbt Sport USA: transessuale nella squadra di basket


Una studentessa di Washington sarà il primo transessuale a giocare nella squadra di basket maschile, la National Collegiate Athletic Association.

Si chiama Kye Allums ed ha 21 anni, frequenta la George Washington University, valida giocatrice che rimarrà ancora nella squadra femminile questo mese, sebbene sia già trattata come fosse un uomo.

La ragazza giocherà ancora nella squadra femminile, almeno fin quando non inizierà la terapia ormonale.
In un’intervista al sito web gay Outsports, Allums ha dichiarato di aver deciso di sottoporsi all’intervento diversi anni fa smettendo di nascondere ciò che era realmente.

All’inizio si vedeva come una lesbica a scuola ma ha realizzato di essere un transessuale dopo una lite con sua madre che insisteva a chiamarla signorina.

Si sentiva strana, non al posto giusto e tutti intorno a lei non potevano capire.
È ben risaputo che esperienze di questo genere, per cambiare sesso, sono davvero difficili da affrontare. Si è fatto forza da sola cercando aiuto e supporto su internet, ha così capito che non era poi cosi tanto strano ed ha cercato di farsi accettare.

Durante il suo secondo anno in un’università ha iniziato a spiegare ai suoi amici che era un maschio, spiegando loro la differenza tra identitàbiologica e identità di genere.

Alla fine, ha avuto il coraggio di raccontare tutto al suo allenatore di basket che l’ha sostenuta invece di discriminarla.
Sebbene sia già trattata come se fosse un uomo, la ragazza continuerà a giocare nella squadra femminile.

Il trattamento ormonale per diventare uomo inizierà dopo l’ultima partita. L’università gli ha riconosciuto l’idoneità a giocare per la squadra femminile almeno fin quando si attiene a non sottoporsi ad alcuna cura ormonale o uso di farmaci vietati.

In un’intervista rilasciata per Outsports, la studentessa ha detto di essere intenzionata a fare un cambiamento radicale, modificando anche nome e cognome perché presto inizierà una nuova vita con una nuova e vera personalità.

I compagni di squadra come l’allenatore hanno deciso di supportarla e sostenerla.
fonte gaywave Via | Advocate

domenica 7 novembre 2010

Lgbt Politica: Genova Finiani in piazza con i Gay contro le parole di Berlusconi


C'erano anche gli esponenti di Futuro e Libertà, assieme a quelli di Generazione Italia, a manifestare assieme agli omosessuali ieri in piazza De Ferrari.

Il presidio era stato organizzato per protestare contro le parole del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, a Milano, per difendersi dal pesante scandalo a sfondo sessuale, aveva dichiarato che era "meglio guardare una bella ragazza che essere gay".

Le frasi del premier erano state duramente contestate da buona parte del mondo politico italiano e, ovviamente, dalle associazioni omosessuali che, a Genova, hanno deciso di scendere in piazza.

Inedita l'adesione dei Futuristi che, in questo weekend, sono riuniti a Bastia Umbra, in provincia di Perugia, per dettare la linea del partito che verrà.

L'appoggio diretto alle istanze del mondo omosessuale sono di certo un novità nel panorama politico del centro destra italiano e sembrano allontanare sempre di più il nuovo movimento di Gianfranco Fini dal Popolo della LIbertà
fonte cittadigenova.com, foto www.comincialitalia.net

Lgbt Cinema: Firenze 28 novembre 2010, al Florence Queer Festival una rassegna su ‘fede e omosessualità’


Dal 26 novembre al 2 dicembre 2010 arriva a Firenze il Florence Queer Festival con una settimana ricca di film internazionali, incontri con registi ed autori, mostre ed eventi che vogliono raccontare il variegato universo gay, lesbico e transgender.

Tra le tante novità in cartellone segnaliamo che, domenica 28 novembre 2010, sarà proposta un’intera giornata di film e documentari internazionali sul tema ‘fede e omosessualità’.

Sei proiezioni e un incontro-dibattito a più voci per lanciare uno sguardo inedito su una realtà sconosciuta, ovvero quella dei credenti omosessuali, ma anche un invito al dialogo e al confronto, nella società e nelle chiese, su questi temi.

Una maratona di undici ore di cinema fatta di storie, immagini e incontri.

Si inizia alle ore 15 con il documentario animato ‘Fish out of Water’ (USA, 2009), un’ironica e serena riflessione, a più voci, sui sette versetti della Bibbia che vengono usati per condannare l’omosessualità.

Al termine del documentario la regista e la produttrice, insieme alla dott.sa Arianna Petilli, autrice di una ricerca sull’omofobia interiorizzata negli omosessuali cattolici e non, si confronteranno col pubblico.

Seguirà il film ‘Cul de Sac’ (Inghilterra, 2010) , racconto autobiografico per immagini sull’attrice mussulmana Kiana Firouz, in fuga dall’Iran dove rischia la pena di morte perché lesbica.

Alle ore 18 un piccolo capolavoro, ad ingresso gratuito, il toccante Prayers for Bobby (USA, 2009) con una meravigliosa Sigourney Weaver che interpreta una devota madre cristiana incapace di accettare l’omosessualità del figlio più giovane.

Solo il suicidio del figlio la porterà a interrogarsi su ciò in cui crede e la spingerà a cambiare in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare. Un film tratto da una storia vera e vincitore di numerosi riconoscimenti cinematografici.

A seguire Children of God (Bahamas, 2009) che, ambientato nella natura incontaminata delle Bahamas, racconterà una delicata storia di amore omosessuale vissuta con coraggio in una società impregnata di omofobia religiosa.

Alle ore 22.30 il film Hannah Free (USA, 2009) offrirà una nota leggera in una giornata densa di emozioni, raccontando l’amore contrastato tra due donne, capace di attraversare il tempo e l’inconciliabilità delle loro scelte di vita.

A mezzanotte la rassegna chiude con il docu-film Out in the Silence (USA, 2009) che racconta la catena di eventi innescata dalla pubblicazione in un piccolo centro dell’America rurale, dell’annuncio di matrimonio del regista Joe Wilson con il suo compagno.

Una storia vera che è un sorprendente viaggio tra odio e intolleranza, fede e speranza ma è anche il racconto della trasformazione che è possibile quando si ha il coraggio di rompere il silenzio della paura e dell’intolleranza.

Domenica 28 novembre il Florence Queer Festival propone a tutti una giornata per riflettere, per interrogarsi e per discutere su “Fede e omosessualità”.
Un viaggio in sei film nella suggestiva cornice dello storico Cinema ODEON in Piazza Strozzi a Firenze.

Il cartellone completo del Florence Queer Festival, inserito nella “50 giorni di cinema internazionale’ della Regione Toscana ed organizzato dall’associazione IREOS di Firenze, potrà essere consultato per intero su
www.florencequeerfestival.it

Un’occasione da non mancare. E tu che fai? Vieni con noi al Florence Queer Festival di Firenze? Ti aspettiamo.
fonte kairosfirenze.wordpress.com

Lgbt "Give a Damn" la nuova campagna di Cyndy Lauper


Cyndy Lauper, da diversi anni impegnata nella tutela dei diritti gay con la sua associazione Fund True Colors, ha creato una nuova campagna per il sostegno dei diritti della comunità lgbt.

La nuova campagna si chiama “Give a Damn” (letteralmente: mi interessa), e questa volta la celebre cantante ha deciso di coinvolgere anche dei testimoni più o meno famosi, primo fra tutti il bel Ricky Martin (che nel video è davvero niente male..!), seguito dal collega omosessuale Elton John, l’attrice e cantante Idina Menzel, Wanda Syker e Rachael Harris.

Nei vari video creati per questa importante campagna, le celebrità coinvolte dicono la loro circa l’omofobia, che costringe troppe persone omosessuali e transessuali a vivere nella paura e nella clandestinità semplicemente perché considerate “diverse”.

“Immaginate di stare camminando per strada, e di dovervi chiedere se verrete picchiati semplicemente per il vostro orientamento sessuale“. Per questa ragione le celebrità hanno deciso di dire la loro, perché nessuno debba più camminare per strada con questa paura che li tormenta.

Con i video della campagna “Give a Damn”, la Lauper ed i suoi colleghi vogliono coinvolgere il più alto numero di persone possibili, affinché tutti si impegnino per bloccare una volta per tutte gli orribili crimini d’odio che avvengono in tutto il mondo contro le persone lgbt.
fonte gaywave via gayburg




Lgbt, La foto del giorno: Harry Potter, Daniel Radcliffe in reggiseno


No, no e no. Questa non è una foto rubata dal set di Harry Potter e i doni della morte-parte 1 in cui Daniel Radcliffe, protagonista nei panni del maghetto Harry si rilassa nel suo camerino.

Non è neanche tratta dalla sua prossima opera teatrale in cui interpreta un transessuale pentito.

Non è neanche un gioco erotico tra lui e Rupert Grint.
Trattasi di una delle scene del film Harry Potter e i doni della morte-part 1.
fonte gossipblog.girlpower.it

Lgbt benessere, nuove tendenze fitness: la danza del ventre


Tra le varie tendenza che impazzano nel mondo del fitness e dello sport la nuova, lanciata come sempre dalle celebrities più in vista, è quella della danza del ventre.

Lasciati da parte tappetini elastici, step e ciclettes ora le donne impazziscono per la sensuale danza orientale che oltre a conferire un certo fascino pare abbia il merito di conferire insospettati benefici fisici.

I principali? i movimenti sensuali e ondeggianti tipici di questa esotica danza pare richiamino quelli del parto e della fecondazione ottenendo un beneficio salutare a tutto l’apparato genitale femminile. E non è tutto!

La torsione del busto e dei fianchi irrobustisce la muscolatura dorsale divenendo un vero toccasana per problemi lombari e scoliosi, i fianchi si assottigliano e le gambe irrobustiscono.

Ma quali sono i segreti del suo successo? Innanzitutto i requisiti fisici richiesti: per la prima volta le donne non dovranno confrontarsi con compagne bioniche tutte muscoli e bibite energetiche ma potranno sfoggiare orgogliosamente quel filo di pancetta spesso mimetizzato da felpe o maxi pull che sembra invece sia specificatamente richiesta per questa disciplina.

La danza del ventre infatti non punta a fisici necessariamente longilinei ma alla sensualità interiore del singolo individuo che può emergere tanto da una taglia forte quanto dalle corporature più esili.

In secondo luogo, l’ampia fascia d’età di richiamo: secondo gli insegnanti una classe standard è composta da allievi tra 25 e i 50 anni, nonostante negli ultimi tempi si sia verificato un incremento di iscrizioni nella seconda fascia.

E il famoso luogo comune che questo tipo di danza comporti il rischio di far uscire la tanto temuta “pancetta”? Tutte sciocchezze. Pare infatti che questo fenomeno avvenga solo nel caso in cui i muscoli della pancia siano già ricoperti da uno strato di grasso e che irrobustendosi lo facciano fuoriuscire. Ma nel caso opposto, state pur tranquille che non comparirà per magia!
fonte newnotizie.it, Arianna Ligas