sabato 19 giugno 2010

Lgbt, Rifiutare l'Omofobia e la Transfobia. Un video in tempo di Gay Pride


Molti diffidano di Facebook, ma sempre più spesso quella community riesce a dare segnali di partecipazione su temi sociali, sulle sfide da affrontare per rendere civiltà quello che spesso si presenta come intolleranza e inciviltà. Così, un gruppo di Fb, “Rifiuta l’omofobia, rinnega il razzismo, abbatti il pregiudizio“, con quasi 7.500 membri iscritti, ha realizzato dei filmati che ora girano su youtube e che si rivolgono alla coscienza civile di tutti per cercare di debellare ogni forma di discriminazione e di violenza, particolarmente quella rivolta a gay, lesbiche transessuali. La diversità, di questi tempi, da valore è diventata oggetto di persecuzione, di disprezzo, usata da facinorosi individui che mal sopportano una tale convivenza con quello che per loro è normalità.

Il video sopra, come quello che vedrete dopo il salto, è semplice nella tecnica ma profondo e toccante nel messaggio. Rifiutare l’omofobia o il razzismo è oggi un impegno che si è fatto urgente, causa gli episodi di questi giorni, settimane, mesi; si è fatto urgente in un paese che non ricorda più le proprie tragedie passate, delle divisioni che si son fatte sangue e guerre, e che torna ad aspirare agli imperi dai confini casalinghi, al disprezzo verso pelli scure o gialle, a ristabilire il macho gallismo che imbratta le strade di ossa spaccate e di carni ferite ai danni di chi ama persone dello stesso sesso.

Tocca a questa minoranza che siamo riprendere il dialogo con la società civile, con le nostre famiglie, con gli amici e le istituzioni, affermando che l’omosessualità non è tolleranza ma accoglienza, dialogo e che non vi sono ragioni serie per non battersi al nostro fianco per avere gli stessi diritti di cui loro godono. Ci sono ancora padri, madri, fratelli, che davanti ad una omosessualità in famiglia, si sentono smarriti, chiedono aiuto a psichiatri, parroci e meggeri, convinti che si tratti di malattia o di una pericolosa transizione. Succede ancora oggi. Succede perché coloro che dovrebbero difendere ogni cittadino non ce la fanno, presi come sono, da una politica senza diritti per difendere i loro. Succede perché gli insegnanti a scuola e i genitori a casa, crescono ragazzi facili alla violenza, e continuano a chiedere, persino a pargoletti di pochi anni, se hanno il fidanzato o la fidanzata, e non puniscono abbastanza severamente coloro che deridono un eventuale compagno o compagna omosessuale.

Quanto accaduto a Emilio Rez dimostra quanto possa essere incivile, fraudolenta, meschina e pericolosa l’omofobia. Non capiamo la ragione di questa nuova, cruenta esibizione di omofobia da parte di alcuni, c’è una violenza che striscia e colpisce, certa persino che la politica non ha alcuna intenzione di colpirli con leggi che ha quasi tutta l’Europa, dove i reati di odio e di omofobia diventano un’aggravante.
Reagire, denunciare, diffondere civiltà, accoglienza e democrazia. Questo è quanto oggi possiamo fare.
fonte queerblog

Lgbt, Coming out gay durante un talent show francese alla "Amici"


Ramon e François sono due concorrenti di “Nouvelle Star“, un talent show in onda in Francia, mix tra “Amici” e “Superstar”. Ma i due ragazzi, sfidanti in una puntata del programma, avevano un segreto. Dietro le quinte dello show era infatti scattata la scintilla e i due si erano innamorati. La cosa non era pubblica, ma durante una loro esibizione hanno deciso di rendere partecipi tutti i telepettatori.

Come? Durante la sfida sotto le note di “Vous permettez monsieur”, mentre il pubblico era attento a chi scegliere tra i due, quale interpretazione fosse la migliore, i due, al termine, si sono baciati sulle labbra con trasporto, provocando stupore (e applausi).

E mi immagino se accadesse anche da noi, in un qualsiasi reality o talent, una scena del genere. In prima serata. In diretta. Secondo me la telecamera scenderebbe in picchiata a terra, sfumerebbero la scena e nella puntata dopo i due ritornerebbero, entrambi, con una “pronta fidanzata futura moglie”.
fonte TgCom

Lgbt, Anziana arrestata per aver minacciato il vicino di casa gay e il loro avvocato


Quello di cui vi parliamo è un caso non troppo raro, purtroppo. Una donna è stata denunciata (in primis) per aver perseguitato il vicino di casa e la madre. Il motivo? Il figlio era gay dichiarato e il genitore “di facili costumi” (sempre secondo la donna accusata). Ma c’è qualcosa di “originale” nella vicenda.

La cosa particolare? Viola Heineman ha 81 anni ed è autrice di una serie di telefonate minatorie e di insulti. Talmente frequenti e violente da aver costretto la famiglia a chiedere l’intervento della polizia, perché preoccupati per la propria incolumità. L’avvocato delle vittime si è recato dalla donna per spiegarle la situazione e convincerla a smettere, in maniera civile. Ma la donna, seccata, si è prima rifugiata in cucina per poi uscire con un bastone di metallo, urlando: “Ora ti colpisco con questo!“. Ed è stato a quel punto che è intervenuta la polizia e ha arrestato l’anziana.

Ora è accusata di stalking e di aggressione. E la notizia mi ha portato alla mente la storia di un mio amico che, da qualche mese, dopo essersi trasferito in un appartamento, continua ad essere oggetto di insulti e offese da parte dei vicini di casa, con epiteti volgari e in merito alla sua omosessualità non nascosta. A voi è mai successa una situazione del genere con il vostro vicinato?
Fonte Woai

Libri: “Professione Personal Shopper” di Monica Sirani


Il vostro sogno è sempre stato quello di diventare delle Personal Shopper? In Italia non si sapeva nulla di questa professione e voi eravate già a caccia di libri, guide e corsi? Se siete davvero interessate a diventare delle personal shopper professioniste un libro che certamente può aiutarvi a capire come ci si deve muovere, cosa fare e cosa e dove studiare è il nuovo libro “Professione Personal Shopper” di Monica Sirani, un volume di 128 pagine dove troverete tutto quello che vi siete sempre chieste ma di cui non avete ancora trovato risposte valide e soddisfacenti.

“Professione Personal Shopper” di Monica Sirani è un libro nuovo e fresco, l’autrice è una fashion addicted e personal shopper professionista che si è fatta le ossa tra Londra e l’Italia e che adesso ha deciso di condividere la sua esperienza.

Monica Sirani ha lavorato a Londra come Style Advisor ed adesso in Italia ha fondato una agenzia che si occupa di consulenza e servizi esclusivi di personal shopping, nel suo libro “Professione Personal Shopper” ci spiega in costa consiste la professione di personal shopper, molto citata ma poco conosciuta nello specifico. Ci spiega come coniugare shopping e business, ci spiega come occorrano determinate skills e la conoscenza di tecniche e strategie specifiche.

Per diventare personal shopper non basta essere delle fashioniste con le mani bucate, bisogna saper consigliare le persone, prevedere i loro bisogni e i loro desideri, captare i trend di stagione ed essere sempre aggiornate su tutto, è un lavoro a tutti gli effetti e come tale, per farlo occorre studiare.

Nel libro inoltre Monica vi darà delle dritte con suggerimenti pratici e documenti utili per iniziare la vostra carriera e avviarvi alla professione di personal shopper. “Professione Personal Shopper” di Monica Sirani è edito da Casa Editrice Franco Angeli e lo trovate in tutte le librerie.
fonte pourfemme, Foto da www.modaonline.it

LGBT, ROMA "GAY VILLAGE" IN TREMILA A INAUGURAZIONE CON VENDOLA E LUXURIA


Tremila persone hanno preso parte,all'inaugurazione della nona edizione del Gayvillage, che, da quest'anno, è ospitata nella sede del parco del Ninfeo. Una location che, dopo le polemiche degli anni scorsi, dovrebbe resistere per tre anni. A salutare l'avvio della manifestazione, sul fronte istituzionale, in rappresentanza del Comune di Roma, Umberto Croppi, assessore alla Cultura, ma anche Paola Concia, deputata Pd, Vladimir Luxuria, Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, l'ad di Eur Spa, Riccardo Mancini, e il presidente del Municipio XII, Pasquale Calzetta. Cerimoniera sul palco, Imma Battaglia, presidente di Dìgayproject, ideatrice e organizzatrice della manifestazione.

"Questo è ormai un evento stabile, a Roma - ha esordito Croppi, parlando al pubblico - che sottolinea la ricchezza di questa città. Sono contento di essere qui, perché quest'anno, dopo i problemi delle passate edizioni, abbiamo trovato una zona di sicurezza per i prossimi tre anni". Soddisfatto del trovato accordo anche Mancini, ad di Eur Spa, il "padrone di casa", che con l'associazione Dìgayproject ha lavorato alla collocazione nel parco del Ninfeo: "Quest'anno ci siamo molto impegnati affinché questo spazio resti invariato per tre anni. Questa è una manifestazione di grande livello, da noi molto sentita".

"Con questa sede - ha detto Calzetta - abbiamo raggiunto un equilibrio, trovando uno spazio idoneo per una manifestazione, che non disturbi, in termini di
decibel, il quartiere. Agli organizzatori vanno i miei complimenti".

Da parte sua, Imma Battaglia ha voluto ringraziare tutte le istituzioni, per l'impegno che hanno profuso nel rendere possibile questa nona edizione del Village. "La nostra è una manifestazione che va oltre le ideologie e le barriere - Non è un evento banale, bensì una conquista di tutti. E' un sogno faticosissimo da conquistare. Qui lavoriamo per un anno intero, e lo facciamo con passione. Il nostro è anche un lavoro culturale, quello che stiamo facendo. I contenuti sono migliorati, basti pensare che quest'anno ospiteremo un festival dei documentari". "Il Gayvillage - ha concluso - è al di sopra di tutti gli schemi. Noi possiamo vincere soltanto se uniamo diverse anime e diverse culture: ed è questo il lavoro che stiamo facendo qui".

Vendola, da parte sua, ha esordito dicendo che lui "non ritiene di dover ringraziare le istituzioni, perché questo è un appuntamento conquistato da tutti i gay". "Non sono più disposto a chiedere il permesso per fare ingresso nella società dei diritti - ha proseguito il governatore - Abbiamo pagato un alto prezzo, per la nostra libertà, e per questo non voglio dire grazie a nessuno". Per la Concia , il Gayvillage potrebbe "essere un luogo che risvegli dal torpore la politica".

Vladimir Luxuria prende di petto quelle che definisce "beghe" del movimento omosessuale: il riferimento è al Gay Pride romano, a cui il Mario Mieli ha comunicato, in una nota, di non volervi prendere parte. Parlando dal palco del Gayvillage, che ieri ha aperto i battenti nel parco del Ninfeo, all'Eur, ha detto: "A Roma si stanno verificando sempre più violenze contro i gay. Non so come spiegare alla madre di un gay che è stato aggredito, e il cui figlio ha le crisi di pianto perché non vuole uscire di casa, le nostre beghe sul Gay pride. Invece è importante esserci. E' molto più importante delle beghe di certe primedonne del nostro movimento". Da qui l'invito alla folla ad "andare in massa al Pride".

"A Roma sono aumentate le violenze a danno dei gay, e per questo molto stranieri stanno disdicendo le loro vacanze nella capitale". Lo ha detto Vladimir Luxuria, parlando ieri sera dal palco del Gayvillage, che ha aperto i battenti nella nuova location del parco del Ninfeo. Luxuria, però, si è anche augurata che l'evento organizzato all'Eur da Imma Battaglia, storica leader del movimento GLBT, "possa mandare un messaggio positivo agli stranieri, convincendoli che
Roma può ancora essere una bella città in cui trascorrere una vacanza". "In questo senso - ha detto - il Gayvillage è una sorta di piccolo risarcimento per il bullismo verso i gay della capitale".
Fonte: Omniroma

venerdì 18 giugno 2010

Lgbt, NON PIU' INTERVENTI CHIRURGICI PER I DOCUMENTI, DICE LA WPATH COMUNICATO STAMPA DELLA WORLD PROFESSIONAL ASSOCIATION FOR TRANSGENDER HEALTH


(ex Harry Benjamin Foundation)
Il Consiglio di Amministrazione del World Professional Association for Transgender Health (WPATH), nell'interesse della salute e del benessere delle persone transessuali e transgender in tutto il mondo, in data 16 giugno 2010, ha emesso la seguente dichiarazione di riconoscimento di identità:

Nessuna persona dovrebbe essere sottoposta ad intervento chirurgico o accettare la sterilizzazione come condizione necessaria al riconoscimento di identità.

Se deve essere richiesto un marcatore del sesso per i documenti d'identità, questi potrebbe essere il riconoscimento del genere vissuto dalla persona, indipendentemente dalla capacità riproduttiva.
Il Consiglio di Amministrazione WPATH esorta i Governi e altri autorevoli organismi ad agire per eliminare ogni requisito che preveda interventi chirurgici al fine di ottenere il riconoscimento di identità.
Questa dichiarazione è stata pubblicata sul sito web WPATH

****
UN DOVEROSO COMMENTO
Prima di ogni altra cosa è bene chiarire cosa sia questa sigla quasi impronunciabile in Italiano: WPATH. Sta per, tradotto, Associazione Professionale Mondiale per la Salute delle persone Transgender. E' erede diretta dell'altrettanto impronunciabile Associazione HBGIDA (Harry Benjamin Gender Identity Disorder Association) che nacque insieme al Dott. Harry Benjamin, che fu il primo studioso al mondo a trattare in modo moderno "il Fenomeno Transessuale". Ed è proprio con questo titolo che pubblicò un libro che per trent'anni almeno è stato testo universitario in tutto il mondo.

La WPATH è quindi l'Associazione che da sempre determina gli "Standard di Diagnosi e Cura" del cosiddetto Disturbo dell'Identità di Genere (nome attualmente in vigore per descrivere le condizioni transgender/transessuali in termini psichiatrici) per tutto il mondo.
Dentro il DSM, che è il Manuale Psichiatrico usato in tutto il mondo e di cui è attesa, per il 2012 la V edizione, la condizione "trans" è quindi descritta come "Disturbo dell'Identità di Genere". Il cambio del nome, voluto dalla WPATH è stato proprio l'abbandono di questo termine nella sigla della propria Associazione e l'adozione del termine internazionale e d'uso comune Transgender.
I membri del WPATH sono contemporaneamente i più importanti responsabili del Panel di lavoro dedicato alla condizione trans anche per il DSM e, anticipando di qualche anno "la bibbia" della psichiatria mondiale, hanno eliminato nel nome della loro associazione il termine "Disturbo".
Salvo colpi di scena dell'ultimo momento, anche il DSM V Edizione abolirà il termine "Disturbo" e introdurrà, per descrivere le condizioni trans, il termine Incongruenza di Genere (vedi anche questo nostro post precedente).
Quel che però sembra far convergere tutte le Istituzioni Professionali che si occupano di "trans", dai Principi di Yogiakarta, al DSM ed ora, in modo esplicito, dal WPATH, è un principio fondamentale per i Nuovi Diritti Umani:

NESSUNO STATO DOVREBBE PIUì' PRETENDERE
INTERVENTI CHIRURGICI (AI GENITALI)
IN CAMBIO DI DOCUMENTI DI RICONOSCIMENTO DI IDENTITA'.

Inutile aggiungere che la legge italiana (164/82) nell'attuale intepretazione giuridprudenziale, invece, chiede, anzi pretende, da tutte e tutti coloro che sentano il bisogno della transizione di genere, l'intervento chirurgico sui genitali (organicamente sani) per offrire in cambio nuovi documenti, adeguati al Genere (sesso) vissuto.
Auspichiamo che questa affermazione che si aggiunge ad altre precedenti e che attende le delibere del DSM V per il 2012 e che vede analogo orientamento anche in ambito giuridico internazionale ed europeo, possa convincere anche l'Italia ad una revisione della legge 164/82 (o ad una sua completa riscrittura) che chiarisca, una volta per tutte, l'illeicità del chiedere "un pezzo di carne" da parte di uno Stato, in cambio di un "pezzo di carta".
Crisalide PanGender si attiverà il più presto possibile per diffondere questa notizia e farla comprendere alla politica ed alla giurisprudenza italiana costruendo un documento che metta insieme questi orientamenti giurisprudenziali, medici, politici internazionali al fine di tentare un'accelerazione di una revisione legislativa per le persone transgender italiane che preveda gli interventi chirurgici come opzionali e non obbligatori.
Mirella Izzo
presidente Crisalide PanGender
Genova 17 giugno 2010
fonte crisalidepangender.org da Mirella Izzo

Lgbt, GayNaples: locali, eventi e luoghi di interesse in vista del Gay Pride su Iphone



Con GayNaples iPhone e touch offrono una serie di informazioni utili per la comunità gay. L'app visualizza tutti gli eventi, i locali e i luoghi di interesse con informazioni complete di numeri di telefono, orari e siti web di riferimento. Su App Store a 1,59 euro in vista del Gay Pride nazionale.

GayNaples è una app dedicata alla comunità gay: una volta installata su iPhone e touch offre una serie di informazioni aggiornate sugli eventi, i locali e i luoghi di interesse dedicati al pubblico maschile. Le informazioni sono completate dagli orari, numeri di telefono e siti web di riferimento. Per quanto riguarda i locali GayNaples offre per ognuno una breve descrizione, la posizione visualizzata sulla mappa di Google infine numeri di telefono e contatti email.

L'applicazione, a cura di Pasqualae Matrisciano e Vincenzo Marfella, è stata sviluppata anche e soprattutto per il prossimo Pride nazionale, che si terrà appunto a Napoli il prossimo 26 giugno.

GayNaples è proposta su App Store a 1,59 euro.
fonte macitynet

Lgbt, Iva Zanicchi, polemiche per il premio “Pegaso d’Oro”


Torniamo a parlare di Iva Zanicchi, qualche giorno fa premiata con il Pegaso d’Oro, riconoscimento riservato ai personaggi che in qualche maniera vengono ritenuti dei paladini dalla comunità omosessuale. Mai come quest’anno il premiato è stato investito da polemiche roventi, soprattutto da parte delle Famiglie Arcobaleno, per il fatto che la cantante sia fermamente contraria alle adozioni gay.

L’anno scorso il riconoscimento è andato invece alla conduttrice Simona Ventura, quest’anno all’artista, attrice ed europarlamentare per la sua interpretazione di Liliana nella fiction di Canale 5 “Caterina e le sue figlie”, dove era la madre di Enrichetto, ragazzo gay innamorato del compagno spagnolo Pablo. Un pò poco per alcuni, come ha sottolineato un attivista di lungo corso come Pasquale Quaranta sulla sua pagina Facebook:

“Leggere titoli come quello che segue: Arcigay: “Iva Zanicchi nostra paladina”, mi umilia, offende la nostra dignità e la nostra intelligenza. Non sono d’accordo: non è colpa dei giornalisti che fraintendono. E non sono nemmeno dell’opinione che il giornalista del Resto del Carlino abbia frainteso (Zanicchi avrebbe potuto rettificare con un comunicato, con una telefonata in redazione. Non l’ha fatto)“.

In effetti, un lettore mi aveva parlato di una smentita effettuata dall’europarlamentare più assenteista d’Italia, causa fiction. Ebbene, questa rettifica c’è stata, se vediamo il video in cui le viene conferito il premio! Tuttavia, il premio è andato anche all’attrice Lella Costa. L’unica meritevole di essere definita una paladina dei gay.
fonte gaywave

Fashion Style, Classifica degli abiti più belli della storia del cinema


Se si ripercorre la filmografia degli ultimi anni a ritroso, alla ricerca degli abiti più belli della storia del cinema, si scoprirà, secondo un recente sondaggio commissionato da Lovefilm (società di noleggio dvd), in occasione dell’uscita del film “Sex and the City 2″, che l’abito più bello della celluloide è il tubino nero Givenchy indossato dalla Hepburn in “Colazione da Tiffany” a seguire questo capo simbolo di eleganza e raffinatezza sono tantissime altre proposte, che vi sveleremo subito! Per la gioia delle amanti del cinema ed ovviamente del fashion.

Il tubino nero di Givenchy insieme lunghi guanti neri e una collana di perle, indossati da Audrey Hepburn, ancora oggi, a distanza di quasi 50 anni, continua ad incantare come allora.

Ad aggiudicarsi il secondo posto è Keira Knightley con l’elegante abito verde di seta disegnato da Jacqueline Durran, indossato nel film “Espiazione”.

Al terzo posto il mitico abito bianco di Marilyn Monroe, indossato in “Quando la moglie è in vacanza”, famoso per la scena in cui il vestito si alza mosso dal vento della metropolitana.

Al quarto posto il bikini bianco di Ursula Andress in “007 – Licenza di uccidere”, mentre al quinto posto troviamo in “Come farsi lasciare in 10 giorni” l’abito da sera dorato e incrociato sulla schiena, indossato da Kate Hudson.

Di nuovo a Audrey Hepburn va anche il sesto posto per l’abito di pizzi indossato nell’irresistibile “My Fair Lady”, mentre la settima posizione appartiene alla versione sexy della dolce Sandy nella scena finale di “Grease” con pantaloni neri attillatissimi, corpetto nero e zoccoli rossi.

All’ottavo posto Raquel Welch in “Un milione di anni fa”, mentre il nono posto se lo aggiudica lo splendido corpetto indossato da Nicole Kidman in “Moulin Rouge”.

In classifica non poteva non comparire Sarah Jessica Parker, con l’abito da sposa da sogno disegnato da Vivienne Westwood per Carrie Bradshaw e indossato nel primo “Sex and the City“.
Fonte pourfemme Ritana Schirinzi, Foto:www.luxuryonline.it

giovedì 17 giugno 2010

Lgbt, Torino Pride è pronta per il 19 giugno


Torna il Torino Pride che dopo aver ottenuto l’ok dal Comune di Torino ha organizzato la grande festa del 19 giugno, un’edizione che avrà come titolo “I diritti sono il nostro Pride” e che si prepara ad essere ricordata come un appuntamento unico e totalmente nuovo.

A fianco del Coordinamento Torino Pride LGBT, l’organizzazione che unisce al suo interno le associazioni gay, lesbiche e trans della città, si schiereranno le Donne di Torino per l’Autodeterminazione, il Coordinamento Immigrati Auto-Organizzati di Torino e la Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni: organizzazioni che hanno collaborato e lavorato insieme per un unico scopo, quello di far valere i propri diritti e di mostrarli davanti ad un’intera città.

E le “new entry” non hanno perso l’occasione di far sentire la propria voce in attesa del debutto di sabato 19 giugno alle ore 15 a Porta Susa. Così ha parlato Margherita Granero (Donne di Torino per l’Autodeterminazione): “I diritti, anche quelli acquisiti, vanno sempre difesi. La maternità come scelta, l’interruzione di gravidanza, il divorzio, la laicità dello stato, ci sono costati dure lotte e non possiamo permettere che nuove ondate conservatrici le annullino in un attimo”, e la risposta di Indrit Aliu del Coordinamento Immigrati Auto-Organizzati di Torino, “nella difesa o nella conquista saremo sempre unite e uniti, consapevoli che i diritti non riguardano mai una minoranza ma sono patrimonio di tutte le persone”.

Dalle ore 19 in avanti seguirà la festa del Pride al Club Le Vele.
fonte torinoblog

Lgbt, Il premio Pegaso assegnato alla Zanicchi lacera il movimento gay e fa infuriare "Famiglie Arcobaleno"


Dovevo esserci anch’io alla serata organizzata a Milano da Arcigay per destinare il “Pegaso d’oro” alla cantante Iva Zanicchi ed eleggere socia onoraria dell’associazione, Lella Costa. Un contrattempo dell’ultima ora mi ha obbligato a saltare la cena e la serata. Ma che quel riconoscimento passasse dalla pur sempre discutibile Simona Ventura, premiata lo scorso anno, alla discutibilissima Iva Zanicchi, un po’ l’orticaria è venuta a molti, dentro e fuori il movimento. Insomma, si dicono in tanti, possibile che basti una interpretazione televisiva per darci una nuova icona gay? E perché lei? La decisione, cosa di non poco conto, ha lasciato basite le “Famiglie Arcobaleno”, tanto da far emettere un comunicato di dissenso alla presidente Giuseppina La Delfa che conosco come persona dolce, non allenata a sterili polemiche.

L’Associazione Famiglie Arcobaleno - scrive Giuseppina - è perplessa sulla scelta dell’Arcigay di conferire il premio “Pegaso d’oro” alla cantante ed europarlamentare Iva Zanicchi. Le dichiarazioni rilasciate dalla stessa al Resto del Carlino del 12 giugno 2010 e riportate da Gaynews.it (”…per quanto riguarda le adozioni, invece no. Su questo, sono proprio contraria. La famiglia è un bene inattaccabile e i bambini che crescono hanno bisogno di vedere entrambe le figure dei genitori, sia quella femminile che quella maschile”), offendono la nostra realtà di genitori, ignorano tutti gli studi scientifici esistenti che dimostrano esattamente il contrario e contribuiscono ancora una volta ad allontanare i nostri figli dal raggiungimento di pieni diritti come cittadini. (…) Con rammarico.

Come non essere d’accordo con le Famiglie Arcobaleno? È per questo che, probabilmente, non erano presenti al corteo Pride di Milano? Non azzardiamo così tanto. Di certo, la loro assenza ha pesato e ora, dal loro sito, chiedono aiuto a noi tutti per poter essere presenti all’appuntamento nazionale con il loro coloratissimo trenino. Aiutiamole. A essere d’accordo con il comunicato di Giuseppina, un altro, da sempre generosamente impegnato per le nostre libertà e diritti: Pasquale Quaranta, che non risparmia un dissenso forte e motivato alla scelta degli organizzatori di assurgere la Zanicchi a nuova icona omosessuale.

Scrive Pasquale in una sua nota su Facebook

Francamente non sono rimasto perplesso leggendo le dichiarazioni della Zanicchi: nel 2004 è stata candidata con Forza Italia ed è stata rieletta al Parlamento Europeo grazie al PDL; su Wikipedia si apprende che è stata l’europarlamentare italiana più assenteista e lei ha giustificato le assenze (ironia della sorte) in base agli impegni per la registrazione della fiction “Caterina e le sue figlie” (ragione in più per ignorarla). Sono perplesso invece della decisione dell’Arcigay di conferirle comunque il premio, di tirarla per la giacca per una strategia comunicativa. Se il premio ha un senso per Arcigay è proprio quello di richiamare l’attenzione sui nostri diritti utilizzando persone (e personaggi) popolari. Non c’è bisogno di aver studiato comunicazione per capirlo. Ma leggere titoli come quello che segue: Arcigay: “Iva Zanicchi nostra paladina”, mi umilia, offende la nostra dignità e la nostra intelligenza. Non sono d’accordo: non è colpa dei giornalisti che fraintendono. E non sono nemmeno dell’opinione che il giornalista del Resto del Carlino abbia frainteso (Zanicchi avrebbe potuto rettificare con un comunicato, con una telefonata in redazione. Non l’ha fatto). Iva Zanicchi ha detto semplicemente quello che pensa ma poi è stata invitata a rettificare a seguito del comunicato di FA (puntuale e che ovviamente condivido). In Italia funziona così: sono berlusconismi. “Il cuore della strategia vincente della destra berlusconiana non sono i principi, bensì il disinvolto pragmatismo per cui qualsiasi cosa può diventare coerente con tutto il resto se conviene.

C’è anche altro di quella serata che non sfugge a Pasquale e ad altri “criticoni”. Sì, certo, c’è Lella Costa, Franco Grillini, il gotha di Arcigay, ma che ci fa lì Lele Mora? Che vogliano dargli un premiuccio anche a lui? Ok, vada per Diego Della Palma, ma Mora? Mai visto ad un Pride, mai letto una riga di difesa sui diritti glbtq. Scrive ancora Pasquale Quaranta:

Non sono d’accordo, per quello che può contare, con la decisione di coinvolgere Iva Zanicchi, o Lele Mora (che pure era presente al Premio e di cui, sia Giuseppina sia l’Arcigay non avrebbe difficoltà ad avere il numero di cellulare), alle nostre iniziative. Perché perdiamo credibilità. Piuttosto colleghiamoci con studiosi e studiose di tutto il mondo, con gli attivisti e le militanti, con le eccellenze del mondo del giornalismo, della cultura, della satira. Istituiamo - è questo un progetto a cui sto lavorando e una proposta che vorrei condividere con voi - un Osservatorio permanente sulla comunicazione e sull’informazione veicolata dai mass media sui temi dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere, dei nostri diritti.

Con ironia replica anche Giovanni Dall’Orto:

Sottoscrivo al 101% quanto dice Pasquale. Per dare premi così, tanto vale premiare direttamente il papa “per gli sforzi di chiarificazione relativi alla condizione omosessuale in Italia” e per aver recitato il ruolo di Torquemada nella fiction “Atame (y quemame)”

Insomma, quel premio ha convinto così poco da renderlo inviso a molti. Scrive Paolo Pedote, scrittore e giornalista, autore di ottimi libri tra cui “La Chiesa del peccato”:

È una vergogna!Iva Zanicchi…. (l’autore cita le dichiarazioni fatte ndr.) Noi l’abbiamo premiata col Pegaso D’oro. Visto che tutti urlano a gran voce una legge contro l’omofobia, perché questo premio non è stato dato a uno di quei ragazzi aggrediti, magari con un assegno per pagarsi un buon avvocato e denunciare questi criminali? No, lo avete dato ad una che milita nella coalizione di governo che sta distruggendo il paese, e che nei primi otto mesi di mandato ha fatto rilevare 23 assenze su 43 assemblee plenarie a disposizione, e un solo intervento in aula.

Insomma, un premio suscita un vespaio di polemiche, di disorientamento, di nuove proposte. In tempo di Pride non fa proprio bene a nessuno.
fonte queerblog

Lgbt, A Roma un video fatto dagli studenti contro l’omofobia.


Del liceo classico Socrate, disponibile per altri istituti.
Un video contro l’omofobia realizzato dagli studenti, e stato presentato alla Casa del Cinema di Roma, a villa Borghese, la proiezione del corto “Simona Contro” elaborato dagli studenti del liceo classico Socrate di Roma, nell’ambito del progetto europeo Eurialo contro la discriminazione, di cui Arcigay Roma e Gay Help Line sono partner.

“Il corto “SimonaContro”, prodotto dal Liceo Socrate è un primo step del progetto Eurialo contro la discriminazione verso le persone lesbiche, gay e trans rivolto agli studentidelle scuole superiori – spiega Fabrizio Marrazzo, presidente Arcigay Roma – il corto racconta i sentimenti di Simona, la protagonista, che all´inizio non accetta la storia d´amore omosessuale di sua sorella, ma quando si rende conto delle conseguenze, torna sui suoi passi. Abbiamo quindi voluto rappresentare una storia positiva di come sia possibile superare il pregiudizio.” Il video sarà poi reso disponibile per la diffusione in tutti gli istituti che aderiranno alle iniziative di formazione contro l’omofobia e la transfobia.
fonte gaynews24

Lgbt outing, "Oh my God"... il figlio del torero è omosessuale


"Oh my God"... il figlio del torero è omosessuale Con l’avanzare dell’estate e l’inizio del piacevole ritrovarsi all’aperto a raccontarsi gossip di ogni genere, anche i giornali fanno la loro parte inseguendo vip, e figli e nipoti di vip. Così, un patinato magazine spagnolo Oh My God!, che strizza l’occhio ai lettori gay, ma non disdegna la lettura di chi gay non è, erede della rivista storica Zero, sul numero estivo ha sbattuto in prima pagina un protagonista della bella vita spagnola, Jaime Ostos Jr., figlio di un celeberrimo torero spagnolo, entrambi parecchio conosciuti dai sudditi di re Juan Carlos. Jaime Ostos Jr. intende levarsi qualche sassolino che gli danza tra i sandali da mare, e spiega al giornale, che ha deciso di dichiarare apertamente la sua omosessualità: gli piacciono quelli del suo stesso sesso. Spiega anche di volerlo fare prima che sia la madre a sbandierare ai quattro venti la sua condizione sessuale, e l’avrebbe fatto in malo modo.

La notizia ha suscitato in Spagna stupore e incredulità. Tutti pensavano che Jaime Ostos Jr. fosse un ragazzo bello, desiderato dalle donne e fortunato a scegliersi come compagna di vita una facoltosa figlia di un magnate della finanza spagnola. Già perché lo scorso anno, era stato annunciato il matrimonio tra i due, per la felicità del padre e della famiglia altolocata. Tutti si aspettavano una cerimonia di nozze in grande stile, celebrata magari a Madrid o a Siviglia, in una cornice di lusso sfrenato che avrebbe scatenato paparazzi e giornalisti affamati di gossip.

E invece nulla, dopo alcuni (lunghi) mesi di silenzio, Jaime Ostos Jr., che attualmente vive a Miami (città molto, molto gaya), ha deciso di uscire allo scoperto, annullando ogni speranza di voler impalmare la ricca ereditiera e, tanto per non lasciar dubbi organizza il suo coming out, sulle pagine di un magazine omosessuale. Dice che non c’è nulla di male ad amare un altro uomo e non vuole che sia la perfida madre a dirlo al mondo.

Chi si nutre di pettegolezzi d’oltre confine, probabilmente sa che tra il matador Jaime Ostos e sua moglie Consuelo Alcalà, i rapporti si sono rotti da tempo, dopo che Consuelo accusò il marito di essere un manesco e un dittatore. Scrisse addirittura un libro in cui metteva in guardia le donne su come difendersi dai tipi come Jaime Ostos. E a quanto pare anche col figlio le cose non sono andate per il verso giusto, anche se si racconta che per un certo periodo, proprio a Miami, abbiano vissuto insieme madre, figlio e l’amante del figlio.

Lui, il novello gay, nei mesi scorsi si faceva vedere in compagnia di Yolanda Garcia-Cereceda, componente di una famiglia di alto lignaggio, amica di potenti della stoffa di Felipe Gonzales. Yolanda è già divorziata e ha tre figli e, a quanto si racconta, pare sia stata la madre di Jaime a insistere per un matrimonio miliardario tra suo figlio e Yolanda, che a vederlo con gli occhi di oggi, non avrebbe retto per molto.

Ora la Spagna si chiede se il figlio dell’ex torero, visto che la legge lo consente, stupirà tutti sposando in pompa magna il suo ragazzo. Vedremo!
fonte queerblog

mercoledì 16 giugno 2010

LGBT: CONCIA (PD), GRAZIE A POLIZIA PER UFFICIO TUTELA MINORANZE


(ASCA) - Roma, 15 giu - ''La creazione di un ufficio per la tutela delle minoranze in seno alla Polizia di Stato e' un'ottima notizia e desidero ringraziare il Capo della Polizia, Antonio Manganelli per aver voluto creare questa struttura che sara' certamente molto utile nel combattere i rischi di discriminazione, purtroppo molto alti in questo momento storico nel nostro Paese''. Lo ha dichiarato Anna Paola Concia, deputata del Partito Democratico.

''Voglio anche ringraziare Manganelli - ha aggiunto la deputata - perche', presentando l'iniziativa a Padova, a seguito di una recente ed ennesima violenza a danno di giovani omosessuali, ha voluto porre l'accento sull'importanza della formazione per gli agenti e i funzionari di polizia che andranno a comporre il nuovo nucleo per la tutela delle minoranze. Al Capo della Polizia rivolgo l'invito a guardare con attenzione a quanto accade in Germania, dove esiste una polizia gayfriendly, ben addestrata e in costante contatto con le associazioni lgbt, sono certa che anche in Italia quel modello potrebbe dare frutti importanti''.

''Mi auguro - ha concluso Concia - che la politica si dimostri ora pronta a seguire l'esempio della Polizia, che forte della sua presenza sul territorio riesce forse a interpretare prima di altri le reali esigenze della popolazione, e sappia finalmente dare anche a livello legislativo tutele alle minoranze a rischio di discriminazione, a cominciare da quella omosessuale e transessuale''.
fonte asca.it

Lgbt, Manganelli: «Un ufficio centrale per minoranze a rischio discriminazione»


Il capo della polizia: sarà un osservatorio in cui ebrei, omosessuali e altri potranno dialogare con personale qualificato. E a Padova inaugura nuovi locali in questura
PADOVA - «Sono lieto di poter annunciare qui a Padova che ho firmato a Roma un provvedimento per la costituzione di un ufficio centrale dedicato alle minoranze che dipenderà dalla struttura della polizia criminale». Lo ha detto il capo della polizia Antonio Manganelli intervenendo all’inaugurazione di alcuni nuovi uffici della Questura di Padova. «Questo nuovo ufficio centrale sarà un osservatorio sulle minoranze come quella degli omosessuali, la minoranza ebraica e quante sono a rischio di discriminazione: gli esponenti di queste minoranze avranno ascolto a disposizione spazi ed interlocutori per un diretto dialogo con le forze di polizia. A questo scopo - ha proseguito - è stato formato del personale
qualificato per il dialogo, la risoluzione dei problemi e l’intervento rapido. Ringrazio gli uomini della questura di Padova ed il questore per la rapida individuazione e denuncia dell’autore dell’aggressione ai danni di una coppia di gay avvenuta in pieno centro a Padova la settimana scorsa».

Soddisfatto il responsabile nazionale per i diritti civili di Sinistra Ecologia e Libertà, Alessandro Zan, anche assessore comunale a Padova. «Le dichiarazioni del capo della polizia Manganelli - afferma Zan- sulla vicenda dei due ragazzi gay aggrediti a Padova rappresentano una conquista importante per il nostro Paese. La polizia con questa azione si fa carico di un problema diventato ormai un’emergenza in Italia». «Il Parlamento e il Governo, invece - prosegue l'assessore -, dimostrano una completa arretratezza rispetto alle azioni di contrasto all’omofobia e per questo chiediamo subito che il Parlamento estenda la legge Mancino ai reati d’odio motivati dall’orientamento sessuale e riconosca e tuteli al più presto le coppie di fatto, comprese quelle omosessuali».

Sulla stessa linea di Zan anche Aurelio Mancuso, esponente del movimento lgbt ( Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). «E' un’ottima notizia, - spiega Mancuso - che finalmente riconosce l’esistenza di un problema da parte degli organi statali preposti alla prevenzione e alla lotta contro ogni forma di violenza legata al sesso, appartenenza religiosa, orientamento e identità sessuali». «Nei decenni scorsi - continua - sono state molte le occasioni di collaborazioni tra le associazioni lgbt e la Polizia, che hanno portato a positivi
You need Flash Player 8 or higher to view video content with the ROO Flash Player. Click here to download and install it.
risultati. Al Capo della polizia, oltre ad esprimere gratitudine per aver voluto far seguire all’incontro avuto recentemente con i presidenti di Arcigay Paolo Patan‚ e di GayLib Enrico Oliari delle azioni concrete, suggerisco di valutare la possibilità di mettere in campo, oltre al sito internet previsto, un vademecum informativo della polizia ideato in collaborazione con le associazioni, che potrebbe essere così distribuito in tutti i luoghi di aggregazione e d’incontro, nelle scuole, nelle strutture pubbliche». Si tratterebbe - conclude Mancuso- di uno strumento davvero utile che aiuterebbe molte persone a sapersi orientare sul come comportarsi e agire. La prima ed efficace prevenzione alla violenza è quella di agire sulla solitudine e la paura, sentimenti ormai troppo diffusi dentro la comunità lgbt italiana».
fonte Ansa,corrieredelveneto

Lgbt, Helmut Berger, l'idolo di Luchino Visconti: "Ridotto a vivere con 200 euro al mese"


A pochi giorni dal disperato appello di Lino Banfi a favore di Laura Antonelli, l’attrice che turbò i sogni di una intera generazione di maschi italiani, oggi ridotta a vivere di ricordi e miseria e forse, proprio grazie all’intervento di Banfi, verrà in qualche maniera protetta dalla legge Bacchelli che gli consentirà una risicata dignità; un altro attore rivela la propria indigenza, dicendo di vivere con 200 euro al mese, che a tanti non bastano neppure per le sigarette. Si tratta di Helmut Berger, l’attore tedesco tra i più amati dal grande regista Luchino Visconti. Si sa che Visconti si innamorava follemente di attori della “divina” bellezza come apparivano ai tempi Berger o Alain Delon, e nei film che li vedeva interpreti era lo stesso Visconti a renderli ancora più belli, imperiosi, dal fascino paradisiaco.

Helmut Berger oggi vive in casa di amici, dice di aver guadagnato molto, ma di aver speso altrettanto, ed è proprio l’Italia che gli concede quella unica, misera cifra. Al quotidiano tedesco “Bild” spiega di aver girato ottanta film, ma che spesso produttori di poco senso non versavano gli adeguati contributi che oggi gli avrebbero permesso una pensione più decente. E’ Visconti a renderlo magico e popolare nel film “La caduta degli dei”. Lì, Berger, appare travestito da donna in calze a rete e guêpière. Segue un’altra magnifica interpretazione in “Ludwig”, storia dell’infelice sovrano Ludovico II di Baviera. Lavora poi anche con Vittorio De Sica ne “Il Giardino dei Finzi Contini”, con Nelo Risi, con Joseph Losey e persino con Tinto Brass in “Salon Kitty”, ma la sua stella pare offuscata dai ricordi passati, mai dimenticati.

Luchino Visconti lo incontra nel 1964 e rimane abbagliato da tanta bellezza, da quel volto efebico, gli occhi che penetravano delizie inconfessate. Come accade per un’altra bellezza dionisica del genere Alain Delon (ve lo ricordate in “Rocco e i suoi fratelli”? Un dio in terra!), Visconti si innamora perdutamente dei suoi attori. Helmut è in cima alla lista e i due hanno un rapporto di ineguagliabile affetto per dodici anni, rotto dalla scomparsa del sommo regista. È così forte quel sentimento da far dire a Helmut: “ora voi vedete in me un vedovo”.

La vita scorre, gira altre pellicole, ma dell’interprete viscontiano, lentamente, qualcosa cambia e il tempo inizia a riprendersi bellezza e fascino. Come si fa a dimenticare una parte importante di esistenza passata al fianco di un illustre come Luchino Visconti? Berger sembra non farcela. Si sposa con l’attrice Francesca Guidato, ma è un matrimonio senza senso, mai consumato, rimasto in un angolo ad aspettare chissà cosa. Uno da una parte, l’altra altrove.

Paul Morrisey e Billy Wilder hanno detto di lui:
“È curioso che il più grande attore italiano sia un austriaco”, e “a parte Helmut Berger, non ci sono più belle donne”.

Solo che i ricordi, a volte, sono una scure che si abbatte su altre improbabili infelicità. Alcuni mesi fa, Helmut si presentò ad una intervista televisiva, completamente alticcio, tanto da dover essere sorretto prima della anticipata conclusione della sua apparizione televisiva: minuscolo, pesante, occhi stanchi, nulla di quel fantastico ragazzo nudo ripreso da Helmut Newton. Oggi, Berger vive di 200 euro mensili dati dallo Stato italiano ed è ospite di una contessa che cerca di aiutarlo come può.

L’attore dice di possedere alcuni quadri, regali di Visconti, quadri importanti da cui non riesce a separarsi, e qualche gioiello lasciato dalla madre. Vuole tornare a vivere proprio nell’abitazione che fu del genitore, a Salisburgo. Chissà se a qualcuno dei nostri vati verrà in mente di intercedere per lui, come è accaduto per la sfortunata Laura Antonelli. Noi cominciamo a chiederlo.
fonte queerblog, Foto Vintagegogo

Lgbt, Tiziano Ferro è gay, annunciato il coming out


Tiziano Ferro è gay, annunciato il coming out
Platinette aveva detto qualche anno fa su Radio Deejay: “Che Tiziano Ferro sia gay lo sanno tutti. Ma forse non tutti sanno che ha una passione per gli orsi, non nel senso animale del termine..”. Qualche mese fa il divulgatore scientifico (gay dichiarato) Alessandro Cecchi Paone, ospite di Domenica Cinque, aveva invitato il cantante di Latina a dichiararsi nel caso fosse omosessuale. Qualche settimana dopo, il conduttore (dichiarato anche lui) Fabio Canino aveva lanciato una frecciatina a un famoso artista che continua a nascondersi all’estero. Novella 2000 aveva assemblato una serie di indizi in base ai quali Tiziano sarebbe gay: la passione per Raffaella Carrà, il suo cattivo rapporto con lo sport, i ballerini sul palco, la residenza a Londra, ecc.

Adesso lo stesso Novella 2000 annuncia che è in uscita nei prossimi mesi un’autobiografia del cantautore più amato d’Italia, il più venduto nel 2009: in questo libro Tiziano Ferro dovrebbe dichiarare la propria omosessualità, mettendo definitivamente a tacere tutte quelle voci che si erano susseguite negli anni circa il suo orientamento sessuale, nate praticamente da quando è diventato un cantante.

Una rivelazione che lo renderebbe da questo punto di vista la versione italica di Ricky Martin, autore di un coming out storico che ha definitivamente distrutto lo stereotipo del gay esclusivamente effeminato. Ma da fan sfegatato quale sono di Tiziano, vorrei dire la mia.

Premesso che Novella 2000 ha l’affidabilità delle bombe di mercato lanciate dallo scomparso Maurizio Mosca, ritengo che: primo, fare coming out sarebbe un atto di maturità dell’artista e di onestà nei confronti dei fan, anche se non devono portarselo a letto; secondo, sarebbe uno schiaffo morale per tutti quelli che lo criticano per la sua codardia a dichiararsi; terzo, spero che Platinette abbia preso una cantonata, dal momento che con un omaccione non ce lo vedrei proprio!

Scherzi a parte, se Tiziano Ferro dovesse dire “Sono gay” sicuramente l’Italia andrebbe ugualmente orgogliosa di lui, per il suo coraggio. E a noi farebbe sicuramente il regalo più grande.
fonte gay.tv

Lgbt, Black Wade: il fumetto dei pirati gay arriva anche in Italia


Arriva in Italia uno dei fumetti omoerotici più popolare in Europa: Black Wade. The wild side of love. Lo pubblicheranno le Edizioni Voilier (in inglese è pubblicato dalla Gmunder e in francese da H&O). Gli autori del fumetto sono gli italiani Franze & Andarle.

Il fumetto è ambientato nel mondo dei pirati. Tutto parte dal fatto che quando Jack Wilkins, luogotenente della marina inglese, sta per sposarsi con una nobildonna, viene rapito dal capitano Black, che vuole così avere un maschietto con il quale passare lieti momenti tra un arrembaggio e l’altro.

Il fatto è che tra i due nasce una grande intesa a livello sessuale che inizia a trasformarsi in qualcosa id più. Black, per evitare problemi, decide di separarsi da Jack, che torna a preparare il matrimonio con la prescelta. Ma poco prima delle nozze Jack viene a sapere che Black è stato fatto prigioniero dalla marina inglese e si ritrova a scegliere tra il proprio matrimonio e l’amore per il focoso capitano…

Il fumetto verrà presentato al pubblico italiano in occasione del prossimo Lucca Comics & Games 2010, sul finire del mese di ottobre.
fonte queerblog

martedì 15 giugno 2010

Politica Lgbt, In Belgio potrebbe essere gay il prossimo premier.


E ti pareva che al Giornale, di proprietà della famiglia del nostro premier, non perdessero l’occasione di screditare un politico un po’ straniero, radici italiane, che però si guarda bene dall’esaltare quel malore politico che oramai serpeggia qui da noi; anzi se ne vuole tenere alla larga, perché dalle sue parti, in Belgio, la politica è altro che affarismo clientelare e sciacquettii di pulzelle da beauty farm. Se poi ci mettete che il protagonista di tanto vituperio è uno che si candida a diventare primo ministro, e fin lì nulla da eccepire, ma che è da sempre apertamente omosessuale, allora la questione diventa necessaria a essere screditata. O così pare!

Il politico cui il Giornale presta onorata attenzione si chiama Elio Di Rupo, nome e cognome italianissimo, figlio di immigrati che si spaccarono ossa e salute nelle miniere belghe. Di Rupo è nato a Morlanwelz, il 18 luglio 1951. Ha una laurea in chimica, ma la sua passione è da sempre la politica. Nel 1982 viene eletto deputato alla Camera dei rappresentanti belga conservando sempre il suo seggio. Nel 1999 diventa presidente del PES, il Partito Socialista belga, sempre confermato con una alta percentuale di sostenitori. La sua omosessualità è pubblica e siccome stiamo parlando del Belgio, dove gli omosessuali possono sposarsi e anche adottare, del fatto che lui ami altri uomini, non interessa a nessuno se non all’interessato.

Se i pronostici dovessero essere confermati, Di Rupo diventerebbe il primo capo di governo francofono, omosessuale, a guidare la politica belga, scalzando i fiamminghi dopo 30 anni. Per una a noi strana congettura politica, sarebbe il vantaggio dei nazionalisti fiammighi di N-Va, guidati dal controverso Bart De Wever a poter favorire proprio Elio di Rupo. De Wever è un astuto stratega che ha come obiettivo finale la scissione e l’indipendenza delle Fiandre. Ora, del perché Di Rupo faccia storcere il naso a casa nostra, è un po’ a causa del suo antico astio verso certa nostra destra; un po’ per la rabbia nostrana che vede un omosessuale diventare premier, alla faccia del tanto acclamato machismo dei nostri politici.

Il destino del Belgio - scrive Il Giornale - dicono sia nelle mani di questo signore di origine abruzzese, che va in giro da una vita con un papillon rosso, omosessuale orgoglioso, simbolo del meridione povero e in cerca di riscatto, non facile ai compromessi e costretto questa volta a dialogare con la rabbia secessionista fiamminga di Bart De Wever. Rispetto a lui il cattolico Nichi Vendola è un mezzo doroteo.

Già, come non richiamarsi al nostro bravo governatore pugliese, che non nasconde di poter e voler essere candidato alle prossime battaglie per le elezioni politiche, avendo la possibilità di sconfiggere l’attuale coalizione di destra? Per come siamo fatti, sarà dura, ma vale sempre la pena di tentarci, se per ben due volte ha stravinto, anche contro chi da sinistra, lo voleva fuori dal gioco. Per trionfare in politica, servono anche i mezzi dorotei, ma che siano capaci di parlare al cuore e alla fatica della gente. L’essere cattolico del Vendola, non gli impedirà di certo a occuparsi delle tante iniquità rappresentate in questo nostro paese; non gli impedirà di parlare e agire sui diritti.

Scrivono che nel 1994, Di Rupo, incontrò Pinuccio Tatarella: si girò dall’altra parte: «Non saluto i fascisti», disse. Nel gennaio del 2002 al sindaco di San Giovanni Rotondo, Antonio Squarcella, di Forza Italia, arrivò una lettera del sindaco di Frameries che non intendeva gemellarsi con loro. Si disse che fu Di Rupo a far saltare tutto dopo che il nostro premier aveva esaltato la superiorità dell’Occidente rispetto all’Islam, e poco erano graditi gli esponenti di An nella giunta comunale. “Furore ideologico”, lo definisce Il Giornale, dimenticando i tempi in cui la politica seguiva percorsi delle proprie ragioni dello spirito che anima ogni componente politica.

Giorni addietro in un dibattito televisivo, fu proprio il condirettore del Giornale ad affermare che destra e sinistra non potevano avere gli stessi obiettivi e traguardi, non la stessa politica e magari ideologia: l’uno guarda a un certo mondo, a certi ceti sociali e industriali; l’altro al suo contrario. E siccome si parlava della tanto vituperata legge dei tagli, il discorso era chiaro. Come lo era stato quello di Di Rupo, allora come oggi.

Che poi sia un omosessuale a governare un Paese amico, deve un po’ bruciare i sensi a qualche nostrano che mai potrebbe coniugare omosessualità a buon governo. Del resto, lì, Di Rupo o no, le leggi di tutela erso la comunità lgbtq, le hanno promulgate da tempo, non hanno ragione di dover discutere dell’omosessualità di chi andrà a governarli. Pensate da noi, a quale campagna denigratoria dovrà andare incontro se un Nichi Vendola, dovesse correre per il premierato, nonostante la riconosciuta cattolicità e il mezzo doroteismo. Un frocio a Palazzo Chigi? Giammai! Dimenticando che forse qualcuno, in tempi democristiani lo abbiamo già avuto. S’era solo dimenticato di fare come Di Rupo: sbandierare alla Nazione, tranquillamente, la propria omosessualità.
fonte queerblog mario cirrito Foto Election

Libri Lgbt, Eudeamon, il caso letterario sul web e l'amore di lattice: intervista ad Erika Moak scrittrice transgender dell'Arkansas


Questa è una storia personale, tra un lettore e un libro. Il lettore sono io, sineddoche per la moltitudine, il romanzo, invece, è uno solo. L'autrice è Erika Moak, transgender dell'Arkansas classe 1975, che ha dato alla luce Eudeamon su Internet (qui, dove trovate anche altri suoi racconti, potete scaricarlo). In Italia l'occhio vigile della Zero91 ha colto l'unicità della narrazione e l'ha tradotto.

Sintesi: Eudemonia è la città prototipo per la sperimentazione di una nuova prigionia. Chi è condannato dalla giustizia ordinaria può decidere se scontare la sua pena in carcere, in cattività, o diventare un Bane, libero per le strade della città strizzato nel Banesuit, una tuta di lattice nero dotata di casco. In mezzo agli umani ma anonimo, senza volto, senza voce, senza contatti pena il castigo corporale, assordante. Sono banditi i cinque sensi, la tuta bozzolo regola anche la temperatura corporea. Un inferno se non fosse che lì dentro, nell'universo di lattice artificiale e sensori punitivi, è possibile scoprire l'amore.

Si chiama Eudeamon. Una giornalista vuole saperne di più e indaga. Un caso letterario nato sul web, un romanzo postmoderno sull'amore. Sconsigliato ai romantici. Abbiamo incontrato (via mail) l'autrice.

Erika, come è nata l'idea di Eudeamon?

Sono sicura di essere stata influenzata da quanto ho letto in passato, ma non c'è alcuna ispirazione diretta. L'idea mi saltellava nella testa da anni - sembrava poco più di un sogno in pieno giorno. Quando alla fine ho deciso di scriverlo, è sgorgato veloce, molto più di quanto io normalmente scriva.

Quali sono stati i feedback che hai avuto dai lettori sul web?

Molti e positivi. E questo non ha smesso mai di stupirmi. E' straordinario che qualcosa che ho scritto sia capace di colpire con forza i lettori fino a spingerli a scrivere un commento. E' allo stesso tempo lusinghiero e umiliante.

Esiste una dimensione ideale dell'amore?

Di questi concetti, credo, si debba occupare il poeta. Che io non sono assolutamente. Posso soltanto inciampare qui e lì e farmi male alle ginocchia. Penso che il banesuit - o piuttosto l'eudeamon al suo interno - possa essere questa dimensione per qualcuno. Forse per molti.

Avevi pensato anche ad altri finali del romanzo?

Sì. Avevo pensato anche ad un finale molto più ambiguo, in cui il destino di Katrina non si sarebbe delineato in maniera tanto chiara. Avrebbe trovato Inverno? Avrebbe incontrato un nuovo eudeamon? Sarebbe stata in grado di reclamare il tipo di felicità che aveva provato prima? Credo che l'ambiguità sia popolare nella letteratura contemporanea dal momento che gli happy end o, al contrario, i finali tristi sono troppo semplicistici e ingenui. Capisco il ragionamento, e forse un finale più ambiguo avrebbe reso Eudeamon una romanzo migliore. Ma ho sentito che, dopo il viaggio, per le caratteriste della storia e i lettori che le seguivano serviva un finale definito, una risposta. Questa è la fine che io avrei voluto leggere.

Esistono delle forme simili al Banesuit al giorno d'oggi che impediscono il contatto con la società ma appagano il senso di felicità a cui l'essere umano anela?

Non credo. Si potrebbe sostenere che tutti i social network, i dispositivi mobili e internet in generale tendano a isolare le persone in una specie di banesuit, ma non è lo stesso. Le persone non si isolano così, non mentalmente. Il costante flusso di informazioni e interazioni è l'opposto rispetto alla dimensione del banesuit, che serve a tagliarti fuori dalla società. Semmai internet crea una mente collettiva piuttosto che una società di eremiti. E questo ci rende più felici? O è solo un modo differente per ottenere lo stesso risultato? Non lo so.

L'amore è possibile in un mondo artificiale?

Penso sia troppo presto per dirlo. Non siamo ancora arrivati a quel punto. Puoi innamorarti nel mondo virtuale come in quello che esiste, a scatola chiusa...

Ma è vero amore?

Ti stai innamorando di frammenti e idee: vedi solamente i piccoli pezzi che ti vengono mostrati e riempi i buchi con la fantasia. Questo è diverso dal conoscere qualcuno e amarlo per quello che è o malgrado la sua essenza. O dal poterlo toccare. Credo che nulla del mondo artificiale possa sostituire il semplice miracolo della sperimentazione dell'alterità attraverso il tatto. Chi lo sa? Forse nel futuro queste cose saranno possibili, e saranno spalancate le porte di esperienze che ora possiamo immaginare solo a fatica.

E' possibile trovare l'amore nel mondo reale?
My goodness, I sure hope so. It's where I live!

(Avvertenza: questo non è un libro, ma the perfect drug. Non riuscirete a smettere di leggerlo. E svanirete, confusi, il senso di happy end).
fonte Eleonora Bianchini Blogosfere

Lgbt, Il metodo Treviglio Pride funziona: approvata trasversalmente la mozione


Il Comitato Treviglio Pride 2010 (Milk Milano, Agedo Nazionale, Arcilesbica xx Bergamo, Bergamo contro l’omofobia) comunica con entusiasmo l’adesione della città di Treviglio alla Giornata Mondiale contro l’Omofobia e la piena sottoscrizione della mozione contro l’omo- e transfobia proposta dal comitato stesso, portata in consiglio per voce dei consiglieri Carla Bonfichi (PD), Pietro Guzzetti (Città Invisibile), Luigi Reduzzi (PRC), Giuseppe Scarpellino (Ariella Borghi Sindaco).

L’approvazione è avvenuta ieri sera nel corso della seconda sessione del consiglio comunale convocato per i giorni 8 e 9 Giugno 2010, con 16 voti a favore e 2 astensioni: Patrizia Siliprandi (Lega Nord) e Enzo Riganti (Insieme con Minuti).

Il testo completo della mozione e i suoi allegati sono scaricabili in file pdf al seguente link: http://www.trevigliopride.it/?page_id=436.

Il Comitato Treviglio Pride 2010 intende ringraziare particolarmente non solo i proponenti (in particolare Carla Bonfichi, distintasi in modo esemplare per l’impegno profuso) ma anche quanti durante il dibattito, i contatti e le riunioni che lo hanno preceduto hanno dimostrato grande attenzione e sensibilità, esprimendosi con parole estremamente apprezzate: in specie i consiglieri Bruno Brambilla (Progetto Treviglio), il sindaco Ariella Borghi, l’assessore alla cultura Daniela Ciocca e i consiglieri di minoranza Gianluca Pignatelli (Capogruppo PDL) e Basilio Mangano (PDL).

Nonostante la nota stonata della gratuita esibizione di omofobia paternalistica nei confronti del Pride esternata dal consigliere Enzo Riganti nel giustificare la propria astensione al voto, il Comitato sottolinea il proprio grandissimo apprezzamento per il generale svolgimento dei lavori, le argomentazioni addotte dagli altri consiglieri e la cura da essi prestata.

Infine, in merito alle polemiche suscitate dalla lettera del Sig. Giuseppe Sghirlanzoni (membro del Coordinamento del PDL di Treviglio) pubblicata su L’Eco di Bergamo di Venerdì 4 Giugno, in cui si invitava con motivazioni incommentabili all’affossamento della mozione, il Comitato ritiene che la migliore risposta data sia l’unità di voti mostrata dai rappresentanti cittadini del PDL in sede di consiglio comunale.

“Non possiamo che esprimere la nostra piena soddisfazione per la vicinanza espressa in modo così plebiscitario dalla Città di Treviglio, per voce del consiglio comunale, alla comunità gay lesbica bissessuale e transessuale” dichiara Stefano Aresi, portavoce del Pride.

“Siamo felici: questo è ciò che fa il Pride quando offre dialogo e si radica nel territorio. Siamo grati ai consiglieri, poiché da oggi Treviglio si schiera ufficialmente, senza se e senza ma a difesa dei propri cittadini discriminati perché omo o transessuali, impegnandosi a creare una cultura positiva nei confronti delle differenze con atti reali: e per qualunque giovane ora stia affrontando la comprensione della propria identità sessuale e del proprio orientamento tutto ciò ha un valore inestimabile“.

In merito alle astensioni, conclude Aresi: “Essersi astenuti dal voto, in questo caso, vuol dire aver scelto di stare dalla parte dei carnefici. Dinnanzi alla violazione di diritti umani non ci si può non esprimere: come ha detto durante il dibattito l’assessore Ciocca, votare questa mozione è un atto d’amore. L’indifferenza o la paura di chiamare le cose col proprio nome sono un cibo squisito per chi si nutre d’odio, di cui l’omofobia è figlia. Da oggi le persone omo e transessuali di Treviglio, di certo, sentiranno da parte delle istituzioni quel calore che a molti è negato nei contesti omofobi in cui vivono o crescono“.
fonte milkblog

lunedì 14 giugno 2010

Diritti Lgbt, L’Islanda approva le nozze omosessuali (all’unanimità)


Nessun voto contrario per il provvedimento di equiparazione fra coppie omosessuali e coppie eterosessuali, nell’isola governata dall’unico esponente politico apertamente gay.
Pragmatico e per nulla alterato, il tono dell’evento: in Islanda è una giornata normale. “Il matrimonio omosessuale non è stata una grande questione politica, qui – non ci sono stati particolari controversie”, spiega un politologo dell’università di Reykjiavik all’agenzia Reuters. E questo è poco ma sicuro, se contiamo i voti: 49 a favore, zero contrari, 24 astenuti.

ALL’UNANIMITA’ – E’ con questi numeri che viene introdotta la possibilità per gli omosessuali di contrarre matrimonio civile nella terra dei ghiacci. Una legge particolare, perchè esplicita: non mira infatti a togliere il requisito della eterosessualità per contrarre matrimonio, ma ad aggiungere due incisi, precisi e testuali. In Islanda, da domani, si sposano “uomini e donne”, “donne e donne” e “uomini e uomini”. E c’è un passo in avanti ulteriore: vengono abolite le unioni civili, già in vigore nel paese. Ora il matrimonio è l’unica opportunità per qualsiasi coppia di amanti islandesi, qualsiasi sia il sesso dei nubendi. Il provvedimento passa ora al Presidente della Repubblica, ma il passaggio non preoccupa, poichè il Capo dello Stato ha esercitato le sue prerogative di veto solo due volte nella storia del paese. IceNews riporta inoltre che il provvedimento è “estremamente popolare” nel paese.

iceland LIslanda approva le nozze omosessuali (allunanimità)COMING OUT – “Oggi è un grande giorni per tutti, in ogni luogo coinvolti nella lotta per i diritti dei gay, e per i diritti umani in generale” è la frase dichiarata da alcuni parlamentari della Althingi, il Parlamento Islandese. E certamente una vittoria personale per Johanna Sigurdardortir, il Primo Ministro socialdemocratico Islandese, l’unico capo di governo al mondo apertamente omosessuale. Già sposata, poi separatasi dal marito, ha due figli ed è legata da tempo in unione civile con la giornalista e scrittrice Jonina Leosdottir. Certo, ora dovrà sposarsi.
fonte giornalettismo

Lgbt, Aldo Busi causa l’allontanamento di Simona Ventura?


Simona Ventura rischia l’allontanamento dalla Rai a causa di Aldo Busi?
Simona Ventura rompe con Rai a causa di Aldo Busi? Questo è quanto continuano a sostenere le innumerevoli voci del web, in base alle quali la conduzione de L’Isola Dei Famosi potrebbe passare dritta dritta nelle mani della meno amata Paola Perego. La regina di RaiDue, insomma, dovrebbe preoccuparsi: potrebbe essere lei la nuova vittima della censura Rai, dopo l’allontamento di Aldo Busi da tutte le trasmissioni; allontanamento dovuto -dicono i vertici aziendali- alle forti tinte con le quali ha colorato il suo discorso contro il papa, il Vaticano e i politici tutti.

Simona non ha mai accettato il comportamento dei dirigenti: lo ha sottolineato spesso, sia durante l’Isola Dei Famosi, sia dopo la fine del reality show. Sembra che, proprio per questo motivo, la conduttrice gay friendly dovrà pagare un prezzo altissimo: rinunciare, cioè, a un programma che con lei è nato e, secondo noi, con lei è destinato a morire.

Togliere a Simona Ventura l’Isola è come togliere a Maria De Filippi il suo seguitissimo Amici (di Maria De Filippi). Speriamo che siano soltanto voci virtuali. Questa cosa proprio non ci piace.
Continuate a seguirci, cari lettori.
Alla prossima!
fonte gaywave, Immagine tratta da SimonaVentura.tv

Life, Test amore: sei una persona fedele?


Se una persona fedele? Spesso crediamo di essere perfetti, di non avere mai torto e di condurre la nostra vita nel migliore dei modi. Sono gli altri i traditori, sono gli altri a farci soffrire, sono gli altri a sbagliare. È un comportamento immaturo, tipico in giovane età. Ci accorgiamo però nel corso della vita che non è tutto bianco e nero, a volte ci sono tonalità di grigio invisibili agli occhi e che tradire non diventa una scelta, ma un fatto, una ragone. Bene, qui per voi c’è un test sulla fedeltà, come sempre nulla di scientifico, solo un gioco per porsi qualche domanda. In ognuno di noi ci può essere un potenziale traditore e spesso non lo sappiamo.

Avere un rapporto stabile cosa vuol dire?
a)Una sicurezza
b)Talvolta è opprimente
c)Non mi piace, mi sento a disagio

Credi nella reciproca fiducia?
a) Per forza. Non avrebbe senso stare insieme
b) Solo in parte
c) No, mi fido solo di me stesso

Ti capita di incontrare altri che ti piacciano fisicamente.
a) Sì, credo sia umano, ma finisce lì
b) Ogni tanto mi scappa l’occhio
c) Sempre

Ti obblighi a resistere?
a) Non è un obbligo, mi viene spontaneo
b) È ovvio
c) È obbligatorio? Per me no…

Credi che sia la persona con cui costruirai il tuo futuro?
a)mi auguro di sì
b) è ancora presto, forse
c) ma no, non faccio progetti

più risposte A
Per adesso sei molto convinto del tuo rapporto e ci sono buone possibilità di scampare un tradimento

più risposte B
Non esagerare con gli amici simpatici, se non vuoi cadere in tentazione

più risposte C
Non hai ancora incontrato la persona giusta e forse non la vuoi neanche. La fedeltà non fa per te.
fonte coppia.pourfemme

Lgbt, La sirena di Trans*nival verso il NapoliPride


La sirena del Napoli Pride incontra la sirena di Trans*nival (un progetto di collaborazione tra soggetti “diversi”) in un ciclo di due incontri a cura dell’Osservatorio sul Forum delle Culture 2013 che si terranno presso la facoltà di Architettura a Palazzo Gravina dal titolo “Verso il pride, oltre il pride”.

Mercoledì 16 e 23 giugno a partire dalle 15.00 si svolgeranno una serie di attività laboratoriali con bambini e di incontri-forum che si concluderanno alle 19.00 con aperitivo, dj set e video proiezioni a cura di Queer-think project. Mercoledì 23 Porpora Marcasciano presenterà il libro “Elementi di critica trans” (ManifestoLibri).

Gli incontri si concluderanno venerdì 25 a partire dalle 21.00 con lo (S)queer Party. Sabato 26 giugno infine la sirena di Trans+nival prenderà parte al corteo del NapoliPride.

Palazzo Gravina si trova a Napoli in via Monteoliveto 3.
Per info: http://www.napoliforum2013.net/ | transnival.org
fonte napoligaypress

domenica 13 giugno 2010

Lgbt, Omofobia a Padova Il sindaco Zanonato: “Non tolleriamo questi atteggiamenti


«Atteggiamenti razzisti contro gli omosessuali non sono ammessi nella nostra comunità e non verranno tollerati»: è deciso il sindaco di Padova Flavio Zanonato, dopo l’aggressione alla coppia gay pestata da un energumeno ancora ignoto.

«Spero – ha aggiunto – di poter incontrare presto i due aggrediti per le loro preferenze sessuali, per esprimergli di persona la mia vicinanza».

«Desidero innanzitutto esprimere la mia solidarietà e quella dell’intera comunità cittadina – afferma Zanonato -. Padova è una città aperta, che rispetta le scelte di tutti e non giudica nessuno in base al colore della pelle, al sesso, alle condizioni sociali, all’orientamento religioso. Riteniamo sacro ed inviolabile l’articolo 3 della Costituzione che sancisce il principio di uguaglianza e di pari dignità di tutte le persone».

Il sindaco si augura che gli inquirenti individuino al più presto i responsabili «di questo atto inqualificabile» e li assicurino alla giustizia. «Quanto accaduto impone una riflessione da parte di tutti: le parole contro l’omosessualità, pronunciate in malafede o con leggerezza, possono diventare pietre e indurre alla violenza contro persone che hanno l’unica responsabilità di non nascondere i propri affetti – conclude Zanonato – Il Consiglio comunale di Padova ha dato un buon esempio approvando una mozione di chiara condanna dell’omofobia. Mi auguro che anche il Parlamento approvi una legge in tal senso».
fonte gaynews24

Lgbt, Un libro gay per l'estate: Coming out di Pupa Pippia


Un libro gay per l'estate: Coming out di Pupa Pippia Esce oggi Coming out. Venticinque storie per uscire dall’armadio di Pupa Pippia per i tipi di Nutrimenti edizioni. L’autrice, che ha gestito un locale gay friendly a Roma, racconta diverse storie – venticinque, come recita il sottotitolo – di coming out.

Storie brevi, ben scritte e ben strutturare. E, soprattutto, sono storie oneste. Non si tratta, infatti, di tutte storie a lieto fine in cui i genitori non fanno altro che aspettare che il proprio figlio sia diverso (anzi, l’unica madre alternativa dei racconti quando sa dell’omosessualità della figlia ha una reazione sconcertante) e nemmeno solo storie truci di figli mandati a vivere sotto i ponti. Sono storie che potrebbero capitare – o essere capitate – a ognuno di noi: chi scopre un mondo tramite internet, chi ne parla in maniera tranquilla e chi decide di non dire nulla, chi viene accolto anche se con sofferenza e chi decide di lasciare la propria famiglia per vivere pienamente, chi quasi si scandalizza che il padre sia tanto tranquillo dinanzi alla rivelazione e chi invece si rende conto che per i genitori è più importante la tranquilla quotidianità e (quasi) preferiscono non dare peso a quanto detto loro.

Lo stile di Pupa Pippia è coinvolgente e ironico, sferzante e compassionevole (se di uno stile di scrittura si può dire compassionevole). Leggiamo nella premessa:

Fare coming out richiede nervi d’acciaio, sangue freddo e una dose di coraggio che i marine al confronto sono femminucce delicate e fragili tutte dediti a orli, pizzi, merletti e allo scambio d’informazioni utili sull’ultimo cartamodello appena uscito in edicola. Di fronte a domande sul proprio orientamento sessuale c’è chi sbianca istantaneamente come si trovasse di fronte a un cobra reale in una caverna sbarrata da un branco di leoni inferociti e incazzati.

Tra le storie raccontate quelle che mi sono più piaciute sono Le specialità della casa in cui una madre capisce che il proprio figlio sta male per le pene d’amore con un ragazzo e lo capisce per “a una mamma, come a Stephanie Forrester, non si può nascondere nulla”; Stirpe di famiglia in cui Valerio, il protagonista, dice di avere “un ottimo rapporto con i miei, nel senso che loro non mi cagano di striscio e io così con loro” e nel bel mezzo di un ricevimento nuziale viene scoperto a fare sesso con uno degli invitati e, su tutti, Scripta manent che ti fa venire un nodo alla gola sia per le difficoltà che incontra il protagonista a dichiararsi con i suoi sia per gli sforzi che i genitori fanno per capire il proprio figlio.
Sinceramente, un bel libro.
fonte queerblog

Pupa Pippia
Coming out. Venticinque storie per uscire dall’armadio
Nutrimenti, 2010
pp. 112, euro 12,00

Lgbt, Milano: fischi e specchi contro l'omofobia


Un'immagine del Gay Pride milanese del 2009

Il 12 giugno si svolge il primo dei tanti gay pride di quest'estate italiana. Un momento importante per la comunità LGBT per dimostrare, con il proprio orgoglio, di non temere nessun tipo di attacco. Neanche dalle istituzioni

Sono arrabbiati quest'anno i gay milanesi. E non lo nascondono di certo. E di poche settimane fa la notizia di un attacco omofobo alle Colonne di San Lorenzo, una zona ritenuta fino ad oggi gayfriendly. Da parecchi anni, inoltre, la giunta guidata da Letizia Moratti ha dimostrato molta chiusura alla comunità LGBT, togliendo, per esempio, il patrocinio al Festival del cinema omosessuale. "La giunta non ha mai voluto ricevere i rappresentati delle organizzazioni gay" spiega Marco Mori, segretario regionale dell'Arcigay. "Eppure - prosegue - nell'area metropolitana milanese siamo oltre 300mila. Una chiusura inaccettabile per una città che pretende di ospitare l'Expò". ORA NE ABBIAMO ABBASTANZA! è dunque lo slogan scelto dal Gay Pride milanese, che si svolgerà sabato 12 giugno, con partenza alle ore 16 da Piazza Castello. Quello milanese apre la stagione dei pride italiani, che si concluderà con quello nazionale di Napoli il 26 giugno.

E di fronte a istituzioni politiche che si rifiutano di ascoltare, la comunità LGBT milanese ha deciso di adottare la difesa usata nella San Francisco di Harvey Milk, quando con fischietti si segnalavano gli attacchi e le violenze omofobe. Niente musica quindi al pride di quest'anno, almeno nella prima parte del corteo, ma tanti fischietti per fare sentire la propria rabbia e la voglia di non farsi zittire. Arrivati in piazza Duomo i partecipanti intendono rispedire alla Chiesa cattolica le accuse su una presunta relazione tra omosessualità e pedofilia. Attraverso centinaia di specchietti distribuiti in tutto il corteo i partecipanti intendono rispecchiarsi "nella loro fierezza e naturalezza e, porgendo gli specchi agli omofobi restituiranno, simbolicamente, il fango ricevuto e le loro accuse lasciandoli riflessi nella loro vergogna."

Quella milanese per molti anni è stata considerata un'isola felice rispetto alla realtà nazionale. Una città, spiega Mori "che offre molte opportunità per un gay: servizi, locali, associazioni, possibilità di socialità. Ma fuori dal centro storico la situazione è diversa. In provincia continuano a esistere situazioni di pesante omofobia e le nostre associazioni spesso fanno fatica a intervenire" Ma una situazione che non toglie certo le speranze per il futuro. Mario Mori spera nelle nuove generazioni: "Magari hanno meno coscienza politica e conoscono meno bene la storia del movimento gay, ma i giovani oggi mi sembra vivano la propria omosessualità con più naturalezza e senza sensi di colpa. E soprattutto non si vogliono far mettere i piedi in testa da nessuno"
fonte tg24.sky.it di David Saltuari

Life, Come fare a eliminare i pensieri negativi e vivere felici, In genere tendiamo a concentrarci molto sulle cose negative.


Ci rammarichiamo per il passato, per le opportunità mancate, per gli errori commessi e per i fallimenti subiti, ci preoccupiamo per i nostri investimenti, per la nostra sicurezza e temiamo le incertezze del futuro.

Ci paragoniamo agli altri e ci vediamo in una luce sfavorevole temendo di non essere alla loro altezza. Questi pensieri negativi sorgono continuamente.

Questo tipo di pensiero è un veleno: è corrosivo, tossico, distruttivo, e abbiamo bisogno di purificarci da esso. Per attirare le esperienze più positive nella nostra vita, per essere veramente felici e persone di successo, dobbiamo eliminare i pensieri negativi che, per molti sono diventati parte integrante della loro vita.

Non solo è necessario ‘pensare in positivo’ dobbiamo soprattuto eliminare i pensieri negativi dalla nostra testa poiché essi sono la principale causa della nostra sofferenza.

Dire pensieri negativi e dire emozioni negative è praticamente la stessa cosa perché sono proprio i pensieri che causano le emozioni. Se per esempio penso a un brutto momento della mia vita si produce un’emozione negativa che mi causa sofferenza; se invece penso a una esperienza piacevole della mia vita provo un’emozione positiva che mi produce gioia.

Una delle cose più importanti e utili da ricordare è che la nostra mente è uno strumento. Siamo i suoi padroni, non i suoi servi, vi consiglio di prenderne il controllo. La sofferenza che deriva dai pensieri negativi è quasi soltanto un fatto mentale. Non è ciò che ci succede che ci fa stare male o bene, ma il modo in cui percepiamo i fatti e come reagiamo ad essi.

La prima cosa da fare è togliere forza ai pensieri negativi ricordandoci che sono automatici e involontari, ossia che non dipendono da noi e non siamo noi a produrli; e quindi non dobbiamo identificarci con essi, il che significa che non dobbiamo considerarli reali, effettivi, concreti: in parole povere, dobbiamo distaccarci da essi.

Osservando i nostri pensieri negativi in modo distaccato, ossia come se non fossero nostri, essi vengono esorcizzati, neutralizzati, devirilizzati, depotenziati, spezzando così la spirale del loro autorafforzamento che si verifica quando li consideriamo veri e reali.

Ma è davvero possibile osservare i propri pensieri in maniera distaccata? Si è possibile, a condizione che prima di controllare la mente ci ricordiamo che occorre calmare il corpo. E come si calma il corpo? Il corpo si può rilassare calmando il respiro. Occorre concentrarsi sul respiro e averne piena consapevolezza.

Abituandoci a concentrarci sul respiro più volte al giorno noi arriviamo addirittura a non pensare ad altro, a non pensare a nulla, ossia otteniamo il vuoto mentale. Facendo spesso alcuni respiri profondi e lenti, introduciamo più ossigeno nei polmoni e nel sangue, e calmiamo la mente e il corpo.

Infatti, le emozioni negative come l’ansia, le preoccupazioni, la paura, ecc. tendono a ridurre il respiro – nel panico addirittura vi è sensazione di soffocamento! Invece le emozioni positive come la gioia, le risate, la spensieratezza ecc. liberano e stimolano i muscoli del respiro che diventa profondo o addominale, e ciò ovviamente ci fa sentire più vitali. Una volta ottenuto il vuoto mentale attraverso la concentrazione sul respiro, è facile diventare osservatori distaccati dei propri pensieri negativi e delle corrispondenti emozioni.

Guardando i pensieri siamo in grado di decidere, consapevolmente, che cosa fare con loro. L’unica opzione ragionevole è quella di eliminarli. Perché lasciare che decidano come ci sentiamo? Perché lasciare che determinano la nostra felicità?

Inoltre non dobbiamo concentrarci sui perché – perché succede tutto a me, perché mi trovo in questo stato, perché sono così sfortunato, perché sono malato, perché sono senza lavoro, ecc. – Invece dobbiamo pensare a “come” rimediare.

Concentrarsi sul come risolvere i problemi anziché sul perché ci capitano certe cose ci fa passare dai programmi inconsci ed automatici che generano i pensieri negativi e che incidono per circa il 90% sulla nostra realtà, all’attenzione consapevole che ci consente di essere presenti nel qui e ora e quindi ci porta ai pensieri positivi, che sono volontari.

E’ quindi possibile essere in pace, rilassati e felici e di godere di ogni situazione della vita. E’ tutta una questione di mantenere il giusto atteggiamento mentale e sapere come trattare i pensieri che vengono nella nostra mente. Perché sprecare così un altro momento a pensare in modo negativo?
fonte viverealmeglio