sabato 29 maggio 2010

Lgbt, Nasce "Samantha" un fiocco rosa per i diritti delle transessuali, grazie all'iniziativa di Debora Piazza, giovane Avvocato milanese


Milano. L'associazione prende il nome da Gustavo Brandau, in arte Samantha, stuprata e massacrata l'anno scorso da due delinquenti ora in carcere. Il simbolo è un fiocco rosa, un rosa vivace, acceso, come Brenda e Samara che ci hanno raccontato come vivono e a cosa sperano possa servire questa associazione che stanno mettendo in piedi grazie all'iniziativa di Debora Piazza, giovane avvocato milanese in questi giorni in Tribunale per difendere un'altra trans, vittima di estorsione e violenza da parte di un gruppo di zingari. Servizio di Claudia Bellante
fonte c6.tv

LGBT, CARCERI TRANS, SOSPESO SCIOPERO FAME GARANTE DETENUTI FIRENZE, FRANCO CORLEONE SILENZIO MINISTRO CONFERMA GIUDIZIO NEGATIVO


ANSA FIRENZE, 28 MAG - Franco Corleone, Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze, ha sospeso lo sciopero della fame in corso da sei giorni spiegando che l'obiettivo della protesta per la mancata apertura di un penitenziario per soli trans è stato raggiunto. "L'obiettivo della mia iniziativa, di far conoscere lo scandalo di un istituto chiuso da un anno e mezzo e di svelare il divieto da parte del ministro Alfano, di destinare il carcere di Empoli a luogo di detenzione sperimentale per transgender, è stato raggiunto", ha dichiarato in una nota Corleone. "Anche il silenzio assordante del ministro Alfano e dell' amministrazione penitenziaria che si sono rifiutati fino ad oggi di dare qualunque spiegazione per una decisione offensiva - ha detto - ha confermato il mio giudizio totalmente negativo sulle politiche di gestione del carcere. La mancanza di un disegno riformatore trova la sua conferma in questa vicenda paradossale". "Il mio appello - ha proseguito - si rivolge ora ai parlamentari toscani perché rivolgano un'interrogazione al ministro per chiedere le ragioni di una decisione senza senso". "Chiedo anche alla Regione Toscana di pretendere l'apertura immediata del carcere di Empoli, anche con una destinazione diversa". Corleone ha anche criticato la provveditrice Maria Pia Giuffrida che "ieri alla festa della polizia penitenziaria non ha detto una parola su questa vicenda"
fonte(ANSA).

Lgbt, Video sulla quotidianità gay,e contro le discrininazioni "Si nos dejan" cortometraggio messicano sull'amore gay, tra baci e discriminazioni


In rete potrete vedere questo cortometraggio gay di origine messicana, che affronta la quotidianità della vita di ragazzi gay e del mondo che ruota loro intorno. Il regista è Alejandro Murillo, del Centro Universitario de Estudios Cinematográficos dell’Università Nazionale Autonoma del Messico e il titolo è Si nos dejan – Se ci lasciano.
Cortometraje de Alejandro Murillo, quien proviene del Centro Universitario de Estudios Cinematográficos de la UNAM, transmitido por Canal 22 - México

Danza, Tango World in Venice 2010: Festival del tango a Venezia


Siete delle amanti dei sensuali ritmi del tango argentino? Bene, allora non perdete l’occasione di recarvi a Venezia dal 28 maggio al 2 giugno 2010 per la 3° edizione di Tango World in Venice 2010, il festival internazionale dedicato al tango, allestito presso il Terminal Crociere, una sala di oltre 800 mq, affacciata su un bacino di 123.700 mq. Intanto la città si prepara ad ospitare appassionati, neofiti e professionisti provenienti da tutto il mondo, pronti a lasciarsi coinvolgere dai ritmi irresistibili di questo ballo, recentemente proclamato addirittura patrimonio mondiale dall’Unesco.

A prendere parte all’evento, ci saranno prima di tutto quattro coppie di ballerini argentini tra i più rappresentativi del panorama tanguero internazionale, vera attrazione del Festival di Venezia. Questi sono Miguel Angel Zotto y Daiana Guspero, Ricardo Barrios y Laura Melo, Javier Rodriguez y Andrea Missè, Joe Corbata y Lucilla Cionci.

Ma non finisce qui, perché ora arriva la parte più bella: il pubblico potrà, oltre ad apprendere nelle lezioni con i maestri i segreti di questa danza, divertirsi ogni sera ballando con le selezioni musicali dei più rilevanti musicalizadores di tango.

Oltre alle performance di questi straordinari ballerini professionisti ci sarà poi anche tanta musica dal vivo, come ad esempio quella di Esteban Morgado, il più grande chitarrista di tango vivente che terrà un concerto per l’occasione.
fonte pourfemme

venerdì 28 maggio 2010

LGBT, LE TRANS, I TRANS: IDENTIKIT DI CHI CAMBIA SESSO


Chi sono le persone trans che si sottopongono all'operazione per cambiare sesso? Studiano, lavorano, sono precarie, che età anno? «Persone come tante». Il primo screening su un numero considerevole di trans è stato fornito dal Dottor Luca Chianura del Saifip dell'ospedale San Camillo di Roma nel corso del convegno «Il non detto» organizzato dalla Cgil Nuovi diritti e dall'Associazione Libellula Roma (www.libellula2001.it). Dall'indagine è emerso che «le persone trans sono come tante di noi», essendo i dati in molti punti sovrapponibili a quelli forniti dall'Istat per una buona parte di italiani. A colpire è l'età in cui si inizia a sentire il disagio: i disturbi possono manifestarsi intorno ai tre anni e sicuramente vengono percepiti fra i tre e gli otto anni. Così tre persone trans su quattro percepiscono disagio prima ancora che finisca l'adolescenza. Per questo al San Camillo da quest'anno è in funzione un servizio dedicato ai minorenni, destinato sia ai figli delle persone trans generati prima dell'iter di adeguamento sia ai bambini e agli adolescenti con problematiche relative alla identità di genere. DISTURBI PER 475 SU 900 Lo screening sugli adulti ha preso in considerazione 475 persone con diagnosi di disturbo dell'identità di genere (su 900 utenti) che si sono rivolte al centro dal 1992 al 2008. Di loro 309 sono mtf, una sigla inglese che sta per «male to female», maschio verso femmina. Si tratta di coloro che occorre chiamare «le trans», cioè maschi che si sentono donne e che, iniziato il percorso, prendono via via un aspetto femminile. Il resto è composto da 166 ftm (female to male) cioè femmine che sentono di essere maschi e che vanno chiamati «i trans». L'età media è di 29 anni, la persona più giovane ha 18 anni (sono esclusi dall'indagine i minorenni) e la più grande 61. Nove su dieci sono celibi o nubili (91,5 per cento), mentre il 2,9 per cento è composto da persone sposate e il 2,9 da separate o divorziate. Il resto convive. L'istruzione vede il 34 per cento delle trans (mtf) raggiungere la maturità, superate dai trans (ftm) che sono il 42 per cento, laddove 9 su 100 prendono la laurea. Dove abitano? Più di uno su due vive con la famiglia di origine, a conferma del fatto che sono meno frequenti di prima i casi in cui a una manifesta transessualità corrisponda il rifiuto netto da parte della famiglia e l'allontanamento da casa. Il lavoro vede circa sei persone trans su dieci con un'occupazione. L'impegno per migliorare la situazione lavorativa è stato documentato dalla Cgil: «Alcuni problemi possono sorgere nel caso dei bagni, degli spogliatoi, degli indirizzi email aziendali, del cartellino con il nome da esibire. Casi che sono stati affrontati insieme all'azienda, facendo formazione e informazione, eliminando tutto quello che l'ignoranza attribuisce alle persone trans», hanno dichiarato Gigliola Toniollo e Salvatore Marra. C'è anche una quota di persone trans (non tutte!) che si prostituisce, il «65 per cento di loro – ha denunciato Leila Daianis, presidente di Libellula -è vittima del racket e subisce violenza e minacce». Va ribadito: la prostituzione non ha un genere di elezione, si prostituiscono maschi, femmine e trans. Al contrario di quanto si crede, molte persone trans non hanno una vita sessuale. «Transessualismo uguale promiscuità? A noi non risulta – ha concluso Chianura -, c'è un forte disagio rispetto al proprio corpo, da noi arrivano persone che anche a 30 anni non hanno avuto rapporti sessuali o sentimentali»
fonte Delia Vaccarello, L'Unità

Lgbt, Lezioni di fair play al Festival di cinema trans Divergenti a Bologna


Lezioni di fair play al Festival di cinema trans Divergenti a Bologna Dal 19 a 23 maggio si è tenuto al cinema Lumiere di Bologna, la terza edizione del festival di cinema trans Divergenti. Il festival, l’unico in Italia ad affrontare in modo specifico le diverse tematiche legate al transessualismo e al transgenderismo, dedica quest’anno particolare attenzione al rapporto tra transessualismo e sport, con la proiezione di Second Serve, fiction sulla storia della tennista transessuale Renée Richards, interpretata magistralmente da Vanessa Redgrave e di Erik(A), documentario su Erik Schinnegger, campionessa di sci che a vent’anni ha intrapreso il transito da donna a uomo, e un dibattito sul tema.

Il festival dà spazio anche alla riflessione antropologica su come l’esperienza transessuale viene elaborata in differenti contesti culturali, concentrandosi quest’anno sulla figura del femminiello napoletano. Molti altri gli argomenti toccati nelle 5 serate di proiezione, tra cui un omaggio trans del festival a Fellini. Transessualità e cultura, dunque, per far riflettere su un mondo dai toni spesso chiaroscuri, dove la transessualità è più di strada che di dibattiti. E invece, que mondo ci appartiene, va profondamente modificato nelle nostre quotidiane valutazioni ed idee.

La transessualità è sempre più sofferenza, emarginazione, violenza, con l’Italia ai primi posti per numeri di aggressioni contro di loro. Riflettere su come la transessualità è una condizione da accettare e far accettare, può aiutarci a vedere un paese diverso, che accetta queste differenze, se ne ciba culturalmente e socialmente, le aiuta a entrare nel mondo del lavoro, della cultura. Non è un caso che gli organizzatori abbiano pensato questa edizione, mettendo a a fuoco il rapporto delle persone transessuali con il mondo dello sport, dove ancora resiste una transfobia inutile e dannosa allo stesso sport.

Il caso di Renée Richards, di Erik Schinnegger, di altre e altri che hanno vissuto sulla loro vita e sulla loro pelle, discriminazioni e sofferenze a causa della loro condizione transessuale, sta a raccontare un mondo difficile, spesso pericoloso per la violenza, non solo fisica, che le persone esercitano contro le/i transessuali. Ancora oggi l’emarginazione è insopportabile in un paese che si dichiara a parole, civile.

Rinnovando la sua vocazione internazionale, il Festival Divergenti propone film da vari paesi, dalla Grecia ala Spagna, al più difficie Iran, alla Corea De Sud: un viaggio quasi planetario per scoprire i diversi modi di accettazione o di rifiuto. Bene hanno fatto a incentrare l’edizione di quest’anno anche su una figura dall’apparenza obsoleta come quella del femminiello napoletano, ancora oggi perpetrata in certi paesini vesuviani, più come un rito che non come quotidianità dell’essere. Una figura, quello del femminiello, omaggiata nei teatri, nei vicoli di antichi quartieri napoletani, ricordata da una storia, spesso raccontata verbalmente, che cerca di sopravvivere in una realtà parecchio mutata.

Bello anche l’omaggio trans a Federico Fellini, creatore di figure cinematografiche fuori dal comune, fuori dalle logiche di certi stili di normale rappresentazione.

Ad inaugurare il Festival, sarà, come è già accaduto lo scorso anno, una madrina d’eccezione, Nicoletta Mantovani, moglie del compianto Luciano Pavarotti, insieme a Vladimir Luxuria ed Eva Robin’s. Vale davvero la pena esserci.
fonte queerblog

Life, Amore, quando gli opposti si attraggono


Guardate Johnny Depp e Vanessa Paradis, chi l’avrebbe mai detto. Il loro amore però sta resistendo a tutto. Ma di coppie che ci si chiede come facciano a durare è pieno il mondo: così diversi per stile, cultura, estrazione sociale eppure così uniti. Io la chiamo la magia degli opposti. Onestamente sono profondamente convinta che le relazioni durature sono quelle che si stabiliscono tra persone che hanno qualcosa in comune da condividere. E non sempre quello che mostrano le coppie, la diversità, si poi quello che vivono quotidianamente, l’uguaglianza. Voi che ne dite? Che tipo di storia state vivendo?

Le differenze all’inizio di un rapporto sono accentanti: infatti è normale da ragazze di innamorarsi di qualche bello e dannato, ma poi sulla lunga distanza diventa noioso. Si cerca una vita più calma e tranquilla, si cerca l’affidabilità. La cosa più sbagliata è voler cambiare il carattere di una persona, inoltre è impossibile, rischieremmo di condannarci all’infelicità.

Comunque non facciamoci cogliere da pregiudizi o falsi miti, probabilmente ogni caso ha una sua storia e soprattutto vive di percorso unico. Forse l’amore che funziona deve essere tra due persone diverse, complementari nel carattere, ma unite dagli stessi interessi.

E credo che la cosa più importante sia avere la stessa opinione, nel senso di condividere, le cose di valore: il rispetto, la fedeltà e il rapporto di coppia. Sono questi i campi in cui capirsi, il resto si impara.
fonte coppia.pourfemme

Lgbt, Barack Obama dice sì ai gay nelle forze armate


Una manifestazione a Washington contro il bando dei gay nelle forze armate (Credits: LaPresse)

Era stata una delle sue più importanti (e ardite) promesse durante la campagna elettorale. Ma, come altre, non le aveva mantenute nel suo primo anno e mezzo di mandato presidenziale. Ora, invece, sembra volere fare un passo verso il pagamento del credito (che aveva chiesto a una parte dell’elettorato): Barack Obama ha dato il suo (timido) appoggio a una soluzione di compromesso che permetterà agli omosessuali dichiarati di vestire la divisa delle forze armate statunitensi.

Per le associazioni per i diritti gay, il traguardo (dopo anni e anni di battaglie) sembra vicino. Tra due giorni, il Comitato per le Forze Armate del Senato dovrà votare se abolire (di fatto) la politica del don’t ask, don’t tell (arruolamento in cambio del silenzio sulle inclinazione sessuali), oppure se mantenerla ancora in vita.

Se dovesse passare il si, saremmo di fronte a una decisione storica. Che avrà ripercussioni non soltanto sull’esercito, ma anche nella società americana, parte della quale è tuttora chiusa a ogni cambiamento (o certificazione di cambiamento, visto che si parla di una legge) del costume (e della morale) su temi (ritenuti ancora così delicati) come l’omosessualità.

Con una lettera molto burocratica nella forma, ma forte nella sostanza, il capo dell’ufficio budget della Casa Bianca Peter Orszag ha comunicato alla Commissione Difesa del Senato che il governo intende(rebbe) mandare in soffitta la suddetta dottrina Dadt (non chiedere, non dire), varata ai tempi di Bill Clinton, nel 1993, e adottare il compromesso proposto da Capitol Hill: basato su di una formula che prevede la decadenza del bando contro il servizio militare degli omosessuali dichiarati previa però ultima verifica e finale approvazione (chiamiamola assunzione di responsabilità) da parte del Presidente, del Segretario alla Difesa e del Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate.

L’endorsment della Casa Bianca è stato seguito - qualche ora dopo - da una ancora più prudente dichiarazione di appoggio del Segretario alla Difesa Robert Gates. Avrei voluto andare avanti con il programma che prevedeva il giudizio finale di una commissione militare entro il prossimo dicembre, ma se bisogna accelerare i tempi (per le elezioni ? ndr) , mi adeguo, ha detto (in pratica) il numero uno del Pentagono.

Ora tocca ai lawmaker di Capitol Hill. Lo schieramento è bipartisan. In commissione ci sono senatori indecisi, come due democratici - finora schierati per il mantenimento della politica del Dadt - e un repubblicano Scott Brown, il quale non avrebbe alcuna intenzione di dare via libera al compromesso.

Per loro, deve rimanere la normativa (il male minore) approvata quasi 18 anni fa, quando alla Casa Bianca sedeva Bill Clinton. L’allora presidente democratico, a sua volta - dicono le cronache - puntava ad abolire il bando, ma non ci riuscì, subissato dalle proteste delle organizzazioni conservatrici, di quelle di una parte delle forze armate e dell’opinione pubblica.

Dovette così accontentarsi di una legge che, di fatto, se sanava una situazione di persecuzione ufficiale, non garantiva i diritti degli omosessuali in armi. I quali erano (sono) spesso tormentati dai superiori (che hanno espulso dall’esercito molti soldati sospettati di essere gay). Militari che in diversi casi sono stati sottoposti a una sorta di caccia alle streghe dagli esiti finali (a volte) cruenti e violenti, se non addirittura mortali, come è successo a Allen R. Schindler Jr, ucciso in uno dei raid dei commilitoni, uno di quelle rituali Festa della Coperta (Blanket Party) durante le quali venivano lanciati teli addosso al “sospettato” gay per impedire di individuare i commiltioni che poi l’avrebbero pestato a sangue.

E’ evidente che questa vicenda va ben oltre i circa 75.000 soldati gay (non dichiarati ufficialmente) presenti nella forze armate Usa. Ma assume una forte valenza simbolica in un paese dove rimangono profonde tracce di puritanesimo, moralismo e rigidità nei costumi accanto, invece, a una profonda e vera capacità ( libertà ) di espressione della propria personalità e di rispetto dei diritti dell’individuo.

Se dovessimo basare il nostro giudizio su quello che ci dicono i sondaggi, non ci dovrebbero essere dubbi: l’America è pronta a togliere il bando per gli omosessuali dichiarati nell’esercito. Ma le titubanze del Palazzo, compresa la Casa Bianca, ci fanno capire ancora una volta come la classe politica sia distante dal “sentito” dei cittadini. Oppure premi il sentimento (la pancia) di solo una parte di essi.

Barack Obama - che (nonostante tutto) è un politico di fiuto - ha capito che sulla questione degli omosessuali nell’esercito avrebbe dovuto muoversi con prudenza fino a quando non si sarebbe aperta una finestra di opportunità per una soluzione di compromesso. Cosa che è poi (regolarmente) avvenuta. Ma ora, l’ultimo passo devono compierlo i senatori di Capitol Hill. Saranno in grado di farlo ? Vorranno farlo ?
fonte panorama.it michele.zurleni

giovedì 27 maggio 2010

Lgbt coming out, Sono gay e mia moglie non lo sa..


C'è chi non riesce a dirlo e chi non vuole, chi si reprime e chi vive la propria sessualità di nascosto. Non sono pochi gli uomini che non riescono a confessare alla propria partner (moglie o convivente che sia) di essere gay. Ecco le loro storie

«Io sono gay da sempre eppure riesco anche a fare il marito. A 40 anni sono ancora talmente bello da potermi permettere una relazione sessuale stabile con un ragazzo di 19 anni senza pagarlo. E spesso mi capitano scappatelle con altri under 30, in qualche caso sposati a loro volta. Quando mi guardano le donne non le contraccambio. Non le illudo perché non mi attraggono mai. Mi basta mia mogle, che può stare tranquilla e che amo più come una sorella. Una persona importante che mi ha dato 2 splendidi figli. È vero che lei non immagina i miei gusti sessuali ma non è mica l'unica! Buona parte delle mogli e delle fidanzate non immaginano che il loro uomo può scindere il sesso dall'amore. Usciamo dalla chimera dell'amore stabile e sereno. Sono soltanto favole». Una testimonianza a muso duro, aperta e sincera fino a fare male. Questo è il racconto di Luigi, un nostro lettore che ci ha inviato la sua storia qualche tempo fa. E non è l'unico uomo (marito, convivente, fidanzato, scegliete voi l'etichetta adatta) a condurre una vita apparentemente etero e assere in realtà omosex.

Lo vuole la società, oppure è la paura di uscire allo scoperto. Fatto sta che in tanti si trovano una moglie, mettono su casa e magari pure famiglia e poi conducono una vita segreta, fatta di rappori sessuali occasionali con altri uomini o di relazioni più o meno stabili. In questo modo nessuno è costretto a fare coming out, nessuno è costretto a prendere atto, nessuno soffre (o almeno così si cerca di far credere). Insomma, molte donne si ritrovano un marito gay senza saperlo. Perché? Ce lo spiega bene Gio, regalandoci la sua storia: «Nessuna donna potrà mai soddisfare un uomo come potrebbe fare un altro uomo. L'uomo è più perverso e sessualmente attivo della donna (inutile prendersi in giro). È un gioco sottile, tanto più appagante quanto più vi si cela il segreto. Bigottismo e divieti non alimentano il timore ma stimolano assai più il desiderio di fare. Sono un giovane 28enne e parlo con esperienza. Ho avuto rapporti ed esperienze stupende SOLO con uomini sposati, insospettabili padri di figli». Conferma Marco: «Io son sposato con figli, non son felice con la moglie, da un anno non abbiamo rapporti. Sin da piccolo ho sempre avuto attrazione per gli uomini anziani. In questa fase di crisi, ho voluto mettere in atto la fantasia (prima era saltuaria, ora predominante..) un paio di volte. Almeno mi son tolto lo sfizio. Prefersico riprendere con mia moglie,e mantenere rapporti amicizia con queste persone, alcune sposate con figli».

Insomma, è quasi come se non si trattasse di essere gay 24 ore al giorno, ma solo saltuariamente. Per questo si mente alle mogli. «Nulla di nuovo, è la pura realtà... Anche se, a volte, siamo troppo ipocriti per ammetterla» chiosa Paolo. Alcune donne vivono ignorando completamente "il vizietto" del marito. Altre intuiscono o scoporono e tacciono, come ci racconta Marcobsx: «Gli etero sono pura fantasia, non esistono. Io faccio sesso con altri mariti come me, è molto bello, siamo in tantissimi per fortuna. Le donne stiano zitte, ne conosco tante sposate che hanno l'amica del cuore e di letto. Quanta ipocrisia, godetevi la vita che e meglio per tutti». Tacere e sorvolare dunque? O scoperchiare tutto e farla finita?
Libero News

Cinema, Arriva Sex and the City 2


E’ finalmente terminata l’attesa, per tutte le amanti di Sex and the city, il telefilm tinto di rosa che ha portato il sesso e l’amicizia fra donne di oggi sugli schermi di tutto il mondo. Il 28 maggio infatti arriva al cinema Sex and the city 2, il film di Michael Patrick King, con Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Miley Cyrus, Penelope Cruz, Chris Noth, Liza Minnelli, Jason Lewis, Evan Handler. Dopo l’enorme successo di Sex and the city 1, le quattro scatenate ragazze newyorkesi tornano a farci divertire con le loro vicende, passioni i loro tormenti ed i loro guai. Ma scopriamo subito la trama del film che sicuramente bisserà l’enorme successo della precedente pellicola.

In Sex and the City 2 vedremo ancora una volta fiori d’arancio in vista, come per il primo episodio, e questa volta sarà un matrimonio davvero esclusivo, al quale saranno invitate addirittura celebrità come Liza Minnelli che ha simpaticamente preso parte al cast.
Nel film compaiono anche Miley Cyrus e Penelope Cruz coinvolte in vicende che riguarderanno ovviamente le storie tutte al femminile, delle quattro principali protagoniste.

Per un pezzo della pellicola Carrie (Sarah Jessica Parker), Samantha (Kim Cattrall), Miranda (Cynthia Nixon) e Charlotte (Christine Davis) saranno in Marocco tra danzatrici del ventre e beduini, e alle prese con problemi finanziari legati alla crisi economica.
Intanto godetevi il trailer!
fonte pourfemme

LGBT - Sito web per incontri dello stesso sesso, Gay e Lesbo.


Il Delfino è il primo network italiano di agenzie di incontri specializzato nella ricerca e selezione partner per persone dello stesso sesso.

L'agenzia mette in primo piano la più desiderata e ricercata meta di qualsiasi essere umano, la ricerca di un amore autentico e corrisposto.
E oggi, grazie all'agenzia, c'è uno strumento in più per raggiungerla.

La nascita di questa nuova agenzia, che segue esclusivamente il target omosessuale, riveste enorme valore sociale, in quanto fino ad ora questo tipo di servizio era rivolto esclusivamente ad un pubblico eterosessuale. E' un grande passo in avanti circa le lotte per la parità dei diritti del mondo GLBT, in quanto finalmente viene data la stessa valenza al desiderio di amare e di formare coppia al di là dell'orientamento sessuale.

A differenza di un sito di incontri, o di una chat line, dietro l'agenzia ci sono persone vere, con le quali è possibile interagire in maniera reale, alle quali esporre i propri bisogni e desideri, con le quali iniziare un percorso il cui fine è la completa realizzazione affettiva trovando il partner ideale.

Il sito è nato per dare un'opportunità seria reale e concreta a coloro che chiedono un aiuto per conoscere persone il più vicino possibile alle loro aspettative.

L'agenzia lavora esclusivamente su appuntamento e conosce personalmente ogni iscritto attraverso un colloquio interpersonale, che ha come scopo la conoscenza delle sue aspettative in modo da aiutarlo a trovare l'anima gemella.

L'indirizzo web è www.agenziaildelfino.com
Attualmente le sedi dell'agenzia sono a Torino, Milano, Roma e Cagliari.
fonte ecosistemi-digitali

Lgbt, Il libro su come formare un'identità sessuale ben radicata: parola dello psichiatra "Omofobo" scoperto con l'escort gay!


George Rekers è uno psichiatra "omofobo" che si è sempre opposto ai diritti per i gay e ha, invece, appoggiato terapie di conversione per ritrovare la propria (giusta) identità sessuale. E poi è stato scoperto con le mani nella marmellata, in compagnia di un escort gay. Pronta le sue giustificazioni, da un patetico “Non lo sapevo fosse un gigolò gay” a “Volevo aiutarlo“. Eh certo, tesoro, e le macchine si fermano dalle prostitute solo per chiedere informazioni stradali.

E dal passato di Rekers, ecco spuntare questo libro dal titolo ” Formando l’identità sessuale di tuo figlio”. Con una meraviglia di copertina, di un padre e un figlio, in mezzo alla natura, (vestiti in stile Abercrombie, ops), mentre il padre si appoggia su un’ascia con cui (presumo) ha spaccato la legna. E via di luoghi comuni: uomo maschio a contatto con la nauta incontaminata che rompe legna, vestito a quadri, senza la società corrotta nello sfondo.

Io attendo con ansia il seguito, magari “Formando l’identità sessuale di un escort gay“…
fonte queerblog

Politica dal Mondo, Al locale gay con l'auto blu


David Campbell fino a pochi giorni fa era il ministro dei trasporti del Nuovo Galles del Sud. A far scattare le sue dimissioni un filmato realizzato dall'emittente televisiva Canale 7.
Le immagini in questione mostravano Campbell all'uscita di un locale gay (il club Kensington di Sydney) mentre saliva e partiva alla guida della sua auto ministeriale. Tant'è bastato per far scattare le dimissioni. Il ministro ha precisato: «Mi sono dimesso da ministro per ragioni personali, non per ragioni relative ai miei doveri ministeriali, che ho sempre assolto con orgoglio. Chiedo scusa a mia moglie, alla famiglia, ai colleghi, ai miei collaboratori e alla comunità per averli delusi. Sarà un periodo molto difficile per la mia famiglia e per gli amici, e chiedo che la loro privacy sia rispettata».
Se da una parte lo scandalo lo ha portato a rassegnare le sue dimissioni da ministro, dall'altro Campbell ha fatto sapere che resterà in parlamento per il seggio che rappresenta.
fonte gayburg

mercoledì 26 maggio 2010

Lgbt, Lo Sportello per tutelare e supportare le persone Transessuali "Ala Milano Onlus"


Lo Sportello Trans Ala Milano Onlus nasce nel 2009. Questo servizio è il risultato dell' incontro tra la decennale esperienza di Ala Milano Onlus, maturata negli anni attraverso gli interventi dei propri operatori professionali, e l'esperienza di Antonia Monopoli, maturata all’interno del movimento TLGBQIE, dell’ associazionismo e delle realtà politiche ed istituzionali a difesa dei diritti civili.

Lo Sportello Trans Ala Milano Onlus si pone l’obbiettivo di tutelare, supportare e difendere le persone Transgender e Transessuali, in un’ottica laica e a-politica, sviluppando buone prassi di inclusione sociale, sostenendo l’inserimento e reinserimento lavorativo, offrendo supporto specialistico anche avvalendosi della collaborazione con altri servizi.

Tenendo conto delle difficoltà che ancora adesso le persone Trans si trovano a dover affrontare per vivere serenamente la propria identità, il nostro impegno sarà speso su diversi livelli, coinvolgendo e sollecitando le istituzioni locali, regionali, nazionali e internazionali sulle tematiche di genere e sulla difesa dei diritti e delle pari opportunità.

Procedendo con la politica del "fare", più che quella di mera rappresentanza, la nostra Associazione intende sviluppare collaborazioni con tutte quelle realtà che condividono con noi una politica atta a migliorare la qualità della vita delle persone Trans, ritenendo che l’estensione dei diritti e delle pari opportunità non sia un bene solo verso chi ancora non ne gode appieno, ma un bene condivisibile con chi si riconosce nei principi di uguaglianza.

Lo Sportello Trans Ala Milano Onlus, è una realtà in continua evoluzione attiva nel volontariato sociale, impegnata nella tutela e nell’affermazione dei diritti di quanti si riconoscono transessuali e transgender, perseguendo finalità di solidarietà sociale, supporto e socializzazione per le persone T*, a difesa della loro salute fisica e psicologica.

Vivere la propria complessa identità di transgender e transessuale è particolarmente difficile in una società ostile.

Se cerchi sostegno, supporto e confronto, o semplicemente se vuoi conoscere la nostra realtà oltre giudizi e pregiudizi, contattaci: troverai accoglienza, professionalità e la possibilità di elaborare un percorso personalizzato.

Servizi:
Supporto psicologico

Assistenza endocrinologica

Assistenza psichiatrica

Assistenza nell’iter di riassegnazione

Assistenza legale

Mediazione culturale

Supporto all’inserimento lavorativo (se utenza straniera solo con documenti in regola)

Informazione sulle leggi e sulle disposizioni in materia di rettificazione chirurgica, anagrafica e inerenti alla condizione Trans.

Gruppi AMA (Auto Mutuo Aiuto)


Giorni e orari del servizio
Mercoledì, dalle 9.30 alle 12.30, si riceve su appuntamento.
Dove e come trovarci:
Sportello Trans Ala Milano Onlus via Boifava 60/A, Milano 20142
MM linea verde fermata Abbiategrasso, Tram 3, 15
Telefono: 02.89.51.64.64
Fax: 02.89.51.57.29
Email: sportellotrans@alainrete.org
Responsabile: Antonia Monopoli

Lo sportello Trans collabora:
Il Blog del Film Documentario Crisalidi
http://crisalidi-film.blogspot.com

Lgbt, Mara Carfagna si scusa con i gay e al Mondo Lgbt


Che ci crediate o no, il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna ha ammesso di essere in errore, chiedendo scusa per i danni procurati un paio di anni fa alla comunità gay.

Correva l’anno 2008 e l’ex valletta televisiva saliva sui banchi del Parlamento con l’aria di chi ha capito tutto di politica e società. Di lì a poco le associazioni gay italiane organizzavano il Gay Pride nazionale in quel di Roma e chiedevano proprio alla Carfagna il patrocinio. E lei? Figuriamoci se voleva mettere il suo nome accanto a quello degli omosessuali!

Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono, i Gay Pride. Penso che l’unico obiettivo dei Gay Pride sia quello di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo certo non posso esser d’accordo.
fonte starlettime

Associazioni Lgbt, Egma e IGLCC: Un evento storico l’incontro del Presidente della Repubblica Italiana con le associazioni LGBT.


Egma (European Gay & Lesbian Manager Association) e l'IGLCC (International Gay and Lesbian Chamber of Commerce), le federazioni che coordinano i gruppi di manager e professionisti omosessuali e che si propongono di promuovere la visibilità e l’inclusione nel settore professionale, esprimono il più sincero apprezzamento per l’impegno e la sensibilità che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano insieme con il Ministro per le Pari Opportunità On. Mara Carfagna hanno dimostrato lunedì 17 maggio nell’incontro ufficiale con le associazioni LGBT italiane.
«In qualità di cittadino italiano impegnato in campo internazionale nella promozione dei valori di uguaglianza legale e sociale nell’ambito professionale, ho seguito e apprezzato le recenti iniziative italiane, in primis le parole chiare del Presidente della Repubblica e la recente campagna di sensibilizzazione contro l’omofobia promossa dal Ministro Carfagna – ha affermato Angelo Caltagirone, Presidente di egma e Vice Presidente dell'IGLCC –. Sono passi concreti e specifici, che ci permettono di considerare a pieno titolo anche l’Italia fra i Paesi in cui è possibile promuovere una cultura dell’inclusione sul posto di lavoro. È questa infatti una delle missioni chiave delle nostre associazioni che noi consideriamo una base della moderna convivenza democratica.».
«Siamo certi che potremo svolgere iniziative concrete anche in Italia – ha detto Mario Moisio, referente di egma per l’Italia – sfruttando il positivo clima che la Presidenza della Repubblica e il Ministero delle Pari Opportunità hanno creato».
fonte notiziegayit

Lgbt, Neil Patrick Harris è l’uomo più sexy del mondo per il mondo gay


Ancora tempo di sondaggi sul sito AfterElton, che ha eletto Neil Patrick Harris, il Barney Stinson di How I Met Your Mother, uomo più sexy per il popolo gay. Al secondo posto si è classificato Scott Evans, consumato attore di soap opera come Guiding Light e One Life to Live davanti a John Barrowman, impegnato nella sesta stagione di Desperate Housewives nei panni di Patrick Logan.

Fuori dalla top 3, Luke Macfarlane, conosciuto per la sua partecipazione nel drama Abc Brothers & Sisters come Scotty Wandell ed i cantanti Adam Lambert e Ricky Martin, favoriti dai rispettivi coming out. Settimo è Cheyenne Jackson, apparso in molte serie tv americane come Lipstick Jungle, Life on Mars, Ugly Betty e 30 Rock.

Sui gradini più bassi della classifica, si sono piazzati Jake Gyllenhaal, indimenticabile protagonista del film gay, I segreti di Brokeback Mountain e attualmente nelle sale con Il Principe di Persia, Van Hansis, apprezzato particolarmente per le sue scene d’amore nella soap opera As the World Turns e Chris Evans, artista a tutto tondo ed un fisico mozzafiato.fonte gayprider

martedì 25 maggio 2010

Diritti Trans, Brasile. Accordato a dipendenti pubblici transessuali che sul badge di riconoscimento il nome sia femminile.


I funzionari pubblici brasiliani transessuali o travestiti potranno usare d’ora in poi il loro soprannome femminile, che non riveli il loro sesso d’origine. Lo ha sancito un decreto del governo di Brasilia pubblicato giovedì 20 maggio sulla Gazzetta Ufficiale, secondo il quale trans e travestiti potranno usare il nome femminile da loro scelto sui cartellini di riconoscimento, sui documenti di uso interno, sulle e-mail, nel sistema informatico e nei “rapporti con il pubblico”.
fonte gaynews24

Politica Lgbt, La Regione Toscana vara un assessorato contro l’omofobia.


La Regione Toscana vara l’assessorato contro l’omofobia. Nell’ultima redistribuzione di deleghe e incarichi voluta dal governatore Enrico Rossi (Pd), è stata infatti aggiunta, all’assessore al Welfare Salvatore Allocca (Prc), anche la delega all’attuazione della legge regionale 63/2004, ”Norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.

Allocca, scrive oggi ‘Il Giornale della Toscana’ che ha anticipato la notizia, ora dovrà garantire anche le politiche della Giunta regionale contro la discriminazione verso omosessuali e transessuali.

La legge 63 del 2004 si pone come obiettivo che non ci siano discriminazioni legate all’identità di genere, anche attraverso incentivi economici per l’ingresso nel mondo del lavoro. Un meccanismo messo in pratica con le famose carte ‘Ila’, istituite nel 2007, e che prevedono un bonus di 2500 euro per ogni transessuale al fine di favorirne la collocazione lavorativa.
fonte gaynews24

Film Lgbt, Gli Arcobaleni in Marcia hanno il piacere di invitarti alla proiezione del film-documentario "Crisalidi - Cinque racconti di vita trans"


Gli Arcobaleni in Marcia hanno il piacere di invitarti alla proiezione del film-documentario "Crisalidi - Cinque racconti di vita trans", coprodotto dall'associazione "Crisalide -AzioneTrans", Ala Milano Onlus, Bemoviement e Fondazione Cariplo. Alla proiezione seguirà un dibattito.

Crisalidi Venerdì 28 Maggio 2010, Saranno presenti il regista Federico Tinelli e due persone che hanno vissuto in prima persona l'esperienza della transizione: Antonia Monopoli, una fra le protagoniste del documentario, e Massimo D'Aquino.
Il documentario vuole essere uno spunto di riflessione per meglio conoscere la condizione delle persone transessuali e transgender, nate in un corpo che non corrisponde alla propria identità di genere, e le difficoltà affrontate nella propria vita per accettare sè stessi e per far riconoscere i propri diritti fondamentali da una società ancora troppo intollerante e piena di pregiudizi. Vi aspettiamo numerosi.....
Arcobaleni in Marcia: http://arcobaleniinmarcia.blogspot.com/

Prima della proiezioni, Arcobaleni in Marcia offriranno il dolce a tutti gli ospiti. Ingresso a offerta libera, Venerdì 28 Maggio, alle ore 20.30, presso la sede dell'Associazione "Mondo Senza Guerre", via Mazzali 5 - Milano, MM verde Udine.
fonte crisalidi-film

lunedì 24 maggio 2010

Solidarietà Lgbt, Appello Internazionale di Madonna alla sentenza di condanna per la coppia gay del Malawi.


Cari amici,
Steven Monjeza e Tiwonge Chimbalanga passeranno i prossimi 14 anni in una prigione del Malawi, condannati ai lavori forzati.
Ma non sono degli assassini. Non hanno rubato. In realtà, non hanno commesso alcun crimine.
Sono stati giudicati colpevoli di omosessualità.
Invito gli uomini e le donne progressisti del Malawi e di tutto il mondo a mettere in dubbio questa sentenza nel nome della dignità umana e della parità di diritti per tutti.


Vi prego di aggiungere il vostro nome al mio in un appello in favore della libertà di amare: http://www.raisingmalawi.org/page/s/statem…aign=2010_05_21
Sono turbata e intristita dalla sentenza del tribunale del Malawi. Per una questione di principio, credo nella parità di diritti per tutti, indipendentemente dal genere, dalla razza, dal colore, dalla religione o dall’orientamento sessuale.
Questa settimana il Malawi ha fatto un enorme passo indietro. Il mondo è pieno di dolore e sofferenza; abbiamo bisogno allora di sostenere il nostro diritto umano di base ad amare ed essere amati.
Non rimarrò seduta in silenzio mentre due uomini vengono condannati a 14 anni di lavori forzati semplicemente per essersi amati. Spero che aggiungerete il vostro nome al mio, e che denunciate quanto accaduto anche ai vostri amici e alle vostre famiglie:
Con amore, Madonna.

fonte gaynews24

Sull'Everest a 13 anni: americanino da record, Jordan Romero diventa il più giovane a scalare la vetta del monte più alto del mondo.


Jordan Romero diventa il più giovane a scalare la vetta del monte più alto del mondo. Battuto di ben 3 anni il precedente primato, appartenente ad un ragazzo nepalese. "Ho realizzato il mio sogno", dice
KATMANDOU - Bisogna aggiornare il libro dei Guinness dei primati. Un ragazzo americano di 13 anni, Jordan Romero, è infatti diventato il più giovane della storia a salire sulla vetta più alta del mondo, l'Everest, a 8848 m. Stracciato il precedente primato che apparteneva a un nepalese di 16 anni, Temba Tsheri.

LA REALIZZAZIONE DI UN SOGNO - "Il sogno si è materializzato", ha annunciato sul suo sito (www. jordanromero. com). "Sono incredibilmente felice. Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto e incoraggiato durante il loro viaggio", ha aggiunto il ragazzo che nutriva l'ambizione di centrare l'imporesa da quando a scuola gli avevano regalato un poster del celebre monte, a 9 anni.

UN CAMPIONE ANNUNCIATO - Nato a Big Bear Lake, 125 km ad ovest di Los Angeles, da due genitori entrambi appassionati di alpinismo, Romero si era già reso protagonista, in passato, di altre importanti scalate. A 10 anni aveva scalato il Kilimandjaro in Tanzania (5.895 m), a 11 il monte McKinley in Alaska (6.194 m) e l'Aconcagua in Argentine, ovvero la più alta montagna del continente americano (6.962 m). "Mi sento un po 'nervoso ma anche molto emozionato", aveva detto prima di iniziare la salita sull'Everest. "È una cosa che ho sempre voluto fare. So che stabilirei un record del mondo ma non è questo il mio reale obiettivo. Io voglio solo arrivare in vetta".

UN VIAGGIO PREPARATO PER UN ANNO - Da Kathmandu, base di partenza, Romero è arrivato in cima, attraversando il confine del Nepal in Tibet e scalando la montagna sul versante di nord-est. Jordan si era preparato per un anno per questa pericolosa spedizione, allenandosi sulle montagne della natia California, e dormendo in una tenda progettata appositamente per simulare gli effetti dell'altitudine
fonte repubblica.it

Politica Lgbt, Siena Nichi Vendola è stato l’attesissimo ospite a “Oltre le differenze” il primo format radiofonico dedicato al mondo Lgbtq


Siena 21 maggio. Nichi Vendola è stato l’attesissimo ospite della quinta puntata di “Oltre le differenze”, il primo format radiofonico a Siena e tra i primi in Italia, interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer. Nello spazio condotto da Natascia Maesi e Eleonora Sassetti in onda, venerdì 21 maggio dalle 21, sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.250 per il centro storico di Siena, FM 93.200 per la provincia di Siena sud, Valdichiana e Arezzo, FM 93.500 per la zona Chianti e FM 99.100 per la Valdelsa e in streaming su www.antennaradioesse.it), il presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra Ecologia e Libertà interverrà sul tema del complesso rapporto tra religione e omosessualità. Seguirà l’intervista doppia a Don Franco Barbero presbitero della Comunità cristiana di base di Pinerolo, noto come il prete che sposa i gay e Padre Claudio Giuseppone, parroco della Chiesa di Santa Petronilla a Siena, che è più volte intervenuto sulla storia di Sara e Margherita e sulla loro decisione di avere un figlio. Spazio poi al consueto scaffale: una selezione di libri, film, appuntamenti culturali e festaioli a tema.
fonte fidest.wordpress

Diritti LGBT dalle piazze ai Tribunali


In occasione del Pride Nazionale 2010, previsto a Napoli 26 giugno i Giuristi Democratici, Federconsumatori ed il Comitato Napoli Pride 2010 hanno organizzato un evento formativo accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli dal titolo emblematico NUOVE LEGGI PER VECCHI TABU previsto venerdì 21 maggio presso Il Palazzo di Il Palazzo di Giustizia di Napoli (Centro Direzionale), sala Arengario dalle ore 11,00 alle 13,30.

Corso di formazione professionale che affronterà le motivazioni della sentenza n.138/2010 della Corte Costituzionale sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, della parità di tutti i cittadini di fronte alla legge (art.3 Cost.), del diritto alla salute (art.32 Cost.), della parità sociale (art.51 Cost.), delle discriminazioni di carattere omofobico (legge 94/2009), con attenzione ed approfondimenti alla legislazione europea in materia di affermazione dei diritti della persona. In particolare, con la citata sentenza, la Corte Costituzionale ha chiaramente esortato il legislatore a riconoscere, regolamentare e tutelare (ex art.2 della Costituzione le unioni omosessuali) ed ha affermato che è pronta ad intervenire a tutela di specifiche situazioni “discriminatorie”.

Pertanto gli organizzatori hanno inteso esortare gli avvocati a promuovere e tutelare i diritti delle persone LGBT, in quanto la rivendicazione degli stessi non può essere relegata alle sole piazze ma dovrà necessariamente approdare nei Tribunali d’Italia, luoghi dove l’uguaglianza dei cittadini innanzi alla legge dovrebbe avere piena cittadinanza ed attuazione. La collaborazione, quindi, tra giuristi, associazioni LGBT e associazioni di consumatori, è anche sintomo di una nuova strategia di lotta per la rivendicazioni di pari dignità e diritti delle persone e delle coppie LGBT.

Alla conferenza stampa dell’evento formativo avrà luogo giovedì 20 maggio e vedra' presenti fra gli altri gli avvocati Elena Coccia (Giuristi Democratici), Paolo Patanè (Arcigay), Salvatore Simioli (Arcigay), Saveria Ricci. Nel corso della conferenza stampa verrà proiettato un breve filmato con scene tratte dal film “Improvvisamente l’inverno scorso” che ben rappresenta le istanze e le problematiche relative al riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali.
fonte osservatoriosullalegalita

domenica 23 maggio 2010

Lgbtq, Sidney due Lady Gaga in un flash mob, per Augurarvi una Buona Domenica...W l'Australia Terra di libertà ! Lisa


Il gruppo di ragazzi che aveva dato vita al primo flash mob gay di Sidney (di cui avevamo parlato lo scorso novembre) è tornato al lavoro e la scorsa settimana ha dato vita ad un vero e proprio sequel.
Il tutto ha avuto luogo ancora una volta a Sidney: due singolari "Lady Gaga" (impersonificate dalla drag queens Joyce Maynge e da Decoda Secret) si incontrano sul lungomare e danno vita ad una sfida a passi di danza sulle note di canzoni di Lady Gaga, Kylie e Deborah Cox, coinvolgendo ben 150 ballerini.
Il tutto (come vuole la tradizione) davanti a ignari passanti che non hanno nascosto il loro stupore e il loro divertimento per quanto stava avvenendo davanti ai loro occhi.
fonte gayburg

Il video qui sotto è per chi non l'avesse visto, Mitico!
E' prorio il caso di dire...
W l'Australia Terra di Libertà!!
Geniali e Liberi, e noi ??
100 Anni indietro...Lisa

Qual è il luogo migliore per vivere felici?


Spesso si guardano certi paradisi nel mondo (zone tropicali, Tibet…) e si crede che, vivendo in quelle zone, si raggiunge finalmente la felicità assoluta. Per quanto sia palese che siano luoghi incantati, la certezza di raggiungere la felicità non è così scontata.

Infatti è sufficiente vedere come anche in luoghi opposti e cioè completamente disagiati, ci siano persone felici e piene di bontà: nonostante le condizioni siano del tutto avverse e difficilissime da sopportare, specialmente per un’occidentale.

Pertanto è palese che la felicità non dipende da dove e da come viviamo ma piuttosto dal modo con cui interpretiamo la realtà !

Mentre la differenza tra un luogo “incantato” e l’occidente è prettamente legata alla complessità con cui si interagisce con la realtà. Se nel mondo occidentale è necessario il telefonino, l’auto, una casa decorosa, il cibo gustoso, i vestiti belli ecc. ecc. e conciliare tutto richiede uno sforzo maggiore, ai Caraibi (tanto per fare un esempio), le necessità sono molto inferiori e pertanto la gestione sarà meno complessa.

Di conseguenza si può appurare che tra il mondo occidentale e un luogo “incantato” la differenza sta nel maggior numero di bisogni e nella complessità di gestione. Il chè non significa che sia peggio ma bensì è solo diverso.

Lo stesso esempio si può fare per un’auto, mentre una 500 è facile da guidare e in poco tempo si capiscono tutte le sue funzioni, una limousine è molto più complessa da guidare e richiede molto più tempo per apprendere tutte le sue funzioni ma tuttavia, una volta conosciute, la limousine svolgerà molte più “cose” della 500 e sarà in grado di offrirci servizi maggiori.

Pertanto la differenza tra un’auto e l’altra, appurato che la loro funzione primaria la svolgono entrambe, sta nel diverso numero di servizi e nella complessità di gestione: la stessa che c’è tra il luogo “incantato” e il mondo occidentale !

La soluzione ?

Capire la differenza tra le due situazioni e, nel caso si è in possesso di quella più complessa, cercare di interpretarla correttamente per utilizzarla appieno.

L’esempio dell’auto serve solo per capire il concetto perchè comunque non è la stessa cosa: mentre il luogo in cui si vive dipende da dove si nasce e per motivi diversi (lavoro, famiglia…) ed è bene cercare di interagire nel migliore dei modi, l’auto complessa (di lusso) non è un bene fondamentale e la sua valenza, rispetto al luogo in cui si vive, è decisamente inferiore.
Un augurio di tanta felicità.
fonte viverealmeglio di Aldo Bongiovanni

Libri Lgbt “Scrittori contro l’omofobia” un’anticipazione


Scrittori contro l’omofobia è un progetto editoriale curato da Massimiliano Palmese che raccoglie saggi e racconti sulla difficile situazione italiana, frutto di vecchi pregiudizi e del vuoto legislativo. Tra i saggisti aderiscono Bolognini, Buffoni, Dall’Orto, Giartosio, Lalli, Quaranta, Romano, mentre tra i narratori Arena, B. Bianchi, Carrino, Insy Lohan, Vaccarello. Il volume vedrà la luce il prossimo anno. Anticipiamo il saggio di Francesco Gnerre “Il coraggio delle parole”.

Perché in Italia è più difficile che altrove l’affermazione della centralità politica e culturale dei diritti dei gay e della lotta all’omofobia? Esiste una responsabilità anche della cultura, in Italia più refrattaria che in altri paesi, ad affrontare questi temi? Un breve excursus sulle censure, le autocensure e i mascheramenti che, negando anche la parola, hanno reso difficile l’elaborazione di una cultura gay e marginale un tema così importante per la democrazia di un paese.

Tra i motivi che fanno dell’Italia uno dei paesi più omofobi d’Europa e uno dei più arretrati in fatto di diritti civili c’è da considerare la responsabilità della cultura che ha la tendenza ad avallare l’atteggiamento ipocrita della separazione tra le parole e le cose, l’abitudine a mascherare ciò che non è conforme alla cultura dominante. Così in Italia si possono avere più famiglie e battersi pubblicamente per l’indissolubilità del matrimonio, si possono avere amanti di ogni orientamento sessuale e proclamare pubblicamente di essere turbati dalla presenza di omosessuali e contrari alle unioni tra persone dello stesso sesso. Insomma la realtà conta poco, quello che conta è la rappresentazione.

Questo aspetto della cultura nazionale ha origini antiche e risale per lo meno alla controriforma cattolica. Scriveva Paolo Sarpi ad un suo amico francese nel 1609: “una maschera sono costretto a portare, per quanto nessuno possa farne a meno, se vive in Italia”. La maschera di cui parla Paolo Sarpi non serviva a coprire comportamenti sessuali, ma atteggiamenti politici e ideologici non conformi al potere allora dominante, ma l’immagine testimonia bene una forma mentis tutta italiana che ai tempi di Paolo Sarpi poteva essere una necessità, ma che poi è diventata una caratteristica del carattere nazionale.

Questa maschera che interessa tanti aspetti della vita, è ovviamente ancora più evidente in tutto ciò che riguarda la sessualità e in particolare l’omosessualità. Su questi temi c’è stata sempre in Italia una acquiescenza alla cultura dominante pubblicamente sessuofobica e omofobica e gli intellettuali hanno sempre sottovalutato la questione omosessuale o l’hanno vista come un problema circoscritto ai soli omosessuali e non, come in altri paesi civili - almeno da quando l’omosessualità è stata derubricata dalle malattie o dalle anomalie psichiche - come un problema di democrazia. Gli stessi omosessuali hanno preferito, e spesso preferiscono ancora, continuare a tenere la maschera e il silenzio ha funzionato sempre come la più efficace forma di repressione.

Tra la metà del diciannovesimo secolo e gli anni dei movimenti di liberazione del Novecento, nel periodo della medicalizzazione dell’omosessualità e dell’emergere in varie forme del tema anche nella letteratura, l’interdizione e la paura hanno interessato certamente anche altri paesi europei e si è diffuso tra gli intellettuali quello che la studiosa Eve Kosofsky Sedgwick ha definito Homosexual Panic.

Altrove però ci sono stati anche, per fare solo qualche nome, André Gide, Jean Cocteau, Thomas Mann, Marcel Proust o ancora James Baldwin, Christopher Isherwood, Gore Vidal e tanti altri. Perfino gli scandali legati all’omosessualità hanno favorito l’emergere della questione. Si pensi al processo per sodomia a Oscar Wilde in Gran Bretagna, alla coppia Verlaine - Rimbaud in Francia o agli scandali che coinvolsero tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento l’industriale tedesco Heinrich Krupp o a quelli che videro protagonisti il principe Philipp Zu Eulenburg e il conte Kuno von Moltke con vicende che fecero tremare gli ambienti vicini al kaiser Guglielmo II.

In Italia niente di tutto questo. Pur essendo la meta del turismo gay di mezza Europa, l’Italia non ha conosciuto, fino alla morte di Pasolini - quindi un secolo dopo - nemmeno gli scandali. L’interdizione anche della parola è stata totale, tanto che quando alcuni scrittori hanno provato a rappresentare aspetti legati all’omosessualità sono stati costretti a ricorrere a eufemismi più o meno fantasiosi. Giorgio Bassani scrive che il dottor Fadigati, il protagonista de “Gli occhiali d’oro”, era ‘così’, era di ‘quelli’, i personaggi omosessuali di Natalia Ginzburg sono degli ‘eccentrici’, Vasco Pratolini in “Il Quartiere” parla di un non meglio precisato ‘vizio’ o di ‘natura corrotta’, Alberto Moravia a proposito del protagonista de “Il conformista” parla di ‘anormalità’ e in “Agostino” l’omosessuale adulto, Saro, è il pervertito libidinoso; dell’altro, più giovane, si dice semplicemente che ‘va’ con Saro. E gli scrittori più coinvolti personalmente, da Palazzeschi a Saba a Comisso e a tanti altri, hanno dovuto escogitare strategie di mascheramenti o sono stati costretti a confrontarsi con censure e autocensure molto più coercitive che in altri paesi.

Lo stesso Pasolini che non ha mai avuto dubbi sulla sua omosessualità, quando negli anni Quaranta del Novecento si decide a confessare in una drammatica lettera la sua omosessualità ad una donna che è innamorata di lui, parla di vita “ferocemente privata, intima, la cui inconfessabilità mi aveva fatto comportare con te in modo tanto poco virile e onesto”, aggiunge di voler finalmente “essere esplicito”, ma la parola omosessualità rimane difficile da pronunciare e per dirlo deve ricorrere a lunghe e faticose perifrasi.

L’Homosexual Panic in Italia è così molto più forte e rimane pressoché inalterato anche quando negli anni Settanta del Novecento altrove comincia il processo di superamento della paura e si fa strada l’idea di una cultura rivendicativa anche attraverso la scrittura letteraria che dà origine alla cosiddetta letteratura gay, un concetto che in Italia non ha mai avuto molta fortuna. Quando nel 1975 muore assassinato Pier Paolo Pasolini, il suo amico Alberto Moravia scrive: “chi era, che cercava Pasolini? In principio, c’è stata, perché non ammetterlo? L’omosessualità, intesa però alla stessa maniera dell’eterosessualità, come rapporto con il reale, come il filo di Arianna nel labirinto della vita”. Che intendeva dire lo scrittore? Che gli omosessuali che non sono Pasolini non hanno alcun rapporto con la realtà?

Negli anni Settanta, il nascente movimento di liberazione omosessuale in Italia si deve confrontare così con una situazione molto più difficile che altrove, col muro di gomma di una cultura refrattaria e con diffidenze inimmaginabili in altri paesi, dove paradossalmente l’esistenza di una legislazione discriminatoria favorisce l’aggregazione e la conseguente nascita di una comunità gay che, accanto a iniziative strettamente politiche, promuove un nuovo immaginario legato alla sessualità e all’omosessualità anche attraverso la letteratura e promuove un coinvolgimento culturale generale che a poco a poco contribuisce a creare un clima favorevole alle istanze di emancipazione.

In Italia i pochi libri che rappresentano l’omosessualità in maniera nuova rispetto allo stereotipo pre-Stonewall del malato da commiserare o del corruttore nascono all’interno dell’esiguo movimento di liberazione, rimangono clandestini e non entrano nel circuito letterario ufficiale. Nemmeno il più importante di questi libri, “Elementi di critica omosessuale” di Mario Mieli, un saggio che è anche un interessante testo letterario per l’inedito accostamento del linguaggio accademico con modalità espressive “gaie” e provocatorie, riesce a intaccare la totale refrattarietà della cultura ufficiale. Un’edizione ridotta degli Elementi, tradotta in inglese, è studiata e apprezzata fino a diventare un testo di riferimento per gli studi successivi della queer theory, ma in Italia Mario Mieli rimane un nome noto solo all’interno del movimento d liberazione omosessuale.

Le nuove istanze di libertà di quegli anni in Italia arrivano come attutite e guardate con sospetto. Si pubblica qualche libro rimasto per decenni ben conservato nell’ombra di qualche biblioteca come “I Neoplatonici” di Luigi Settembrini o nei cassetti degli scrittori come “Ernesto” di Umberto Saba, o già pubblicati all’estero come “Fabrizio Lupo” di Carlo Coccioli, ma né “I Neoplatonici”, ambientato nell’antica Grecia e che l’autore presenta come traduzione dal greco, né Ernesto, che rappresenta l’educazione sentimentale e sessuale di un ragazzo alla fine dell’Ottocento a Trieste, né le elucubrazioni religiose di Coccioli rappresentano la nuova realtà gay. Si resta così, nonostante la novità di questi libri, nell’ambito dell’eccezionale e dello straordinario, in realtà lontane e particolari, che poco hanno a che vedere con il vissuto dei gay come si viene delineando in quegli anni. Anche l’accoglienza che questi libri ricevono è una prova ulteriore della reticenza, dell’imbarazzo dell’establishement culturale.

Se si consultano le recensioni apparse sulla stampa colpiscono i tentativi di tenere fuori questi libri dal vissuto omosessuale degli autori e dalla drammatica esperienza di repressione e si cerca di collocarli in un’aria rarefatta di “grazia” e di “classicità”.

Perfino uno scrittore più giovane e più immerso nella realtà gay come Pier Vittorio Tondelli, che rappresenta tutti i fermenti del movimento di liberazione omosessuale, quando tocca con mano che per essere in Italia uno scrittore di successo deve rassegnarsi a tenere un profilo basso, si adegua e fa di tutto per evitare la cosiddetta “ghettizzazione”.
Il suo esempio è seguito dalla maggior parte degli scrittori che sono venuti dopo che esprimono spesso fastidio di fronte a qualsiasi forma di “militanza”, rinunciando in questo modo a farsi portavoce di reali istanze di liberazione.

Un libro francese, recentemente tradotto in Italia, curato da Jean Le Bitoux, uno dei fondatori del Fhar (Fronte omosessuale di azione rivoluzionaria) nel 1971, giornalista e militante, raccoglie una serie di interviste degli anni Settanta e Ottanta sul tema della liberazione gay a personaggi della cultura come Jean Paul Sartre, Michel Foucault, Daniel Guerin. In Italia in quegli anni gli intellettuali gay o fingevano di non esserlo o stavano ben attenti a non lasciarsi sfiorare dalle istanze del movimento per paura di “ghettizzarsi” e quelli non gay o scrivevano ermetici sillogismi alla Moravia o parlavano, ancora in anni più vicini a noi, del “dramma dell’omosessualità”, come certi interventi a dir poco scandalosi sulle pagine culturali di La Repubblica di Cesare Garboli che molti ricordano.

Leggendo oggi le interviste di Le Bitoux che in quegli anni promuovevano dibattiti culturali di portata generale, si capisce bene attraverso quale percorso si è arrivati all’affermazione culturale e legale dei diritti glbt in Francia, mentre in Italia si tratta di discorsi di là da venire.

E così altrove, dove c’è stata una reale trasformazione culturale, essere omosessuale comincia veramente a non avere più alcuna rilevanza e si può essere omosessuale e primo ministro come in Islanda, omosessuale e sindaco di una grande città come a Parigi o a Berlino, omosessuale e vice cancelliere come in Germania, senza scandalo alcuno.

In Italia essere omosessuale è considerata ancora una caratteristica che è meglio non far emergere troppo (per una forma di omofobia interiorizzata, per non inimicarsi qualche amico cardinale o per paura di pregiudicare la propria carriera), o addirittura un’infamia da nascondere come dimostrano il “caso Marrazzo” e il “caso Boffo” che hanno appassionato in maniera volgare la stampa italiana tra la fine del 2009 e gli inizi del 2010 senza che né gli interessati, né i loro amici intellettuali abbiano avuto il coraggio di far cadere finalmente la maschera dell’ipocrisia.
fonte napoligaypress