sabato 1 maggio 2010

Vladimir Luxuria: "Una decisione senza cuore l'idea di bloccare il carcere per trans"


L'intervento è rivolto al Ministro della Giustizia Angelino Alfano. Si chiede "chiarezza sulla questione e una visita in queste strutture"
"Mi auguro che venga smentita l'intenzione del ministero della Giustizia di bloccare il progetto sul carcere specifico per detenute trans a Pozzale, vicino Empoli. Sarebbe un atto di crudeltà verso una condizione di estrema sofferenza in cui versano le detenute transgender in Italia". E' quanto dice in una nota Vladimir Luxuria che invita il ministro della Giustizia Angelino Alfano "a motivare questo rifiuto e a fare una visita nelle sezioni delle carceri per trans".

"Discriminazione sull'ora d'aria, sospensione del trattamento ormonale, episodi di autolesionismo fino al tentativo di suicidio", sono solo alcuni dei problemi secondo Luxuria che si registrano in queste sezioni, dove si registrano "poca accessibilità ad attività ricreative e rieducative". "Il carcere di Pozzale avrebbe consentito uno sconto di pena per il reato commesso - conclude Luxuria - senza dover scontare la propria condizione sessuale con un'adeguata preparazione da parte degli agenti penitenziari. Faccio appello alla sensibilità del ministro per le Pari Opportunità per far riflettere maggiormente su quando la politica manca di pietas".
Fonte: ANSA

Lgbt, “Pride 2010″: per la prima volta a Palermo


La sede del LEFT è in grande fermento da alcuni mesi in per mettere a punto tutti i preparativi per un grande evento che si svolgerà a Palermo il 19 giugno prossimo: il capoluogo siciliano sarà lo scenario del Pride 2010. L’attesissimo evento coincide con il trentesimo anniversario del circolo ARCI Gay, nato proprio a Palermo il 9 dicembre del 1980. Il Coordinamento Stopomofobia Palermo, formato dalle associazioni LGBT e da associazioni politiche del territorio palermitano si sta attivando su tutti i fronti per consentire al maggior numero di persone di partecipare all’evento. Gli organizzatori stanno predisponendo l’attivazione di mezzi di trasporto per permettere a coloro che risiedono fuori Palermo di raggiungere con maggiore facilità la città.
L’asterisco rosa, elemento centrale della campagna pubblicitaria, rimanda all’eccezionalità dell’evento: questa sarà la prima volta di Palermo, infatti, fino ad ora, è sempre stata Catania la città di punta e sede siciliana del Pride. La manifestazione inizierà alle 18:00 ed è già stato deciso il percorso del corteo che partirà da piazza Marina e si snoderà tra le principali vie di Palermo, percorrerà Corso Vittorio Emanuele, continuerà per via Roma e svolterà in via Cavour, procedendo per via Ruggero Settimo e si concluderà nei pressi del Giardino Inglese. La manifestazione di giugno non è rivolta solo alla comunità LGBT, infatti, l’intento principale del Pride è quello di coinvolgere attivamente e sensibilizzare tutti.
Fino al 10 giugno l’Associazione Articolo Tre e il LEFT, in via degli Schioppettieri 8, organizza dei seminari e delle iniziative culturali aperte a tutti, al termine delle quali verrà offerto un aperitivo.
fonte rosalio

Svezia, la biblioteca dei libri viventi, anche una sezione Transessuali e Gay


Nella città svedese di Malmö invece di consulsare dei tomi è possibile prendere a prestito una persona e porle delle domande. Così si riesce a dare voce anche a figure minacciate dal pregiudizio. Tra i bestseller, l'imam e le coppie gay sposate.

«Il nostro bestseller? Indubbiamente l'imam, ma anche i travestiti e le coppie omosessuali sono molto apprezzati». A parlare è Linda Willander, di mestiere bibliotecaria. Lavora nel bell'edificio razionalista progettato dal danese Henning Larsen per la Stadsbibliotek di Malmö , la terza città per popolazione della Svezia. Da alcuni anni il centro offre l'opportunità di consultare, accanto ai volumi cartacei e ai cd-rom, anche delle persone in carne e ossa. Individui disposti a incontrare il pubblico in quanto esponenti di particolari categorie sociali, verso le quali non di rado nutriamo dei pregiudizi: genitori omosessuali, donne musulmane che portano il velo, punk, animalisti, skinheads, transessuali, ausiliari del traffico e molti altri. «Malmö è una città cosmopolita, abitata da oltre 140 nazionalità diverse. È un centro d'immigrazione molto intensa e rappresenta bene le difficoltà d'integrazione che toccano l'Europa dei nostri giorni - spiega Linda -. In genere proponiamo temi legati all'attualità. Ad esempio la giornata dedicata al matrimonio tra omosessuali, che ha avuto una notevole partecipazione di pubblico, è stata organizzata anche in considerazione del fatto che tra poco in Svezia il rito potrà essere celebrato in chiesa».

Gli incontri con i libri viventi si svolgono in media quattro volte a semestre, nel caffè della biblioteca. Dopo essersi prenotati, si può parlare con loro per tre quarti d'ora. Ogni "libro" viene prestato tre-quattro volte nell'arco del pomeriggio. A fine giornata vengono distribuite le schede di valutazione e accolte le richieste per l'acquisizione di nuove categorie di persone da incontrare. La sessione documentata da «Ventiquattro» ha visto la partecipazione del popolarissimo imam Ali Ibrahim, di un giocatore d'azzardo, del travestito Tina/Håkan Jönsson, di due musicisti e di una persona afflitta da disturbi mentali. Gli incontri non vengono né filmati né registrati, perché l'esperienza deve restare nella sola memoria dei partecipanti. «Non ci sono limitazioni ai temi da trattare, ma ciascun "libro" può rifiutarsi di rispondere a domande che reputi inappropriate, evenienza che però non si verifica di frequente», spiega Catharina Noren. È lei che nel 2002 ha avviato il progetto, traendo spunto al di là del ponte sull'Öresund, in Danimarca: nel 2000 aveva assistito a un primo esperimento di biblioteca vivente ospitato dal Festival di Roskilde. «In quel caso l'iniziativa era stata promossa dall'organizzazione non governativa "Stop Violence" che aveva lo scopo di prevenire scontri tra i giovani nelle città e nelle periferie di Copenhagen». Catharina capì che il progetto aveva altre potenzialità e che, specie in una città agitata da tensioni migratorie come Malmö, sarebbe valsa la pena di trasformarlo in un appuntamento stabile.
Da allora l'esperienza è stata ripresa in diversi altri centri svedesi, ma anche in Inghilterra, Ungheria, Danimarca, Portogallo e - fuori dall'Europa - Australia e Giappone, per un totale di trenta Paesi. È un esperimento di "educazione non-formale" che estende nel mondo fisico i modi di raccogliere, organizzare e diffondere sapere affermatisi negli ultimi anni in internet.
«La biblioteca vivente fa propria la piattaforma per la comunicazione diretta, la condivisione di esperienze e gli user generated contents oggi caratteristica della Rete», precisa Stefano Vitali, archivista a Firenze e autore di uno studio sull'evoluzione della disciplina storica ai tempi di internet (Passato digitale. Le fonti dello storico nell'era del computer, Bruno Mondadori 2004). «Non stupisce che nel fare questo ci si affidi a un rapporto basato sulla narrazione di storie personali - continua Vitali -. Al di là dello scambio umano, che per fortuna mantiene anche in un'epoca di incontri virtuali il suo fascino e la capacità di provocare emozioni, c'è probabilmente una dimensione epistemologica, che questo tipo di scambio diretto di esperienze vuole recuperare: la vita vissuta sembra offrire una conoscenza più concreta e più vicina alla realtà dei singoli delle parole scritte su un libro. In una società premoderna uno scambio del genere era una componente "naturale" della vita sociale. In una società postmoderna è un evento che evidentemente deve essere organizzato e mediato istituzionalmente».
Le sedute con i "libri viventi" come occasioni d'incontro (disciplinato) con degli sconosciuti: un po' come accadeva in epoca vittoriana per fare conoscere giovani uomini e giovani donne a fini di matrimonio, specula Donald Sassoon, del quale lo scorso anno è uscito in italiano un'imponente ricerca sui consumi culturali europei dall'Ottocento a oggi (La cultura degli europei, Rizzoli). «La biblioteca conserva il potere di selezione dei libri viventi, escludendo ad esempio i facinorosi; per il resto le sessioni che promuove hanno la caratteristica pregnante di eliminare il diaframma rappresentato dai mediatori, come i giornalisti, gli scrittori, i saggisti». Anche per il narratore l'incontro ha un valore particolare e in un certo senso terapeutico, come evidenzia Vitali: «Trasmettere conoscenza ed esperienza, significa dare loro un orizzonte di senso. E forse anche un orizzonte di senso alla propria vita». «Quest'esperienza mi ha insegnato molto rispetto al sesso come costruzione sociale. Ho capito che tra quel che pensano le donne e quel che pensano gli uomini non c'è differenza», osserva il transgender Tina/Håkan Jönsson, sposato da 29 anni con quattro figli. L'ultima volta che ha svolto il ruolo di "libro vivente", il giorno in cui ha partecipato anche «Ventiquattro», ha parlato con quattro persone, tra i 30 e i 75 anni di età. Tra loro una donna, il cui figlio ama indossare abiti femminili. Voleva sapere se questo potesse significare che era gay. «Le donne si sentono in genere più libere di incontrarmi rispetto agli uomini. Questi avvertono sul collo il giudizio degli altri e percepiscono l'incontro con me come una potenziale minaccia al loro status di maschi».
Il progetto di Malmö parrebbe perseguire in maniera efficace un obiettivo indicato in ambito scientifico come cruciale per le biblioteche contemporanee, osserva ancora Vitali: quello di diventare luoghi sociali di scambio e di costruzione condivisa della conoscenza, spazi per la gente invece che spazi per i materiali. «Grazie al progetto della living library i tradizionali utenti della biblioteca (donne tra i 45 e i 65 anni) sono stati affiancati in questi anni da ogni altro tipo di persone, compresi i giovani e gli uomini», aggiunge Catharina Noren. L'attenzione mediatica è stata notevole, tanto che persino un esponente di spicco della famiglia reale svedese, la principessa Victoria, si è offerta alla biblioteca di Malmö per essere consultata come libro. Sinora non ha però potuto essere "prestata" per motivi di sicurezza.
Anche l'Unione Europea è sensibile all'iniziativa: nel 2005, il Consiglio d'Europa ha commissionato una sorta di prontuario per fondare, gestire e sviluppare una living library ( www.coe.int/hre ). L'allora segretario generale del Council of Europe sottolineava la novità dell'esperimento, e la sua utilità nel favorire l'integrazione culturale: perché «i diritti umani non possono essere sostenuti dalla sola emanazione di leggi o pubblicazione di testi».
fonte wikio

venerdì 30 aprile 2010

LIBRI LGBT, FLAVIO MASSIMO LUCCHESI "RARISSIME CELESTI ECCEZIONI" TRE RACCONTI D'AMORE, TRA CUI UNO TRANS


OGGI 30 APRILE ore 18,00
FLAVIO MASSIMO LUCCHESI
presenta
"RARISSIME CELESTI ECCEZIONI"
(Ibis edizioni)
interviene
Franco Farinelli

Tre racconti lunghi fortemente collegati dall’Amore come filo rosso unificante.
Anzi, dagli Amori: quello tra un giovane uomo e una giovane donna nel mondo dello sport; quello tra un cavaliere/trovatore medievale e un suo compagno d’armi; quello tra una transessuale che si prostituisce e un suo cliente.
Amori che -seppure descritti in forme, ambientazioni, stili narrativi molto diversi- hanno forti punti di contatto, come la difficoltà di vivere del tutto e completamente un sentimento tanto intenso quanto problematico, e come la conclusione di ciascuna vicenda sia sempre e comunque volta verso un futuro aperto.

Un altro elemento contraddistingue e lega la trilogia: l’analisi profonda della psicologia dei protagonisti, impegnati nella ricerca della propria interiorità e completezza. E proprio la conoscenza e l’accettazione di ogni aspetto del nostro essere (anche quello ritenuto meno bello, anche quello che ci può infastidire o addirittura spaventare), è l’obiettivo cui si deve puntare con coraggio e tenacia.
Ecco dunque il messaggio finale che il lettore apprenderà da queste intense vicende: la felice convivenza con se stessi è meta difficile e complessa... ma non dobbiamo temere di confrontarci con noi e con gli altri, né di metterci in discussione, né di abbandonarci ai sentimenti. Solo chi avrà la forza e la volontà di farlo, vivrà allora pienamente e liberamente la propria esistenza, risultando il privilegiato protagonista di “rarissime celesti eccezioni” per le quali sarà sicuramente valsa la pena di lottare.
La presentazione avverrà venerdì 30 aprile alle ore 18.00, presso la Libreria Irnerio, via Irnerio 27 – Bologna.
Per informazioni: tel e fax 051251050; e-mail libreria.irnerio@libero.it

FLAVIO MASSIMO LUCCHESI
è docente di Geografia Umana all’Università degli Studi di Milano. Ha già pubblicato opere che incrociano l’esperienza geografica a quella letteraria. Questo è il suo primo libro di narrativa.
fonte libreriairnerio

Transessuali, Le truppe d'assalto del transumanismo

clicca su foto
Penso sia stato James Hughes a descrivere i transessuali come le "truppe d'assalto del transumanismo", su una lista di discussione, qualche anno fa. E non mi sembra un caso che sia stato l'intellettuale di punta del transumanismo di sinistra a dirlo, dato che sembra che i transessuali siano in qualche modo "di sinistra", mentre altri gruppi altrettanto interessati alla liberta' morfologica*, quali i culturisti per esempio, sembrano essere in qualche modo "di destra". Personalmente ritengo entrambi i gruppi degni del titolo onorifico di nostre "truppe d'assalto" e la trasversalita' politica implicita nell'adottarli entrambi mi sembra perfettamente calzante a concetti politicamente trasversali quali quelli di liberta' morfologica e potenziamento umano. Senza per questo, sia ben chiaro, volerli "bollare" di transumanismo contro la loro volonta', e senza sostenere che fra loro si trovino piu' transumanisti che in altri gruppi di persone accomunate da altri interessi. Anzi, nonostante eccezioni eccellenti quali Martine Rothblatt (imprenditrice, transumanista, fondatrice del Terasem Movement e transessuale), entrambi i gruppi mi sembrano decisamente "transumanisti per caso". Entrambi spingono i limiti di quanto e' possibile e sono early adopters di nuove tecnologie medico-farmacologiche e, di conseguenza, cavie di laboratorio per le stesse, ma entrambi sono spinti da motivazioni specifiche, molto piu' ristrette di quelle transumaniste. Ritengo che l'elemento differenziante, fra transumanisti e transumanisti per caso, possa essere l'obiettivo della longevita', che non credo sia centrale per transessuali e body-builders. Per quanto mi sembri plausibile descrivere queste prime, rudimentali, tecnologie di modificazione morfologica come avvisaglie della singolarita', non credo che cercare di coinvolgere questi ed altri gruppi nel movimento transumanista sia una strategia praticabile, causa semplice mancanza di interesse (da parte loro). D'altra parte, e' interessante notare l'esistenza di una domanda di mercato per queste tecnologie, e come nuove e impreviste applicazioni siano realizzate da gruppi ed individui motivati da interessi di nicchia. Un altro aspetto interessante e' come il grande pubblico reagisce alla presenza di questi gruppi. In uno scenario postumano, ovviamente, non solo il corpo, ma anche la mente e quindi l'orientamento sessuale, sarebbero nient'altro che questioni di gusti personali. E, in una situazione di diffusa liberta' morfologica, e' probabile che emergano comportamenti sessuali tali da far impallidire il banale cambio di sesso di oggi. Mi chiedo come faranno ad adattarsi al mondo del 2050 coloro che oggi si dimostrano intolleranti verso gruppi quali i transessuali...

*Morphological freedom: Wikipedia; Anders Sandberg: Morphological Freedom - Why We not just Want it, but Need it.
Vedi anche: Liberta' morfologica: de gustibus non est disputandum, su piercing, body-modification e dintorni
Image: Afiche Transexualidad / Movilh 2009, by Open Mind Fest 2009
fonte estropico

FIRENZE CARCERI: CORLEONE,DA ALFANO STOP A QUELLO PER TRANS A EMPOLI


Il carcere di Empoli che dal 4 marzo scorso sarebbe dovuto essere il primo per transessuali in Italia "é rimasto chiuso per più di un anno e per le misure di sicurezza sono stati spesi oltre 100 mila euro: ora però il ministro Alfano ha bloccato il progetto, non so se per ragioni moralistiche e forse diventerà un carcere femminile". Lo ha detto Franco Corleone, garante dei diritti detenuti del Comune di Firenze. "Il carcere di Empoli - ha spiegato Corleone - passava da carcere a custodia attenuata ad uno per transessuali, ma tutto é stato bloccato. Sembra poi che ieri a Roma sia stata fatta una riunione per decidere cosa fare, ma la soluzione non è stata trovata. Il dato grave è che in un'epoca di sovraffollamento una struttura venga lasciata chiusa per oltre un anno. Non sappiamo quando verrà aperta". Sempre oggi, poi, Corleone ha espresso "soddisfazione perché, probabilmente, l'idea di costruire un padiglione da 200 posti a Sollicciano è tramontata: ricavo questa impressione dopo un incontro con il vice capo del Dap, Santi Consolo, in cui ho avuto assicurazione su alcuni miglioramenti della vita in carcere: ad esempio passeggi, cucine o pannelli solari. Vedremo se sono solo promesse". Corleone infine ha auspicato di nuovo "misure per consentire gli affidamenti terapeutici per i tossicodipendenti, la vera strada contro il sovraffollamento" e anche "un incontro con la nuova giunta regionale toscana".
fonte (ANSA).

Bolle nudo sul palco del San Carlo di Napoli: "Nessun imbarazzo"


Il tanto atteso nudo integrale di Roberto Bolle al San Carlo di Napoli durante Giselle (nella versione di Mats Ek) c'è stato. Nell'ultima scena il ballerino più famoso d'Italia si è mostrato come mamma l'ha fatto, e alla fine ha dichiarato: "È andata bene, senza particolare imbarazzo. Ero talmente nel personaggio che è venuto naturale. È l'epilogo del balletto, era parte del pathos, è andata bene così. Abbiamo fatto un bel lavoro assieme ed è stato un bel passo avanti per tutta la compagnia, che in futuro potrà lavorare anche su coreografie moderne". Tantissime le macchine fotografiche e i cellulare nel pubblico per riprendere l'attesissima scena...

BOLLE E IL SUO NUDO (da Il Mattino)- "Non c’è né scandalo né provocazione, questa è arte. La scena tanto discussa va contestualizzata. È un momento molto simbolico, forte. Albrecht si spoglia di quello che è stato in passato, rimane nudo davanti alla vita per ricominciarne una nuova, diversa". E il ballerino aggiunge: "Quando danzo la parte sono talmente preso dal pathos da non accorgermene, è il segreto dell’artista".

L'ANNUNCIO NEI GIORNI SCORSI...
"Per la prima volta andrò in scena completamente nudo", annuncia Roberto Bolle in un'intervista sul numero di Chi in edicola domani, mercoledì 28 aprile. Da stasera il ballerino italiano sarà in scena al Teatro San Carlo di Napoli con la Giselle coreografata da Mats Ek, e spiega: "Un po' di imbarazzo c'è: nudi frontali non ne ho mai fatti, neanche in foto. Sarà un momento molto particolare, forte, ma non fine a se stesso. Spero che il pubblico apprezzi più l'interpretazione che la nudità".

"Bolle è bravissimo, è la gloria del balletto italiano" commenta con Affaritaliani.it Flavia Pappacena, insegnante all'Accademia Nazionale di Danza a Roma e docente di estetica della danza all'Università La Sapienza. E aggiunge: "Sarà certamente all'altezza del ruolo"

Nell'intervista Bolle parla anche della sua vita privata e sull'amore dice: "Ora non sono innamorato. Ma è non è facile che mi innamori né farmi amare: sono terribilmente egocentrico e troppo concentrato sul mio lavoro. Chi mi vuole stare vicino deve adattarsi ai miei schemi". E aggiunge: "Sicuramente mi sto perdendo qualcosa, ma fa parte del gioco. Se non avessi realizzato i miei sogni, ne soffrirei".

Poi, a proposito delle sue storie passate, l'unica nota è quella con la collega Beatrice Carbone, confida: "La prima volta? Con una ballerina: si inizia così, poi si allargano gli orizzonti fuori dal mondo del teatro. Ma con una fan mai. Non per snobismo, ma perché è difficile credere in un interesse sincero per la mia persona".
fonte affaritaliani.it

Mostra fotografica sui baci gay, vietata in centro a Bergamo


Fa ancora scandalo una mostra che parla e comunica senza vergogna l’amore e il sentimento verso persone dello stesso sesso. L’allestimento fotografico da titolo “Baci rubati“, infatti, ha fatto infuriare il sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, che ha categoricamente vietano l’autorizzazione di esporre all’aperto delle immagini così dirette. Gli organizzatori sono così stati bloccati e non hanno potuto piazzare gli scatti al Quadriportico del Sentierone, nella zona del centro. Ovviamente le polemica e il botta e risposta non sono mancati e l’Arcigay ha subito commentato l’accaduto, definendolo “Un gesto intollerante”. Dal canto suo lo stesso cittadino non ha detto che l’esposizione non si farà, ma gli scatti saranno esposti in un luogo chiuso.

Il progetto, tra l’altro, è molto importante perchè fa parte di uno dei tanti eventi collaterali organizzati per la “giornata mondiale contro l’omofobia”, prevista per il prossimo 17 maggio. Il sindaco, intanto, rotto il silenzio ha commentato: “Abbiamo valutato le richieste in modo approfondito e concesso il patrocinio ad un convegno. Ma la mostra ci preoccupava: sulla base della presentazione degli organizzatori ci è sembrato che i contenuti fossero trpppo forti. L’allestimento in pieno centro ci è sembrato inopportuno. Abbiamo posto l’attenzione sulla sensibilità di bambini e anziani”.

In ogni caso, non si placa il polverone intorno alla questione perchè se da una parte l’opposizione di centrosinistra, invita il sindaco a rivedere la decisione, dall’altra Arcigay si mostra indignata per la scelta. Al momento, comunque, le foto saranno esposte il prossimo 16 e 17 maggio al Mutuo Soccorso di Bergamo e all’Auditorium di Piazza della Libertà, insieme a moltissime altre iniziative. Sempre dall’Arcigay, Luca Pandini che è il Presidente della sezione di Bergamo ha detto: “La mostra si farà comunque, ma non all’aperto. Il nostro obiettivo era quello di dimostrare che certe immagini sono del tutto legittime e non indecorose“.
fonte obiettivodigitale

giovedì 29 aprile 2010

PROTESTE FONDAZIONI LIRICHE:FIRENZE CORTEO ARTISTI MAGGIO MUSICALE, E ZUBIN MEHTA DIRIGE ORCHESTRA IN PIAZZA,IN ATTESA DECRETO


Nelle foto momenti della protesta,il Maestro Zubin Mehta dirige l'orchesta in piazza,
si sono esibiti anche i ballerini del Maggio danza.

FONDAZIONI LIRICHE: IN CORTEO...
(ANSA)FIRENZE, 28 APR - Il Và pensiero dal Nabucco e l'Inno di Mameli eseguiti in piazza della Signoria dal coro e dall'orchestra del Maggio musicale fiorentino, diretti dal maestro Zubin Mehta: con loro, per la gioia di centinaia di turisti, si sono esibiti anche i ballerini del Maggio danza. L'eccezionale performance è andata in scena, a sorpresa, nel corso della manifestazione dei lavoratori del Teatro Comunale che rientra nelle iniziative contro il decreto legge sulle fondazioni lirico sinfoniche. I manifestanti, in corteo, sono partiti dal Comunale e hanno raggiunto piazza della Signoria, dove hanno ricevuto la solidarietà degli assessori alla cultura, della Regione Toscana, Cristina Scaletti e del Comune di Firenze, Giuliano da Empoli. Poi (suonando anche l'inno della Fiorentina e Bella ciao) hanno raggiunto piazza Duomo dove hanno eseguito l'aria della Turandot: qui i ballerini hanno improvvisato coreografie sulle note del Bolero di Ravel. Il corteo, infine, si è diretto verso la prefettura dove una delegazione dei rappresentanti sindacali dei lavoratori ha incontrato il prefetto Andrea De Martino che, al termine dell'incontro, ha detto di avere "confermato loro la piena e totale disponibilità a informare il ministro Bondi della posizione responsabile che hanno assunto. E' probabile, inoltre, che il ministro voglia incontrare le organizzazioni nazionali, subito dopo la pubblicazione del decreto legge". fonte ANSA

FONDAZIONI LIRICHE: ARTISTI IN PIAZZA IN ATTESA DECRETO
VA PENSIERO CON METHA A PIAZZA DELLA SIGNORIA
(ANSA)ROMA, 28 APR - Il Va pensiero dal Nabucco e l'Inno di Mameli eseguiti, in piazza della Signoria a Firenze, niente di meno che dagli orchestrali del Maggio diretti da Zubi Mehta. Nell' attesa che cresce per il testo del decreto di riforma voluto dal ministro Bondi, e dopo i tafferugli di qualche giorno fa alla Scala, scende in piazza pur con i toni gentili dell'arte, la protesta delle fondazioni liriche. A Firenze, dove intanto sembra scongiurata la possibilità che la protesta faccia saltare, domani sera, l'attesissima prima del Maggio, gli artisti hanno attraversato in corteo le strade del centro - un contrabbasso chiuso nella custodia e portato a spalla da quattro musicisti come fosse una bara - e incassato la solidarietà degli assessori alla cultura della regione e del comune, poi si sono incontrati con il prefetto della città, al quale hanno consegnato un documento in cui spiegano le loro ragioni contro il provvedimento. Malumori anche a Napoli, dove il consigliere del Pdl Vincenzo Moretto, sottolinea che il decreto di riforma delle fondazioni liriche "farà declassare il Teatro San Carlo da primo in Europa, cioé nel Mondo, quando venne costruito nel 1737, per volontà del Re Carlo di Borbone, a primo in serie B". A Roma, Milano e Bologna ( dove ieri i sindacati hanno occupato la soprintendenza del teatro Comunale) sindacati e maestranze si preparano a scioperare. A frenare èl'assenza del testo finale del provvedimento firmato da Bondi. Che potrebbe essere promulgato nelle prossime ore, se già non lo ha fatto, dal presidente della Repubblica Napolitano, per poi essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Nell'attesa rimane la preoccupazione: "Per quello che sentiamo, il decreto non contiene buone notizie, non solo per Firenze ma per tutta Italia.- ha detto oggi a Firenze Zubin Metha - Queste persone a Roma devono sapere che stanno cacciando via il talento italiano". Polemico, a difesa del Maggio, anche il senatore Pd Andrea Marcucci, ex sottosegretario ai beni culturali, "Pur senza riferimenti diretti alla Scala di Milano e all'Accademia di Santa Cecilia - sottolinea in un'interrogazione - il decreto prevede comunque l'adozione di misure che consentiranno l'autonomia alle due istituzioni musicali, penalizzando così il Maggio Musicale Fiorentino. E' necessaria una riforma condivisa che curi i tanti problemi del settore e non un'iniezione letale, come rischia di essere il provvedimento del governo approvato il 16 aprile scorso". Mentre chiede a Bondi: "Si risparmia davvero denaro pubblico penalizzando il più antico e celebre festival musicale italiano dopo aver approvato il nuovo importante Parco della Musica, una delle opere più rilevanti per le celebrazioni del 150/o anniversario dell'Unità?".
fonte ANSA

Lgbt, Omo-Transfobia


Accanto alle xenofobia, in quanto avversione del diverso in quanto straniero, dobbiamo porre l’omofobia, avversione irrazionale nei confronti di omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo.

“Si manifesta con atti relativi alla sfera pubblica e privata con discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all’obiezione di coscienza”.

Il 17 maggio di ogni anno è la giornata contro l’omofobia. Si festeggia in 40 Nazioni. Non si festeggia in Italia. L’Italia è un paese omofobo, contrario ai principi fondamentali dell’umanità.

Il Parlamento Europeo ha approvato il 18 gennaio 2006 una risoluzione in cui «condanna con forza ogni discriminazione fondata sull’orientamento sessuale» e «chiede agli Stati membri di assicurare che le persone GLBT vengano protette da discorsi omofobici intrisi d’odio e da atti di violenza omofobici e di garantire che i partner dello stesso sesso godano del rispetto, della dignità e della protezione riconosciuti al resto della società». E invita anche «con insistenza gli Stati membri e la Commissione a condannare con fermezza i discorsi omofobici carichi di odio o le istigazioni all’odio e alla violenza e a garantire l’effettivo rispetto della libertà di manifestazione, garantita da tutte le convenzioni in materia di diritti umani».

A differenza di altri paesi europei, in Italia non esiste alcuna legislazione penale esplicita né contro la discriminazione né contro gli atti di omofobia e di incitamento all’odio sulla base dell’orientamento sessuale.

L’omofobia, intesa come atto violento e/o incitamento all’odio, è esplicitamente punita come reato con sanzioni carcerarie e/o pecuniarie in Danimarca, Francia, Islanda, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia. Norme antidiscriminatorie che menzionano esplicitamente l’orientamento sessuale sono in vigore anche in Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, in quattro Länder della Germania (Berlino, Brandeburgo, Sassonia e Turingia), Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Romania, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ungheria, Regno Unito, Repubblica Ceca, Serbia e Montenegro.Di viviana vivarelli
fonte bellaciao.org

Lgbt, Avete mai spiegato il termine “gay” a chi non ha gli “strumenti” per capirlo?


Anni fa la televisione spagnola trasmetteva un programma in cui a dei bambini veniva chiesto il significato di alcune parole. Ricordo che alla domanda: “Che significa gay?” un bambino rispose: “Quando uno attraversa la strada fuori dalle strisce pedonali è gay”. Mi sa che aveva sentito da mammina o da papino qualche gentile epiteto rivolto a un ignaro pedone… Una scena simile è presente anche nel film Sai che c’è di nuovo? con Rupert Everett e Madonna.
Ora, si sa che i bambini non si fanno tanti problemi come noi adulti, ma vi è mai capitato di dover spiegare cosa significhi essere gay a chi non aveva gli strumenti per capirlo se spiegato per filo e per segno? E se il vostro nipotino adorato ve lo chiedesse, cosa rispondereste?
fonte queerblog

mercoledì 28 aprile 2010

5000 Visite...Grazie !


A Tutti i miei Amici e Amiche, e a tutti i miei Lettori...
Siamo arrivati a oltre 5000 visite!
Sono tantissime se considerate in solo 122 giorni!!
Ricordo benissimo quando pubblicavo i miei primi post,con la speranza...
e un pò col dubbio..
che qualcuno li avesse mai letti...
Inizialmente gestivo questo blog come qualcosa di emozionante e fragile..
visto il mio fine e gli argomenti trattatati,
poi è stato un crescendo di stimoli a proseguire, vista la vostra fedeltà nel seguirlo..
ma mai avrei creduto a tanta attenzione.
Poi via via, post dopo post e tanti commenti..
siamo arrivati fino a qui, e a questo splendido risultato..grazie a voi.
Sul blog come saprete, potete leggere informazioni in vari settori
dal mondo Lgbt a Danza, Cinema, Teatro, Eventi, Musica, Libri, Arte, etc..
Credetemi, è fondamentale per qualsiasi Blog vedere che è seguito,
e il mio oltre che dall'Italia,
anche dal resto del Mondo grazie alla translitterazione.
Lo potrete verificare cliccando sul contatore visite, statistiche del mio blog,
per poi cliccare dopo su Geolocation,
e vedrete in dettaglio Nazioni e Città.
Le vostre visite e commenti, mi danno sempre più voglia e convinzione di continuare,
il successo al blog lo fate voi che siete la parte la parte più importante del mio impegno qui..
Vi ringrazio, uno per uno per il vostro apporto !
Ad i miei tanti amici che conosco, e anche a chi non conoscerò mai...siete veramente tanti..!
GRAZIE...Lisa

Libri, "il Segreto del Cuore" - Ruediger Schache,


Nella tua vita niente avviene per caso.
Persone e avvenimenti non compaiono nella tua vita senza motivo.

Il modo in cui nascono e si sviluppano i tuoi rapporti
non ha nulla a che vedere con la fortuna o la sfortuna.

Dipende invece da una forza
che ci collega tutti quanti e fa in modo
che ci incontriamo oppure no. Questa forza determina
i nostri sentimenti e il nostro comportamento,
nonché la possibilità di trovare l'amore.
Se capirai questa forza e la userai consapevolmente
attirerai nella tua vita proprio le persone
e gli avvenimenti che desideri.

Dopo il successo di The Secret, grazie al quale tutto il mondo ha potuto conoscere la potenza della Legge dell'Attrazione, il Gruppo Macro porta in Italia un nuovo grande bestseller, Il Segreto del Cuore, che in pochi mesi ha scalato le classifiche di vendita tedesche, arrivando a vendere oltre 500.000 copie.

La maggior parte delle persone è mossa dagli stessi desideri e domande: quasi tutti sono alla ricerca di una vita ricca di significato e appagante. Vogliono capire, imparare e crescere, cercano risposte alle domande, ma più di ogni altra cosa vogliono amare ed essere amati. Eppure spesso sembra che proprio queste esigenze siano tanto più difficili da soddisfare quanto più si aspira alla loro realizzazione.

Il nuovo bestseller Il Segreto del Cuore rivela al lettore la misteriosa forza dell'emanazione e dell'attrazione che agisce in ognuno di noi, determinando la nostra vita. Servendosi di indicazioni pratiche e di numerosi esempi tratti dalla vita reale, l'autore illustra in dieci punti fondamentali l'essenza di questo sapere vasto e profondo.

Ogni segreto racchiude un'antichissima conoscenza: chi la renderà propria agirà con una nuova consapevolezza, attraendo nella propria esistenza le persone che desidera.
(Il libro è stato tradotto da Silvia Nerini)
fonte ilsegretodelcuore

Aggiungo personalmente, che dopo aver letto "THE SECRET" di Rhonda Byrne, "LA LEGGE DELL'ATTRAZIONE" e "REALITY TRANSURFING"
Il segreto del cuore è a completamento di tutti gli altri, esplora il nostro modo di affrontare e vivere le relazioni interpersonali d'Amore.
E' stato per me illuminante come "The Secret" e mi sento di consigliarlo a tutti i miei lettori, Lisa

Libri Lgbt, Il genere senza qualità. Arcipelago queer Di Stefano Fabrizia


Tra corpo e pensiero c'è un resto che da nessuno dei due lati si può cogliere, né raccogliere. Certo, c'è un corpo-di-pensiero e c'è un pensiero del corpo che hanno occupato riflessioni importanti nel secondo Novecento. E c'è la rivolta appassionata, talvolta disperata, di tutti i soggetti "sessuati" che nello stesso periodo hanno sondato modi diversi del vivere e del mettersi in questione nel mondo proprio a partire dalle possibilità del corpo. Cosicché si può ben chiamare "queer" questo insieme di pensieri insorgenti e di corpi in rivolta, che si fanno cenno. Ma quel "resto", che non consente un sapere assoluto del corpo e della sessualità, a cui Lacan ha dato una lapidaria forma espressiva - "non c'è rapporto sessuale" - non è più solo affare dei tempi lunghi della storia ma è arrivato alla lettera della cronaca quotidiana, come a stringere d'assedio le nostre vite. Donne, omosessuali, lesbiche, transessuali, e anche taluni uomini, siamo oramai tutte/i interpellati dall'evanescenza e dalla precarietà del rapporto con l'altro, che è stato sempre la significazione di quel "resto", che, come dice l'autrice, "è diventato un prisma moltiplicativo" privo di figure certe: sicché è il "totalmente altro" del razzismo e della discriminazione a prevalere nei fantasmi dell'epoca.
fonte lafeltrinelli.it

Dal 10 al 17 maggio 2010 preghiamo insieme per ricordare le vittime dell’omofobia


Come cristiani possiamo "rimanere in silenzio” quando tanti uomini e donne soffrono vittime della violenza e delle ipocrisie della società e delle loro chiese? Noi diciamo di no!
Ecco perchè, per il quarto anno consecutivo, da lunedì 10 a lunedì 17 maggio 2010 (giornata internazionale contro l'omofobia) cristiani di diverse confessioni religiose (cattolici, valdesi, battisti, metodisti, etc...) pregheranno insieme ai gruppi di credenti omosessuali italiani per ricordare le vittime della violenza dell’omofobia.

Pregheremo insieme anche per infrangere il muro di assordante silenzio che permane nella nostra società, e soprattutto nelle nostre chiese, su questo tema.

A scandire le nostre preghiere quest'anno saranno i versetti conclusivi del capitolo 8 della Lettera ai Romani perché in quei versetti c'è davvero tutto quello che serve a noi cristiani: dall'esortazione a vincere la paura, al ricordo della nostra fragilità, fino ad arrivare a una delle più belle confessioni di Fede che la scrittura ci propone.

"Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo?" (Romani 8,35) sarà il nostro grido, la nostra domanda, perché anche se le persone spesso non ci ascoltano, Dio saprà ascoltare le nostre preghiere che sapranno unirci al di l'à di ogni 'differenza'.

E tu che fai ti unisci a noi? O hai paura!

QUANDO E DOVE SI VEGLIERA'
Mercoledì 12 maggio 2010
FIRENZE: Veglia ecumenica presso la Chiesa Battista di Firenze, via Borgognissanti, ore 20.50

Venerdì 14 Maggio
PADOVA, Veglia di preghiera nella Chiesa cattolica di santa Caterina d'Alessandria, via Cesare Battisti n.245, ore alle 20.45

Catania,Cremona,Milano,Napoli,Roma,Palermo,Varese
data, luogo e ora da definire

Aderire all’iniziativa delle veglie non vuol essere un mero atto formale ma perchè abbia significato chiediamo a quanti aderiscono d’impegnarsi concretamente ad organizzare o paertecipare ad una veglia di preghiera o a fare un momento di preghiera nel culto della propria comunità domenica 16 maggio 2010.

Invitiamo tutte le associazioni, le comunità religiose, le parrocchie, le chiese evangeliche o i credenti che condividono questa iniziativa possono aderire scrivendo a gionatanews@gmail.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. indicando: data e luogo (via e numero civico, città) della Veglia o del culto a tema, le associazioni, comunità o gruppi coinvolti, dando il nome e l’email del referente* per le varie comunicazioni.

Un testo di massima con suggerimenti su liturgia e testi biblici consigliati per le veglie sarà realizzato dal Gruppo Emmanuele di Padova e sarà inviato, a chi ne farà richiesta, a partire dal 26 Aprile 2010.

Ecco il brano biblico che unirà idealmente tutte le veglie e che scandirà il nostro pregare:

"Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello.
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 8,35-39)
fonte gionata.org

martedì 27 aprile 2010

Politici Lgbt, Nichi Vendola ospite da Fazio: "Non mi sento unito agli italiani razzisti e omofobi"


Appare in televisione, annunciato da Filippa mentre Fabio Fazio gongola di soddisfazione, con lo stile che oramai ci è familiare, con quei suoi capelli spruzzati dall’argento dell’età, viso pulito, orecchino, giacca e cravatta. Nichi Vendola, parla a “Che Tempo che fa”, proprio mentre su Rai Due il premier manda un messaggio alla nazione. È il 25 aprile Festa della Liberazione; ci si abitua ai proclami come alle riflessioni su una giornata che per molti è stata di sole, per altri di contestazioni. Non riusciamo quasi più a raccontare la nostra storia presi dall’acredine o dal disinvolto menefreghismo. Lui il pluripresidente pugliese dice di averlo celebrato a Marzabotto. È da subito chiaro che le domande ghiotte saranno politiche, e nello stile caro a Nichi: un racconto delle proprie (e altrui) idee su questa nostra lacerata Italia, in sospeso tra immagini neoplastiche di poetica concretezza, e l’esperienza di anni di militanza politica e di Movimento. Così, quando Fazio gli chiede un significato sul 25 aprile Nichi affascina:

“Si dice che è una festa che dovrebbe unificare gli italiani. Ci sono dei connazionali con cui non mi sento unito; se in alcune parti d’Italia si può immaginare una propensione naturale alla pulizia etnica, io non mi sento unito. Se trovo un sindaco che immagina di dover punire dei bambini per stigmatizzare l’atteggiamento delle loro famiglie, io non mi sento unito a quel sindaco. Se c’è chi pensa che l’omofobia, il razzismo, la xenofobia, la mitologia negativa del diverso, siano ingredienti con cui convivere, io non mi sento di unirmi a chi pensa che l’intolleranza sia un fatto naturale”.

L’uomo Vendola, il poeta Vendola, il politico, sta lì dentro nelle parole che pronuncia con convinzione, senza enfasi a con calore. Il rumore delle posate sui piatti a cena di amici si appiattisce e si resta attenti a quelle parole necessarie non solo a noi commensali di una domenica di festa. In una sola parola, Nichi mette tutta la sua esperienza passata al servizio degli omosessuali, mai dimentico del presente. Naturalmente è la sinistra, la sua parte politica, che lo interessa, che lo infervora maggiormente. Qualcuno già lo pensa il candidato ideale alle politiche del 2013, lo acclama seduta stante l’amico carissimo che ci ospita a cena. Contrastato da un altro che cita Saviano.

E glielo chiede anche Fazio, avvisando che a far nomi per tempi così lunghi, l’esperienza racconta che non porta mai bene. E Nichi sorride, si smarca: il suo desiderio futuro è tornare alle filastrocche e alle poesie. Non credo che un Vendola riesca a vivere lontano dalla politica. E forse sarebbe una cosa da scongiurare!

La tavola imbandita di freschezze primaverili - quella in cui sto con gli amici - è come sospesa, attenta, quasi infervorata dal personaggio televisivo, dagli applausi che ci lasciano il tempo di riprendere il respiro. Inutile negarlo: il fascino è alto e le parole di più.

“Noi abbiamo continuato ad immaginare - spiega Vendola - che Berlusconi fosse un problema della politica e non ci siamo accorti che molto prima che un problema della politica è un problema della cultura. Berlusconi non ha vinto nelle tribune elettorali, a nella trasformazione dell’immaginario. Che cosa è in fondo se non la proiezione sulla scena pubblica del linguaggio dei reality e della fiction. Non si può immaginare di vincere contro Berlusconi e il berlusconismo con una campagna elettorale e non con una lunghissima campagna civile e culturale. […] Se a destra si parla del rischio di elezioni anticipate, la reazione del centrosinistra appare di panico. Noi dovremmo essere coloro che sanno indicare, in una eventuale elezione anticipata, il fallimento di una dirigenza e di una proposta di governo, e c’è qualcuno che nel centrosinistra dice: a il paese è in crisi. a propri per questo non bisogna avere paura, se si fosse capace di essere un’alternativa. Ma il centrosinistra, ancora oggi, non è un’alternativa”.

Mi fermo qui, anche se le parole di Nichi dovrebbero essere ascoltate e poi pensate come si vuole, almeno fino a quando la politica tradurrà in fatti molte leggi che ci riguardano. Mi fermo qui, perché quelle parole si potranno ascoltare tra qualche giorno sul sito Rai della trasmissione. Resta quel giorno di festa che a distanza di 65 anni lacera e divide ancora un paese; resta che l’omofobia è tutta presente e fiera. Resta che Nichi potrebbe essere una delle soluzioni alle nostre ambizioni e speranze. Chissà.
fonte queerblog

Diritti Lgbt, il riconoscimento legale delle coppie esaminato dal Consiglio d’Europa


I diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transgender, in particolare quello del riconoscimento legale della coppia formata da partner dello stesso sesso, sarà uno dei temi che verranno dibattuti e votati durante la sessione plenaria dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che si apre lunedì 26 aprile.

Il rapporto “Discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere”, del parlamentare svizzero Andreas Gross, avrebbe già dovuto essere approvato durante la scorsa sessione, ma l’elevato numero di emendamenti, 80, presentati in gran parte da membri del Ppe, indussero il parlamentare a ritirare il rapporto per ripresentarlo, con eventuali modifiche, in questa sessione. Lo scorso gennaio alcuni membri del Ppe avevano ricevuto una lettera dal Nunzio apostolico di Parigi, Luigi Ventura, in cui si affermava che bisognava modificare la risoluzione sulle discriminazioni sessuali perché se il testo fosse rimasto “inaccettabile, i parlamentari avrebbero dovuto opporsi alla sua approvazione”.

Rispetto all’originale, dal nuovo testo della risoluzione è stata tolta la richiesta ai governi di consentire alle coppie dello stesso sesso di adottare i figli dell’altro partner ed è stato inserito un nuovo paragrafo con cui si dice che “gli Stati membri possono garantire eccezioni alla non discriminazione” a istituzioni e organizzazioni religiose solo se tali eccezioni sono compatibili “con quanto previsto dalla Convenzione europea per i diritti dell’uomo”.

L’onorevole Luca Volonté, presidente del gruppo Ppe, ha dichiarato che il nuovo rapporto è stato migliorato, tenendo in conto anche gli emendamenti che erano stati presentati, ma che restano alcuni punti problematici, perché non si tiene sufficientemente conto delle differenti identità nazionali. “Non so quanti emendamenti verranno presentati questa volta, non ho ancora parlato con i miei colleghi, io ne presentero’ due o tre”, ha sottolineato Volonté.
fonte blitzquotidiano

Lgbt Mondo Trans, Chiamiamo le cose col proprio nome,“IL” transgender Anna è andato o è andata a fare la spesa?


Wikipedia così esemplifica la differenza “accademica” e “giornalistica” tra avere un nome da donna ed essere biologicamente una donna (in cui si ha la coniugazione al femminile del verbo) o avere un nome da donna ed essere una transgender (che cambia sì il nome, ma deve rimanere ancorata alla coniugazione al maschile del verbo).

Un recente articolo del New York Times affronta la tematica della forte rileanza del nome per le persone transgender, dichiarando a chiare lettere che il nome (e, aggiungerei io, la coniugazione di verbi e aggettivi) è un messaggio. Ed è un messaggio forte.

Si potrebbe erroneamente pensare che il cambiamento di nome sia una questione minore per le persone che affrontano il percorso di cambio di genere, minore in confronto alle psicoterapia, alle cure di ormoni, alle dolorose procedure di depilazione e allo sforzo di trovare medici comprensivi e disponibili. Per non parlare dei rischi e delle sofferenze legate agli interventi chirurgici.

Invece coloro che hanno affrontato e superato questo difficile e lungo percorso sostengono che il nome è un importante messaggio verso il mondo, tanto da affrontare richieste a procedimenti alla Corte Civile per ottenerlo. Mahattan è diventata, grazie alla lungimiranza della sua Corte Civile, la capitale dei procedimenti “Joe diventa Jane”, con una rete di 200 avvocati che lavorano per questo e almeno 400 clienti che hanno cambiato il loro nome.

Negli ultimi due anni avvocati volontari di alcuni degli studi più famosi della città di NY hanno collaborato con il “Transgender legal defense and education fund”, il cui direttore esecutivo, M. D. Silverman, definisce il cambiamento di nome “un grande coming out”.

Tornando nel vecchio continente, già dal 2006 il governo spagnolo ha varato una legge secondo la qulae una persona transessuale può modificare il proprio nome e il proprio sesso all’anagrafe anche prima di aver subito l’intervento per il cambio di riattribuzione. Ad approvare il disegno di legge sull’Identità sessuale è stato il Consiglio dei Ministri. Il vicepremier Maria Teresa Fernandez de la Vega (un nome, un programma!) ha spiegato le motivazioni di questo provvedimento: “Contribuirà a rendere più degna la vita di migliaia di persone che si trovano in questa situazione”.

In Italia per il momento il cambio di nome si può richiedere solo dopo l’intervento di riattribuzione, e ricorrendo ad un tribunale.

In relazione a questo vorrei raccontarvi cosa dissero due persone alla fine del percorso di transizione.

Ms. Schnur, che vide le sue vecchie foto qualche mese dopo aver cambiato il suo nome disse: “Ho sempre saputo di non essere quello che gli altri pensavano che fossi”.

Ms. Whitney, invece, ha raccontato al New York Times che prima di rifare i documenti con la sua nuova identità, ogni volta che gli veniva chiesto di mostrare la sua patente di guida, pensava che mostrare una foto e il nome di qualcuno che non esisteva più era roba da pazzi.

Io mi irrito molto quando qualcuno sbaglia il mio nome (pur chiamandomi con nomi adeguati alla mia identità di genere) e mi sono chiesta che effetto farebbe a me dovermi presentare con un nome che non sento mio, dover continuare ad usare una identità che non mi rispecchia al punto di decidere di cambiarla completamente e legalmente.

Vi pongo la stessa domanda. Pensate che il nome sia davvero così importante o pensate che in fondo una volta trovata la propria identità non sia importante comunicarla al mondo intorno a noi?
fonte psicologiagay

Libri lgbt, Un saggio sulla sessualità degli italiani, anche quella gay e Lgbt


Per i tipi de Il Mulino è recentemente uscito un saggio dal titolo La sessualità degli italiani scritto da Marzio Barbagli, Gianpiero Dalla Zuanna, Franco Garelli. Ricordiamo che di Marzio Barbagli – in collaborazione con Asher Colombo – è il classico Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia, sempre edito dal Mulino.

Un intero capitolo del libro, il quinto, è dedicato ai desideri e identità omosessuali. Viene analizzata l’omosessualità all’interno del contesto più ampio della sessualità degli italiani, attraverso una serie di dati – statistici e, soprattutto, basati sull’esperienza delle persone interpellate – che illuminano la realtà attuale.

Delle persone dai 18 ai 70 anni che vivono oggi in Italia, circa 5 milioni e 500mila (cioè il 13,4%), hanno avuto, almeno una volta nella vita, desideri o comportamenti omoerotici o si definiscono non eterosessuali. Circa 1 milione e 100mila di loro (il 2,6%) dichiarano di essere oggi omosessuali o bisessuali. (pg 157)

Una stima degli omosessuali italiani?

Il numero degli italiani che, nel corso della vita, hanno avuto sentimenti o identità omoerotiche è aumentato. Tutavia, esso resta assai esiguo, molto più di quanto i resoconti dei medi facciano pensare, visto che, anche fra i nati negli anni Ottanta, la quota di chi ha provato attrazione per una persona dello stesso sesso non raggiunge l’8%, mentre quella di chi si dichiara omosessuale o bisessuale si attesta sul 3,4%. (pg. 298)

Concludendo
È solo nell’ultimo trentennio del Novecento che si è affermato completamente un “sistema di classificazione” basato sulla dicotomia eterosessuale/omosessuale, secondo il quale coloro che si sentono attratti da persone dello stesso sesso non sono né invertiti, né attivi, né passivi, ma possono avere una nuova identità, che comporta la formazione di rapporti non asimmetrici con i partner. È grazie all’affermazione di quest’ultimo sistema e delle nuove identità che è aumentato il numero degli italiani che si definiscono omosessuali o bisessuali. (pg. 298)

Marzio Barbagli – Gianpiero Dalla Zuanna – Franco Garelli
La sessualità degli italiani
Il Mulino, 2010
ISBN 978-88-15-13404-2
pp. 341, euro 25,00
fonte queerblog

lunedì 26 aprile 2010

Dal 25 Aprile a Bologna, Cluj-Napoca, Parigi e Londra ‘Transeuropa Festival’.


http://www.euroalter.com/it/transeuropa-italia/
Quattro città, un solo festival per 53 eventi concentrati in sole due settimane. Transeuropa unisce Bologna, Cluj-Napoca, Parigi e Londra per il primo festival transnazionale in programma dal 25 Aprile al 10 Maggio 2010. Ogni città è interconnessa grazie al Web e ai temi che formano il ricco programma: mobilità, femminismo, città globale, diversità culturale, democrazia, il rapporto con la Cina, tutti declinati in senso europeo e con un’attenzione particolare agli sguardi dell’arte. Tra i tanti ospiti figurano la sociologa Saskia Sassen, la filosofa Michela Marzano, la studiosa femminista Geneviève Fraisse, lo storico Donald Sassoon, il sinologo Francois Jullien, l’artista Oliver Ressler. Gli eventi sono gratuiti e aperti a tutti. Sul Web, tra social network e streaming, il pubblico potrà partecipare direttamente, Il festival è stato pensato e progettato da European Alternatives, organizzazione della società civile di attivisti, artisti, pensatori con lo scopo di sviluppare un pensiero post o trans-nazionale che può contare su una squadra di giovani volontari in ognuna delle città.
fonte gaynews23

Libri tematica Trans "Luna, Lei è mio fratello" Transessualità in un romanzo per adolescenti, di Julie Anne Peters


La newyorkese Julie Anne Peters racconta la storia di Liam che vuole essere Luna. Lo accompagna nel percorso la sorella Regan, l'io narrante. E i toni sono lievi e delicati, mai scabrosi

Luna è Liam, adolescente bello e sensuale che non vorrebbe avere il corpo che ha. Si sente femmina da quando era bambino e si dispera perché i suoi genitori non lo capiscono. Lui nei panni maschili non ci sa proprio stare, e manda segnali già il giorno del suo nono compleanno quando chiede in regalo una Barbie e un reggiseno, desideri che la madre, completamente proiettata sul suo lavoro di organizzatrice di matrimoni, derubrica d'istinto a capriccio passeggero, ma che fanno irritare il padre il quale non trova di meglio che battere i piedi. Piccolo borghese frustrato per un lavoro che non gli piace, l'uomo si aspetta dal figlio il riscatto e detesta l'indifferenza che il ragazzino mostra verso lo sport o ogni altra attività cosiddetta virile. Così, mentre Lian cresce immerso nel suo disagio, lui si ostina a pressarlo perché diventi un vero macho, giochi a baseball, si faccia valere...

A capire, sostenere e ad aiutare Liam è sua sorella Regan, che conosce da sempre il suo disagio, che scherza con lui quando di notte si veste da donna e diventa Luna, che lo esorta a non accettare le imposizioni paterne per seguire invece soltanto se stesso e le sue inclinazioni. Ed è sempre Regan a preoccuparsi e a tremare quando scopre che Liam, schiacciato dai turbamenti e dalle incertezze, pensa perfino di farla finita. "Io l'amavo" dice la ragazzina con la forza dell'io narrante: "lei è mio fratello".

A sedici anni, Lian è deciso a essere Luna, finalmente. Ma come fare per affrontare il giudizio della società, come uscire allo scoperto ed essere finalmente donna? Come affermare la propria reale identità sessuale e salvarsi? Regan non lo sa e intanto anche lei viene travolta dalla tempesta dei sentimenti grazie a un compagno di scuola che comincia a corteggiarla...

Luna è il primo romanzo per adolescenti sulla transessualità. Lo ha scritto Julie Anne Peters, newyorkese e tra le più apprezzate autrici di letteratura Ya, i libri dedicati ai teen. E' un romanzo perfetto, lieve e non banale, profondo e mai compiaciuto, che descrive senza sconti il dramma adolescenziale di Liam, (e non solo) regalando però anche ironia e positività. A raccontare in prima persona è Regan che, dall'infanzia, accompagna Lian nel suo tortuoso cammino verso la trasformazione.

Luna è uno dei titoli più interessanti della nuova collana Y di Giunti, dedicata agli adolescenti, un contenitore ideato per offrire a ragazze e ragazzi libri belli da leggere, ma anche strumenti utili per affrontare i nodi del passaggio all'età adulta. Perché, come dice Julie Anne Peters, la letteratura può essere "un ponte meraviglioso" per conoscere la vita vera.

Luna è un libro sull'l'identità sessuale. E' un tema sentito tra gli adolescenti?

Sì, credo proprio di sì. Gli anni dell'adolescenza sono il momento dell'esistenza in cui si forma l'identità, compresa quella di genere. Il momento in cui ragazze e ragazzi si confrontano con la propria sessualità. Inoltre, rispetto al passato, quella di oggi è una generazione più aperta, più disponibile a parlare di omosessualità. E più precoce nel fare coming out e a dichiararsi gay, lesbica, bisessuale o transessuale.

Lei scrive con successo per un pubblico teen, qual è la sua ricetta?

Se la domanda si riferisce a come scrivo i miei romanzi, qual è il processo di scrittura, posso rispondere che varia da libro a libro. A volte parto da un'idea di trama, o da un personaggio, che si presenta così nel mio cervello come ha fatto Luna. Lei mi ha svegliato da un sonno profondo una notte e mi ha detto: "Scrivi di me". La sua immagine era estremamente vivida, e la sua voce così forte che mi sono chiesta se fossi di fronte a un fantasma. Notte dopo notte lei ha continuato ad apparire, mi svegliava per chiedermi di scrivere di lei. Alla fine, le ho domandato: "Chi sei?" Lei ha sorriso e mi ha risposto: "Sono Luna". Luna? Era un nome così simile all'aggettivo lunatica.... Ho davvero avuto paura. Stavo forse diventando pazza. Poi le ho chiesto: "Cosa dovrei scrivere? Qual è la tua storia?" Lei si è passata la mano fra i lunghi capelli biondi sparsi lungo la schiena e mi ha detto: "Sono transessuale".

Per me è stato uno shock. Non avevo mai conosciuto persone transessuali. Ma lei non mi lasciava dormire, e non mi avrebbe mai lasciato andare. La sua insistenza a scrivere la sua storia mi ha spinto verso un progetto di ricerca durato due anni, da cui è nato Luna, il romanzo. E questo libro ha fatto alla mia vita un vero, grande regalo: l'incontro e l'amicizia con persone trans.

La transessualità è spesso ritenuto un argomento scabroso. Ma Luna è un romanzo delicato, venato di ironia. Si può raccontare tutto ai ragazzini?

Sì, certo. Del resto i ragazzi vedono e sentono tutto già tramite i media. E io penso che proprio la letteratura possa essere il modo più sicuro per esplorare gli aspetti spinosi e controversi della realtà. I libri sono un ponte meraviglioso per attraversare la vita vera.
di SILVANA MAZZOCCHI

Julie Anne Peters
"Luna"
Traduzione di sara Reggiani
Pag 380, Euro 14,50.
fonte Repubblica.it

L'annuale appuntamento del Gay Pride di Roma si terrà il 12 giugno


Con il Gay Pride nazionale di Napoli del 26 salgono a quattro le manifestazioni previste a giugno in tutta italia. Le strade di Napoli non saranno le sole ad offrire un palcoscenico al movimento gay. A giugno, mese tradizionalmente dedicato alle manifestazioni dell'orgoglio lgbt, si svolgeranno ben quattro Gay Pride lungo tutta la Penisola. Due settimane prima di Napoli, il 12 giugno, toccherà a Roma scendere in strada per l'appuntamento che ha sempre generato un'ampia partecipazione.
Le date degli altri due appuntamenti, invece, non sono ancora state ufficializzate sebbene si intensifichino i contatti fra associazioni e coordinamenti locali per la loro organizzazione. Oltra a Napoli e Roma ci saranno manifestazioni anche a Milano (si parla del 5 giugno), e a Palermo (la data ipotizzata è il 19 giugno). In una ideale separazione territoriale saranno così coperti Nord, Centro, Sud e Isole.
Il significato che assumerà la manifestazione nazionale e le altre tre "minori" cambierà soprattutto in funzione della decisione del 12 aprile, quando la Corte si pronuncerà sulla costituzionalità o meno dei matrimoni gay in Italia. Non a caso la prima riunione per l'organizzazione del Roma Pride è stata fissata il sabato immediatamente successivo, il 17 aprile. In ogni caso il tema al centro di tutto, c'è da scommetterci, sarà quello e gli abiti bianchi saranno presenti comunque; si tratterà pur sempre di una festa.
Pubblicato da notiziegay

"LIBERI AMORI POSSIBILI" IV° edizione di Teatro Omosessuale e Lgbt


Amori Possibili = One New Man Show
Da lunedì 3 a martedì 11 maggio 2010 torna a Milano la Rassegna simbolo della lotta contro ogni pregiudizio

Teatro Libero via Savona, 10 – 20144 Milano info http://www.teatrolibero.it
Giovedì 6 maggio 2010 ore 21.00
Officine Papage presenta
One New Man Show, ovvero la prigione del corpo
Quando hai un corpo che dice tutto il contrario di quello che sei
testo, musiche originali, regia di Davide Tolu,
con Matteo Manetti
Al Libero, per la rassegna Liberi Amori Possibili, il primo spettacolo italiano a trattare il tema del transessualismo al maschile.

Pietro, ecco il nome che l'uomo di questa storia si è scelto, credendo solo alle bugie più grosse che sapeva inventarsi. Nella piccola comunità dove è nato, gli adulti lo rimproverano, i compagni lo prendono in giro e lui non può scappare: è in trappola, prigioniero di un corpo che non gli appartiene. Deve lottare con le unghie e coi denti per imporsi in un luogo dove nessun cambiamento radicale è possibile e tutti sono prigionieri di un destino deciso alla nascita.
Di fronte a un tribunale immaginario, Pietro rievoca i protagonisti del suo passato per spiegare la propria vita, a se stesso innanzitutto. Alla fine, troverà un solo modo per fuggire dalla sua prigione…
La storia è ambientata durante gli anni '70, quando non esisteva ancora la legge 164/82 che ha regolamentato la materia della rettificazione di attribuzione di sesso.
"One New Man Show", interamente prodotto da persone transgender, è il primo e finora unico spettacolo italiano a trattare il tema del transessualismo al maschile e mira a portare lo spettatore nei panni del protagonista per aprire la strada alla comprensione e al rispetto.
Lo spettacolo vuole ricreare la sensazione intima della persona transgender in relazione al mondo esterno; il profondo, disumanizzante contrasto tra l'autopercezione e quella che gli altri hanno di una persona il cui corpo sessuato esprime un messaggio opposto a quello identitario.

Ecco gli spettacoli di questa 4* edizione,
3 maggio : The Worrybeads - Napoli
PELLE

4 maggio : Ass. Cult. Con-fusione - Firenze
LE ROSE DI JURGEN

5 maggio : Compagnia Flavio Mazzini - Roma
L'ULTIMO SANREMO DEL MILLENIO

6 maggio : Officine Papage - Viareggio
ONE NEW MAN SHOW

7 maggio : Massimo Stinco - NoirDesir.it - The Blue Seagull International Company - Firenze
THE HOUSEBOY

8 maggio : Altrarte - Roma
PRIGIONIERI DEL SESSO

9 maggio : Azteca Produzioni Cinematografiche srl - Roma
ULTIMA STAGIONE IN SERIE A

10 maggio : Ass. Cult. Metamorphè - Roma
TUTTONOSTRO

11 maggio : Ass. Cult. Imargini - Civitanova Marche
ALEXIS
fonte concertodautunno

Libri Lgbt, Andrea Jelardi," In scena en travesti" viaggio nel mondo del travestitismo nello spettacolo


L' affiatato gruppo di ricerca che ha dato vita a questo aggio è composto dal giornalista e scrittore Andrea Jelardi che ha coordinato il lavoro ed ha redatto i capitoli sul varietà, la televisione ed il teatro, dal coreografo e ballerino Giuseppe Farruggio autore del capitolo sul balletto e coautore di quello sul teatro, dal magistrato Eduardo Savarese che ha curato le pagine dedicate all'opera e dall'attore Giordano Bassetti che ha trattato il travestitismo nel cinema. Guidati dai preziosi consigli e suggerimenti di Vittoria Ottolenghi, gli autori si sono avvalsi inoltre della collaborazione dello scrittore ed attore Gianluca Meis che ha curato un saggio-intervista a Paolo Poli, dell'esperto e collezionista di opera Sergio Ragni, del dirigente del settore cinematografico Roberto Meomartini, della sessuologa Gloria Persico, nonché dei noti attori di teatro e cinema Giacomo Rizzo e Nando Paone. Con la prefazione e la collaborazione di Vittoria Ottolenghi.

Andrea Jelardi
IN SCENA EN TRAVESTI
Edizioni Libreria Croce, Roma 2009
- Aquistabile su IBS
fonte notiziegay

domenica 25 aprile 2010

Lgbt, Video Gay da You Tube di Mai dire Candid e Le iene: uomo tenta di ingelosire l'ex fidanzato con un... passante!


Non è recente, ma questo video meritava la pena di essere ricordato. Ecco una candid camera commentata dalla Gialappa’s Band, in collaborazione con “Le iene“. Un ragazzo gay chiede ad un passante di accompagnarlo dal suo ex fidanzato per restituirgli le chiavi e poterlo ingelosire, in questo modo.

Guardate la reazione delle ignare “vittime”: il primo accetta e appare anche credibile (oltre al fatto che mi sembra pure molto carino, non trovate?), gli altri lasciano un po’ a desiderare. Ma il migliore, resta l’ultimo ragazzo fermato, che indossa la maglietta con scritto “God Pride”, volutamente scambiata dall’attore con “Gay Pride“. E ovviamente, scatta il pippone: lui non è contro i gay ma contro il peccato. Due uomini che si accoppiano sono un abominio agli occhi di Dio (bla bla bla).

Qui sotto il video, gustatevi questa divertente provocazione. Voi, gay lesbiche o trans, avreste accettato la medesima richiesta di aiuto da parte di uno sconosciuto?
fonte queerblog

Coppia in crisi, la felicità si ritrova a tavola


Si dice che il matrimonio sia la tomba dell’amore e la parodia di Mai dire Martedì la rappresenta perfettamente. Purtroppo nella quotidianità tra bucati, pulizia di casa, fare la spesa e fare i conti a fine mese, resta davvero poco per godersi il rapporto di coppia. Un rapporto che tende a scoppiare perché trascurato e troppo impegnato a discutere sulle questioni legate alla quotidianità. Come fare quindi a risaldare l’unione e a riscoprire il piacere di stare insieme: per alcuni la felicità la si trova tra i fornelli o meglio a tavola, consumando pietanze raffinate.

In tanti puntano a un weekend fuori (25%), una giornata rilassante in una Spa (19%) un classico mazzo di fiori (14%). Ma ben il 34% per farsi perdonare dall’amato/a si mette ai fornelli e prepara una cenetta con i fiocchi o almeno ci prova. Lo sostiene un sondaggio realizzato da ‘Donne e qualità della Vita’.

A tavola c’è tutta una chimica di piaceri che si riaccende (forse grazie a cibi afrodisiaci??): la complicità di sguardi e della pace dei sensi, la seduzione (17%) insito nella preparazione, nella somministrazione e nel mangiare delle pietanze raffinate e quello della perdita di inibizioni (11%) dovuto spesso all’alcol.

E quale sarà mai il tipo di pasto più utilizzato per fare pace? La cenetta romantica a lume di candela, che raccoglie il 38% delle preferenze degli intervistati, ma, a sorpresa, il buffet (31%) riscuote più consensi della colazione in camera (20%).
fonte pourfemme

Nuovo Erotismo guardando al passato, Il Burlesque: ovvero l’arte dello stuzzicare


Sugar, Candy Shelf, Step touch, S-shape.
Per alcune di voi queste parole non significheranno nulla, ma per chi ha partecipato al corso di Burlesque di Mitzi von Wolfgang queste sono le parole d’ordine per far spalancare il mondo della seduzione: quelle che vi ho citato sono alcune pose e alcuni passi base per imparare l’antica arte del Burlesque, un mondo fatto di piume, lustrini, sensualità e gioia.
Un mondo dove si riscopre in pieno la propria femminilità, divertendosi e soprattutto piacendosi così, per quello che si è.
Ho intervistato Mitzi, la mia insegnante, che in Italia è in assoluto una delle Divine del Burleque.
Ecco che cosa mi ha raccontato:
- Mitzi, come hai scoperto il Burlesque e come hai cominciato?
La scoperta del Burlesque, per quel che mi riguarda risale a tanti anni fa - in Canada, dove avevo passato qualche mese. Frequentai un corso di teatro-Burlesque (simile a vaudeville) che utilizzai per creare qualche performance dove facevo "he - she", giocando sull'ambiguità del genere maschio/femmina. Quando, poi, qualche anno fa, il Burlesque, come lo intendiamo oggi, tornò in auge, ne fui felicissima, perché questa espressione artistica riuniva tutto quello che sono le mie autentiche passioni - seduzione, un erotismo raffinato, danza, e la comicità del teatro-Burlesque.
Decisi di far tesoro delle mie esperienze e cominciai a specializzarmi a Londra, presso Ministry of Burlesque Academy, con Gypsy Charms, la direttrice dell'Accademia.
Forte di queste esperienze, nel 2008 apro (molto in sordina) la prima scuola di Burlesque in Italia - Burlesque School Milano.
- Qual è l’errore più comune che le persone fanno quando si parla di Burlesque?
L'errore più comune è confonderlo con uno spogliarello "rétrò", complici tante " artiste " che si limitano solo a quello, trascurando tutta la ricchezza di questa forma d'arte
Non per niente, tutte le scuole di Burlesque all'estero insegnano non solo lo spogliarello, ma anche fan dance (la danza con i ventagli), danza cabaret (con la sedia), charleston, can-can, danza sul pavimento e l'uso di accessori, fondamentali per provocare e stuzzicare lo spettatore.
- Quando racconti quello che fai, ti capita di essere fraintesa?
Spesso la gente mi chiede: " Allora tu insegni alle donne a spogliarsi?" Sì, insegno anche quello, ma soprattutto, io che il Burlesque lo vivo come un "inno" alla femminilità più autentica, alla seduzione e al divertimento, insegno alle allieve non solo la gestualità della seduzione e l'arte di togliere i vestiti in un "certo modo", ma anche la grazia della danza e un linguaggio del viso e del corpo sensuale e malizioso allo stesso tempo.
- Si parla di emancipazione femminile, di nuovi modelli estetici…
I nuovi modelli in realtà sono i "dèjà vu" - si tratta dell'estetica imperante soprattutto negli anni 40-50 del secolo scorso, molto " glamour " - dunque, il modello è già collaudato e per niente nuovo. Di nuovo c'è che con la moda del Burlesque riscopriamo un modello femminile più autentico e verace, simile a una donna normolinea e normopeso, con tutte le sue curve e cosiddetti "difetti" - sicuramente lontano dall'immagine improbabile e poco veritiera che ci impongono le riviste di moda e la televisione, dove imperano i visi e i corpi uniformati dalla chirurgia estetica. La "rivoluzione" in atto è avere il diritto a sentirsi belle e seducenti nella propria pelle e nelle proprie forme, in quanto ogni donna ha una sua bellezza irrepetibile.
- Secondo te il Burlesque, sebbene sia un’arte così antica, può essere in qualche modo vicino al femminismo?
Se come femminismo si intende estendere i diritti della donna nella società, certamente - le performer del Burlesque tradizionalmente sono quasi sempre menager di se stesse e usano il corpo sul palcoscenico non per compiacere l'uomo, ma perché loro stesse amano il loro mestiere e si divertono facendolo, nella consapevolezza totale del loro potere femminile. Certamente, il Burlesque è all'antitesi del "femminismo" isterico che bruciava i reggiseni in piazza, cercando in modo sguaiato ad assomigliare ad un maschio volgare (adottando un linguaggio e i gesti scurrili, come purtroppo molte donne oggi fanno).
- Serve ad avere un rapporto migliore e più “divertito” col proprio corpo?
Oh, sì, assolutamente! Le ragazze (o donne) che frequentano i corsi di Burlesque, facendo propri i gesti e le espressioni seduttive, vedono prima di tutto se stesse con occhi diversi, scoprono il loro potenziale femminile, spesso assopito e (non è pura retorica) - diventano più belle, con un portamento, uno sguardo e le movenze che dimostrano la sicurezza acquisita.
- Il Burlesque può servire al sesso?
La seduttività aumenta in maniera veramente visibile e di conseguenza, anche la nostra vita sessuale ne tre vantaggio - le ragazze mi confessano spesso che hanno messo in pratica quanto imparato - con un gran divertimento!
- Che consiglio ti senti di dare alle donne?
Se non l'hanno già fatto di liberare la "inner beauty" - la bellezza nascosta che tutte abbiamo, portandola alla luce - non vergogniamoci di usare le nostre armi femminili, talmente efficaci e che ci possono dare tantissime soddisfazioni. Impariamo senza remore il linguaggio e i gesti di seduzione - saremmo più gioiose e felici sia noi che chi ci vive accanto.
La seduzione non si esprime a traverso la perfezione fisica, che spesso è fredda ed irreale, ma volendo bene il nostro corpo e con uno sguardo che comunica la nostra gioia di vivere - è proprio quello la nostra arma più potente!
- La cosa più difficile da imparare durante il corso?
È molto difficile lasciare dietro la nostra espressione quotidiana ed "urbana", spesso imposta, per una più gioiosa, maliziosa - in pratica la cosa più difficile è tirare fuori il nostro "alter ego". Le ragazze spesso imparano a muoversi bene, ma il viso rimane teso e poco comunicativo. Cerchiamo di far parlare lo sguardo e usiamo in dosi industriali il sorriso - tutti si ammorbidiscono davanti a un viso sorridente e sentendo un bel tono di voce. In realtà possiamo fare tanto con poco - impariamo ad usare quello che abbiamo!
Se siete interessate potete visitare www.burlesqueschoolmilano.com, il sito ufficiale della scuola.
Io mi sono iscritta e sono già all’ultima lezione, e vi assicuro che l’arte dello “stuzzicare” è davvero straordinaria.
fonte elle da Valentina Maran

e qui la versione di Luciana littizzetto...il Pirelesque!