sabato 13 marzo 2010

Argentina, a transessuale in affidamento due bambini con sentenza di un giudice


Con una decisione storica, un giudice argentino ha affidato la custodia definitiva di due minori a Maria Belen Ochoa, un transessuale che vive nella cittadina di Holmberg, nella provincia di Cordoba. I due fratellini, raccontano i media locali, sono una bambina di quattro anni e un bambino di sette e hanno alle spalle una storia fatta di maltrattamenti e abusi da parte dei genitori che fin dalla piu’ tenera eta’, la piu’ piccola aveva meno di un mese di vita, hanno affidato i loro figli alle cure di Maria Belen. Il padre e’ morto a causa dell’abuso di droga un anno e mezzo fa e la madre ha deciso di abbandonarli lasciandoli alle cure del transessuale che, al termine di una lunga battaglia legale, e’ riuscito a ottenere l’affidamento definitivo. “Conoscevo i genitori perche’ vivevano nel quartiere – ha raccontato in un’intervista televisiva – e spesso mi affidavano i loro bambini. Una volta la piccolina stava male e l’ho portata dal medico: quando la pediatra ha visto in che condizioni era, denutrita e maltrattata, ha deciso di avvertire il tribunale dei minori. La Corte, dato che i genitori non erano in grado di prendersene cura, ha deciso di affidarli temporaneamente a me”. Inizialmente il padre e la madre venivano a trovarli, poi non si sono fatti piu’ vedere e per i due bambini Mari Belen e’ diventata a tutti gli effetti “mamma”. Il quartiere in cui vivono, racconta il transessuale, li ha accolti bene, e ora ha deciso di sostenere questa famiglia atipica nell’ultimo passaggio del lungo percorso burocratico intrapreso quattro anni fa: l’adozione.
fonte gaynews24

Modena Scopre che è una trans, lite con il coltello


Modena - Scopre che è una trans, lite con il coltello
Il 40enne non vuole pagare. Aizzato un pitbull contro il cliente, lui lo ferisce.
A volte il cliente non ha sempre ragione perché, specie in questo caso, è pur sempre questione di punti di vista. Protagonisti della grottesca vicenda una trans, un cliente e un pitbull: i primi due finiscono denunciati e malconci, il terzo, l’animale, è invece quello che ha sofferto di più, rimanendo ferito da una coltellata.
Via Emilia ovest, nel cuore della notte. Si accendono le luci nel piccolo appartamento, il padrone di casa, una transessuale, ha appena fatto entrare un cliente. Si erano incontrati in strada, si erano parlati. Lui, un modenese sulla quarantina, era rimasto colpito dalla sua avvenente femminilità: una bella ragazza. Già, credeva proprio fosse una bella ragazza. La contrattazione dura infatti molto poco, i due volano subito in casa, l’amore non chiede tempo (ma comunque soldi in questo caso). Dunque il cliente aveva già iniziato ad assaporare le grazie della sua prescelta quando si è trovato di fronte ad un cambiamento di programma: nel film che si era pregustato d’interpretare, l’attrice si è rivelata improvvisamente un attore. E lui, allora, non ha voluto fare nemmeno la comparsa, non voleva più interpretare alcun ruolo. E così il 40enne si arrabbia, si sente tradito e non vuole pagare. Secondo una prima ricostruzione della vicenda fornita dalla polizia, il cliente alza le mani, picchia la trans e fa per uscire. La trans però, ferita anche nel suo orgoglio, non molla, chiude la porta del suo appartamento e chiama i rinforzi. Non arriva Rin Tin Tin ma un fedele e tenace cane Pitt bull che non esita a difendere la sua casa. E azzanna il 40enne modenese. Parapiglia finito? No, c’è la scena madre: il cliente, azzannato, tira fuori un coltello. Sferra una coltellata al cane. Immaginatevi la confusione che si era venuta a creare, tra la trans che urlava, il cane ferito e sanguinolento, il cliente azzannato e arrabbiato. Arriva la volante. Gli agenti, per prima cosa, soccorrono l’animale ferito portandolo dal veterinario. Il pitbull viene medicato, la ferita procuratagli dalla coltellata non era profonda: se la caverà. Poi tocca ai due contendenti dell’animosa vicissitudine: il cliente è stato denunciato per maltrattamenti e violenza ad animale e lesioni. La trans per lesioni e per mancata custodia dell’animale, mandato contro l’avversario. Ancora da considerare se, per il fatto di aver chiuso il cliente dentro all’appartamento per farsi pagare, ci siano o meno gli estremi del sequestro di persona.
art.di Stefano Totaro
Pubblicato da notiziegay

Mister Brasil Mundo 2010 è Jonas Sulzbach


Jonas Sulzbach è Mister Brasil Mundo 2010
Bello, simpatico, sorridente, tenero: Jonas Sulzbach è Mister Brasil Mundo 2010
Si chiama Jonas Sulzbach, ha 23 anni ed è il vincitore di Mister Brasil Mundo 2010.

La sua partecipazione è stata quasi fortuita: solo all'ultimo momento, infatti, è stato invitato a prendere parte alla manifestazione in rappresentanza dell'isola di Lobos (sulla costa del Rio Grande do Sul). Ora, conquistato il titolo, si deve già preparare per l'elezione di Mister World, che si terrà il 27 marzo prossimo in Corea del Sud, al quale è stato automaticamente candidato in virtù della sua vittoria.
Single, vive a San paolo (Brasile) dall'età di 17 anni. Prima di trovare un lavoro in banca, ha fatto l'animatore nei bar ed ha postato per campagne pubblicitarie e riviste per mantenere sé e sua madre.
Accanto al premio principale, Jonas si è aggiudicato anche il titolo di Mr. Simpatia e di Mr. Sorriso.
fonte Gayburg

Il super seno non è sexy Lascia indifferente il 37% degli uomini


Se Madre Natura vi ha dotata di una semplice terza di reggiseno (o addirittura di una seconda), non disperatevi: non c'è nessun bisogno di spasimare o ricorrere al chirurgo per "gonfiare" le misure. Stesso discorso vale per i centimetri del girovita, dei glutei e per la forma delle labbra. Agli uomini piace il corpo della donna come "mamma l'ha fatta" forme e imperfezioni comprese.

I dati vengono dal sondaggio "Uomini e chirurgia plastica" del Villa Borghese Institute. Secondo il sondaggio il 37% degli uomini resta indifferente davanti a un seno rifatto, a quasi uno su tre non piace la chirurgia estetica, il 9% preferisce il seno piccolo. Anche tra chi apprezza l'"aiutino" chirurgico c'è la consapevolezza che le parti "rifatte", a cominciare proprio dal seno, sembrano più sexy solo perché coincidono con un immaginario ancestrale: la pensa così il 21,51% del campione. Naturale o artificiale che sia, un seno grande e generoso fa comunque scattare nella mente maschile l'idea di donna fertile, una motivazione meramente evolutiva che ciononostante "funziona" da millenni. Il cervello maschile recepisce quindi e interpreta i segnali che vede senza necessariamente fermarsi ad analizzarne la veridicità.

Insomma, una donna sa essere sexy anche al naturale, con un decolleté magari imperfetto ma tutto suo, con un po' di cellulite, con il suo corpo "normale". Rispondendo poi a una domanda che voleva indagare il rapporto tra chirurgia e intimità, gli uomini hanno dato una risposta che esprime consapevolezza e maturità: il 54% sostiene infatti che il desiderio è soprattutto una questione "di testa", il 21% dice addirittura che il "ritocco" può creare ostacoli e inibizioni nel momento in cui la correzione è ostentata. Quasi il 13% ammette che un seno esagerato e un corpo troppo ritoccato possono addirittura bloccare l'intimità e ostacolare la prestazione. Secondo il 10% tutto dipende da come la donna vive il suo intervento: se la parte del corpo "restaurata" è messa con troppa enfasi al centro delle strategie seduttve di lei, questo può creare imbarazzo e "smontare" l'immaginario maschile.

Infine, il 64% del campione non chiederebbe mai alla propria compagna di pensare ad un intervento per migliorare una parte del proprio corpo: il 17,20% sottolinea poi di considerare una richiesta del genere come una mancanza di rispetto. Solo il 6,45% si è dichiarato pronto a suggerire alla propria partner di sottoporsi a un intervento estetico, mentre il 3,23%, anche in presenza di un lato B poco attraente o di un naso non bello, preferisce sopportare il difetto piuttosto che prendere il coraggio a due mani e chiedere alla partner un cambiamento, anche se in realtà apprezzerebbe che venisse in mente a lei.
fonte tgcom

venerdì 12 marzo 2010

"Pontifex" sito cattolico attacca i candidati omosessuali e sbeffeggia Luxuria


"Pontifex" sito cattolico attacca i candidati omosessuali e sbeffeggia Luxuria: "patrono dei trans"
Monsignor Giuseppe Agostino Che fantasia certi religiosi; quale infausta prosopopea quando intendono darsi di ragione attaccando gratuitamente quelli che per loro sono i nemici. La tanto predicata misericordia viene calpestata ed esorcizzata a propria ragione ed uso. Dicono che i cattolici della chiesa di Roma si occupano dell’anima dei loro fedeli, mai del corpo, men che meno della politica. Falso e con una buona dose di ipocrisia. Sul sito cattolico Pontifex, pare sia un esercizio quotidiano sbeffeggiare omosessuali, transessuali e chi afferma i loro diritti. Intervistato da Bruno Volpe ex vicedirettore di un altro sito cattolico, Petrus, l’arcivescovo emerito di Cosenza, Monsignor Giuseppe Agostino (in foto), sembra un antico Torquemada dei giorni nostri che, se potesse, saetterebbe fulmini e flagelli su noi e su chi osa prendere posizioni positive sugli omosessuali. Domanda Bruno Volpe all’alto prelato:
Va di moda oggi, per divorziati risposati, conviventi e omosessuali praticanti, definirli irregolari, non ritiene che questa definizione abbia attenuato pericolosamente il senso del peccato?
Lo credo. Bisognerebbe chiamare le cose col loro nome e ritengo che questi siano pubblici peccatori. Il medico pietoso fa la piaga verminosa ed oggi si sente la necessità di rimarcare il senso del peccato che abbiamo smarrito.

Che la chiesa cattolica ci ritenga oramai peccatori irredenti è appurato ed è meglio per noi tutti metterci il cuore in pace. Troppo poche e flebili le voci dei distinguo e quelli che credono diversamente dal monsignore cosentino. Ad essere feroci, ma non troppo, ci verrebbe da dire che chiedono a noi una castità per essere accettati che dentro la chiesa sono in molti a non osservare. Tralasciando anche gli squallidi episodi di pedofilia che nei decenni scorsi ha macchiato diverse diocesi che prima hanno negato, poi ammesso ma senza voler dare soddisfazione alla legge degli uomini, e infine sono stati costretti ad aiutare la giustizia umana, a risarcire migliaia di fedeli violati e fare un mea culpa che mai avrebbero voluto recitare.
Proprio perché i preti si occupano solamente di liturgie e fede, alla preziosa domanda su qual è l’identikit del candidato ideale per l’elettorato cattolico, il monsignore non ha dubbi: buono, onesto, trasparente, coerente, etc., etc., e:
“Persone sfasate come la Bonino e Vendola o la Bresso non rappresentano figure o esempi da seguire, per un cattolico serio”.
Sfasate? Vendola, Bresso e Bonino persone sfasate? Ma di cosa e di chi parla, monsignore? Certo, potrebbero non essere - ma perché mai, poi - figure o esempi da seguire, ma sfasati, onestamente, mi sembra davvero un giudizio non solo penoso ma anche poco cristiano. Le tre figure descritte dall’eminenza, hanno davvero tutti i caratteri che lo stesso elenca in bontà e a favore dell’elettore. Se scarta quei tre, credo dovrebbe accompagnare personalmente all’inferno non so quanti politici di una parte che vorrebbe salvare e mostrare come esempi. Si capisca l’avversione agli omosessuali praticanti che è facile esercizio cardinalizio, ma additare Vendola o la Bresso o la Bonino come figuri del malo esempio, proprio no.

Che ci sia una fervente coalizione arcivescovile che ama parlare di omosessualità e transessualità come in un convivio da picnic, è un altro vescovo emerito, monsignor Giacomo Babini, che sulla diaspora sulle liste elettorali, non nasconde le sue simpatie:
“Forse qualcuno della sinistra avrebbe voluto vincere a tavolino visto che ultimamente con le argomentazioni non ci riesce”.

Quasi dimenticavo: è sempre il solerte Bruno Volpe a fare le domande. Con lui il vescovo emerito affronta la politica, il tema delle donne:
“Un cattolico serio ha il dovere e la onestà intellettuale di riconoscere che i generi sono due, uomo e donna e non sono uguali nel senso biologico del termine,e dunque la donna non può pretendere di svolgere lavori che appartengono all’uomo”.
Poi, sornione come un micio a cui viene grattato il mento, Volpe, dice che nella fretta si è dimenticato dei trans, sa, eccellenza, così, per par condicio. Il vescovo sembra non attendere altro, promettendovi di lasciare a voi ogni commento:
ma loro li catalogo tra i gay. Certo sfilano, fanno quelle carnevalate. Penso che i trans, visto che é di moda, bene farebbero, ad eleggere un loro patrono ormai onnipresente in TV.
Chi?
Vladimir Luxuria, patrono o patrona, scelga, dei trans, un trionfo.

Ve lo avevo promesso, mordicchio la lingua e serro le labbra, anche se avrei voglia di rispondere per le rime. Lascio a voi il compito.
Un’ultima cosa: proprio in occasione della Festa della Donna il vaticano non si è risparmiato l’ultima offesa verso la dignità delle persone omosessuali, spiegando con Celestino Migliore, Osservatore permanente all’ONU, che in “recenti documenti ufficiali ci sono interpretazioni di ‘genere’ che dissolvono ogni specificità e complementarietà tra uomini e donne E che già stanno macchiando e ostacolando ogni serio e tempestivo avanzamento nella ricognizione della dignità e dei diritti delle donne”. In pratica secondo il vaticano il maschilismo presente nella società sarebbe colpa delle politiche a favore dei diritti lgbt.
No comment!
fonte queerblog

Turchia, muore accoltellata attivista transgender



Turchia, muore accoltellata attivista transgender

Ebru Soykan promettente attivista transessuale per i diritti lgbt è stata accoltellata di fronte la propria abitazione nel centro di Istanbul

I membri della Lambda Istanbul, associazione che lavora per i diritti della comunità lgbt, hanno dichiarato che la stessa Ebru aveva denunciato presso il Prosecutor’s Office di essere perseguitata da un uomo che in diverse occasioni l’aveva minacciata di morte.
Lo stesso uomo è stato fermato dalla polizia con l’accusa di tentato omicidio.

Nel luglio 2008, una persona non ancora identificata, ha ucciso Ahmet Yildiz un giovane di 26 anni membro della Lambda Istanbul anche lui, quando si stava allontanando da un pub vicino Bosporus. La violenza è stata causata dalla mancanza di una protezione legale e dall’indifferenza della polizia. Ma nulla è cambiato da questo crimine ad oggi.
Sebbene l’omosessualità in Turchia non sia considerata illegale, non esiste nessuna legge che tuteli la comunità lgbt. Nel maggio del 2008 l’Human Right Watch ha pubblicato una relazione in Turchia sui diritti della comunità lgbt, “We Need a Law for Liberation” in cui si documenta su i continui atti di violenza e abusi di discriminazione sessuale nei confronti della comunità lgbt. A dicembre dello stesso hanno una pubblicazione documentava specificatamente la violenza contro persone trasgender a Istanbul da parte della polizia. In queste pubblicazioni, Human Rights Watch ha richiesto al governo turco l’emissione di leggi preventive contro le discriminazioni sessuali per la tutela della comunità lgbt.

“La polizia ha il dovere di indagare su qualsiasi violenza, chiunque sia la vittima. Investigare sulla violenza contro la comunità lgbt e creare delle regole legislative che tutelino e assicurino la vita delle persone lgbt affinché questi omicidi possano finire.”. “Ha dichiarato in un’intervista Juliano Cano, attivista del programma dei diritti civili. Non è possibile che si continui ad agire con indifferenza di fronte a questi crimini.”
fonte gaywave

Chiesa e pedofilia. Aurelio Mancuso: esiste una responsabilità morale


Chiesa e pedofilia. Aurelio Mancuso: esiste una responsabilità morale di chi non ha visto, di chi ha taciuto e nascosto.

Aurelio Mancuso, ex Presidente Nazionale dell’Arcigay, in relazione alla nota ufficiale rilasciata da Padre Lombardi, responsabile della Sala Stampa della Città del Vaticano per il tramite di Radio Vaticana, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Padre Lombardi ha rilasciato una dichiarazione omissiva e non veritiera. In primo luogo è incredibile che la gerarchia cattolica affermi che si commettono molti più reati di pedofilia all’esterno che all’interno della chiesa. In questa affermazione sta tutto il problema culturale della chiesa cattolica: noi siamo il bene, possono accadere alcuni episodi, ma il male sta fuori. Bisognerebbe ricordare a lui e al Vaticano che importanti diocesi americane sono alla bancarotta per aver dovuto pagare centinaia di milioni di dollari di risarcimento alle famiglie di bambini violentati. Sia in America e sia in diversi stati europei dove stanno emergendo i delitti, si tratta di abusi e violenze perpretate nell’ambito di ambienti educativi: seminari, convitti, oratori, gruppi religiosi e così via. Cosa significa questo? Che oltre al reato perpetrato da singoli preti o educatori cattolici esiste una responsabilità morale di chi non ha visto (o non ha voluto vedere), di chi ha taciuto e nascosto. E la famigerata direttiva del 2001 emanata dall’allora cardinal Ratzinger e citata a sproposito da Lombardi, invitava proprio al silenzio, ad affrontare la questione nelle segrete stanze dei vescovadi che dovevano riferire tutto a Roma. Andare dalle autorità giudiziare era ritenuto non adeguato, per non esporre la chiesa ad inutili scandali e travisamenti. E’ inutile che si cerchino giustificazioni. La gerarchia cattolica ha coperto centinaia di abusi e oggi scopre che non lo può più fare, grazie alla libera stampa che ha sempre fatto emergere episodi insabbiati per decenni. In Italia probabilmente la situazione è la medesima. Non si sa fin quando si riusciranno a tenere in silenzio vittime e famiglie, qualche storia è emersa anni fa a Firenze e in altre città. Vedremo. C’è un detto popolare che può un po’ consolare i sempre più scandalizzati appartenenti al bistrattato popolo di Dio “la prova che la chiesa è davvero santa sta nel fatto che è riuscita a soppravvivere nonostante le angherie dei suoi preti. Ottima sintesi direi”.
fonte gaynews24

Interviste/Parla il campione di wrestling: “Perché lotto per i diritti GLBT”


Quando, la scorsa settimana, ho letto sul sito Outsports le parole di Hudson Taylor, il campione americano di wrestling (è numero 3 nazionale nella sua categoria), ero rimasto colpito dalla naturalezza con la quale sembrava volesse dire l’ovvio: battersi per i diritti dei gay non può e non deve essere una prerogativa dei gay. Siccome ritengo che il movimento GLBT italiano riuscirà veramente a “sfondare” solo quando saprà coinvolgere nella sua lotta le persone eterosessuali, ho cercato di approfondire il punto di vista del 23enne Hudson. Il ragazzo, fidanzato con Lia (una ragazza la cui famiglia è originaria di Lucca), è stato molto disponibile e mi ha risposto a tempo di record. Quando parla di quelli che dovrebbero essere gli obiettivi da conseguire da parte dei gay – nella prima domanda – usa l’espressione “nostri obiettivi”. (Photo Credits: Amateur Wrestling Photos)
- Dal punto di vista italiano, in America i diritti dei gay sono ad un livello certamente più “evoluto”. Eppure anche i gay americani devono ancora fare molto. Puoi spiegarci cosa manca alle persone GLBT del tuo Paese?
Un obiettivo primario è quello di far sì che tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, dal sesso, dall’identità di genere, vengano trattate nello stesso modo e in maniera giusta davanti alla legge. Tra i nostri obiettivi politici, c’è la legalizzazione, a livello federale, delle unioni tra persone dello stesso, le adozioni gay, e l’abrogazione della disciplina del “don’t ask don’t tell”. Quest’ultima si applica all’ambito militare, ed impedisce a chi è gay, lesbico o bisessuale dichiarato di arruolarsi. Allo stesso modo, penso che anche la comunità transgender si trovi di fronte a sfide importanti in America: in particolare quella di combattere le discriminazioni. Dobbiamo darci da fare per superare questa condizione. Infine, dobbiamo impegnarci perché l’America possa diventare un Paese nel quale le persone GLBT (soprattutto quelle giovani) siano libere e si sentano a loro agio quando fanno coming out. Obiettivi difficili da conseguire, ma sono certo che riusciremo, prima o poi, a cambiare le nostre leggi e strutture sociali.
- Sei un atleta eterosessuale, e ti batti per i diritti GLBT. Come hanno reagito i tuoi colleghi sportivi a questo approccio?
Ho sempre dichiarato il mio punto di vista, a livello politico e sociale, e non ho alcun problema a parlarne con i miei compagni di squadra. Allo stesso modo, i miei colleghi sono abituati al mio impegno per i diritti gay. Molti wrestler hanno una personalità complessa e sono aperti verso nuove idee e approcci alla vita. Molti accettano le mie posizioni. A volte mi capita di ricevere delle critiche da parte di chi non è d’accordo. Inoltre, sono anche impegnato per eliminare le distorsioni bigotte nel nostro vocabolario. Mi arrabbio quando sento espressiono omofobe, sessiste o razziste. Cerco sempre di fare in modo che le persone si trattino con rispetto, dignità e gentilezza. E, per far ciò, penso sia importante scegliere le parole giuste. Un punto che a volte mi trova in disaccordo con alcuni wrestler.
- Il wrestling non sembra uno sport molto aperto, dal punto di vista dei gay. C’è un alto tasso di omofobia?
L’omofobia è diffusa in molti sport maschili. In realtà penso che tutto il mondo sportivo debba fare dei passi in avanti, per dare il giusto peso agli atleti GLBT. Il wrestling è uno sport unico, perché prevede il corpo a corpo, nel quale gli uomini sono a stretto contatto tra di loro. La gente che non conosce questo sport, ti chiede se si tratti di un’attività gay oppure omoerotica. Domande che imbarazzano i wrestler, perché non c’è niente di omoerotico o gay in questo sport. Purtroppo, il tema dell’omosessualità diventa un tabù proprio per una serie di fraintendimenti. In ogni caso, come ho detto prima, molti wrestler sono aperti sul tema.
- Come ti senti quando un ragazzo ti fa i complimenti? La tua ragazza si è mai ingelosita nei confronti di un altro maschio?
Sono una persona defilata, e non tendo ad esibire molto il mio corpo. Quello lo riservo solo per la mia ragazza. Siamo innamorati e la nostra è una relazione monogama. In ogni caso, non vedo alcuna differenza tra gli apprezzamenti di una donna e quelli di un uomo. Rispetto entrambe le posizioni e i tipi di attrazione. E posso dire di essere lusingato da chi apprezza il mio corpo, indipendentemente dal sesso della persona. Anche la mia fidanzata la pensa così. E’ possessiva, perché in fondo sono il suo futuro marito. Ma devo dire che reagisce nello stesso modo quando qualcuno o qualcuna mi fa i complimenti. Cerchiamo sempre di non far dipendere i nostri approcci alle persone dalla classificazione di genere.
- In Italia l’omofobia è diffusa tra i giocatori di calcio. Alcuni sono bisessuali o gay, ma non sono dichiarati. Perché pensi che per loro sia difficile fare coming out?
Questa è una domanda difficile. Da atleta etero non ho mai dovuto affrontare le sfide di un atleta gay. Non ho mai dovuto trovare il coraggio per reagire all’odio e all’ignoranza. Posso solo immaginare quando sia difficile fare coming out. Deve essere una decisione intensamente personale. In ogni caso, non conosco quello che succede a questi giocatori di calcio. In generale, però, penso che gli atleti maschi tendano a mostrare un atteggiamento eterosessuale. E questo rende più difficile il coming out di quelli gay. C’è un’enorme pressione a conformarsi agli stereotipi della mascolinità. Una pressione che deriva dai compagni di squadra, dagli sponsor, ma anche dai familiari.
- I gay dovrebbero poter adottare figli?
Assolutamente sì! I gay hanno le stesse capacità di crescere i figli delle persone eterosessuali. Penso che le relazioni gay salutari e positive abbiano lo stesso grado di “validità”, romanticismo e ispirazione di quelle etero. La sessualità non dovrebbe essere mai una discriminante che ci fa giudicare se una persona sa prendersi cura di un altro essere umano. Il matrimonio e la famiglia sono fondamentali per moltissime culture. Impedire ai gay di prendere parte a queste due gioie basilari è qualcosa di devastante. Non riesco a trovare una ragione valida per la quale una persona non possa adottare un bambino per via del suo orientamento sessuale.
- Il papa è contrario ai matrimoni gay. Un tema complesso per i cattolici. Tu cosa ne pensi?
Intanto vorrei chiarire che con la mia risposta non voglio assolutamente mancare di rispetto al papa. Sono certo che il suon fine ultimo sia quello di preoccuparsi per il bene dell’umanità. Allo stesso tempo non penso che quello del matrimonio gay sia un tema complesso. In realtà, è una facceda semplice e scontata. Mi piace credere che il cristianesimo incoraggi i concetti di amore, devozione e impegno. Il vero amore tra due persone, etero o gay, è qualcosa di bello e straordinario. E spero che il papa possa, in cuor suo, riconoscerlo.
Devo aggiungere altro? Hudson mi ha davvero spiazzato. Penso che tutto sarebbe molto più bello se ci fossero più persone come lui.
(English version here)
http://www.river-blog.com/
Pubblicato da Outsports

Cambio di sesso: anche a Cuba paga il governo


I trans e le trans cubane potranno accedere gratuitamente all'intervento per la riassegnazione del sesso. Lo ha reso la figlia di Castro.
Il padre vietò gli interventi chirurgici di questo tipo
Cuba ha cominciato a pagare gli uomini e le donne trans che scelgono di sottoporsi all'operazione di riassegnazione del sesso.
Mariela Castro, figlia dell'attuale presidente dell'isola socialista, Raùl Castro, e nipote del Lìder Maximo Fidel, ha confermato ai giornalisti che, in realtà, il governo ha iniziato a pagare le operazioni per il cambio di sesso già nel 2008, ma che la notizia non è stata resa nota prima per evitare contestazioni. .
Nel 1998 questo tipo di operazioni erano state vietate dall'ex presidente Fidel quandola notizia della prima operazione per il cambio di sesso fatta a Cuba aveva provocato notevoli proteste nell'Isola. La legalizzazione è avvenuta nel 2007 e si stima che sino sette le trans che abbiano usifruito di operazioni per la riassegnazione del sesso pagate dal sistema sanitario nazionale negli ultimi due anni, mentre altre ventidue sarebbero in lista d'attesa.
Gay.it - Cambio di sesso: anche a Cuba paga il governoMariela Castro, che è la direttrice sel Centro Nazionale per l'Educazione Sessuale di Cuba, è ormai conosciuta nel Paese e non solo, come una delle più accanite promotrici dei diritti delle persone lgbt.

Si devono a lei tutti i progressi fatti dalla comunità lgbt cubana negli ultimi anni, compresa la legalizzazione del cambio di sesso.
Parlando con i giornalisti, Mariela ha spiegato che la notizia non è stata resa pubblica prima di adesso per evitare polemiche e controversie. All'Associated Press, la nipote di Fidel ha dichiarato: "Questo tipo di processi di negoziazione sono spesso molto delicati e richiedono mosse molto oculate, in modo da non risvegliare fantasmi".
Gay.it - Cambio di sesso: anche a Cuba paga il governoLa direttrice del Centro, comunque, non ha voluto svelare il costo di ogni singola operazione.
Durante il governo di Fidel, lo ricordiamo, l'omosessualità era vista come una corruzione conseguenza del capitalismo e gay e trans erano considerati da rieducare. Per questo negli anni '70 venivano rinchiusi in campi di lavoro. Solo nel 1992 è stata introdotta un'età del consenso. E anche se l'atteggiamento generale della società rimane negativo nei confronti delle persone lgbt, negli ultimi anni la cultura cubana sta facendo molti passi avanti. Nella capitale, L'Avana, comincia a crearsi una interessante scena gay.
fonte gay.it

giovedì 11 marzo 2010

23 marzo, una data che non dovrebbe passare in sordina per i diritti della comunità lgbt


Il 23 marzo la Corte Costituzionale decide sul divieto di matromonio civile per le persone dello stesso sesso.
Nocera Terinese (Cz), 10/03/2010 (informazione.it - comunicati stampa) Il Partito Radicale, da sempre in difesa della laicità dello stato e dei diritti civili, si è occupato di temi spesso scomodi per la politica bacchettona o serva di logiche clericali ed estremiste. Riccardo Cristiano candidato della Lista Bonino Pannella alle elezioni regionali nella circoscrizione di Catanzaro e Cosenza, fa il punto della situazione sull'avvicinarsi del 23 marzo, giorno in cui la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’incostituzionalità del divieto di matrimonio per le persone dello stesso sesso.
“Come coordinatore per la Calabria dell'associazione Radicale Certi Diritti, -ha dichiarato Cristiano- credo fermamente in una legiferazione in merito, che equipari dal punto di vista legale, le unioni di persone che scelgono liberamente di convivere, siano essi due uomini, due donne o un uomo e una donna. E' impensabile che in un paese come il nostro, che ha l’ardire di dichiararsi avanzato, democratico e attento ai diritti delle persone, esistano ancora dei "fantasmi giuridici" tali da rendere invisibili e privi di diritti cittadini come tutti gli altri e non vale neanche più la pena prendersi la briga di porre l’accento se etero affettive oppure omo affettive. Questi ultimi si vedono negare diritti essenziali come l'assistenza in ospedale da parte del compagno/a o la negazione della possibilità di succedere in caso di decesso, o molto semplicemente accedere all’ancora diffuso negozio giuridico del matrimonio civile. In proposito: dica Loiero in che modo si è occupato negli ultimi cinque anni in merito alla tutela delle persone esposte alla violenza dell’omofobia. In Calabria, ad esempio, unico Comune d’Italia, Polistena (Rc), ha approvato un regolamento contro le discriminazioni sessuali e l’ente si è dichiarato apertamente AMICO della comunità lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali); cosa ne pensa il candidato Loiero della possibilità di istituire un regolamento sulle discriminazioni sessuali a livello regionale? Sa che in proposito è da qualche tempo depositata una proposta di legge e l’ha fatto un autorevole esponente del suo partito, completamente ignorato? E ancora, il candidato a Presidente dello schieramento di destra, Scopelliti, è informato che fra i suoi concittadini potrebbe esserci qualcuno come l'esponente di GayLib,(gay e lesbiche di centrodestra) Enrico Oliari per l’appunto, che chiede anch'egli il riconoscimento di diritti inviolabili presenti negli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione? Cosa ne pensa? Con Callipo alla presidenza della regione Calabria il problema di risolvere la riluttanza al dialogo, al ragionamento, la disponibilità a rimuovere ogni impedimento nella società che permetta a tutti i cittadini di esprimere liberamente se stessi è automaticamente risolto poiché ha già dimostrato, Callipo, di voler e saper parlare con tutti e per i diritti i tutti. Se ne tenga ben conto il 28 e il 29 di marzo, prima di recarsi al seggio per esprimere il voto.

Riccardo Cristiano, candidato nella circoscrizione di Catanzaro e Cosenza per la lista Bonino – Pannella.
riccardocristiano@libero.it
fonte informazione.it

Superare la Paura del Rifiuto


Ti ricordi di quella festa in cui avevi adocchiato quella ragazza davvero carina e che avresti tanto desiderato conoscere ma alla fine non hai trovato il coraggio per andare da lei e presentarti? O di quell’altra ragazza che vedevi sempre alla fermata dell’autobus ma ogni volta che volevi rivolgerle la parola ti si bloccava la lingua?

Beh, devi sapere che questa comunissima forma di blocco, spesso attribuita alla timidezza, è in realtà causata dalla paura del rifiuto. Quindi è una questione di orgoglio che colpisce un po’ tutti gli uomini, anche quelli che di natura sono meno orgogliosi.

Come avrai notato dalla tua esperienza, in tali situazioni il cervello inizia a formulare una serie di SCUSE per giustificare questo tuo blocco e per frenarti dal prendere l’iniziativa (es. non è il momento giusto, qui c’è troppa gente, la musica è troppo alta ed è difficile conversare, le ragazze come quella certo non si filano uno come me, ecc.). Ma senza iniziativa, come pensi di avere successo? E’ come se sperassi di vincere la lotteria senza aver acquistato neanche un biglietto!

Allora la prima cosa che devi fare per superare la paura del rifiuto è cambiare la tua concezione di rifiuto e di successo/insuccesso. Quello che l’uomo comune interpreta come rifiuto o insuccesso, per il Seduttore Vero è uno stimolo a fare meglio. Quindi per lui non c’è nessun trauma e nessun blocco, anzi ogni rifiuto è uno sprone a tentare un nuovo approccio. Anche le statistiche di successo possono essere interpretate in modo molto soggettivo. Ad esempio, sarebbe così traumatico per il tuo ego se il 90% delle ragazze che approcci in una sera rifiutassero l’invito a bere qualcosa insieme a te?

Se hai risposto sì, pensaci bene: basterebbe che in una sera approcciassi 10 ragazze per avere, statisticamente, la possibilità di conoscere una nuova ragazza ogni sera. Bada bene, non ti sto consigliando di provarci a casaccio con l’intero mondo femminile con la speranza di ottenere qualche risultato “sul numero”: volevo solo farti osservare come la nostra mente tenda a filtrare la realtà e a farcela vedere peggio di come è realmente in modo da giustificare le nostre paure.

Ecco allora qualche consiglio per superare la tua paura del rifiuto:

Metti da parte per un attimo il tuo orgoglio e non preoccuparti per la tua autostima: ai primi successi salirà alle stelle!

Elimina le scuse dai tuoi pensieri (ora che sai che sono scuse ti sarà più facile riconoscerle e domarle!).

Non esitare: più aspetti più dai tempo alla tua voce interiore di formulare scuse.

Non avere l’aspettativa del successo e non focalizzarti sul risultato: in questo modo ridurrai anche l’ansia da prestazione.

In caso di rifiuto, non farne una questione personale: possono esserci mille motivi (che non dipendono da te) per cui lei rifiuta di intrattenersi con te (es. ha fretta, è la sua giornata no, è fidanzata o sposata, sta aspettando qualcun altro, ecc.).

Vedi il “rifiuto” come uno stimolo a migliorarti: c’è qualcosa di diverso che potresti fare/dire la prossima volta per aumentare le tue probabilità di successo?

Oltre alla “teoria” sarà comunque fondamentale un buon allenamento pratico. Ecco qualche idea:

Inizia con una situazione più facile: ad esempio parlare ad una festa con una ragazza che non conosci (ma con cui probabilmente hai delle amicizie in comune), ti risulterà sicuramente meno “azzardato” rispetto ad attaccare discorso per strada con una perfetta sconosciuta.

Esercitati ad iniziare una conversazione con persone che non conosci (anche per chiedere semplicemente un’indicazione stradale).

Esci con un tuo amico che si trova nella tua stessa situazione e fate a gara a chi attacca discorso con più donne.

E se sei ancora titubante, pensa che in fin dei conti sono meglio 1000 rifiuti piuttosto che il rimorso di esserti lasciata scappare l’occasione della tua vita!
fonte seduzionevera

Cinema "I love you Phillip Morris"



I love you Phillip Morris - Colpo di fulmine. La Lucky Red spiega le motivazioni della sparizione dell'elemento gayCineblog ha intervistato Francesca Capobianchi, Marketing Manager della Lucky Red, in merito allo stravolgimento della campagna pubblicitaria del film I love you Phillip Morris che, ricordiamo, in italiano uscirà con il titolo Colpo di fulmine - Il mago della truffa. Vi invitiamo a leggere l’intervista per intero, intanto ecco due assaggi che riguardano l’aspetto più prettamente gay:
Cosa ci può dire in merito alla scelta di rimontare il trailer in modo che la storia d’amore fra i due protagonisti resti in secondo piano e - anzi - sembri quasi che Jim Carrey scelga di farsi passare per gay solo al fine di mettere in atto una delle sue colossali truffe?
Il film è una commedia brillante oltre che una storia d’amore, ci sono un sacco di gag molto divertenti. Abbiamo cercato di spingere maggiormente sul versante della commedia, perché crediamo che possa richiamare più persone al cinema. Del resto non si può raccontare l’intera storia di un film in un trailer. Non siamo una Onlus e naturalmente ci piacerebbe che il film venisse visto da quante più persone possibile.

Non crede che in questo modo si corra il rischio che qualcuno possa rimanere deluso? Il trailer è fuorviante […]
Il film è molto bello e il pubblico ne uscirà comunque soddisfatto, non ci preoccupa che qualcuno possa restare deluso. Si è parlato molto delle tematiche di questo film, tanto su periodici e quotidiani, quanto on-line su siti come Cineblog, così come in televisione. È stato dato molto risalto alla pellicola, perciò si suppone che il pubblico sia informato e preparato.
Da apprezzare, senza dubbio, la sincerità della dottoressa Capobianchi nell’ammettere che loro intento è che il film guadagni bene. Ma proprio per questo, credo, che una campagna più sincera e un trailer meno ingannatore sarebbero stati migliori.

Dopo queste dichiarazioni della Lucky Red, che idea vi siete fatti del film? Andrete a vederlo?
fonte queerblog

mercoledì 10 marzo 2010

‘Will & Grace’: Jack dopo tanto tempo si dichiara gay.


Sean Hayes ha finalmente fatto coming out. Infatti tramite la celebre rivista gay Advocate Hayes ha confessato la propria sessualità, dopo averla nascosta e taciuta per anni, smentendo sempre e comunque le voci che lo volevano omosessuale, esattamente come il celebre personaggio interpretato in tv. Dopo aver vestito per quasi un decennio i panni di Jack McFarland nella sit-con Will & Grace alla fine si è deciso in quanto un po’ per privacy un po’ per timore di rimanere ingabbiato in un unico personaggio, l’attore ha sorvolato per anni sulla celebre domanda, fino all’apertura inattesa di oggi.
fonte gaynews

Stati Uniti“Sono gay, ma voterò contro i diritti degli omosessuali”


Stati Uniti“Sono gay, ma voterò contro i diritti degli omosessuali”

Strana storia, quella del senatore americano Ashburn. Dopo essere stato pizzicato ubriaco per le strade di San Francisco, dopo che le voci e i pettegolezzi sulla sua vita notturna hanno iniziato a farsi sempre più insistenti, è uscito allo scoperto: “si, sono gay”.

s ROY ASHBURN GAY large Sono gay, ma voterò contro i diritti degli omosessualiRoy Ashburn è un senatore repubblicano eletto nello Stato della California, nel distretto di Bakersfield. Conservatore modello, ha da sempre votato contro qualsiasi misura che prevedesse diritti per i gay, ed anzi ha appoggiato tutte quelle misure volte a contenere e limitarne le vittorie raggiunte nel passato. Lo scorso anno si è perfino opposto a una proposta di legge che voleva istituire una giornata in onore di Harvey Milk, attivista omosessuale ucciso nel 1978. L’associazione Equality California ha valutato Ashburn come il peggior politico californiano in fatto di diritti civili – ex aequo con molti suoi colleghi.

L’UOMO – Cinquantacinque anni, quattro figli, profondamente cristiano. Ecco come si è presentato di fronte ai suoi elettori, che lo hanno fatto vincere riportando un democratico in un collegio storicamente legato al partito democratico. Ma la sua vita non è proprio quell’esempio di probità repubblicana che ha disegnato per la sua campagna elettorale. Trovato alla guida di una vettura comunale ubriaco, dopo una notte passata a frequentare locali gay, Roy Ashburn ha dovuto fare outing con i suoi concittadini.

“SI’ SONO GAY” – Su una radio locale di simpatie repubblicane l’outing del senatore: “Sono gay, queste parole sono state così difficili da dire per molto, molto tempo”, ha iniziato, senza più sorprendere molti, viste le voci che si rincorrevano da giorni, “mi sono sentito in dovere di parlarne ora che ho oltrepassato un limite. Ho trasgredito la legge e messo delle persone in difficoltà, e devo dunque delle spiegazioni a tutti voi.

DIMISSIONI? NO GRAZIE – Ashburn non pensa minimamente a dimettersi, e rassicura i suoi elettori che continuerà a votare secondo quello che ritiene la maggioranza del suo distretto: conservatore, cattolico, e intransigente nei confronti degli omosessuali. Chiede solo un favore a chi lo ha eletto: “pregate per me”.
di Stefano Marucci
fonte giornalettismo

Aids. Nuova scoperta e in Italia gli under 18 vogliono fare il test


Aids. Nuova scoperta e in Italia gli under 18 vogliono fare il test


Aids. Nuova scoperta e in Italia gli under 18 vogliono fare il test Per fortuna ci sono giovanissimi che cercano di tutelarsi nei rapporti sessuali e chiedono di fare il testo dell’Hiv. Ma per la maggioranza di loro, quando intendono agire da soli, senza l’aiuto dei genitori, sorgono dei problemi. Secondo una ricerca promossa dall’Istituto superiore di Sanità e dalla Consulta delle associazioni per la lotta all’Aids, un gruppo di ventinove organizzazioni tra le quali Arcigay, Circolo Mario Mieli, Gaynet, un centro diagnostico su cinque apre loro le porte per sottoporsi al test. Il problema per le strutture sanitarie è che, essendo minorenni, serve il placet dei genitori. Si restringe a un centro su tre, l’anonimato ai minori, ovvero eseguire il test senza l’ausilio della ricetta medica o un documento di identità.

Con questa spada di Damocle, molti minori si scoraggiano e, con molta probabilità si allontanano da una prevenzione che dovrebbe stare a cuore a tutti. Dovrebbe pensarci il Ministero della Salute e magari fare in modo che ogni minore possa accedere alle strutture sanitarie per sottoporsi al test, garantendo anche l’anonimato o accogliendoli tranquillamente senza mettere di mezzo cavilli e burocrazia.

Da parte dei ricercatori, intanto, continua la ricerca per debellare il terribile virus. L’equipe di Kathleen Collins, dell’università del Michigan, ha scoperto che il virus dell’Aids, può nascondersi nel midollo osseo, al riparo dai medicinali antiretrovirali. Negli anni i “nascondigli” del virus scoperti sono stati tanti, nel midollo ma anche nel sangue periferico, nella milza o nel’intestino. Anche le cellule progenitrici del sistema immunitario sono state individuate recentemente come probabili rifugi del virus Hiv. Lo studio è stato pubblicato su Nature Medicine.
Scoprire questi “nascondigli”, dicono quelli dell’equipe dell’Università del Michigan, potrebbe essere un passo importante per debellare definitivamente il virus. Oggi, i sieropositivi hanno una vita normale grazie alle terapie retrovirali, sempre più efficaci e importanti.
fonte
Questa nuova scoperta è una nuova speranza per milioni di persone, ma serve anche e soprattutto la prevenzione attraverso la protezione con i preservativi durante i rapporti sessuali e i test in centri sanitari. Da noi, per fortuna sono molte le associazioni, le strutture sanitarie, i circoli omosessuali che aiutano le persone ad affrontare il problema e ad aiutarli anche per sottoporsi a un semplice test che potrebbe salvare tanti da una feroce disperazione.

Torniamo a scriverlo: molti, troppi omosessuali sembrano aver dimenticato che l’Aids è un virus non ancora debellato; occorre l’uso del preservativo, occorre coscienza anche nel fare sesso, non ci si può rovinare per un pomeriggio o una sera di piaceri. Molti, troppi omosessuali oggi dimenticano che il sesso senza protezione è un rischio alto, che potrebbe avere conseguenze rovinose. Impariamo da questi giovanissimi che vogliono fare il test e che vogliono fare sesso. Ma sicuro!
fonte queerblog

Canditati gay, lesbiche e transessuali alle prossime elezioni regionali


L’elenco dei canditati gay, lesbiche e transessuali alle prossime elezioni regionali

l’elenco dei canditati gay, lesbiche e transessuali alle prossime elezioni regionali.

Il voto arcobaleno assume particolare importanza per il prossimo appuntamento elettorale perché è atteso, per il 23 marzo prossimo, il pronunciamento della Corte costituzionale sulla legittimità, o meno dei matrimoni gay in Italia. E’ prevedibile che, qualunque decisione sarà presa dalla corte, entrambi gli schieramenti si pronunceranno sull’argomento.

E sono numerosi, anche se siamo ancora lontani dagli standard europei, i candidati gay visibili tutti concentrati in partiti di centro-sinistra o nei. Lega e Pdl, a meno di sorprese dell’ultima ora, non hanno nessun omosessuale o lesbica o transessuale visibile nelle proprie liste.

Tra i volti noti della politica sono candidati Nichi Vendola per Sinistra e Libertà a presidente della regione Puglia, Franco Grillini, ex deputato ed ex presidente di Arcigay, capolista dell’Italia dei valori in Emilia romagna e in liste in Lombardia, Alessandro Zan, consigliere comunale di Padova che ha ottenuto l’iscrizione delle coppie gay come famiglie anagrafica, in Veneto, e il militante gay Enzo Cucco per la Lista Bonino Pannella in Piemonte.

Il Pd, per parte sua, candida Cristiana Alicata in Lazio.

Sinistra ecologia e libertà, ancora, candida l’attivista per i diritti civili Saverio Aversa e il giovanissimo Gabriele Strazio, tra i collaboratori di Gay.tv, in Lombardia. Per Idv si presenta in Veneto Daniel Casagrande, direttore del Queer Lion, il premio al miglior film gay al festival del cinema di Venezia.

Il gruppo più nutrito di candidati gay è nelle liste dei radicali, che con Certi Diritti in collaborazione con la Rete Lenford, hanno portato la questione del matrimonio gay all’attenzione della Corte costituzionale.
I candidati radicali sono: Chiara Bonora e Paola Montermini in Emilia romagna, Riccardo Cristiano in Calabria, Aldo Gufanti, Luca Piva e Francesco Poirè in Lombardia, Roberto Mancuso in Puglia, Marco Marchese in Calabria, Sergio Rovasio in Lazio e Francesco Zanardi, della coppia gay che nei mesi scorsi ha fatto lo sciopero della fame per il matrimonio gay, in Liguria.
L’unica transessuale in lista, per i Verdi, è Valentina Canepa, già “camallo” al porto di Genova in Liguria.
fonte yourgossip

martedì 9 marzo 2010

Vietato discriminare gli omosessuali nella nostra Pubblica Amministrazione


Vietato discriminare gli omosessuali nella nostra Pubblica AmministrazioneChissà se piacerà anche a Renato Brunetta, ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, questa nuova legge che, passati i canonici tempi per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale diventerà operativa e obbligatoria; ovvero che sarà vietato nella Pubblica Amministrazione ogni tipo di discriminazione verso le persone omosessuali. Molte le cose che ci dividono da lui ma credo che su certi argomenti l’intesa è possibile e fattiva.

Una cosa è certa, e riguarda sia il ministro, sia i dirigenti e tutte le persone preposte al funzionamento della mastodontica macchina della PA: l’orientamento sessuale non può essere elemento discriminante. È certo che non basterà una legge, perché a questa va coniugata una informazione e una sensibilizzazione che riguarderà tutti i soggetti impegnati, ma che esista questo spazio di tutela e garanzia per le persone omosessuali nell’ambito della Pubblica Amministrazione , è cosa buona e utile. Spiega Antonio Rotelli, avvocato della Rete Lenford:
Da quando entrerà in vigore con la pubblicazione in gazzetta ufficiale si potrà far conto anche sull’articolo 21 di questa nuova legge per difendere le persone omosessuali dalla discriminazione nei luoghi di lavoro pubblici. Secondo il nuovo testo di legge le pubbliche amministrazioni devono garantire: “parità e pari opportunità tra uomini e donne, nonché l’assenza di ogni forma di discriminazione, anche in base all’orientamento sessuale del lavoratore, nell’accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro".

Innescata la buona novella, quel che esce dalla porta rientra dalla finestra. Tanti hanno sentito della discussione e delle diatribe sul nuovo arbitrato che va a toccare l’articolo 18, ovvero il diritto processuale del lavoro, là dove il giudice, in caso di controversia tra il lavoratore e il suo datore di lavoro, viene accompagnato da una nuova figura che avrà diritto di giudizio. Per sedare gli animi, chi ha proposto e portato avanti la legge, ha spiegato che si tratta di una soluzione duplice, ma il rischio che l’arbitrato può considerarsi obbligatorio ci sta tutto. E lo spiega, per dipanare altri dubbi l’avvocato di Rete Lenford Antonio Rotelli:

“C’è delusione invece per le modifiche che il testo della nuova legge apporta ai diritti dei lavoratori, soprattutto nell’ambito del diritto processuale del lavoro essendo stati introdotti criteri che rischiano di rendere difficile se non impossibile il ricorso al giudice –introducendo un arbitrato che può considerarsi obbligatorio-, ed essendo stati ridotti i tempi per agire in giudizio per diverse tipologie contrattuali. Infine, avendo introdotto quella brutta disposizione che consente di assolvere l’obbligo scolastico sostituendolo con l’apprendistato”

Per non apparire sempre bastian contrari quel “collegato lavoro” è una cosa buona, una legge di favore verso gli omosessuali che operano nella nostra PA; poi, se andiamo a scavare come novelli archeologi dei diritti, ci può venire in mente che quel che ci destinano sono bruscolini da happy hours, spesso mollicci, riscaldati più volte, che odorano di tutto men che di quello per cui sono stati creati.

Però, certamente, il lamento da quaresima poco serve. È’ un buon passo questa legge; piccolo ma utile passo per tornare in sede legislativa a discutere di omofobia in tutti i suoi gangli e far ragionare i legislatori su una Europa mistificata da una insolvenza su tanti diritti civili e di tutela che riguardano i cittadini lgbt italiani.

A proposito, ministro Brunetta, che fine ha fatto la sua legge sulle coppie di fatto, firmata con il suo collega, ministro Rotondi? Non piaceva a nessuno, certo, ma poteva vantare un primato rispetto agli omologhi dell’opposizione: una legge di destra, formato coppie omosessuali. E invece il silenzio. Peccato!
fonte queerblog

Cinema "Milk"Attivista del movimento dei diritti degli omosessuali


MILK
Attivista del movimento dei diritti degli omosessuali. Amico. Amante. Unificatore. Politico. Combattente. Icona. Ispiratore. Eroe. La sua vita ha cambiato la storia, e il suo coraggio ha cambiato la vita di tante persone.
Nel 1977, Harvey Milk è stato eletto supervisor (consigliere comunale) a San Francisco, divenendo il primo omosessuale dichiarato ad avere accesso a una importante carica pubblica in America. La sua vittoria non è stata solo una vittoria per i diritti dei gay, ma ha aperto la strada a coalizioni trasversali nello schieramento politico. Harvey Milk ha incarnato per molti – dagli anziani agli iscritti al sindacato – una nuova figura di militante per i diritti civili; e con la sua morte prematura, avvenuta nel 1978, è diventato un eroe per tutti gli americani. Il film Milk ripercorre gli ultimi 8 anni della vita di Harvey Milk.
Milk abita a New York quando compie 40 anni. Convinto di dover dare un senso diverso alla sua vita, decide di trasferirsi col suo compagno Scott Smith (James Franco) a San Francisco, dove insieme aprono un piccolo negozio di fotografia, il Castro Camera, nel cuore di un quartiere popolare che sarebbe presto diventato un punto di riferimento per tutti gli omosessuali d’America. Sostenuto dalla sua adorata comunità di Castro, e da tutta la città, Milk sorprende Scott e se stesso diventando un militante e promotore del cambiamento. Chiede pari diritti e opportunità per tutti, e il grande amore che prova per la città e per la sua gente gli fa guadagnare le simpatie di giovani e aziani, omosessuali e eterosessuali – in un periodo in cui il pregiudizio e la violenza contro i gay sono apertamente accettati e considerati la norma.
Con il fondamentale sostegno di Scott e dei nuovi amici e volontari, Milk si getta a capofitto nelle incerte acque della politica…
fonte cineape

MATRIMONIO GAY: PATANE', LA FAMIGLIA NON E' UNA REALTA' IMMUTABILE


"La famiglia non e' una realta' immutabile, ne' nei tempi ne' nei luoghi. Gia' oggi e' stremamente diversa da com'era 15 o 20 anni fa, basti pensare alla patria potesta' o al divorzio". Punta al concetto di "elasticita'" dell'istituto familiare la relazione di Paolo Patane', presidente nazionale Arcigay, che concludera' a Bologna il seminiario formativo "Il diritto al matrimonio fra persone dello stesso sesso", promosso da Arcigay Il Cassero e patrocinato da Comune e Regione Emilia Romagna. Da Bologna, parte la campagna nazionale Arcigay per il matrimonio che coinvolgera' anche altre citta' italiane, in vista dell decisione del 23 marzo della Corte Costituzionale che dovra' decidere sull'ammissibilita' dell'ordinamento italiano circa la legittimita' o meno dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Quattro le attuali ordinanze di remissione degli alla Consulta (provenienti da Venezia, Trento, Firenze e Ferrara) che affrontano il tema di coppie dello stesso sesso che non ottengono dal proprio Comune di residenza la possibilita' di procedere alla pubblicazione di rito prematrimoniale: tutte sollevano con forza il problema del vuoto legislativo italiano in cui le coppie omosessuali si trovano, mentre 20 Paesi europei definiscono gia' per legge la pari dignita' alle famiglie gay e lesbiche. "Spero che il 23 marzo la Corte apra comunque una riflessione su questo vuoto normativo su tutte le coppie di fatto - aggiunge Patane'- in particolare quelle omosessuali". Sul seminario bolognese, intanto, e' gia' polemica. "Alla candidata Anna Maria Bernini che ha parlato di inopportunita' di un convegno come questo in una fase elettorale - ha dichiarato Patane' - replico che si tratta solo di una fase di riflessione avviata da tempo sul percoso del 23 marzo, che nulla ha a che fare con le elezioni. Il mio intervento sara' di tipo giuridico: non ci sono certo candidati che intervengono, ma giuristi". L'obiettivo, assicura Patane' concordando con Bernini, "e' mettere al centro del dibattito la persona: la realizzazione della vita sentimentale e professionale e' infatti fondamentale per la realizzione dell'individuo". Falso problema, o quantomeno mal posto, e'- per il presidente dell'Arcigay - anche quello dell'adozione di figli a coppie omosessuali, nei confronti della quale ha espresso la propria contrarieta' anche il Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani. "Si tratta solo di una posizione personale, rispettabile ma non condivisbile - conclude Patane' - sono gia' almeno 100.000 i bambini figli di omessuali che vivono all'interno di famiglie omogenitoriali, qual'e' il problema se si tratta di bambini da aiutare che vengono da situazioni difficili?".
Fonte: AGI

lunedì 8 marzo 2010

8 marzo Giornata della donna /Stop "gendercide" evitare che "cielo ci cada addosso"


Giornata della donna,occasione per non dimenticare la violenza....
8 marzo, un'occasione per festeggiare le donne, ma anche per ricordare il significato più profondo di questa ricorrenza, quello di promuovere l'uguaglianza fra i sessi, assicurando innanzitutto alle donne la protezione dalle violenze. La copertina dell'Economist di questa settimana vara un neologismo: il "gendercide", il genocidio di genere. Ovviamente quello femminile: "Uccise, abortite, abbandonate o schiavizzate: milioni di donne sono 'missing', 100 milioni secondo un calcolo effettuato nel 1990 da un'economista indiana, Amartya Sen, e il numero oggi è aumentato. Alla vigilia dell'8 marzo, come ogni anno, emergono dati e statistiche. Che è bene, ogni anno, ricordare. A cominciare dalle violenze domestiche: si contano 5mila donne l'anno uccise "per proteggere l'onore della famiglia", denuncia Navi Pillay, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. "In nome della difesa dell'onore della famiglia, donne e bambine sono uccise a colpi di arma da fuoco, lapidate, bruciate, sepolte vive, strangolate, soffocate o pugnalate a morte a un ritmo stupefacente". La violenza domestica non è appannaggio solo dei paesi poveri, anzi, è in aumento anche nei paesi dove le donne hanno un alto livello di indipendenza economica". Da Save the Children arriva un'altra denuncia: "Ogni minuto una donna muore per cause legate a gravidanza o parto, pari a 536.000 l'anno". E' di appena un punto percentuale annuo - scrive l'ong in un comunicato - la diminuzione del tasso di mortalità materna nel mondo. Circa il 99% dei decessi avviene in paesi in via di sviluppo. "La morte materna non è solo un indicatore negativo delle inadeguate condizioni di salute delle donne ma ha un impatto diretto anche sulla sopravvivenza e benessere dei bambini e su quello di un'intera comunità. Garantire il diritto alla salute delle donne significa dunque garantire più diritti per tutti, come recita il tema di questa giornata internazionale della donna". Nel passare dalla sfera sociale a quella politica, uno studio dell'Unione interparlamentare (Uip) rileva come attualmente la rappresentanza parlamentare media di donne sia del 18,8%, (più 0,5% rispetto all'anno scorso), ma ancora lontana dall'obiettico auspicato dall'Onu del 30%. I paesi che nei loro Parlamenti non hanno che una donna, sono il Bahrein e lo Yemen, alcuni neanche una, come Arabia Saudita, Qatar e Oman. Anche nell'arcipelago di Tonga, in quello delle isole Marshall, nella Papuasia-Nuova Guinea una sola donna siede tra i parlamentari. Alle donne va meglio nei Parlamenti dei paesi nordici: in Svezia (46,4%), Islanda (42,9%), Finlandia (40%) e Norvegia (39,6%). In Italia alla Camera la percentuale è del 17%, 14 al Senato. Se, come diceva Mao Tse-tung, "le donne reggono l'altra metà del cielo", il mondo dovrà fare ben di più di quanto fatto finora "per prevenire un gendercide - citando l'Economist - che potrebbe farci cadere il tutto il cielo addosso".
fonte apcom

Oscar 2010: il trionfo di "The Hurt Locker" Per la prima volta una regista donna vince il premio della regia.


Una pioggia di statuette d’oro per Kathryn Bigelow,proprio nella giornata dedicata alle Donne l'8 Marzo...
A dispetto dell’alta tecnologia, del 3D e della visionarietà di James Cameron, a vincere l’Oscar nelle categorie più importanti è stata l’ex moglie, Kathryn Bigelow. La regista di The Hurt Locker segna così un record importante: è la prima volta nella storia dell’Academy che una donna vince il premio nella categoria Miglior regia. A consegnare la statuetta Barbra Streisand, che aveva già avuto l’onore di premiare Kevin Costner nel 1991 per Balla coi lupi (Miglior film) e Clint Eastwood nel 1993 per Gli spietati (Miglior regia).
L’82esima edizione degli Oscar si è svolta secondo copione, senza cadute né impennate. Presentatori della serata i bravi Steve Martin e Alec Baldwin che hanno divertito platea e telespettatori con la parodia di Paranormal Activity. Toccante è stato l’omaggio a John Hughes (18 febbraio 1950 – 6 agosto 2009), troppo breve il tributo e la standing ovation a Lauren Bacall e Roger Corman, premiati con l’Oscar alla carriera.
Strepitosa l’uscita di Ben Stiller truccato da Na'vi che ha presentato il miglior trucco (“sebbene Avatar non sia neanche nella cinquina”) e premiato Star Trek, che gareggiava contro The Young Victoria e Il divo.
L’Italia ha avuto il suo momento di gloria con il discorso di ringraziamento di Mauro Fiore, miglior direttore della fotografia per Avatar. George Clooney, seduto al fianco di Elisabetta Canalis, sembrava essersi svegliato dal lato sbagliato del letto. L'unico sorriso glielo è riuscito a strappare Vera Farmiga nel presentare, insieme a Michelle Pfeiffer, Julianne Moore, Tim Robbins e Colin Farrell la cinquina dei Migliori attori protagonisti. A ricevere la statuetta dalle mani di Kate Winslet è stato Jeff Bridges che alla quinta nomination è riuscito finalmente ad alzare l’Oscar al cielo e ringraziare, tra gli altri, i genitori e la moglie. Nonostante la delusione dell’esclusione di Charlotte Gainsbourg dalla rosa delle migliori attrici dopo l’incredibile prova che ha dato nell’Antichrist di Lars von Trier (grande assente dalle nomination), ci rallegriamo che sia stata Sandra Bullock a ricevere il premio, per lo meno per aver potuto sentire il suo divertente (e commosso) discorso di ringraziamento. Solo un paio di giorni fa riceveva il Razzie Award come peggiore attrice per All About Steve; ancora nessun attore era riuscito a vincere nello stesso anno un Oscar e un anti-Oscar.
TUTTI I PREMI
Miglior film:
The Hurt Locker
Miglior regia:
Kathryn Bigelow per The Hurt Locker
Miglior attore protagonista:
Jeff Bridges per Crazy Heart
Miglior attrice protagonista:
Sandra Bullock per The Blind Side
Miglior attore non protagonista:
Christoph Waltz per Bastardi senza gloria
Miglior attrice non protagonista:
Mo'Nique per Precious
Miglior sceneggiatura originale:
Marc Boal per The Hurt Locker
Miglior sceneggiatura non originale:
Geoffrey Fletcher per Precious
Miglior film d'animazione:
Up
Miglior film straniero:
El secreto de sus ojos (Argentina)
Miglior documentario:
The Cove
Miglior scenografia:
Rick Carter, Robert Stromberg e Kim Sinclair per Avatar
Miglior fotografia:
Mauro Fiore per Avatar
Migliori costumi:
Sandy Powell per The Young Victoria
Miglior montaggio:
Bob Murawski e Chris Innis per The Hurt Locker
Miglior trucco:
Barney Burman, Mindy Hall e Joel Harlow per Star Trek
Miglior colonna sonora:
Michael Giacchino per Up
Miglior canzone originale:
Ryan Bingham e T-Bone Burnett "The Weary Kind (theme from Crazy Heart)" per Crazy Heart
Miglior sonoro:
Paul N.J. Ottosson e Ray Beckett per The Hurt Locker
Miglior montaggio effetti sonori:
The Hurt Locker
Migliori effetti visivi:
Joe Letteri, Stephen Rosenbaum, Richard Baneham e Andrew R. Jones per Avatar
fonte mymovies

Norma Vasquez è una psicologa femminista spagnola, che studia in particolare la violenza di genere.


Quando la violenza è psicologica

Norma Vasquez è una psicologa femminista spagnola, che studia in particolare la violenza di genere.

Nel 2008 ha condotto uno studio sulla violenza psicologica contro le giovani donne ( Violencia contra las mujeres jóvenes; la violencia psicológica en las relaciones de noviazgo).
Per lo studio sono state intervistate 300 ragazze, di età compresa tra i 19 ed i 29 anni: la scoperta principale della Vasquez è che la metà delle ragazze intervistate “non riconosce neanche” i comportamenti violenti dei propri partners.

Secondo la Vazquez questo avviene perché sia i ragazzi, sia le ragazze sono portati a pensare che la violenza di genere sia quella che comporta degli shock molto gravi per la donna, con necessità di ospedalizzazione, e non pensano che la violenza possa essere anche psicologica, oltre che fisica..
Le ragazze intervistate ritengono che la violenza sia l’effetto di un raptus, di un attacco di follia, ma pensano si tratti più che altro di un ricordo del passato, tipico di quando le donne erano completamente dipendenti, anche economicamente, dai loro mariti. La metà delle ragazze, ha affermato la ricercatrice, non ha individuato nessuno dei comportamenti di violenza psicologica presenti nel questionario, mentre un quarto del campione li ha minimizzati, affermando che “quando si ama, bisogna perdonare”.

Un altro dato statistico che ha evidenziato la direttrice dello studio è che il 40% delle denunce viene fatta quando la coppia ormai non esiste più e l’autore della violenza è solo un ex-fidanzato.

La Vazquez ha ricordato che la violenza psicologica nei rapporti eterosessuali, durante la giovinezza, si manifesta in molteplici modi: insulti, umiliazioni, ridicolizzazioni, pressioni di vario genere, disprezzo, interdizioni costanti, critiche, abbandono e isolamento emotivo, urla, ricatti, minacce, manipolazione, controllo su tutto ciò che viene fatto.
La difficoltà nel rilevare la violenza psicologica nel proprio rapporto di coppia potrebbe essere dovuta ai messaggi contrastanti di amore e violenza presenti nei testi delle canzoni. Forse ascoltare canzoni d’amore sarebbe meglio, conclude la Vasquez, dal momento che l’amore non ha nulla a che fare con la violenza.
Giuliana Proietti
Fonti:Hoy.es Europa press

Nasce il Comitato Nazionale per il riconoscimento del diritto al matrimonio civile tra persone omosessuali



Mancano alcune, poche settimane, al pronunciamento della Corte Costituzionale per il 23 marzo, giorno in cui sapremo se il nostro Stato intende far vivere in legalità le coppie omosessuali che si sono rivolte alla giustizia per vedersi riconoscere i propri diritti. La battaglia sul matrimonio omosessuale rappresenta un importante strumento per la crescita sociale e culturale del nostro Paese, e non solo l’ottenimento di un diritto negato ad una minoranza. Bisogna che entriamo in prima persona, con coraggio e determinazione, in questa civile battaglia che può anche non riguardare noi come soggetti, ma è per noi tutti un passo di grande civiltà e democrazia.
Per questo è nato, per la generosa volontà di Sergio Rovasio di Certi Diritti e di Ivan Scalfarotto, Vice Presidente dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, il Comitato Nazionale per il riconoscimento del diritto al matrimonio civile tra persone dello stesso sesso. Per questo, ora, subito, serve l’appoggio di tutti, se davvero vogliamo cambiare qualcosa in questo paese che ci tratta da merce, da apolidi, da persone senza nome. Scrivono a buona ragione i due promotori:
“Questa è una occasione fondamentale per portare il dibattito sul diritto al matrimonio fuori le mura di Tribunali e Istituzioni. Tutto ciò è un compito importante e impegnativo. Ora è giunto il momento di fare il salto di qualità: dobbiamo unirci e attrezzarci per i prossimi mesi in vista dell’imminente pronunciamento della Corte Costituzionale, previsto per il 23 Marzo, affinché vengano colte nel modo migliore tutte le opportunità di parlare all’Italia e alla sua classe dirigente su questo tema. Per questo sono necessarie risorse umane ed economiche consistenti, che vanno molto al di là delle forze di ogni singola organizzazione”.
Nonostante le tante melense dichiarazioni, da parte di politici e detrattori dei diritti lgbt, in Italia non esiste una definizione legale di matrimonio, né un divieto espresso al matrimonio tra persone dello stesso sesso, né la differenza di sesso è esplicitamente richiesta quale condizione per contrarre matrimonio. Lo Stato, in questo, si è fatto sordo, assente, incapace di trattare milioni di suoi cittadini con equità.

In questi anni, nonostante le dichiarazioni di sindaci, di amministratori locali, regionali, nazionali; di uomini e donne di cultura, del mondo dell’arte e dell’economia, della scienza, tutte e tutti a favore di una regolamentazione per le coppie omosessuali attraverso l’istituto del matrimonio o di un altro istituto equivalente, i legislatori non solo hanno mantenuto un impavido silenzio, ma quando hanno fatto sentire la loro voce è stata un’abiura su tutti i fronti; uno scudo clericale e oscurantista che ha ammazzato ogni speranza di chi pretendeva di essere cittadino anche nei doveri, certo, ma entrando dalla porta principale sui diritti.
Se perderemo questa nuova occasione, passeranno molti anni prima che si possa tornare ad affrontare il tema della legalità e del diritto per le coppie dello stesso sesso. Vincerà un’Italia assurda, povera di democrazia. Saranno altri a raccontarci un mondo dal quale saremo esclusi. Ascoltate le parole di Ivan Scalfarotto e di Sergio Rovasio:
“Ecco perché vi proponiamo la costituzione di un Comitato nazionale, che raccolga tutte le realtà e le singole persone che in Italia credono in questo obiettivo e che vogliono impegnarsi per raggiungerlo. Un Comitato che lavori in assoluta trasparenza per unire paritariamente tutte e tutti coloro che credono in questa battaglia, offrendo uno strumento di lavoro che vada oltre le singole bandiere di associazioni o partiti. E che sappia svolgere quella funzione di continuo stimolo e promozione, che furono la missione vincente della Lega Italiana per il Divorzio e della Lega Obiettori di Coscienza, nei primi anni di lotta per la legge sul divorzio e il riconoscimento dell’obiezione di coscienza”.
fonte queerblog

Gareth Thomas minacciato d'outing durante il World Cup 2007


Gareth Thomas ha partecipato al campionato mondiale di rugby nel 2007 temendo di subire un outing pubblico nei suoi confronti. Ha subito pressioni quasi quotidianamente, in quel periodo. Il rugbista del Galles, che ha fatto uno spontaneo coming out a dicembre, ha ammesso che in quel tempo riceveva telefonate in cui lo spaventavano dicendo che i media avrebbero fatto outing e che sapevano di lui.
Ancora oggi, l’uomo ricorda la tensione e la difficoltà di quelle settimane. Ha infatti detto ad un radio della BBC:

“Ero in stretto contatto con un avvocato per tutto quanto il tempo, proprio perché continuavano ad arrivarmi queste telefonate sulla storia che ero gay e che stava per essere scritto sui giornali. Ero là per rappresentare al meglio il mio paese e per gestire al meglio la mia abilità e il mio lavoro. Tuttavia, certa gente mi minacciava di far scrivere che io ero gay. Non volevo nemmeno farmi vedere pensieroso o preoccupato dalla mia squadra”

Ecco come, ancora ai giorni nostri, l’omosessualità viene usata ancora da certa gente come un’arma, come qualcosa di cui poter essere terrorizzati. Rivelare che qualcuno “è gay” e ricattarlo per telefono, sembra quasi spaventare come se avessi nascosto un cadavere nel Ticino…
fonte queerblog

Pedofilia. Sinead O’Connor: “Se Cristo fosse qui, darebbe fuoco al Vaticano”.


”Se Cristo fosse qui, darebbe fuoco al Vaticano ed io sarei con lui per aiutarlo”. Non usa mezzi termini la cantante irlandese Sinead O’Connor nel condannare il comportamento della Chiesa cattolica di fronte ai casi di abusi sessuali contro i minori e in particolare il vescovo Denis Brennan, che ieri ha fatto appello ai fedeli per delle donazioni straordinarie che consentano alla Chiesa irlandese di affrontare i 10,2 milioni di euro di spese per risarcimenti alle vittime di 48 casi accertati, con 13 processi ancora pendenti. Una richiesta che la O’Connor giudica ”malvagia, incredibile e stupida”, ”un tentativo di manipolare le brave persone cattoliche”.

Da sempre critica nei confronti delle autorita’ ecclesiastiche (nel 1992 creo’ un grande clamore la sua decisione di strappare in diretta una foto di papa Giovanni Paolo II durante lo show tv ”Saturday Night Live”), la cantante – in una lettera inviata ai giornali – ha sottolineato che ”un vero cristiano e’ qualcuno che, in ogni situazione, si chiede cosa avrebbe fatto Gesu’ al posto suo e poi cerca di metterlo in atto. Come puo’ un’organizzazione che agito per decenni solo per proteggere i suoi interessi contro gli interessi dei bambini, sentirsi in diritto di dirci cosa i cristiani dovrebbero fare?”. Nata a Dublino nel 1966, la O’Connor ha conosciuto il successo fra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta, per sparire via via dai riflettori in parte anche a causa dell’ostracismo che fece seguito alle sue prese di posizione. Nel 1999 e’ stata ordinata prete da un movimento cattolico indipendente, la Latin Tridentine Church, decidendo di farsi chiamare Madre Bernadette Mary.
fonte "gaynews24"

Pubbliche amministrazioni. Approvata legge contro le discriminazioni


L'articolo 21 del testo tutela le persone omosessuali nei luoghi di lavoro pubblici

Grazie a una nuova legge è vietato qualsiasi tipo di discriminazione nella Pubblica Amministrazione. L'articolo 21 del testo tutela le persone omosessuali nei luoghi di lavoro pubblici.

«È legge il collegato lavoro», lo rende noto l'avvocato di Rete Lenford Antonio Rotelli. «È introdotto presso le pubbliche amministrazioni il divieto di ogni forma di discriminazione, diretta e indiretta, relativa al genere, all’età, all’orientamento sessuale, alla razza, all’origine etnica, alla disabilità, alla religione o alla lingua, nell’accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro».
«Da quando entrerà in vigore con la pubblicazione in gazzetta ufficiale - spiega Rotelli -, si potrà far conto anche sull’articolo 21 di questa nuova legge per difendere le persone omosessuali dalla discriminazione nei luoghi di lavoro pubblici»
«Secondo il nuovo testo di legge le pubbliche amministrazioni devono garantire: "parità e pari opportunità tra uomini e donne, nonché l’assenza di ogni forma di discriminazione, anche in base all’orientamento sessuale del lavoratore, nell’accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro"»
Nella lettera c, sempre dell'articolo 21, viene introdotto presso le pubbliche amministrazioni «il "Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni", che sostituisce, unificando le relative competenze, i Comitati per le Pari opportunità e i Comitati paritetici per il fenomeno del mobbing. »
«C'è delusione invece - conclude l'avvocato - per le modifiche che il testo della nuova legge apporta ai diritti dei lavoratori, soprattutto nell’ambito del diritto processuale del lavoro essendo stati introdotti criteri che rischiano di rendere difficile se non impossibile il ricorso al giudice –introducendo un arbitrato che può considerarsi obbligatorio-, ed essendo stati ridotti i tempi per agire in giudizio per diverse tipologie contrattuali. Infine, avendo introdotto quella brutta disposizione che consente di assolvere l’obbligo scolastico sostituendolo con l’apprendistato.»
fonte notiziegay

Vaticano e scandali sessuali


Per il Vaticano non è certo un periodo facile. Dopo il caso di Angelo Balducci e dei prostituti gay è la volta di accuse ancor più gravi legate alla scottante inchiesta tedesca sui preti pedofili.
Gerhard Ludwig Müller, vescovo di Ratisbona, in una lettera pubblica ha ammesso di essere venuto a conoscenza di almeno un caso di abuso di un minore avvenuto all'inizio degli anni sessanta nell'ambiente del coro di ragazzi della città, il "Regensburger Domspatzen" ("passeri del duomo").
Ai tempi la stampa tedesca parlò di indizi concreti di abusi da parte dell'allora direttore del coro, oggi deceduto. La diocesi, però, oggi chiede a chiunque fosse stato vittima di eventuali altri abusi di farsi avanti e di denunciare l'accaduto. Sebbene non si abbia ancora alcuna notizia di nuove segnalzioni, il portavoce della diocesi di Ratisbona ha parlato di "sospetti concreti" nei confronti di due religiosi: il predecessore di Georg alla direzione del coro e il direttore musicale della diocesi dal 1964 al 1969. Entrambi, allontanati rispettivamente nel 1958 e nel 1971 e successivamente coinvolti in casi di violenze (sessuali e non) nei confronti di studenti, sono deceduti.
A far subito rimbalzare la notizia sulla stampa internazionale è anche il fatto che dal 1964 al 1993 il coro è stato diretto dal Georg Ratzinger, il fratello di Papa Benedetto XVI. Il religioso però, ha immediatamente dichiarato di non essere mai stato a conoscenza dei fatti denunciati.
fonte gayburg

domenica 7 marzo 2010

Cinema. Hugh Jackman si batte per i diritti civili.


Il regista Lee Daniels candidato agli Oscar con ‘Precious’ ha rivelato alcuni giorni fa che Hugh Jackman reciterà nel suo prossimo progetto ‘Selma’: pellicola drammatica incentrata sulla nascita del Movimento per i Diritti Civili. La cittadina di Selma in Alabama è passata alla storia perchè qui ebbe luogo la famosa marcia con la quale prese il via il Movimento per i Diritti Civili. “E’ un momento storico estremamente importante che vide emergere il leader del Movimento Martin Luther King perciò voglio raccontarlo attraverso la marcia e le successive decisioni prese dal presidente Lyndon Johnson.

E’ anche un viaggio nel cambiamento della mentalità americana, di come un razzista affronta l’evoluzione sociale finendo per affiancare King nella sua lotta”. Daniels spera inoltre di poter dare il via alle riprese in maggio: “In questi giorni sto lavorando moltissimo. Devo finire al più presto la sceneggiatura e sto passando molto tempo a scrivere. Sento di essere stato completamente catturato da questo progetto” ha concluso il regista.
fonte gaynews24

Milano Fashion Week, la Primavera può iniziare


Metttere il sottofondo retrò che la scaltra Arisa ha confezionato certo mette di buon umore, e di questi tempi è impresa non semplice, riuscire a stimolare il Buon Umore! Forse avrebbero dovuto farla recapitare alla lussuosa redazione di Vogue America, all’attenzione esclusiva di Anna Wintour, la diabolica creatrice di tendenze modaiole più potente del mondo. La polemica nasce dalla richiesta a dir poco azzardata di spostare, accorciandola, la settimana della moda di Milano, “compattando” le sfilate in sole tre giornate. Quindi demolire in un battito di ciglia (la leggenda vuole quelle della Wintour lunghissime) l’intera opera di migliaia di persone che attorno all’appuntamento iper organizzato delle sfilate milanesi fa ruotare il lavoro di tutto un anno.

Dopo un compassato silenzio ovino, esplode la voce di un intelligente Diego della Valle (creatore e fondatore del marchio globale Tod’s) che non si piega all’assurda proposta della Wintour. In un’intervista afferma che non sposterà di una virgola il suo calendario, ma più intelligentemente si batte per permettere agli stilisti emergenti di non essere relegati all’ombra mediatica degli ultimi giorni delle sfilate, dato che anche per lui tanti anni fa il trampolino di lancio lo diede alla sua azienda proprio Milano. Al suo iniziale solitario monologo si sono aggiunti altri importanti pilastri del nostro Made in Italy ossia Armani, Roberto Cavalli, Laura Biagiotti e l’intera Camera della Moda.

Risultato? La Wintour arriva a Milano un giorno prima e il calendario delle sfilate segue il programma definito. La cosa che trovo “divertente” è la motivazione che ha spinto Madame Anna a imporre, con il suo solito piglio dittatoriale, ma stavolta inascoltato, questo spostamento, ossia non perdere la notte degli Oscar!


Questa la notizia. La mia riflessione si sofferma sulla Queen of the Dress. Non nego che in ogni modo Anna Wintour mi stia simpatica. I suoi capricci da migliaia di dollari, il carattere irascibile, l’innegabile gusto estetico, l’arguzia di scelte azzeccate e la scaltrezza con la quale riesce da cosi tanti anni a non perdere lo scettro-timone del magazine di moda più costoso del mondo, mi affascinano. Da qui le leggende, la “caricatura” che credo molto veritiera dell’ormai cult movie “Il diavolo veste Prada” dove una bravissima Meryl Streep interpreta in versione cinematografica la vita della “Direttora di Vogue”.

In particolare c’è una frase che l’assistente Anne Hathaway pronuncia durante il film ed è un po’ la domanda che voglio porre a chi sta leggendo: Ma se Miranda (l’alter ego della Wintour) fosse un uomo ci si affannerebbe così tanto nel criticarla e nel considerarla un mostro di crudeltà e arrivismo?
fonte modaemodi-parma,blogosfere,fashiontv