giovedì 21 ottobre 2010

Lgbt Politica Firenze: il caso di Alessandro Cresci, l'IDV contro ogni forma di razzismo, di Franco Grillini


Sono in tanti ad aver espresso solidarietà ad Alessandro Cresci, coordinatore dell'IdV a Firenze per l'outing forzato di cui è stato protagonista involontario. Tra questi messaggi c'è anche quello del nostro presidente Antonio Di Pietro, che in una intervista al Corriere fiorentino ha detto con grande nettezza che nell'IdV non c'è posto per gli omofobi. Proprio con Di Pietro presenteremo alla camera il prossimo 27 ottobre in conferenza stampa, la proposta di legge del partito contro l'omofobia.

La vicenda di Firenze tuttavia ci fa riflettere su come anche all'interno dei partiti di massa allignano personaggi che non sono riusciti a liberarsi dal razzismo e dall'omofobia radicati in un modo di pensare sbagliato, soprattutto per chi professa idee liberali e progressiste. Curioso poi che ciò avvenga in Toscana dove per prima la Regione si è dotata di leggi antidiscriminatorie e di riconoscimento delle coppie di fatto.

Il movimento per i diritti lgbt si è sempre battuto per la "visibilità" per favorire cioè il "coming out", il venir fuori, l'out of closet, uscire dall'armadio, come dicono gli inglesi. La visibilità è stata la strada maestra per costruire un movimento gay di massa, quello che vediamo nelle gigantesche manifestazioni del Pride.

Tuttavia sono ancora tantissimi i gay e le lesbiche che hanno paura di dirlo e continuano a vivere una doppia vita fatta di clandestinità e di sofferenza. Vittorio Lingiardi, psichiatra e docente dell'università di Roma, nel suo bel libro Cityzen Gay ci parla del "Minority stress" ovvero della sofferenza continua e quotidiana di chi passa la propria vita a "non dirlo", a fare finta di essere eterosessuale, magari per paura di perdere l'affetto dei familiari, degli amici e magari di perdere il lavoro o di subire violenza come purtroppo è accaduto ai tanti ragazzi malmenati per il solo fatto che si tenevano per mano o si scambiavano un bacio.

Anche nei partiti spesso c'è la paura che dire di essere gay possa essere un handicap per la carriera politica e istituzionale oppure, come nel caso di Firenze, si utilizza il pettegolezzo all'interno di una vicenda congressuale. Ma l'Idv ha fatto con chiarezza la scelta liberale dei diritti civili e di libertà senza dei quali non c'è democrazia che si possa chiamare tale.

Non a caso l'Unione Europea ha mandato in Serbia a Belgrado un osservatore per monitorare il corretto svolgimento della manifestazione del gay pride. Gli ultranazionalisti hanno messo la capitale serba a ferro e fuoco per impedire il pacifico svolgimento della manifestazione e non a caso gli omofobi serbi sono gli stessi ad aver provocato a Genova gli incidenti in occasione della partita con la squadra di Belgrado.

L'omofobia ha la stessa radice dell'odio razziale e della misoginia. E' intriso di omofobia quel maschilismo criminale che ogni giorno riempie la cronaca nera sulle prime pagine dei nostri giornali. Ed è pieno di omofobia quel penoso modo di fare dei partiti della maggioranza che bloccano ogni proposta di legge volta a riconoscere quei diritti che sono norma in quasi tutti i paesi europei.

Il 27 ottobre presenteremo la nostra proposta di legge che prevede l'estensione della legge "Mancino" ai reati motivati dall'orientamento sessuale. L'IdV è in campo nella lotta contro ogni forma di razzismo e di questo dobbiamo essere fieri.
fonte http://italiadeivalori.antoniodipietro.com

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