venerdì 12 marzo 2010

"Pontifex" sito cattolico attacca i candidati omosessuali e sbeffeggia Luxuria


"Pontifex" sito cattolico attacca i candidati omosessuali e sbeffeggia Luxuria: "patrono dei trans"
Monsignor Giuseppe Agostino Che fantasia certi religiosi; quale infausta prosopopea quando intendono darsi di ragione attaccando gratuitamente quelli che per loro sono i nemici. La tanto predicata misericordia viene calpestata ed esorcizzata a propria ragione ed uso. Dicono che i cattolici della chiesa di Roma si occupano dell’anima dei loro fedeli, mai del corpo, men che meno della politica. Falso e con una buona dose di ipocrisia. Sul sito cattolico Pontifex, pare sia un esercizio quotidiano sbeffeggiare omosessuali, transessuali e chi afferma i loro diritti. Intervistato da Bruno Volpe ex vicedirettore di un altro sito cattolico, Petrus, l’arcivescovo emerito di Cosenza, Monsignor Giuseppe Agostino (in foto), sembra un antico Torquemada dei giorni nostri che, se potesse, saetterebbe fulmini e flagelli su noi e su chi osa prendere posizioni positive sugli omosessuali. Domanda Bruno Volpe all’alto prelato:
Va di moda oggi, per divorziati risposati, conviventi e omosessuali praticanti, definirli irregolari, non ritiene che questa definizione abbia attenuato pericolosamente il senso del peccato?
Lo credo. Bisognerebbe chiamare le cose col loro nome e ritengo che questi siano pubblici peccatori. Il medico pietoso fa la piaga verminosa ed oggi si sente la necessità di rimarcare il senso del peccato che abbiamo smarrito.

Che la chiesa cattolica ci ritenga oramai peccatori irredenti è appurato ed è meglio per noi tutti metterci il cuore in pace. Troppo poche e flebili le voci dei distinguo e quelli che credono diversamente dal monsignore cosentino. Ad essere feroci, ma non troppo, ci verrebbe da dire che chiedono a noi una castità per essere accettati che dentro la chiesa sono in molti a non osservare. Tralasciando anche gli squallidi episodi di pedofilia che nei decenni scorsi ha macchiato diverse diocesi che prima hanno negato, poi ammesso ma senza voler dare soddisfazione alla legge degli uomini, e infine sono stati costretti ad aiutare la giustizia umana, a risarcire migliaia di fedeli violati e fare un mea culpa che mai avrebbero voluto recitare.
Proprio perché i preti si occupano solamente di liturgie e fede, alla preziosa domanda su qual è l’identikit del candidato ideale per l’elettorato cattolico, il monsignore non ha dubbi: buono, onesto, trasparente, coerente, etc., etc., e:
“Persone sfasate come la Bonino e Vendola o la Bresso non rappresentano figure o esempi da seguire, per un cattolico serio”.
Sfasate? Vendola, Bresso e Bonino persone sfasate? Ma di cosa e di chi parla, monsignore? Certo, potrebbero non essere - ma perché mai, poi - figure o esempi da seguire, ma sfasati, onestamente, mi sembra davvero un giudizio non solo penoso ma anche poco cristiano. Le tre figure descritte dall’eminenza, hanno davvero tutti i caratteri che lo stesso elenca in bontà e a favore dell’elettore. Se scarta quei tre, credo dovrebbe accompagnare personalmente all’inferno non so quanti politici di una parte che vorrebbe salvare e mostrare come esempi. Si capisca l’avversione agli omosessuali praticanti che è facile esercizio cardinalizio, ma additare Vendola o la Bresso o la Bonino come figuri del malo esempio, proprio no.

Che ci sia una fervente coalizione arcivescovile che ama parlare di omosessualità e transessualità come in un convivio da picnic, è un altro vescovo emerito, monsignor Giacomo Babini, che sulla diaspora sulle liste elettorali, non nasconde le sue simpatie:
“Forse qualcuno della sinistra avrebbe voluto vincere a tavolino visto che ultimamente con le argomentazioni non ci riesce”.

Quasi dimenticavo: è sempre il solerte Bruno Volpe a fare le domande. Con lui il vescovo emerito affronta la politica, il tema delle donne:
“Un cattolico serio ha il dovere e la onestà intellettuale di riconoscere che i generi sono due, uomo e donna e non sono uguali nel senso biologico del termine,e dunque la donna non può pretendere di svolgere lavori che appartengono all’uomo”.
Poi, sornione come un micio a cui viene grattato il mento, Volpe, dice che nella fretta si è dimenticato dei trans, sa, eccellenza, così, per par condicio. Il vescovo sembra non attendere altro, promettendovi di lasciare a voi ogni commento:
ma loro li catalogo tra i gay. Certo sfilano, fanno quelle carnevalate. Penso che i trans, visto che é di moda, bene farebbero, ad eleggere un loro patrono ormai onnipresente in TV.
Chi?
Vladimir Luxuria, patrono o patrona, scelga, dei trans, un trionfo.

Ve lo avevo promesso, mordicchio la lingua e serro le labbra, anche se avrei voglia di rispondere per le rime. Lascio a voi il compito.
Un’ultima cosa: proprio in occasione della Festa della Donna il vaticano non si è risparmiato l’ultima offesa verso la dignità delle persone omosessuali, spiegando con Celestino Migliore, Osservatore permanente all’ONU, che in “recenti documenti ufficiali ci sono interpretazioni di ‘genere’ che dissolvono ogni specificità e complementarietà tra uomini e donne E che già stanno macchiando e ostacolando ogni serio e tempestivo avanzamento nella ricognizione della dignità e dei diritti delle donne”. In pratica secondo il vaticano il maschilismo presente nella società sarebbe colpa delle politiche a favore dei diritti lgbt.
No comment!
fonte queerblog

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